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martedì 21 novembre 2017

L'insegnante e l'Analisi Logica: un racconto dell'orrore (ripensandoci era un buon post per Halloween)

Una qualsiasi seconda media dopo la restituzione del compito di analisi logica
(Henry Dunant alla battaglia di Solferino, 1860, autore ignoto)
In tale dolorosa occasione, nacque a Dumant l'idea di fondare la Croce Rossa Internazionale.
Che con l'analisi logica non ha proprio niente a che vedere.

Quel che segue è un veridico resoconto di quanto ogni insegnante di Lettere si ritrova a vivere nel corso di una tappa apparentemente innocua del suo insegnantesco percorso, ovvero l'insegnamento dell'analisi logica in seconda media.
Non importa quanti anni di insegnamento hai alle spalle, non importa quanto sia intelligente la tua classe: le tappe che vado a narrare sono quasi inevitabili. 
Si comincia dall'inizio, naturalmente. Analisi logica, è l'analisi della frase semplice.
Cos'è una frase semplice (e tutti capiscono). Cos'è una frase ellittica, una frase nominale, insomma tutto questo genere di cose. 
Nessuno ha dei problemi.
Poi si fa la frase espansa. Prima era il gatto sale sul tavolo, poi diventa il bel gatto bianco sale con eleganza sul tavolo di mogano
E, di nuovo, nessuno ha dei problemi.
Tutti inanellano frasi semplici ed espanse senza perderci il capo né farne inutili drammi: molti gatti bianchi salgono sui tavoli di mogano e molti giovani studenti di Vicenza (tra i quali Bridigala) corrono a scuola sui loro pattini a rotelle.
Poi tocca al soggetto, che tra l'altro conoscono bene perché l'hanno già fatto alle elementari. Non ci sono mai drammi col soggetto, almeno fin quando non viene spostato al di là della prima parola: Agilulfo va al corso di pallanuoto senza problemi, ma se ieri pomeriggio Agilulfo è andato in cartoleria si può scoprire, con una sorta di doloroso stupore, che improvvisamente ieri è diventato il soggetto che compie l'azione, ed è un problema che in certi casi è destinato a trascinarsi.
Viene poi il predicato verbale; lì, già quando Agilulfo ha mangiato due paste alla crema si può scoprire che ha è predicato verbale, mentre mangiato viene promosso a complemento oggetto. Un po' inquietante, visto che in teoria alle elementari hanno fatto sia il predicato verbale che il complemento oggetto. Non parliamo di quando Crodegango ha iniziato a pensare di dover oliare i pattini - ma sono frasi che di solito arrivano molto più avanti, quando il livello di entropia è ormai alto e qualsiasi pretesto è valido per trasformare una frase in un dedalo inestricabile.
Gli attributi vanno via senza troppi drammi, le apposizioni godono di minor fortuna - forse perché tutti capiscono facilmente che cos'è un attributo, ma apposizione è parola strana e repellente: "appo"che?

Viene poi l'acerba primavera del predicato nominale, facilissimo da spiegare e ancor più da capire. Infatti tutti lo capiscono, e svolgono nel migliore dei modi gli esercizi assegnati. Poi lo dimenticano. Quando se ne accorge, il Bravo Insegnante di Lettere lo rispiega con pazienza alla classe, e di nuovo tutti lo capiscono e di nuovo tutti lo dimenticano. Il predicato nominale è il trionfo del Giorno della Marmotta e l'incarnazione del mito di Sisifo.
Col tempo, tuttavia, alcuni degli alunni più diligenti lo imparano in forma stabile  e talvolta ricompare in modo assai inopportuno con i verbi composti: Liutprando soggetto è copula andato parte nominale a Fanculo moto a luogo - e nessuno capisce perché il Bravo Insegnante di Lettere a quel punto comincia a strapparsi i capelli, battersi il petto e invocare un po' di terra da zappare onde smettere di rubare soldi allo stato e fare infine un lavoro utile alla collettività.
A questo punto ci sarebbero pure da affrontare i predicativi del soggetto e dell'oggetto, che finiscono regolarmente in un bagno di sangue. Qualche insegnante reso saggio dall'esperienza li ripropone molto più avanti, ma di solito il risultato non cambia (tuttavia ho conosciuto una intera classe che lo maneggiava con assoluta disinvoltura e proprietà. Ignoro tuttavia a quale tecnica di magia nera sia ricorsa l'insegnante che avevano avuto l'anno prima né ho potuto chiederglielo perché nel frattempo era ritornata nella sua terra di origine, in fondo alla penisola).

Arrivano i complementi nuovi. Ai ragazzi piacciono un sacco, i complementi nuovi e qualcuno si diverte a distinguere complemento di materia e di denominazione e di specificazione, moto da luogo e complemento di allontanamento. Complementi di luogo e di tempo, di fine e di causa, di modo e di argomento scorrono bene. I ragazzi fanno gli esercizi sul libro, costruiscono docilmente frasi con appositi complementi, qualcosa va rispiegato. A volte ci sono problemi specifici: c'è chi va al mercato complemento di termine, c'è chi resta a casa moto a luogo, ma pian piano tutto va a posto.
Un po' più tragica può essere l'analisi delle particelle pronominali, specie se la classe ha ignorato con determinazione i pronomi personali in prima. Che e ne possono riservare un sacco di spiacevoli sorprese.
Il Bravo Insegnante fa approfondimenti e ripassi dell'analisi grammaticale, e un po' se lo filano e un po' no, ma nel complesso la situazione non sembra drammatica.
Giunge il tempo del compito di analisi logica: il Bravo Insegnante pesca un po' di frasette dove il gatto sale sul tavolo, Agilulfo va al mercato e il drago dorme sul suo letto d'oro nella caverna, gli studenti lavorano con impegno e puoi quasi vedere le punte delle lingue che sporgono tra i denti come segno di massima concentrazione. Poi consegnano. Ahimé sì, consegnano.
E giunge infine il tempo della correzione dei compiti, che è regolarmente una tragedia immane. Per l'occasione ritornano in perfetta parata militare tutti gli errori pazientemente bonificati e disboscati nel corso dei mesi precedenti.
Disastro completo e totale. I più bravi hanno fatto schifo, la fascia media ha fatto ribrezzo e pietà, mentre la fascia bassa alla fine, una volta tanto, non ha nemmeno fatto tanto peggio degli altri - del resto, sarebbe stato davvero difficile.
Il Bravo Insegnante di Lettere, che per l'occasione si proclama il Più Inetto Insegnante di Lettere che mai abbia calpestato la terra, piange, si dispera e cerca conforto dai colleghi. Chi non insegna Lettere lo guarda con blando compatimento e prova a offrirgli un caffé o un pasticcino non sapendo che altro fare, mentre i colleghi di Seconda sono troppo occupati a disperarsi a loro volta per dargli adeguata comprensione, e chi per sua buona sorte fa Italiano in Prima o in Terza ringrazia Dio o il Caso che per quell'anno tal tormento gli venga risparmiato.
Seguono dolorose sedute di autocoscienza con la classe, pianto e stridor di denti, piogge di quattro e di tre. I ragazzi non si capacitano che il loro pacioso e simpatico Insegnante di Lettere si sia trasformato in una tigre ircana e alla fine, mossi ben più dall'istinto di conservazione e dall'affetto per il poveretto che vedono così accasciato (oltre che dal legittimo desiderio di non ritrovarsi a fine anno l'insufficienza in pagella) che dall'ambizione o dall'amor proprio si danno infine un po' da fare.
Il secondo compito non andrà bene, no, ma andrà comunque talmente meglio del primo che il Bravo Insegnante di Lettere deciderà di non sfidare oltre la sorte e stabilirà in cuor suo che in fondo basta che sappiano le cose essenziali (sì, quelle che gli hanno già insegnato alle elementari).
In mezzo a tutta questa ordalìa un piccolo gruppetto di ragazzi non necessariamente brillantissimi ma provvisti di una mentalità logica e razionale hanno afferrato il meccanismo base e navigano tranquilli in mezzo alle secche più perigliose, talvolta affrontando senza paura perfino i complementi predicativi. Il resto va a tastoni e si ritiene fortunato se riesce a non infilare due errori per frase.

Sorge spontanea la domanda: perché?
Non è una di quelle domande cui sia facile trovare una risposta.
La prima cosa però che salta agli occhi è che alla classe tutta, tranne forse a un paio particolarmente interessati alle strutture grammaticali, dell'analisi logica non importa assolutamente nulla. Non abbiamo il loro consenso interiore. 
Qualcuno si applica perfino all'analisi logica per ambizione, per orgoglio o perché ha una buona memoria e a forza di inerzia i concetti principali finiscono per restargli appiccicati. I più si applicano assai malvolentieri e per puri fini di sopravvivenza - ma nessuno sembra convinto che l'analisi logica serva a qualcosa.
Il secondo motivo è che, staccata dal latino, l'analisi logica risulta più difficile. Non eccezionalmente difficile, solo un pochino più difficile. Tuttavia nel corso del triennio i ragazzi affrontano cose ben più complicate e ostiche dell'analisi logica - che alla fine è una specie di giochetto da società e nulla di più - spesso con successo; ma a queste cose più difficili riescono a trovare un senso, e finiscono per applicarcisi.
Il terzo, naturalmente, è che ci sono tante cose più divertenti da fare rispetto all'analisi logica, ma anche lì valgono le considerazioni del punto 2.

Tuttavia, pur non avendo mai amato l'analisi logica quando l'ho fatta alle medie (da insegnante mi diverto molto a farla, invece e nonostante tutto) temo di dover ammettere che se continuano a tenerla nel programma c'è il suo perché. Non è affatto inutile, soprattutto quando si affrontano le lingue straniere - e ormai tutti ne affrontano almeno due, per tacere degli stranieri che ne affrontano ben tre. Quando la faccio non mi sembra di sprecare del tempo. Certo, sfoltisco i complementi evitando quelli che chiamo "complementi di chicchera e di piattino" (ad esempio il complemento di allontanamento o di provenienza) ma trovo l'insieme piuttosto utile. Quando dico piuttosto utile intendo dire che, dopo i regolamentari bagni di sangue, quando alla fine per amore o per forza un po' di analisi logica è stata imparata, migliorano anche la produzione scritta e quella orale - in pratica, le creaturine parlano e scrivono più correttamente - che è poi l'unico risultato cui tendo qualsiasi cosa faccia o dica in classe: una corretta esposizione scritta o parlata perché nessuno rida di loro quando parlano una volta che saranno usciti dalle mie mani e dal loro primo ciclo di istruzione; e che è quel che il Ministero si aspetta da loro - giustamente, aggiungo.

E qui finisce la mia desolata autocoscienza. So che il problema è superiore non solo alle mie deboli forze, ma anche alle forze di insegnanti tanto più capaci di me. Tuttavia esiste. Non ha rimedio, ma esiste.

10 commenti:

Bridigala ha detto...

Essendo io stata una giovane studentessa di Vicenza per tutto il mio corso di studi, ed essendo stata un drago in analisi logica, non potevo non commentare! Pensa che i miei compagni della scuola media si ricordano di me come dell'essere mitologico che, se interrogata in analisi logica, senza aver fatto gli esercizi a casa li improvvisava davanti al l'insegnante senza mai sbagliare alcunché. Ed ho ottenuto la loro imperitura ammirazione (oltre al fatto,all'epoca, di essere oggetto di bullismo molto pesante, ma trent'anni fa sembra che ai prof non importasse poi molto, e comunque poiché tornavo a casa in autobus con i miei tormentatori non avrebbero comunque potuto fare alcunché). Poi devo dire, per amor di verità, che al liceo, per quanto mi applicassi, sono stata una somara in latino, e forse la mia scarsa attitudine a fare sul quaderno i lunghi esercizi che la mia professoressa della scuola media ci propinava ha avuto il suo bel peso. Insomma, a quanto pare sono destinata a darti un altro dolore: anche gli studenti che sembrano elevarsi dalla media nella comprensione del l'analisi logica possono poi scontrarsi duramente con quel simpatico mostro che è il latino.

Ornella ha detto...

Il latino, ecco. È stato un errore cancellare il latino dai programmi della scuola media unica.
Questo è il mio parere . Poi tutto ciò che descrivi si può tranquillamente post datare a quanto avveniva nelle mie classi quarte e quinte elementari. Soprattutto negli ultimi due cicli in cui ho insegnato.
La massima soddisfazione l'ho ricevuta da una alunna che, iscritta al liceo scientifico, unica nella sua classe, seppe rispondere a una domanda di grammatica del professore di lettere, e di fronte al suo stupore: "anche questo sai, Giorgia!" , affermò:"Il merito è della mia maestra!

dolcezzedimamma ha detto...

Ho riso fino alle lacrime! Posso sottoscrivere parola per parola, con l'aggiunta del Latino. Oggi ho corretto il primo compito della Prima, ovviamente corredato di analisi logica. A parte scoprire che "le ancelle accendono le lampadine (sic!)sulla mensa della matrona", ho potuto apprezzare che nella frase "La vita dei marinai è modesta ma varia" "varia " è , ovviamente , un complemento di modo.
P.S.: poi qualcuno mi deve spiegare perché non mi arrivano più le notifiche dei tuoi post su Bloglovin. Me n'ero persi un paio.

la povna ha detto...

L'analisi logica, e il connesso accanimento normativo-classificatorio di cui è corredata, è un ircocervo tutto italiano. Nessun altro paese europeo la insegna (UK) o la insegna in questo modo (Francia, Germania): eppure sono pieni anche loro di bravi classicisti, dunque viene da pensare che si sopravviva alle lingue classiche anche con un approccio meno deduttivo-formalizzato... Io al biennio la recupero di concerto alla poesia, ché corredata all'iperbato, alla parafrasi e in generale alla (ri)costruzione di una frase logica all'interno di un contesto altamente formalizzato come quello poetico mi pare assuma una funzione un po' più laboratoriale che ne aiuta a spiegare un vago significato. Concordo con te che saputa bene insegna a scrivere (un po') meglio, o almeno con un po' più di consapevolezza, ma penso anche che lo spazio che le venga riservato, a discapito della grammatica di base (già tante volte hai citato i pronomi, per esempio) sia assolutamente spropositato e sproporzionato.

Murasaki ha detto...

@Bridigala e la 'povna e pure Ornella:
NB: non ho MAI detto (né minimamente pensato) che l'analisi logica serve a fare meglio il latino, bensì l'opposto: se si ha presente il latino l'analisi logica è più chiara come meccanismo; né sono minimamente incline a pensare che togliere il latino dalle medie sia stato un errore. Sono invece abbastanza incline a concordare con la 'povna che probabilmente l'analisi logica si potrebbe sfoltire, ma non saprei dire come né a che prezzo Però non c'è sproporzione tra grammatica intesa come studio delle parti del discorso e analisi logica allo studio delle parti del discorso è dedicata buona parte delle elementari e tutta la prima e parte della seconda media, all'analisi logica un po' di mesi divisi tra seconda e terza media. Poi ci sono casi come la mia attuale classe dove, quand'anche gliela facessi per venti anni di fila, rifiuterebbero di interessarsi all'uso corretto dei pronomi (e sì che avrebbero tutti i motivi per prendere la questione sul serio!) - ma, sinceramente, si tratta di casi limite (almeno spero).

@Dolcezze:
Da notare che tu, come la 'povna, vedete e ammirate tutti i frutti del nostro paziente lavoro!!
(sul perché non ti arrivano più le notifiche, no, non è da me che potrai cavare una qualche spiegazione Ma forse nemmeno da quegli sconsigliati di blogspot.it).

@Bridigala
Veramente a me sembra normalissimo che chi ha capito l'analisi logica riesca a farla anche "all'impronta" se l'hai capita l'hai capita e la sai fare, in realtà non è nulla di trascendentale - e infatti di solito non c'è una particolare differenza tra gli esercizi fatti all'impronta e quelli dati a casa e risentiti, a meno che qualche genitore ben intenzionato non intervenga Tuttavia, appunto, di solito la maggior parte degli alunni la capisce il giusto perché non gli interessa capirla. E complimenti a te che sei una delle Rare Creature che ha penetrato sì gran segreto (in virtù di un po' di cervello benevolmente acceso durante le spiegazioni) ^_^

minty ha detto...

Avverto in Bridigala un'anima affine, sia per la dragologia in analisi logica, sia per il bullismo ignorato dai prof (*sigh*).
Io, in latino, alla fine, sono riuscita benone. Ma sono stata fra i pochi "giovani" ad averlo fatto ancora alle medie, nonostante le abbia frequentate a cavallo fra anni '80 e '90 (sì, ho frequentato un residuato bellico di scuola. In tutti i sensi: l'edificio era un ex collegio fascista con cicli decorativi dedicati alle vittorie militari patrie...).
C'è però da dire che, proprio alle medie, in latino avevo l'equivalente di 4. Rapporto conflittualissimo con la prof e totale disinteresse mio. Lei mi predisse che in latino non avrei mai capito un tubo. Io, una volta levatasi di torno lei e trovata al liceo un'insegnante che non me lo facesse andare di traverso, capii il trucco (e il fondamentale legame con l'analisi logica, dove avevo sempre brillato), dopodiché fu tutta discesa.

puoi quasi vedere le punte delle lingue che sporgono tra i denti come segno di massima concentrazione

Ti faccio ridere: io 'sto vizio di tenere la lingua pigiata sul labbro superiore quando sono concentratissima l'ho sempre avuto. Un riflesso del tutto involontario. Da bambina mi hanno sfottuta parecchio per questo, ma tuttora mi rendo conto che, se mi metto a fare qualcosa di pratico (soprattutto, ma capita anche quando scrivo a mano, a volte) che richiede molta cura, la lingua finisce sul labbro da sola. E io, a 40 anni suonati, devo sembrare un po' ridicola a chi mi guardi... °_°

Pellegrina ha detto...

Bellissima scelta iconografica! At tu obdura :).

Melchisedec ha detto...

Viva l'analisi tutta, ma soltanto se non disgiunta dal significato del testo, altrimenti è una tragedia. Mi sono rispecchiato ampiamente nel tuo post. Io " tormento" i miei alunni senza se e senza ma.
Uno di costoro ha pure scovato il " complemento di evasione". :-)

Murasaki ha detto...

@Minty e Bridigala
Ebbene sì, quel che ai iorni nostri si chiama "bullismo" non è affatto un fenomeno nuovo, e l'attenzione che gli prestano i professori è tuttora molto legata alla sensibilità del consiglio - e alla disponibilità dei presidi, aggiungo alcuni al solo pensiero di occuparsene vengono colti da subitanei quanto torrenziali attacchi di diarrea, e vacci un po' a ragionare; comunque c'è di buono che i ragazzi ne parlano molto più liberamente di un tempo, e questo rende di solito impossibile non occuparsene almeno un po' - grazie al cielo.

@Mel
credo che molti dei nostri alunni sperimenterebbero MOLTO volentieri il complemento di evasione, a volte ^_^

vanessa ha detto...

Sarebbe stato un ottimo post per Halloween.
Leggendoti credo di essere stata una di quelli con il reset automatico appena usciti dalla classe: quando ho iniziato tedesco alle superiori il dativo per me era una landa inesplorata ... e la differenza tra moto a luogo, stato in luogo etc ancor peggio ... proprio effetto rumore bianco e neve nella TV (o rotellina rossa che gira per essere più al passo con i tempi). Che brutti ricordi il tedesco 4 ore alla settimana per 5 anni di vita completamente buttate.
Però mi ricordo che le prime correzioni di analisi logica le facevo totalmente a braccio... bah
Mi rincuora leggere che le nuove generazioni siano più consapevoli del bullismo . Magari sarà da loro che partirà il cambiamento
Ciao
V