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lunedì 15 maggio 2017

Neville Paciock / Longbottom, ovvero Colui Che Non E' Stato Scelto da Voldemort

Scegliere un cast di undicenni che dovranno lavorare su otto film in un arco di tempo di undici anni può presentare delle incognite, se i produttori non hanno una gran fortuna.

Passa un giorno e passa l'altro, ed è così arrivato anche il giorno della mia conferenza su Harry Potter, cui guardavo ormai da due mesi con grandissima preoccupazione: sarei stata bene quel giorno? Ce l'avrei fatta? Avrei retto adeguatamente il trauma, lo stress e la fatica o lo sforzo si sarebbe rivelato superiore alle mie deboli forze?
Tanto ero preoccupata di questo che a malapena rimaneva nel mio cuore un angolino per preoccuparmi di riuscire a parlare bene e con proprietà sviluppando gli argomenti in modo adeguato. Mi pareva che, se solo fossi riuscita a raggiungere quella pedana in un decoroso stato di benessere fisico, il resto sarebbe facilmente venuto da sé.
Di fatto, è andato tutto bene: un felice stato di benessere ha avvolto l'intera giornata, l'ottima pasta alle melanzane fornita dalla mensa scolastica e l'eccellente risotto alla zucca fornito da Sary hanno adeguatamente sostenuto il mio ancora debilitato e capriccioso organismo, e insomma ero in grande spolvero rispetto al mio solito. Invece di strisciare sono salita con passo fermo sulla pedana e ho parlato come dovevo.
Il pubblico era... simpatico, non mi viene altra parola per descriverlo: una bella nidiata di appassionati che si snodava su tre generazioni, tutti festosi all'idea che quella sera si sarebbe parlato della loro amata saga di Harry Potter; avevano tutti dei gran sorrisi e qualcuno portava al collo collane con giratempo, boccini e simili.
Ho parlato di scelte, naturalmente: la scelta di Voldemort di prendere sul serio la profezia, quella di Harry di andare con i Grifondoro eccetera eccetera. 
Alla fine, come si usa, ho chiesto se qualcuno aveva domande o osservazioni da fare, ma nessuno ne aveva, e dunque la conferenza è stata sciolta.

Solo allora sono venuti alla pedana a farmi le domande e le osservazioni - molto carine tra l'altro. Una ragazza mi ha chiesto se avevo fatto il test su Pottermore per sapere a che casa appartenessi (lei era un Corvonero, e le ho confessato che vorrei tanto essere Corvonero anch'io, ma probabilmente ero un Tassofrasso), un altra mi ha raccontato della sua gita nel parco a tema a Londra, mettendomi un gran desiderio di andarci a mia volta...
E un ragazzo ha fatto una domanda vera e propria: perché, se i possibili Avversari inizialmente erano due, ovvero Neville Longbottom e Harry Potter, Voldemort aveva stabilito che quello pericoloso era Harry ed era andato da lui?

Sono rimasta spiazzata. Silente non lo spiega, in effetti. 
Il ragazzo ha suggerito che forse Voldemort aveva studiato i due bambini e aveva capito che quello pericoloso era Harry; ma, a parte che Harry ha vissuto parte del suo primo anno coperto dall'Incanto Fidelius e quindi Voldemort non poteva studiare un bel nulla, sembra improbabile che si riesca a capire quanto sarà potente un mago da adulto osservandolo nel suo primo anno di vita. 
Ho suggerito che forse poteva dipendere dal fatto che i genitori di Harry erano maghi più potenti di quelli di Neville, e che quindi Voldemort avesse pensato che loro figlio sarebbe stato più potente del figlio dei Longbottom - un ipotesi come un altra, che comunque il ragazzo ha preso per possibile.
Arrivata a casa ho riletto le pagine dove Silente parla della possibilità che il Prescelto fosse Neville, e di nuovo ho preso atto che non c'erano spiegazioni sul perché Voldemort avesse stabilito che quello pericoloso era Harry.
Il giorno dopo ho chiamato un amica e abbiamo sviscerato la questione.
"Non sappiamo se Voldemort avesse effettivamente deciso che il più pericoloso era Harry. Soltanto che da qualche parte doveva pur cominciare, se voleva farli fuori" ha osservato.
"Quindi pensi che Voldemort abbia semplicemente avuto sfortuna?".
"Nemmeno. Chi ci dice che in casa Longbottom non sarebbe potuto succedere qualcosa di molto simile? Forse Voldemort non era semplicemente in grado di eliminare un bambino in quelle circostanze, la maledizione gli sarebbe comunque rimbalzata contro e Neville sarebbe diventato come Harry Potter, con tanto di cicatrice".
Del resto ce lo dice anche Silente: "La profezia ha valore solo perché Voldemort ha fatto in modo che l'avesse".

Che cosa sappiamo di Neville?
Ce lo presentano come un giovane mago molto imbranato, pacioccoso e un po' pauroso - non tanto, comunque, da non riuscire a trovare un coraggio di tipo particolarmente difficile: quello di opporsi agli amici per il loro bene. Proprio perché ha avuto il coraggio necessario per affrontare gli amici cercando di impedirgli di andare a prendere la Pietra Filosofale alla fine del primo libro Silente gli assegna i punti che faranno vincere a Grifondoro la Coppa delle Case. Al momento opportuno Neville (che non a caso ha un cognome che è anche il nome di un villaggio della Contea) sa accantonare le sue incertezze e tirare fuori le unghie, e da vero Grifondoro è in grado di estrarre la spada d'argento con i rubini dal Cappello. 
I Longbottom hanno il coraggio e la resilienza tipica degli hobbit: i genitori di Neville hanno perso la ragione sotto la maledizione Cruciatus - ma non l'hanno persa al punto di tradire la loro parte. Erano maghi di buon lignaggio, dagli illustri antenati, di buonissima reputazione, facevano parte dell'Ordine della Fenice - e da quel minimo che ci fa vedere Rowling erano anche loro attaccatissimi al figlio. Avrebbero saputo fare un incantesimo di protezione come quello di Lily dando la loro vita per lui e facendo così rimbalzare la maledizione scagliata da Voldemort?
E' senz'altro possibile.

Per tutti i sette libri Neville si presenta come un riflesso sbiadito di Harry. Un evento molto traumatico all'età di un anno ha reso i loro destini molto differenti: Harry ha perso i genitori e i ricordi a loro collegati la notte in cui il mago più potente della sua generazione cercò di ucciderlo ed entrò dentro di lui trasmettendogli una parte dei suoi poteri, è cresciuto orfano e in seguito ha affrontato quello stesso mago in duello cinque volte, oltre a entrare a sua volta dentro la sua mente; Neville è rimasto peggio che orfano perché ha sempre saputo che i suoi genitori erano vivi eppure irrimediabilmente lontani da lui, ed è cresciuto in una soffocante atmosfera iperprotetta e imbottita di sensi di colpa che ha molto attutito le sue capacità. Soltanto quando entra ad Hogwarts, passando gran parte dell'anno lontano dalla sua micidiale nonna (per tacere dell'ineffabile zio) riprende pian piano il contatto con le sue reali capacità, che sono notevoli.
I ruoli di Harry e Neville avrebbero potuto rovesciarsi, se il destino dei loro genitori fosse stato scambiato? 
Di nuovo: è possibile, perché i due sono molto simili nel carattere.

Al momento di scegliere il cast, nel lontanissimo 2000, solo Rowling sapeva che l'Imbranato del Grifondoro avrebbe mostrato più avanti un lato decisamente eroico; ma nemmeno lei era in grado di prevedere come si sarebbe evoluto il fisico dei giovani attori. Matthew Lewis sembrava un ottimo e pacioccosissimo Neville Paciock, mentre era sulla soglia della preadolescenza, e portava a meraviglia il suo pigiama con gli orsetti.
Con gli anni comunque è venuto su un Neville decisamente agguerrito, ma che a sorpresa è rimasto assolutamente in tema - anche se ha perso un po' della pacioccosità da hobbit, ammettiamolo:

Secondo questa teoria dunque Voldemort avrebbe avuto una sola scelta per andare in culo alla profezia: lasciare che i due bambini crescessero tranquilli per i fatti loro, mentre lui continuava a imperversare nel mondo magico.
Non sarebbe bastato a garantirgli l'immunità, certo: come Silente ricorda ad Harry "Hai idea di quanto i tiranni temano coloro che opprimono? Sanno benissimo che un giorno tra quelle molte vittime ce ne sarà certamente una che si leverà contro di loro e reagirà! Voldemort non è diverso! Ha sempre cercato chi l'avrebbe sfidato. Ha ascoltato la profezia ed è entrato in azione".
Impossibile che col tempo Voldemort non trovasse qualcuno abbastanza stufo di lui da scovare un modo per levarlo di torno (e anche quel sistema di seminare in giro frammenti di anima quasi fossero noccioline era tutto fuorché sicuro, a ben guardare).

Ultima considerazione: sappiamo che i Potter erano protetti da un Incanto Fidelius, mentre non risulta che Neville fosse coperto da niente ("non risulta" comunque non è lo stesso di "siamo sicuri che non"). Forse l'Incanto fu allestito dopo che Voldemort aveva torturato i Longbottom fino a farli impazzire? E forse dopo che la ragione (ma non la volontà) dei due maghi aveva ceduto  Voldemort stabilì che i Potter erano gli avversari più pericolosi?
Al momento la cronologia del primo anno di vita di Harry non è abbastanza chiara da fornirci una risposta.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Wow. Bellissimo post - anche gli altri della serie veramente, ma ho sempre avuto un debole per Neville, il prescelto-ombra. Mentre Harry ci viene abilmente sventolato davanti agli occhi, Neville mette insieme un curriculum messianico di tutto rispetto, la pietra scartata che diventa pietra angolare; e Voldemort lo sconfiggono insieme se ben ricordo. Devo assolutamente rileggere i libri! Sono felice che stai meglio!
Un abbraccio da Lurkerella

dolcezzedimamma ha detto...

Questa domanda me l'ero posta anch'io ed avevo concluso che il Prescelto era stato Harry perché era il più simile a Voldemort, in quanto nato da un genitore babbano. Che poi sia stata la paura a far scatenare la profezia è un dato di fatto: Voldemort si è distrutto da sé.
(Se decidi di andare in Inghilterra per il tour potteriano ti accompagno ;-))

Bridigala ha detto...

Al tour potteriana vengono anch'io! Come dice Silente è stato Voldemort a scegliere il suo pari, sulla base di cosa non è dato saperlo, forse semplicemente... Il più facile da raggiungere? In ogni caso anche il percorso di crescita di Neville è interessante, e non gli si può non voler bene, pacioccoso e apparentemente negato come appare. E sembra curioso che il primo insegnante a dargli vera fiducia e a coinvolgerlo sia Moody (Barty jr), seppur con un secondo fine costui compie un atto da vero insegnante nei confronti di Neville, che secondo me è il preludio della svolta nell'agire del ragazzo. Quindi, di nuovo, da un male nasce un bene. Ogni volta che voglio commentarti mi scopro a rilevare nuove profondità in quella che molti (di sicuro molti intorno a me) non fanno che considerare soltanto una storiella per bambini. Io ho utilizzato il Prigioniero la settimana scorsa, quando abbiamo discusso il Mastino dei Baskerville, per portare (insieme ad un'autrice scarsa che però fa un lavoro interessante sui miti Anglosassoni) esempi dell'utilizzo del topos del cane nero. Ho incantato il mio pubblico (che mi sfotteva perché "tu infili HP dappertutto", ed invece poi hanno convenuto con me che era imprescindibile), ed ho smontato un altro piccolo mattone ai pregiudizi contro la saga.

Bridigala ha detto...

Giusto per non lasciare commenti poco chiari, quella che ho definito autrice scarsa è Laurell K Hamilton, la quale prende un'idea ottima, ossia la presentazione dei Sidhe, le "fate" celtiche, e delle loro caratteristiche mitiche, aggiornate alla nostra epoca, e la trasforma in otto libri che si soffermano più su chi tromba con chi (la protagonista ovviamente con tutti ) che non sulla trama, per cui la saga di Meredith Gentry è uno sconsiglio vero e proprio, da parte mia. A meno che non si voglia leggere di quell'argomento di cui sopra. :-)

Murasaki ha detto...

@Lurkerella:
No, non lo sconfiggono insieme: davanti a Voldemort Harry sarà solo, come sempre. Ma Neville avrà un ruolo importante nella battaglia finale e distruggerà un horcrux con la spada d'argento di Godric Grifondoro - e avrà avuto una parte importante anche nella battaglia al Ministero.
Molto bello il tuo paragone con la pietra scartata che diventa pietra angolare: Neville è proprio quel tipo di protagonista.

@Dolcezze:
gruppo vacanze Murasaki, io te e Bridigala? Mi sembra un idea eccellente ^_^
E' possibilissimo che Voldemort abbia scelto Harry per il motivo che dici: Voldemort è abbastanza ossessionato da sé stesso medesimo e dal tema della Purezza del Sangue per fare una scelta del genere, senza dubbio.
E sono davvero ammirata nel vedere quante possibilità saltano fuori: l'autrice ha lavorato anche sui dettagli che lascia in ombra.

@Bridigala:
Moody senz'altro (è anche quello che racconta la storia di Neville ad Harry, mi sembra. O comunque lo tratta bene, forse perché rispetta i genitori di Neville, che hanno tenuto fede alla loro scelta fino alla fine. Mentre è decisamente... diciamo SCORTESE con Draco, figlio dei viscidi Malfoy.
Ma prima di Moody c'è stato Lupin, che ha aiutato con molto tatto Neville a superare la sua paura di Piton con il Riddikolus.
Il mio pubblico quella sera sembrava molto soddisfatto di vedere trattato con la dovuta considerazione Harry Potter, che è ancora una cosa che succede troppo raramente. Al giorno d'oggi trovi facilmente conferenze serie, seriose e anche molto pedanti su Tolkien, che ormai è stato anche troppo sdoganato, ma Harry Potter secondo me deve scontare il suo spaventoso successo e pagare pegno ancora un po', per assurdo che possa sembrare, anche se ci sono tantissime storie per adulti scritte peggio, congegnate peggio e con personaggi assai meno memorabili e ambientazioni meno stratificate che vengono trattate con riguardo molto maggiore.
E tu fai davvero benissimo a infilarlo dappertutto, perché è una presenza molto importante nell'immaginario contemporaneo e tratta un infinità di temi - e l'accostamento col cagnaccio dei Baskerville mi sembra geniale ^_^
(scanserò con cura Laurell Hamilton, grazie dello sconsiglio)

Murasaki ha detto...

Prima del FALSO Moody, naturalmente: il vero Moody era a modo suo un gentiluomo, visto che in quel clima di intolleranza non uccise mai quando poteva farne a meno.

Bridigala ha detto...

Ti pareva che mi dimentico sempre qualche passaggio, e pensare che Lupin è uno dei miei personaggi favoriti! Però mi aveva profondamente colpito il rispetto che l falso Moody tributava a Neville, forse ho considerato che una persona a modo come Lupin non contasse, ma non è giusto,. Sul fatto che comunque le profondità di Harry Potter vadano indagate ed anche indicate a chi lo snobba (perdendosi un divertimento particolarmente intelligente, aggiungo), vedo che sei d'accordo con me, ma da me persino Tolkien è guardato con sospetto, per cui ho un grande lavoro da fare. Sai che per il prossimo libro mi è appena venuta un'idea folle? Alice nel paese delle meraviglie, ma ho un gruppo di adulti, per cui non sono certa che mi passino l'idea. Potrebbe essere una vera genialata (non c'è l'emoticon che si sfrega le manine, ma io lo userei subito)!

acquaforte ha detto...

La Rowling lavora davvero sui dettagli che dissemina in tutto il romanzo. Il Neville che accompagna i tre a Hogwarts attraverso il passaggio segreto è un Neville adulto "zazzeruto, ferito, stracciato" quasi irriconoscibile. Parlando dei Carrows (.....ti hanno usato come un affilacoltelli, dice Ron) Neville risponde : "....il fatto è che reagire è utile, dà agli altri un po' di speranza. Lo notavo sempre quando eri tu a farlo, Harry."
La tragedia dei genitori ha determinato la sua scelta di campo, ma l'amicizia e l'esempio di Harry sono fondamentali per la formazione del suo carattere. Diventerà un leader a Hogwarts e sarà lui a scagliarsi contro Voldemort quando, con la "morte" di Harry, tutto oramai sembra perduto.

acquaforte ha detto...

Ho letto, credo su Pottermore, che Frank e Alice Longbotton furono torturati fino alla pazzia dopo la sconfitta di Voldemort. Per questo Bellatrix, i fratelli Lestrange e Bart Crouch jr. finirono a Azkaban. Il classico colpo di coda dettato dalla disperazione.
Come dici tu, sicuramente avrebbero cercato di proteggere Neville come fece Lily Potter. Ma Voldemort sceglie il mezzosangue Harry, proprio perché si identifica in lui, lo sceglie perché conosce la profezia: ma fa l'errore di considerare la babbana Lily alla stregua del suo tanto disprezzato padre. Lily non solo è una strega di tutto rispetto, ma ha anche "quello che Voldemort non capisce e quindi sottovaluta ". E come Silente spiega ad un disperato Harry, nel solito spiegone di fine libro (l'ordine della fenice): ".....l'oscuro signore lo designerà suo pari, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto". L'amore per Sirius porta Harry al Ministero della Magia e visto il risultato si comprende la perplessità di Harry: non ci crede molto, al suo potere......^__^

dolcezzedimamma ha detto...

Murasaki, io parlo sul serio: rimettiti presto e organizziamo il Potter Tour delle acciaccate (con Bridigala per badante ;-))!

pensierini ha detto...

Tana a Lurkerella! :-D :-P

Pellegrina ha detto...

Evviva la dama hejan conferenziera! Una delle differenze tra Italia e Francia è che in Francia si fanno domande nel tempo ad esse consacrato e ce ne sono sempre, mentre, in Italia si sta zitti come topolini (in genere) per poi venirle a sussurrare in privato...

Bridigala ha detto...

Ragazze, per il tour io ci sono, solo che come acciaccata ci sono anch'io... ;-) . Barcollo ma non mollo!

Eva ha detto...

FINALMENTE ho letto il tuo articolo!!!
Bello, mi è piaciuto tanto lo spunto di riflessione che ti ha dato il ragazzo!!
GRAZIE😊