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domenica 28 dicembre 2025

Di sfide di lettura e altre sciocchezze


Ogni tanto, spelluzzicando blog e vlog di lettura vari, incrociavo quelle strane cose che vanno sotto il nome di Reading Challenge. Si tratta, in sintesi, di una lista di libri con determinate caratteristiche da leggere in un dato periodo di tempo e sono cose che si fanno in pubblico, annunciando che si vuol partecipare, magari indicando come, e a fine periodo raccontando com'è andata. Molto spesso il tempo che ci si dà è un anno, o comunque io mi sono interessata soprattutto a quelle.
C'è la Sfida dello scaffale strabordante, con cui ci si propone di alleggerire la pila di libri che ancora non si è letta ma che si è stati molto solleciti a comprare - e che regolarmente va buca perché durante l'anno si affacciano decine di interessanti suggerimenti di lettura che finiscono per lasciare la pila ben poco diminuita se non aumentata, e questo rientra nella natura delle cose e i vari vlogger la vivono con divertita autoironia, di solito raccontando che l'anno prima era stata un vero disastro ma che quest'anno è andata pure peggio, poi ci sono sfide con tappe mensili di verifica oppure con temi da accettare o rifiutare, insomma possono essere anche robe piuttosto complicate.
Ci sono poi quelle semplici, con una ventina di volumi, e quelle belle lunghe. Ho trovato una sfida per lettori pigri, dove basta leggere un libro al mese e le indicazioni su come sceglierlo erano piuttosto lasche, e sfide dettagliatissime: un libro pubblicato nel 1934, uno ambientato a Roccacannuccia di Sotto, uno che deve avere in copertina dei fiori di pesco, un romanzo storico di un autore nero e via dettagliando.
Lo scopo ufficiale sarebbe di spingere il lettore a cercare di uscire dalla comfort zone ed evitare di fossilizzarsi sempre sugli stessi generi, autori e periodi.
Con lo spirito di contraddizione che da sempre mi contraddistingue, il primo anno mi cimentai in assoluta discrezione e senza farne parola ad anima viva in una sfida da 25 libri dove aggiunsi la perversa clausola di leggere solo e soltanto libri che avrei comunque letto, in quanto mi ritengo assai varia nelle mie letture - il che in parte è perfino vero. Completai brillantemente il tutto in pochi mesi.
L'anno successivo, visto che la cosa aveva esercitato su di me una sua perversa fascinazione, e avendo trovato due liste che mi ispiravano abbastanza, completai abbastanza facilmente i 45 libri richiesti. Una delle liste era pure in inglese, così, tanto per tirarmela un poco - sempre in privato, si capisce. nemmeno i miei più intimi amici hanno mai sentito da me una parola al riguardo.
L'anno scorso, mossa da ulteriore perversione, decisi di strafare: due liste in italiano di 20 e 25 libri, una lista per lettori pigri di 12 titoli e una in inglese di 50 titoli. Dato che il troppo, quando è troppo, finisce per troppeggiare, ho completato solo quella di 12 libri per lettori pigri, e le altre hanno ancora una ventina di voci da spuntare. Non c'è problema perché tanto non devo rendere conto a nessuno (anche quest'anno tutto si è svolto in grandissima discrezione) e le completerò con comodo nei primi mesi dell'anno prossimo. Tuttavia la cosa non è stata senza conseguenze.
Prima di tutto: ho letto molto più del solito - non perché sentissi un particolare affanno a finire presto, quanto perché ho finito per riprendere le vecchie abitudini di quando dedicavo alla lettura gran parte del mio tempo libero e ho scoperto che, con il progredire dell'esercizio, riuscivo molto più facilmente a concentrarmi nella lettura - cosa che mi ha fatto molto piacere perché ne sentivo la mancanza. Il blog ne ha risentito, probabilmente, perché mi concentravo molto più facilmente per leggere di quanto facessi al momento di scrivere; ma se mi concentro con più difficoltà sulla scrittura probabilmente dipende dal fatto che non sono al momento in buoni rapporti con quel che scrivo mentre sono molto più ricettiva verso quel che scrivono gli altri - immagino siano fasi della vita legate a complesse questioni energetiche che non ho ben chiarito nella mia interiorità e che sono legate al rapporto con la realtà che mi circonda - che detto così suona molto misterioso ma se riuscissi ad esprimerlo meglio lo esprimerei senza farne inutili misteri.
Punto secondo, sono infine uscita dalla mia pur vasta comfort zone di lettrice - perché nel momento in cui mi chiedono un romanzo ambientato in montagna o un libro sulla follia (due libri sulla follia, in due diverse liste) o un libro dove l'invecchiamento viene visto come positivo o un libro scritto a quattro mani, insomma, se non ce l'hai sottomano non ce l'hai e ti tocca metterti a cercarlo, e quando in tre liste diverse ti chiedono un autore sudamericano e di norma scansi con una certa convinzione gli autori sudamericani, l'unica cosa che resta da fare è andare a cercare se c'è qualche testo sudamericano che ti ispiri almeno vagamente.
Fruga che ti frugo mi sono ritrovata a leggere un bel po' di cose che lasciata a me stessa avrei evitato. Questo ha fatto sì che colmassi una certa serie di lacune e rispolverassi cose che in un tempo lontano avevo pensato che sì, forse, chissà, magari un piccolo tentativo, prima o poi... a partire dalle voci che mi chiedevano di leggere un libro che stesse a prender polvere da anni nella libreria di casa, magari perché me lo avevano regalato.
E questo mi ha portato a una considerazione finale piuttosto interessante: uscire dalla propria comfort zone di lettura non sempre è una grande idea, specie se quella comfort zone è stata elaborata in molti anni.
In sintesi: la mia comfort zone è varia ma canonica: romanzi inglesi e talvolta americani (soprattutto fantascienza) un po' di giapponesi, qualche francese e qualche classico ottocentesco anche di altre lingue. Greci e un po' di latini. Libri medievali e libri  sul medioevo. Qualcosina di storia anche di altri periodi. Libri giapponesi. Fumetti soprattutto giapponesi. Qualcosina di indiano, ma solo moderno e quasi sempre salta fuori che è stato scritto in inglese. Pochissimi italiani, non di rado scuotendo la testa prima durante e dopo. Quando esco dalla comfort zone sbuffo e scalpito.
Per l'anno prossimo comunque sono messa abbastanza bene: ci sono le rimanenze delle elefantiache challenge di quest'anno, la sfida dello scaffale strabordante che comprende cose decisamente sostanziose, diversi classici soprattutto russi che aspettano e un po' di riletture.
Mi conforterò con ogni cura e gli esperimenti per un po' aspetteranno.
Ad ogni modo sono stata anche in libreria per un attento sopralluogo sulle novità e ho preso due paginate di appunti, aspettando con pazienza che le biblioteche comunali facciano il loro dovere.
Tanto per non perdere l'abitudine potrei anche farmi una lista...

mercoledì 24 dicembre 2025

Waiting for Santa

 

Nella notte più magica dell'anno 

auguri, felicità, benessere

e sopratutto pace

per tutti