A Hogwarts la didattica ha un approccio piuttosto laboratoriale |
Prima di tutto perché ad Hogwarts era già successo qualcosa di molto simile, nel secondo libro Harry Potter e la Camera dei Segreti: dopo un certo numero di ragazzi pietrificati dall'Erede di Serpeverde, Hogwarts viene chiusa e a fine anno gli esami vengono annullati e tutti gli alunni promossi d'ufficio, come comunica Silente durante il banchetto conclusivo, nel gran tripudio generale.
Quando poi è cominciata la Gran Tragedia delle Valutazioni mi sono improvvisamente accorta che ad Hogwarts non fanno mai interrogazioni né verifiche scritte, solo un esame a fine anno. Tuttavia i ragazzi studiano, oh se studiano.
Come funziona?
Le lezioni iniziano sempre con un piccolo riepilogo del precedente e una o due domande alla scolaresca (dove di solito risponde Hermione, ma questo succede nella classe di Harry Potter, che è l'unica che seguiamo dall'interno. Nelle altre classi si suppone che risponderà qualcun altro).
Di solito con la sua risposta Hermione spiattella in sintesi il contenuto della lezione. L'insegnante riprende l'argomento, ci ricama un po' su e mette i ragazzi al lavoro. I ragazzi quindi provano gli incantesimi, tentano di allestire pozioni, invasano piante, cercano di alzarsi in volo sulla scopa eccetera. Unica eccezione il professor Rüf, che spiega monotonamente il suo argomento (non a caso fa storia) e non si è ancora accorto di essere un fantasma, forse perché non sente la differenza rispetto a quando era vivo - ma in effetti Storia è una materia che richiede molte spiegazioni e non puoi chiedere ai ragazzi di allestire una rivoluzione o una carestia, sarebbe scomodo. È probabile comunque che esistano modi più coinvolgenti di insegnarla del metodo Rüf, e so che qualcuno fa costruire castelli e rappresentare investiture cavalleresche. Certo, ci vogliono gli spazi giusti e un po' di materiali - giusto quello che difficilmente si riesce a ottenere.
Alla fine della lezione i ragazzi ricevono i compiti: di solito si tratta di scrivere un saggio di una lunghezza stabilita (in centimetri, non in parole) sulla parte teorica dell'argomento, oppure di lavorare sugli incantesimi e le trasfigurazioni. Nella lezione successiva talvolta si è "interrogati", per esempio mostrando di saper padroneggiare gli incantesimi, e assistiamo a compiti piuttosto concreti - per esempio quando preparano gli schiantesimi, allestendo una stanza ben imbottita di cuscini per il poveretto di turno che così, quando viene schiantato, cade senza farsi male.
Ci sono molti metodi e molte possibilità, e ognuno lavora a modo suo. La professoressa Cooman mette i ragazzi a divinare dai fondi del tè, la professoressa McGonagall fa trasformare vari oggetti, il professor Vicious fa levitare piume e cosa fanno ad Astronomia non è dato sapere, ma stan sempre in osservatorio.
I compiti sono compiti essenzialmente di compilazione: i ragazzi copiano dai libri di scuola, oppure vanno a fare ricerche in biblioteca, a volte lavorando in gruppo. Conta la completezza del lavoro - e, immagino, anche il modo con cui il compito è strutturato. Le valutazioni fioccano numerose ma sono spesso il risultato di un duro lavoro tra salamandre, ippogrifi e mandragole urlanti.
In Italia abbiamo ministri che straparlano di laboratorietà senza pagare i laboratori, e le valutazioni sono rigorosamente divise tra scritte e orali ("almeno due valutazioni scritte e due orali per quadrimestre" si raccomandò a Gennaio la preside prima degli scrutini, beatamente ignara del fatto che alcune materie sono soltanto orali, qualsiasi cosa ciò voglia dire). E, arrivati alla didattica a distanza molti si sono lamentati di avere problemi a interrogare a distanza. E se leggono sul libro? E se da dietro gli suggeriscono? Corre voce che qualcuno abbia perfino fatto bendare gli alunni prima delle interrogazioni, ed è una vera fortuna che esistano tanti ragazzi di animo così gentile e disponibile da accettare di adattarsi a questa roba - non so cosa avrei detto io alla proposta di farmi interrogare bendata, ma dubito davvero che sarebbe stata una risposta cortese, e sospetto anche che avrebbe un po' abbassato il mio voto di condotta.
Molti insegnanti hanno cercato di continuare "nello stesso modo", salvo lamentarsi che non funzionava granché. Altri si sono dati alla libera invenzione mandando a ramengo le vecchie regole e consuetudini, che indipendentemente dal risultato (per quanto ne so, spesso piuttosto buono) è sempre una buona cosa.
(Quanto agli insegnanti dell'alberghiero, giunti alla preparazione di soufflé e pasticcini, non so cosa hanno detto ma credo non siano parole adatte ad un ritrovo di gente educata. Purtroppo nessuno di loro tiene un blog o una pagina su Facebook, e mi dispiace assai).
Comunque questo è un post che non va da nessuna parte in particolare, semplicemente mi andava di scriverlo.