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venerdì 23 giugno 2017

L'anno della lepre - Arto Paasilinna

Protagonista di questo breve romanzo è Vatanen, un giornalista quarantenne finlandese in crisi di scontento per la sua vita. Una sera in cui si sente particolarmente scocciato di tutto l'insieme e viaggia per lavoro con un collega che non gli sta neppure simpatico (ed è in crisi di scontento come lui, e non lo trova simpatico) urta per errore un giovane leprotto. Sono in un bosco, naturalmente - in Finlandia essere in un bosco è un po' come per un toscano viaggiare tra le colline, insomma una condizione del tutto abituale.
Preoccupatissimo, Vatanen scende in cerca del leprotto maltrattato. Alla fine lo trova, scopre che si è rotto una zampa per colpa dell'urto, gli fa una steccatura di fortuna, se la mette in tasca...
No, non ritorna alla macchina. Scopre di essere irrimediabilmente stufo del collega, del suo lavoro e della sua vita. Rimane nel bosco, e che il collega si arrangi pure.
Il collega naturalmente non la prende bene; aspetta, lo chiama, lo cerca, ma alla fine rimette in moto la macchina e se ne va per i fatti suoi.

Rimasto solo Vatanen passa la notte nel bosco con il leprotto, poi il giorno dopo raggiunge la città più vicina, trova un veterinario per lepri (nemmeno in Finlandia è un affare semplicissimo) e ottiene perfino un permesso per tenersi il leprotto, che è specie protetta ma è troppo piccolo per sopravvivere da solo nei boschi finlandesi. Poi si fa dare un po' di istruzioni per nutrire il leprotto (nemmeno in Finlandia è semplicissimo) e... no, non decide razionalmente di tagliare i ponti con la sua vita precedente, di cui è stufo sin nelle barbe. Li taglia, semplicemente. Vende un po' di cose, incassa i soldi, manda a dire alla moglie che non tornerà e inizia a vivere alla giornata, lui e il suo leprotto. E se la passa benissimo.
La lepre (è sempre chiamata al femminile, nella traduzione, ma è subito specificato dal veterinario che è un maschio) si lega subito a lui; di carattere gentile e disponibile, non ha grosse pretese e non dà mai volontariamente problemi, ma tutte le volte che i due incrociano un numero di esseri umani superiore a due,  gli esseri umani vanno irrimediabilmente in crisi e non parliamo delle autorità. Quando invece si tratta di affrontare individui singoli o a coppie va tutto benissimo e nessuno trova niente di strano nella presenza della lepre.
Vatanen viaggia per la Finlandia e soprattutto per i boschi finlandesi (che vuol dire, appunto, viaggiare per tutta la Finlandia perché lì i boschi sono onnipresenti), si gode il silenzio dei boschi finlandesi, pesca nei laghi finlandesi e trova un sacco di lavoretti di carpenteria e piccola edilizia (in legno, solitamente) per gli edifici che i boschi finlandesi contengono. Lui e la lepre attraversano le quattro stagioni, con incidenti e vicissitudini di vario tipo, ma restano sempre insieme. 
Incontriamo dunque un sacco di boschi finlandesi (ho già detto che in Finlandia ci sono molti boschi?) e ci godiamo lo splendido silenzio dei boschi finlandesi, i bellissimi paesaggi dei boschi finlandesi e anche la strana fauna (a due zampe, anche, e non soltanto umana) che occupa i boschi finlandesi. Nemmeno per un istante o una pagina il lettore pensa che Vatanen abbia sbagliato ad abbandonare il suo insulso lavoro, i suoi insulsi colleghi e la sua insulsa ed antipatica consorte per barattarli con un lepre in crescita di carattere gentile e un po' timido - anzi si finisce per pensare che la condizione ideale per un essere umano sia vivere nei boschi finlandesi e godersi il silenzio e qualche occasionale incontro assieme a un lepre.
Vagando per boschi, sul filo di varie avventure che comprendono anche una lunga escursione finale che porterà Vatanen ad oltrepassare il confine con la Russia (siamo nella prima metà degli anni '70) con relativo ma non molto drammatico imprigionamento, Vatanen finisce per sparire dalle cronache. Lui, la lepre e la sua nuova fidanzata scompaiono nella Finlandia settentrionale e anche se il narratore ammette di non avere altre notizie su di lui, si suppone che se la passeranno benissimo anche senza cinema né televisione né giornali e giornalisti (di cui comunque possono usufruire quando vogliono, perché in Finlandia i boschi non sono aree geografiche tagliate fuori dall'umano consorzio).
Il tema del Ritorno alla Natura lontano dall'Antipatica Civiltà non è nuovo e ha conosciuto molte versioni. Quella finlandese è molto affascinante e mostra un popolo solo apparentemente inserito nel mondo urbanizzato e occidentale che conosciamo, ma che continua a vivere una speciale sintonia con la natura che lo circonda attraverso una specie di doppia natura. Quei boschi solo apparentemente incontaminati sono in realtà fortemente segnati dalla presenza dell'uomo, costellati di capanne e negozi, perennemente attraversati da taxi (il libro contiene una quantità sbalorditiva di taxi) e, naturalmente, da renne, mucche,  lepri... orsi; ma quella dell'uomo è una presenza gentile, e il bosco finlandese sembra per sua natura assai inclusivo. Alla fine del libro il lettore è anzi attraversato dal forte sospetto che un finlandese si trovi davvero a suo agio solo dentro un bosco, e standone troppo a lungo lontano sia destinato a inacidirsi come latte tenuto fuori dal frigo.

Il libro si legge volentieri: è una lettura assai boschiva e rinfrescante, e risveglia la parte elfica che è dentro ognuno di noi (sembra che per creare le lingue elfiche Tolkien si sia ispirato al finlandese, e che la betulla sia l'albero più simile ai mallorn di Lothlorien che sia possibile trovare nel nostro mondo); i paesaggi recitano benissimo, la lepre è davvero simpatica e il protagonista ha un suo fascino elusivo.
Pubblicato nel 1975, il libro riscosse un grande successo nel Grande Nord e vanta numerosi tentativi di imitazione. Da noi è arrivato solo nel 1994 grazie alla casa editrice Iperborea.

Con questo post partecipo finalmente di nuovo al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro buone letture e un felice ponte di San Giovanni a chiunque passi di qua. Che l'estate sia con voi!

12 commenti:

dolcezzedimamma ha detto...

Ok. Mi hai convinto. Prenoto un biglietto di sola andata x la Finlandia.

Stefania ha detto...

Una lettura "boschiva e rinfrescante" ci vuole proprio in queste calde giornate. Dovrò cercarlo! Grazie per il suggerimento, buone letture e buona estate!

Linda_chi? ha detto...

Incantevole!

Melchisedec ha detto...

Certamente interagire con una lepre ha i suoi vantaggi e la possibilità di essere in disaccordo è remota, ma noi siamo esseri umani e, volenti o nolenti, siamo costretti a sporcarci le mani con gli altri. La letteratura però può tutto, anche liberarci dal fastidio degli altri esseri umani, strappandoci ad una vita segnata da obblighi e attraversata da rumori umani assordanti. Il finale farebbe ipotizzare una sorta di "assorbimento" del personaggio nel ciclo naturale del bosco, una sorta di adozione da parte del bosco, che non lascia alcuna possibilità di ritorno di Vatanen al consorzio umano.
Immagino che le descrizioni del bosco siano accattivanti.

acquaforte ha detto...

Sì, oggi è particolarmente gradito leggere di boschi finlandesi che circondano milioni di laghi finlandesi, di temperature attorno ai 25 gradi, e di silenzi (fra poco qui inizieranno i botti per la festa di San Giovanni Battista ). Voglia di Finlandia, insomma. Così cercando notizie rinfrescanti, ho letto qualcosa che tu certamente gia conosci. La notizia che più mi ha colpito è il "Nuntii Latini", cioè un bollettino di 5 minuti che l'emittente della radiotelevisione pubblica di Finlandia trasmette ogni settimana. In latino classico. Ho ascoltata stamane il bollettino del 16 c.m., è corredata dallo scritto (sempre in latino), per poterla seguire più facilmente. Dal 1989, un gruppo di intellettuali finnici trasmette in latino notizie varie, dal "fusus spatialis" lo Shuttle, alla BREXIT della May, alla vittoria di Trump, alla abdicazione dell'imperatore Akihito, ecc. È ascoltato in tutto il mondo "et per satellite et per rete informatium internet". Rivendicano l'appartenenza (penso che mai un soldato romano mise piede sulla loro terra) alla cultura latina fondamento della civiltà occidentale.
Mi sono chiesta cosa facevamo noi più o meno in quel periodo: un manipolo di eroi, con sommo sprezzo del ridicolo, bardati di finte spade ed elmi con corna, accompagnava il loro leader alla fonte del Po, il dio Po, a raccogliere l'acqua in una ampolla; un parlamentare travestito da druido officiata matrimoni celtici; Roma era "Ladrona".
Anche costoro rivendicavano l'appartenenza a qualcosa?

Murasaki ha detto...

In effetti senza volerlo ho scelto un fine settimana davvero adatto a parlare di Finlandia, visto che qua stiamo in una magnifica pentola a vapore.

@Linda_chi?
Te lo consiglio. Sono (quasi, con i libri non si può mai dire) sicura che lo apprezzerai molto ^_^

@Mel:
Diciamo che il finale lascia aperta questa possibilità. Comunque con Vatanen e la lepre c'è anche la fidanzata. Ma soprattutto, più vai a nord e più è facile stemperarsi in quei boschi, che tuttavia non sono disabitati. Che Vatanen torni ad Helsinki a fare il giornalista però lo darei per escluso.

@Acquaforte:
No, non sapevo nulla del notiziario finlandese in latino, ma sembra una cosa deliziosa. E sorvoliamo per pietà sui nostri riti pagani sulle rive del Po, perché è come sparare sulla Croce Rossa, o forse perfino peggio...

Murasaki ha detto...

E dimenticavo:
@Stefania:
Buone letture e buona estate anche a te, sperando che rinfreschi presto!

@Dolcezze:
Certamente per una siciliana sarebbe un cambiamento radicale, specie in queste giornate! Auguri a te per le prossime tre settimane di duro lavoro che ti aspettano - e anche a Mel, naturalmente.

Pellegrina ha detto...

Sembra un libro intrigante, mi piacciono le trame in cui coppie improbabili ma non lacerate da fantasmi ombelicali se ne vanno a zonzo nella foresta (ecco se Luthien fosse un po' meno lacerata sarebbe meglio, ad esempio. Ma del resto c'è un'eco lontana di Tristano nella loro storia, anche se qui trattasi di padre e non di legittimo marito).
Vedro' di recuperarlo.

Murasaki ha detto...

Indubbiamente un uomo e un lepre in crescita rappresentano una coppia non delle più consuete, ma il vero amore non fa mai troppe distinzioni né di età, né di sesso né di specie ^_^ (io questa grande lacerazione in Luthien, finché non muore il suo amato Beren, non ce l'ho mai trovata. Sì, suo padre parla e straparla, ma davvero mi è sempre parso che lei se lo filasse il giusto. Può darsi che ricordi male, ma anzi è sempre stato un tratto di lei che ho molto apprezzato)

Pellegrina ha detto...

Oddio forse mi confondo, ma quando potrebbero starsene tranquillamente nella foresta, non ricominciano a un certo punto con il problema che bisogna avere il consenso del genitore? forse è lui e non lei, non mi ricordo e qui non ho il testo...
Se poi non fosse cosi', tanto meglio, sia chiaro.

Murasaki ha detto...

Secondo me è lui, ma confesso che sono molti anni che non rileggo la storia. Siccome però detesto le eroine che danno ascolto a qualcos'altro che al proprio consenso e riconoscono al padre o ai genitori o ai fretelli il diritto di disporre di loro, e non ricordo di avere mai provato la minima antipatia per Luthien, secondo me l'idea viene da lui - è quel tipo di idee che non approvo nei miei eroi preferiti, ma posso all'occirrenza scusarle in virtù di certi stupidi retaggi che vengono inculcati negli uomini, e che taluni di loro finiscono per prendere sul serio :)

Pellegrina ha detto...

Ben detto, gli uomini a volte sono un po'fresconi come dice la mia mamma (versione popolare di "stupidi retaggi"), specie quando si mettono in competizione fra loro passando sopra alla volontà di una donna, come fanno moroso e padre qui :P.