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mercoledì 19 ottobre 2016

Quel che gli insegnanti non dicono

Noi insegnanti siamo così, dolcemente complicati. E' difficile spiegare...

Ora libera in Sala Insegnanti con i due nuovi colleghi di Arte, Artemisia e Velazquez.
"Certo, questo registro elettronico..." osserva Velazquez con aria vagamente schifata "Mi disturba poter mettere solo i voti e i mezzi voti".
"Ma no, ci sono anche i più e i meno" spiego, disponibile a illustrare come qualmente il registro elettronico li accetti senza protestare.
Velazquez mi rivolge quello sguardo di coraggiosa sofferenza ben espresso dal Gufatto in basso a sinistra "Ma non c'è il 7/8".
Abbasso gli occhi e sospiro "Manca tanto anche a me" confesso.
Artemisia ammette che anche lei soffre per cotal lacuna del registro elettronico.
Rafforzata dalla comprensione altrui mi azzardo a confidare "A me manca tanto anche 7 meno meno".
"Oh sì!" convengono i colleghi "Il 7 meno meno era magnifico".
"Riempiva l'occhio in un altro modo"
"Parlava così bene..."
"Quella sequenza: 7 e mezzo, 7/8, 8 meno meno. Era così eloquente..."
"Pur nelle sue minime sfumature di differenza..."
"E adesso c'è soltanto il 7 e mezzo..."
"Del tutto inadeguato".
"Davvero!"

Nota Bene: non dico che tutti gli insegnanti si strappino i capelli perché sui registri elettronici (ragionevolmente, mi tocca dire) non ci sono più né il 7/8 né l'8 meno meno, e tanto meno "l'otto meno ma qualcosa di più" di una mia antica insegnante. Dico solo che alcuni insegnanti, tra i quali io, soffrono profondamente di questa mancanza.
Siamo fatti così, che ci volete fare.

domenica 31 maggio 2009

E' il decreto sulla valutazione come l'araba fenice: "Arriverà" ciascun mi dice, ma quando arriva non si sa



Un paio di settimane fa, il ministro che noi insegnanti più spesso ricordiamo nelle nostre preghiere ha fatto approvare in Consiglio dei Ministri il decreto applicativo sulla valutazione.
Momento più cretino difficilmente poteva trovarlo perché i tempi tecnici perché il decreto diventi legge grazie alla sua pubblicazione sulla Gazzetta di Stato ci portano giusto nel bel mezzo degli esami di licenza media. Scopriamo dunque che per l'esame in questione dovremo applicare per buona parte le vecchie regole malamente raffazzonate con la legge del 1 Ottobre.
Tutto ciò ha portato noi insegnanti delle medie ad uno stato di decisa irritazione. 
Qualcuno, come la sottoscritta, era di gran lunga troppo imbufalito per riuscire ad esprimersi in modo intellegibile. Altri, più saggi o forse solo talmente esasperati da aver raggiunto la calma che si trova solo nell'occhio del ciclone, hanno usato i loro blog per esprimere quel che sentivano in seno. Tra questi LaVostraProf ha deciso di aprire il suo cuore direttamente alla ministra in questione, da donna a donna, scrivendo una



Mariassstella.
Cara.
Ascolta me.
Ascolta una che, alla fine, non ti vuole poi così male.
Mariassstella.
Senti me.
Che non eri un’aquila, un po’ s’era capito. E non solo per gli occhiali.
Che ti fai manovrare da Tremonti, pure.
Che non sai un tubazzo di niente di scuola, anche.
Che non te ne frega niente di fare delle figure del piffero e di suonare la musica degli altri, noi lo si era sospettato.
Ma, cara.
Lo sai che hai sfoderato cinquemila diversi regolamenti sulla valutazione nel giro di nove mesi?
Io spero che tu lo sappia.
E che tu sappia che in nove mesi si fa un bambino.
E sono sicura che tu sai che un regolamento sulla valutazione è più veloce di un bambino, ma, cara, tu ce lo stai rendendo più doloroso, lo sai?
E allora ti chiedo di pensare. E siccome secondo me tu fai un po’ fatica (a pensare, non a partorire regolamenti) ora usiamo la maieutica, che non fa male (te lo assicuro) ma forse ti chiarisce un po’.
Cominciamo.
Mariassstella.
Perché hai partorito lo Schema di regolamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni se sapevi che non andava bene e che poi sarebbe uscita una circolare a correggere e poi sarebbe uscito un regolamento de-fi-ni-ti-vo?
Mariassstella.
Non ti hanno insegnato a scuola che un compito si consegna finito?
Mariassstella. Ministra. Donna. Ascolta.
Lo sai quante ore abbiamo passato a capire i tuoi quasi-regolamenti, le tue bozze, le tue circolari di spiegazione, le tue controcircolari, e così via?
Lo sai che sulle pagelle ci sono i voti?
Sì, forse questo lo sai perché continui a dirlo, ma lo sai davvero? I voti? I numeri?
Carina, lo sai che è da settembre che mettiamo voti?
Lo sai che ci hai detto di usarli anche agli esami di terza media?
Lo sai che ci hai detto di contare al 35% i tre scritti degli esami, e al 15% la prova Invalsi e così via?
Lo sai che poi ci hai detto che, ops, ti eri sbagliata, e che dobbiamo fare la media di tutti i voti dell’esame, contati uguale, e aggiungere i giudizio di ammissione dove però il giudizio di ammissione  è espresso in numeri ? Mariassstella, cara, tonta, lo sai che un giudizio di valutazione espresso in numeri equivale al tuo moroso che invece di dirti “ti amo” ti dice “trentasette?” (che su 40 è un bell’amore, ma su 100 farebbe anche un po’ cagare, no?)?
Mariassstella, lo sai che ci siamo spaccati la testa per:
spiegare ai genitori che cosa volevano dire i voti?

spiegare agli 
utenti che dovevamo fare la media matematica arrotondata  all’unità superiore per frazione pari o superiore a 0,5?
dare voti a destra e a manca per preparare la fine dell’anno con tutte le tue belle disposizioni?
Mariassstella, cara, cretinetta, lo sai che se un alunno non porta il compito in tempo, prende 4?
Sì, lo sai, lo hai voluto tu.
Mariassstella, che somigli al citofono di casa mia, lo sai che siamo a metà maggio?
Ministra, lo sai che la settimana prossima cominciano i prescrutini?
Ministra, lo sai che cosa sono i prescrutini?
E gli scrutini?
Mariassstella, pensa. Pensa. PENSA.
Ci riesci?
Mariassstella, perché a metà maggio ci vieni a dire che non fai in tempo a fare quello che dovevi? Perché ci fai capire che dobbiamo fare come gli anni scorsi e per quest’anno facciamo finta che non hai detto niente, amici come prima? Perché ci vieni a dire che il regolamento dei voti, delle medie aritmetiche, della lode al 10, del giudizio di idoneità dato in decimi, eccetera eccetera, 
sarà pronto e approvato a fine giugno?
Mariassstella. Donna. Oca.
Lo sai che a fine giugno gli esami sono finiti?
Mariassstella, lo sai di che cosa ti occupi? Conosci la parola s-c-u-o-l-a?
Mariassstella, perché non torni a fare l’assessora all’agricoltura? Ti metti lì, spali un po’ di merda di vacca, e più danni di quelli che fai qui non potrai farne, no?

giovedì 29 gennaio 2009

Anarchia, anarchia, per carina che tu sia...



La prima sezione che fa i prescrutini è la mia.
La prima scoperta del giorno... è che non c'è Ordine del Giorno, C'è quello dell'anno scorso, ma non facciamo i giudizi e dunque, una volta passati due minuti a raccontarci che la programmazione si svolge regolarmente, non ci sarebbe altro da dire.
Telefonata al VicePreside (perché il Nuovo Preside è ammalato, forse per tutti gli accidenti che riceve da qualche mese a questa parte da tutti noi).
Ma sì che c'è l'Ordine del Giorno, dice. In Collegio il Preside ha detto come cambiarlo.
Sì, l'avrà anche detto, ma non ci avete mandato una circolare in merito. Perché dovremmo fare l'Ordine del Giorno in base a due parole dette in Collegio?
Ma quel che si dice in Collegio vale come fosse una circolare.
Sì, magari se ci aveste mandato un verbale. Ma qua non s'è visto nemmeno il verbale di quelli di Settembre.
Il VicePreside farfuglia qualcosa.
Chi ha telefonato ritorna con un paio di istruzioni confuse.
Va bene, tanto dobbiamo parlare dei ragazzi e decidere i voti di condotta.
No, dice che secondo il Preside di voti non dobbiamo parlare. Solo di quelli dei laboratori.
Ma è grullo?
Nessuno dà una risposta, o meglio tutti diamo la stessa risposta in cuor nostro.
E passiamo a parlare dei vari voti. Il tale ha cinque insufficienze, e due sono gravi. Il talaltro sta rimediando qualcosa. Si fa il conto dei cinque, poi dei quattro, decidiamo a chi mandare le Tradizionali Lettere da Antebocciatura che così proprio non va.
(Ci sono i Bravi? Certo che sì, qualcuno anzi in netta ascesa. Ma di loro ai Consigli si parla sempre pochissimo).
Arriviamo al Teppista (che quest'anno si è molto ammansito). Qualcuno osserva che porta il berretto in classe. Brusio, no, il berretto no, non dovrebbe...
Attenzione, dico, il nostro regolamento non prevede nulla per i berretti. Posso dirgli di levarlo perché lo chiede il Consiglio di Classe, ma tenete conto che se lo leva lo fa per farci un favore e se lo porta non è per mancanza di rispetto, ma perché questa classe con me è sempre stata abituata a bardarsi come meglio credeva.
Di nuovo brusio, ma no, nessuno gli ha chiesto di levarlo, io sì, un giorno che si lamentava per il caldo, ma lui ha detto di no...
-Qualcuno sa perché lo porta? - chiedo.
Lo porta per tenersi a posto i capelli, che tiene tutti lisci con una lunga frangia sugli occhi. (Secondo me gli stanno male sia i capelli che il berretto, ma ovviamente non gliel'ho mai detto, anche perché le ragazze sembrano pensarla diversamente. E dunque, contenti loro...)
Il berretto del Teppista esce temporaneamente di scena.

Si passa ai voti di condotta.
Si parte da nove perché il dieci, via, dar il dieci in condotta è quasi offensivo.
Sì, certo, niente dieci.
La mia è una classe tranquilla e piuttosto operosa, molto assidua nella frequenza. Nove è il voto base. Otto per chi non fa sempre i compiti e ha qualche impreparato. Otto per chi a volte disturba la lezione. Sette per chi fa entrambe le cose.
Faccio osservare che, forse, a St, Mary Mead siamo un po' viziati. Da quel che leggo in rete, sette viene dato a chi ha ricevuto provvedimenti disciplinari. Da me il massimo sono un paio di note alle famiglie perché sono stati trovati impreparati e un rapporto fatto a tre ragazzi per una storia di palloni presi alle femmine durante l'intervallo e non più restituiti. I due sette sono un po' polemici con compagni e professori, un po' lamentosi, ma...
Qualcuno, davanti al nove di Armageddon, osserva che però Armageddon chiacchiera.
Sì, mi convinco, stiamo effettivamente esagerando.
Chiacchiera anche la Cerbiatta, osservo. Diamo otto anche a lei?
Armageddon si ritrova autorizzato a tenersi il suo nove. Siccome l'ho visto diverse volte a mediare conflitti, trovo che sia un nove anche più meritato di quello della Cerbiatta (che è comunque un'allieva esemplare).
Arrivati al Teppista qualcuno osserva che è un ragazzo a rischio, e poi quel berretto...
Qualcun altro nota che comunque, rispetto all'anno scorso, fa il doppio dei compiti e studia il doppio delle materie, e ormai è più regolare della Tale e del Talaltro.
Possiamo dare il sette anche a lui, dico, ma vorrei una motivazione un po' più articolata del fatto che tiene un orribile berretto in classe. Qualcuno ha qualche motivo per lamentarsi di lui?
Brusio. Beh, all'inizio dell'anno si era un po' allargato con un paio di insegnanti nuovi, ma poi è diventato molto più serio. Non chiacchiera neanche molto.
Sì, ma è un ragazzo a rischio.
Più che altro è a rischio suo fratello, osserva Matematica (che abita a St. Mary Mead).
Non possiamo mettergli sette solo perché frequenta suo fratello (con cui abita) e sospettiamo che sia a rischio, osservo.
Tutti ne convengono.
Vengono registrati i notevoli progressi fatti dalle due lumache di classe, ormai non troppo lumacose. Uno di loro (sospetto di disgrafia) di recente, chiamato alla lavagna, ha disegnato una piramide che sembrava davvero una piramide. Tutti ci congratuliamo sinceramente con Matematica per il lieto evento; anche Tecnologia sorride soddisfatta, convinta (credo a ragione) che una parte del merito sia anche sua.
Qualche chiacchiera finale, poi il Consiglio si scioglie.
Il giorno dopo il VicePreside ci spiega che abbiamo un problema: non dovevamo parlare dei voti.
Non li abbiamo fatti mettere a verbale, assicuriamo.
Non ho ancora capito questo problema dei voti, così segreti che non dobbiamo parlarne. Non mi risulta da nessuna parte. Provo a chiedere chiarimenti.
"E' il Preside che non vuole" mi spiega il VicePreside.
E come mai il Preside non vuole?
"Non lo so".

A volte ho l'impressione che quest'anno, in questa scuola, noi insegnanti siamo un po' abbandonati a noi stessi.

mercoledì 12 novembre 2008

Voti a rendere


Sulla spinosa questione dei voti il nostro ineffabile Ministero ci ha lasciato del tutto sprovvisti di indicazioni. Il nostro quasi altrettanto ineffabile Nuovo Preside pure: al collegio di Settembre disse che non conveniva mettere voti perché dal Ministero non erano arrivate comunicazioni; al collegio successivo, un mese dopo, accennò vagamente un "i voti mi sa che dovrete metterli, perché qui non mandano a dir niente".
Quando qualcuno provò a suggerire una commissione per individuare qualche linea guida, borbottò che magari sì, poteva essere un'idea. Di fatto in quella scuola abbiamo commissioni sulle cose più strane, ma la commissione sul passaggio dai giudizi ai voti decimali non è mai nata. 
Abbiamo iniziato l'anno scolastico all'insegna della più totale anarchia, chi con i voti, chi con i giudizi, chi con entrambi e chi rimandando il momento di segnare le valutazioni (io ero e sono tuttora tra quelli che segnano voti e giudizi).
Nel frattempo il decreto è diventato legge a tutti gli effetti, regolamenti applicativi non se ne sono visti e l'unica certezza è che nelle schede del quadrimestre dovremo mettere i voti.
Un paio di settimane fa abbiamo ricevuto una lettera dal Coordinamento Provinciale dei Poli di Aggregazione Funzionale (ebbene sì, si viene a sapere che c'è pure quello) che aveva per oggetto Suggerimenti riguardo la valutazione numerica degli alunni e che ci comunicava come, "sollecitati dalle perplessitò espresse da molti docenti" avevano pensato di elaborare delle linee guida a livello provinciale onde evitare che ogni insegnante andasse per i cazzi suoi (si esprimeva in modo più forbito, ma il concetto era quello), fermo restando che ogni scuola poteva pur sempre fare a modo suo.
Insomma, ci hanno mandato una tabella di conversione. Ne ho fatto una fotocopia ingrandita e l'ho incollata al tavolo centrale della Sala Professori. Non dico di essere d'accordo in tutto e per tutto con quel che c'è scritto, ma finalmente qualcuno ci ha dato uno straccio di criterio, meglio tardi che mai.
Anche noi non andiamo sotto il 4. Il 6 equivale al Sufficiente, il Buono va dal 6 al 7, il Distinto va dal 7 all'8 e l'Ottimo dal 9 al 10, ricordando comunque che "il voto espresso in pagella non è solo il risultato della media aritmetica delle votazioni riportate nelle prove di verifica".

Ho cominciato a dare i voti.
Non dico di non riuscirci, ma nemmeno di trovarmici a mio agio. Con i giudizi è sempre stato diverso - la sera del terzo giorno della prima supplenza ero a correggere verifiche di italiano e le valutazioni arrivavano da sole alla fine della correzione. Immagino fossero valide, perché quando le trascrissi sul registro scoprii che erano molto simili a quelle che assegnava la titolare.
Comunque adesso do i voti. I ragazzi seguono questo processo di trasformazione con molto interesse e al momento del verdetto dopo le interrogazioni nella classe cala un silenzio pieno di curiosità - più di quello che calava negli anni scorsi, intendo.
Per loro ha ancora il fascino del giocattolino nuovo ma io, ogni volta che scrivo un numero su quel registro, vorrei avere tra le mani Tremonti per strozzarlo con le sue medesime budella.
Nel corso di questa navigazione a vista ho tratto grande conforto da due preziosi amici che non ho dovuto cambiare in quanto perfettamente compatibili con i voti (ricordo di avere preso parecchi degli uni e degli altri al liceo): il più e l'impreparato (NP, in registrese).
Esiste anche il meno, naturalmente, ma non l'ho mai usato molto.
A cosa equivalgono non è del tutto chiaro nemmeno a me, ma sono entrambi utili compagni di viaggio. L'NP sostituisce validamente qualsiasi due, tre e meno due.
"Come si rimedia un NP?" chiede ogni tanto qualcuno. "Si dimostra di conoscere il programma" rispondo con una punta di minaccia nella voce. In realtà non si rimedia: avere qualche NP sul registro vuol dire essere tagliati fuori da qualsiasi valutazione sopra il Buono da Confermare.
Il + è un'entità ancor più indefinita e perciò ancora più utile: serve per segnalare che i più menci hanno fatto bene gli esercizi, o che tutta la classe ha mostrato di avere ben compreso la differenza tra attivo e passivo, che Hermione Granger ha fatto un bell'intervento a geografia o che l'Imbranato è subentrato al compagno che si è arenato sulle secche della presa di Roma, completando l'interrogazione al posto suo. 
Il meno di solito indica che il malcapitato non ha fatto gli esercizi per casa o che ha sparato un'irragionevole quantità di sciocchezze sull'uso dei pronomi personali o simili.
Non ho ancora fisicamente scritto un 4: i due NS dei ragazzi che hanno tirato un po' troppo al risparmio nei diari del mese erano corredati da una frase minacciosa del tipo "Non ho voglia di scrivere certi numeri, comunque è proprio quello che pensi" ; dunque al momento il voto più basso è un cinquemmezzo,  il più alto un novemeno.
Ritengo altamente improbabile, al momento, di ritrovarmi a scrivere un 10.

giovedì 11 settembre 2008

Che gli racconto domani?



Domani ricomincia il lavoro vero, quello con la classe.
Ci conosciamo ormai da due anni. Hanno avuto solo e soltanto me come insegnante di Lettere, ho avuto solo loro per due anni. Ci conosciamo come le nostre tasche, per quel tanto che si possono conoscere insegnanti e alunni. Sono abituati a domandarmi tutto quel che gli passa per la testa e sanno che alle domande rispondo sempre, tranne a quelle personali.
Sospetto che domattina di domande me ne faranno parecchie. Sull'esame, prima di tutto. Ma forse, prima ancora, sui voti. E lì cascherà l'asino, che nella fattispecie è l'insegnante.

Nessuno ci ha detto cosa fare. Il Ministero non ha mandato la circolare operativa. Il Nuovo Preside non ci ha mandato a dire nemmeno "crepa" (anzi, "crepate", perché siamo oltre cento insegnanti). Il vicepreside, che al momento è convinto di essere anche responsabile di plesso, a domanda diretta e precisa ha detto "Fate voi". I colleghi hanno detto "boh".
Per le prove di ingresso, è stato stabilito, ce la caveremo con un giudizio. Ma io sono in una terza e le prove di ingresso quest'anno non sono tenuta a farle.
E dopo?
Il prossimo collegio docenti è tra dieci giorni, la circolare operativa arriverà, immagino, penso, credo, opino, dopo la conversione del decreto legge; le operazioni di conversione sono cominciate stamani, in commissione parlamentare.
Nel frattempo? Stiamo a fare la calza, il punto croce o che altro?
Ci sono due scuola di pensiero: cominciare subito con i voti, oppure cominciare con i giudizi in attesa di istruzioni ufficiali - che, conoscendo il nostro pollame, potrebbero tranquillamente arrivare a fine Novembre.

"Ecché, cominci subito a dare valutazioni?".
Sì, comincio subito. Il tempo è d'uopo passarlo in qualche modo, e io in classe lo passo chiacchierando del più e del meno, spiegando, facendogli fare esercizi, interrogandoli e mettendoli a scrivere. Faccio prove in itinere, a colazione, a pranzo e a cena. Correggo i compiti che assegno per casa. Sono abituati a vedersi arrivare tonnellate di valutazioni. Non mi sembra una grande idea smettere proprio l'anno dell'esame.
Ma si ritorna alla solita domanda: come li valuto?
Qualcuno ha suggerito di fare la doppia valutazione, con i giudizi e con i numeri. Posso fare così, ma sul registro che ci scrivo?
Non mi sembra serio fare a modo mio, e magari anche i colleghi fanno a modo loro. Non sono per l'omogeneizzazione a tutti i costi, ma, cazzo! siamo una scuola, non un assemblaggio di liberi battitori.

Comunque l'argomento della prima lezione frontale sarà "Leggi e Decreti Legge. Come si presentano, come si approvano etc.". Sotto la voce "Educazione civica".

In God We Trust.

lunedì 1 settembre 2008

E' arrivato il Nuovo Preside



Dopo l'ordalia delle convocazioni, adesso so dove starò per tutto l'anno prossimo.
Ci sono però ancora molte cose che non so: ad esempio, chi saranno i miei colleghi di matematica e inglese, che giorno libero avrò, che laboratorio mi rifileranno - e soprattutto come farò a cavarmela con i voti al posto dei giudizi.
Io nei giudizi ci stavo comoda come un topo nel formaggio, e i voti secondo me non sono affatto la stessa cosa.
Tanto per cominciare, i giudizi erano cinque, e i voti sono dieci. E poi, alcuni numeri mi risultano ostici. Quando ho fatto le medie c'erano ancora i voti, e da noi il 9 era una bestia rarissima e il 10 proprio non esisteva. La mia insegnante di Lettere ha dato un nove in italiano, in tutta la sua carriera (lo so, e lo sapeva tutta la mia classe, perché me lo diede in prima e passò i due anni successivi a rinfacciarmelo).
Questa cosa mi è rimasta appiccicata: ho sempre dato volentieri e con larghezza "ottimo" quando vedevo un lavoro di particolare pregio, ma proprio non riesco a vedermi scrivere "10" nemmeno al migliore dei vari fulmini di guerra che ho incrociato in sette anni di insegnamento. Dovrò spiegarlo, ai ragazzi, che il 10 è un voto virtuale; oppure dovrò cercare di superare questo blocco, non so.

Questa storia di dover tornare ai numeri perché l'attuale ministro dell'economia non riusciva a orizzontarsi con una scala di cinque giudizi mi irrita abbastanza. Lui non li capisce, d'accordo, ma il resto d'Italia non mi sembra aver mai avuto problemi.
Certo, "non sufficiente" era un po' poco per coprire la scala a 0 a quasi-6, ma avevamo imparato a rimediare con qualche piccola aggiunta: "gravemente non sufficiente", oppure (il mio preferito) "non sufficiente con gravi lagune"; in un paio di scuole ho anche provato a proporre "abominevole", ma i consigli di classe non me l'hanno mai accettato.

Di tutto ciò non abbiamo parlato stamani al primo collegio dei docenti dell'anno, perché avevamo in pentola niente meno che l'arrivo del Nuovo Preside, direttamente dal profondo Sud, dove lavorava alle superiori.
Il preside che c'era prima di lui invece era... diciamo "assai ben inserito nel tessuto socio-culturale della zona" (= ammanigliato come pochi) e in vita sua aveva conosciuto solo la scuola media - anzi, probabilmente aveva conosciuto solo quella scuola media, dove aveva fatto anche l'allievo e il professore - una scuola grande, su più plessi, che copre diversi paesi della provincia.
Insomma, passiamo da uno che sapeva tutto di quella scuola e dei ragazzi a uno che non ne potrebbe sapere di meno. Non è detto che sia un male, ma certo l'impatto è stato traumatico per lui e per noi, almeno sul momento.

In un'ora e un quarto di collegio ci ha spiegato:
- che eravamo più donne che uomini (che era senz'altro vero, gli va riconosciuto)
- che alle superiori gli uomini sono di più
- che le donne sono più sensibili degli uomini (immagino quanto ciò abbia lusingato i signori presenti)
- che glielo dice sempre anche sua moglie, che le donne sono più sensibili (la signora avrà i suoi motivi, immagino)
- che oggi i genitori divorziano troppo, e a volte sarebbe bene fare un tentativo per restare insieme (ma non ho capito se dovremmo esortare in tal senso i genitori dei nostri allievi, alle riunioni. Spero di no perché non vorrei uscire dalla scuola coperta di uova, pomodori e ortaggi vari)
- che noi insegnanti siamo soprattutto educatori e dobbiamo dare il buon esempio (non divorziando?)
- che non dobbiamo fumare in classe, né dentro la scuola, e nemmeno in gita scolastica per dare il buon esempio ai ragazzi (sul terzo punto non sono d'accordo, ma per i primi due c'è una legge apposita ormai da anni e non mi risulta che nessuno là dentro si sia mai nemmeno sognato di violarla)
- che è rimasto sorpreso apprendendo che i vari plessi vanno in gita ognuno per conto suo, poi il Preside Uscente gli ha spiegato che siamo in tanti e un corteo di dieci pullman potrebbe risultare scomodo da gestire (e qui i nostri occhi, ormai da tempo grandi come tazze da tè, stavano ormai assumendo le dimensioni di ruote di carro)
- che l'orario era quasi pronto e potevamo lasciare le richieste per il giorno libero al collaboratore, anche se non tutti quelli che chiedevano il Sabato l'avrebbero avuto (su questo concetto, peraltro abbastanza chiaro, si è dilungato parecchio)
- ...che intende ridisegnare le funzioni obbiettivo (e qui, sospetto, sarà tutta da ridere)

A questo punto, vedendo che la riunione stava per venire sciolta, Qualcuno ha chiesto se, già che c'eravamo, non avrebbe potuto dirci che classi ci erano state assegnate.
Ha farfugliato qualcosa sui criteri di assegnazione.
No, ha insistito il Qualcuno, non volevamo conoscere i criteri, volevamo conoscere le classi.
Ha farfugliato qualcosa sul fatto che le assegnazioni non erano ancora state fatte.
Mi scusi, ha insistito il Qualcuno, e allora come fate a fare l'orario?
Ha vieppiù farfugliato e aggiornato la seduta per Giovedì.

Affilando le lingue biforcute, io e le mie sensibilissime colleghe (per tacere dei non altrettanto sensibili colleghi) ci siamo avviate verso l'uscita, pregustando il piacere di criticarlo appena rimasti "in privato" (cioè a gruppetti di cinque-sette serpenti).

La domanda non è se sopravviveremo: anche se non credo che le donne siano necessariamente più sensibili degli uomini, so che la maggior parte delle femmine sa difendere il territorio ove necessario; ma lui, a prima vista, ha dato l'impressione di essere dotato di un singolare talento nel fare casino.