Quel che vado oggi a presentare non è certo una novità per il Venerdì del Libro; o meglio, in un certo senso probabilmente lo è perché in diversi, tra cui la padrona di casa, ma anche Cara Lilli... e Hovogliadichiacchiere (che se non sbaglio è stata la prima a parlarne) hanno presentato Le lacrime della giraffa, che è il secondo volume della serie, mentre questo è il primo e forse, ma solo forse, non l'ha ancora presentato nessuno. In tutti i casi, lo presento io oggi.
Le premesse sono note: Alexander McCall Smith è un bianco di origini scozzesi nato e cresciuto nello Zimbabwe che ha studiato in Scozia e lavorato in Botswana per poi tornare in Scozia. Nel 1998 gli venne anche l'idea di scrivere, e il presente libro è il risultato di questo suo tentativo, che ottenne il suo bravo successo. Da allora ha scritto una caterva di romanzi articolati in diverse serie, ambientati in Botswana ma anche in Scozia - e da quel che ho visto quelli dedicati a Precious Ramotswe sono decisamente migliori degli altri. O almeno, l'unico romanzo a sfondo scozzese che ho letto mi sembrò che lasciasse decisamente il tempo che trovava e non mi spinse affatto a cercare altro di lui (comunque di una di queste serie si è occupata anche MammaAvvocato, in tempi ormai lontani, per chi cerca un parere alternativo).
Quando mi prese il trip africano però decisi di tentare la sorte anche con la serie di Precious, di cui avevo sentito dire un gran bene anche qui sul Venerdì del libro.
Come risultato del primo, diffidente tentativo, adesso mi sto spolpando l'intera serie con grande soddisfazione, con l'unico inconveniente che purtroppo ormai li ho letti quasi tutti - che è un problema perché mi hanno istillato una dipendenza micidiale ed essendo piuttosto brevi ed estremamente scorrevoli vanno via davvero in fretta.
Questo, che è il primo, va via un po' meno in fretta degli altri, anche perché è più denso. Infatti non racconta solo "il primo caso della detective n°1 del Botswana", come recita la copertina, ma, oltre a presentare una vasta selezione dei primi casi della Ladies' Detective Agency n. 1 (un nome che gioca sul fatto che di agenzie investigative in città c'è solo quella e che è gestita solo da donne, anche se non lavora solo per clienti donne) fondata da Precious, racconta la storia della sua vita fino appunto alla fondazione dell'agenzia, e prima ancora quella del suo amato padre e il passaggio all'indipendenza del Botswana avvenuto nel 1966 (prima era stato la colonia inglese del Bechuanaland).
Il Botswana è uno stato molto particolare dell'Africa: grazie alle miniere di diamanti e a una classe dirigente più sennata di quelle degli stati circostanti è uno stato tranquillo, non eccessivamente povero, in via di costante arricchimento e che non è stato funestato da drammatiche guerre civili o carestie; anche la convivenza tra bianchi e neri risulta piuttosto pacifica e il processo di modernizzazione del paese sta avvenendo senza troppi traumi e senza fratture laceranti con le vecchie tradizioni. Viene insomma presentato un mondo in via di trasformazione ma anche piuttosto tranquillo, dove i casi su cui Precious Ramotswe è chiamata a indagare richiedono spesso molto buon senso e tecniche di indagine piuttosto particolari nonché una notevole capacità di osservazione e di ascolto (senza la quale del resto nessun investigatore ha speranza di concludere un granché) ma dove la violenza scarseggia, le sparatorie e i drammatici inseguimenti mancano del tutto - in compenso abbondano serpenti, scorpioni e strade piuttosto azzardose da percorrere - e solo occasionalmente le indagini riguardano casi di omicidio. Abbondano invece le tazze di tè ma soprattutto le chiacchiere e le indiscrezioni, indispensabili ad ogni buon investigatore da che il mondo è mondo, mentre i moventi e le dinamiche di certi reati possono talvolta lasciare perplesso il lettore europeo - perplesso, ma non incredulo, perché si rende conto di essere in un mondo profondamente diverso da quello cui è abituato.
Con l'andare dei romanzi Precious si fidanza e si sposa, come la sua assistente e poi socia, e il mondo intorno a lei si popola di apprendisti, figli adottivi, amici e parenti e amici di parenti e parenti di amici (perché nel Botswana tutti si conoscono e sono imparentati tra loro, perfino peggio che a Firenze) di cui vengono seguite le vicende nel corso del tempo. Ogni libro presenta quindi una struttura piuttosto composita che comprende almeno due-tre casi di diverso genere per l'agenzia investigativa e almeno un paio di vicende personali dei protagonisti fissi del gruppo. Il tutto è affrontato con un certo fatalismo, molta comprensione umana e una certa fiducia nell'ordinamento cosmico del mondo che conforta il lettore occidentale ed evita di sottoporlo a gravi stress.
Una lettura rilassante, dunque, che rende molto bene il senso dello scorrere della vita ma dove i drammi non mancano, anche se sono affrontati senza isterismi; una lettura, aggiungo, che funziona per tutte le stagioni e per tutti gli stati d'animo purché non si cerchi uno svolgimento frenetico e una azione senza respiro.
Consigliabile accompagnarlo con tazze di tè (anche rosso, che è quello preferito da Precious) o, in estate, con spremute di frutta ben ghiacciate.
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma, felice di aver abbandonato i pregiudizi verso un autore che avevo all'inizio ingiustamente scartato nonostante i molti buoni consigli ricevuti in proposito.