Questo bel micio si chiama Syrsky, dal nome dell'attuale capo delle forze armate ucraine |
Oggi è l'anniversario dell'indipendenza dell'Ucraina. Disgraziatamente è anche il trentesimo complemese dell'invasione russa, sempre in Ucraina - una festa piuttosto agrodolce, quindi.
Essere arrivati al trentesimo mese di questa sciaguratissima guerra è senz'altro deplorevole. Tuttavia, il fatto che dopo trenta mesi i russi non abbiano ancora cavato il tradizionale ragno dal buco in una guerra che all'inizio sembrava destinata a durare solo pochi giorni è a modo suo una buona cosa. La propaganda si è davvero sprecata, in questi trenta mesi, sia da una parte che dall'altra, ma il calendario non fa propaganda e si limita a segnare il tempo che passa, e non c'è dubbio che una invasione che dopo trenta mesi avanza a passo di lumaca, e a volte anche a passo di granchio perdendo i territori malamente acquistati indica che chi l'ha decisa non ha avuto una buona idea.
Appena la guerra scoppiò, uno dei miei primi pensieri fu per i gatti ucraini: i gatti, i gatti, che qualcuno pensi ai gatti!
In realtà, e con mio grande sollievo, parecchi si sono preoccupati dei gatti ucraini (e anche dei cani, naturalmente) e primi tra tutti i loro umani ucraini.
Tuttavia la situazione è stata, ed è tuttora, drammatica: molte famiglie hanno dovuto abbandonare i loro compagni a quattro zampe perché le leggi europee sul trasferimento degli animali d'affezione sono restrittive e prevedono quarantene e controlli sanitari. Qualcuno ha potuto affidarli ad amici, qualcuno li ha dovuti abbandonare agli aereoporti, ed è davvero triste pensare alla sofferenza degli uni e degli altri. Tuttavia alcuni paesi confinanti (Polonia e Ungheria, per esempio) hanno votato leggi che facilitavano il viaggio degli animali al seguito degli umani. Si sono poi mossi enti internazionali che tutelano gli animali, alcuni sono stati adottati all'estero eccetera - e la rete di solidarietà degli animalisti ucraini è stata molto efficiente.
Tuttavia il problema non è di quelli che si risolvono facilmente: umani morti non possono accudire animali vivi, e in certi luoghi la guerra è stata molto devastante. Non sorprenderà sapere che adesso in certe zone dell'Ucraina ci sono quantità immani di randagi che dal giorno alla notte sono passati dal confort di una famiglia che li amava allo squallore di una casa bombardata. Animali traumatizzati, feriti, e spesso anche molto affamati.
Per lungo tempo ho vagato nella rete alla ricerca di qualche società animalista ucraina a cui mandare un po' di soldi. La risposta per me è arrivata l'anno scorso attraverso un demenziale giochino che si chiama Animal's Restaurant, che si trova su parecchi social. Si tratta di allestire un ristorante gestito da gatti e che nutre in vario modo le più varie tipologie di animali, spiritelli e qua e là anche qualche umano. Lì c'era la pubblicità della Rolda, un ente rumeno situato vicino al confine con l'Ucraina che si dedica ormai da più di due anni anche agli animali vittime della guerra e tra l'altro confeziona dei video pubblicitari veramente ben fatti. Ci ne sono anche molte altre associazioni, ma io mi sono fermata lì perché più di tanto non posso fare.
Ho scoperto in seguito però che i gatti stanno avendo un ruolo abbastanza importante in questa guerra: i soldati ucraini hanno infatti adottato molti gatti, che tengono con loro nelle trincee. Gli ucraini sono sempre stati molto consapevoli dei poteri equilibratori dei gatti e del sostegno psicologico che possono arrecare, e insomma soldati e gatti randagi hanno trovato conforto gli uni negli altri, senza contare che le trincee tendono a riempirsi di topi e a questo problema i gatti possono portare un aiuto ben più che simbolico.
E sì, pare che anche le truppe russe abbiano accolto gatti. Mi sembra il minimo, visto che questo pasticcio lo hanno combinato loro.
2 commenti:
A volte penso al ragazzo siriano fuggito col suo gatto, e mi chiedo che fine abbiano fatto entrambi. Staranno bene? Avranno trovato un rifugio sicuro, una nuova vita? Gli animali di affezione ci aiutano a umanizzare questi sconosciuti nei guai - sono così tanti, e noi possiamo fare così poco
Lurkerella
@ Lurkerella:
Sì, è proprio così che ci si sente :(
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