Il mio blog preferito

Visualizzazione post con etichetta Gelmini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Gelmini. Mostra tutti i post

domenica 1 luglio 2012

Proteo, ovvero l'Esame di Terza Media (coming out)

Un coordinatore si ingegna per far uscire dall'esame con un voto congruo un suo alunno

Fino a cinque anni fa gli esami di licenza media seguivano una routine pluridecennale in cui gli ultimi arrivati si inserivano senza difficoltà. Ci si poteva scannare sulla singola valutazione finale, ma la procedura scorreva via senza intoppi.
Poi arrivò la Maristella, che con pochi e abili interventi trasformò cotali esami in una palude infida costellata di insidie, sabbie mobili e mostri acquatici e ogni scuola si arrangia a modo suo, avendo come unica stella direttrice il buonsenso del Dirigente Scolastico di turno - che non sempre, ahimé, ne è provvisto in dose sovrabbondante.
Non contento di questo, il MIUR ogni anno ci mette del suo a fine Maggio con una qualche circolare riepilogativa sull'esame che avrebbe, dice, lo scopo di chiarirci le idee e sgombrare le nostre menti dal dubbio, ma in pratica finisce di confondere il malcapitato che ha l'infelice idea di leggersela.

Ogni scuola, dunque, si arrangia come può per intuire la giusta via, e del pari ogni scuola e ogni commissione si arrangiano come possono perché alla fine ne risultino dei voti adeguati per i vari alunni. Ed è un gran patire dall'inizio alla fine. 


Prima di tutto c'è il voto di ammissione che, dice la circolare del 31 Maggio 2012, andrebbe calcolato tenendo conto del "percorso scolastico complessivo" del triennio. E infatti qualche scuola fa la media dei voti anno per anno, altre invece considerano solo i voti dell'ultimo anno (o meglio, per dirla tutta, quelli del secondo quadrimestre).

Gli alunni, per essere ammessi, devono avere almeno sei in tutte le discipline, ma alcuni di questi sei sono "voti di Consiglio", cioè vengono portati a sei per permettere alla creatura di fare l'esame. Per calcolare il voto di ammissione in alcune scuole si fa la media dei voti alzati, in altre la media dei voti così come erano prima di alzarli.
A volte nei verbali viene scritto quali voti sono stati alzati, a volte no. Spesso la decisione viene lasciata al verbalizzatore, ma a volte il Dirigente dà disposizioni dettagliate. Spesso i voti che sono stati alzati vengono segnalati sulla scheda e viene redatta una nota apposita per le famiglie; spesso, ma non sempre.
A volte il voto di condotta fa media, a volte no - perché la legge specifica che la condotta fa media per l'ammissione alla maturità ma non si degna di specificare cosa va fatto per l'esame di terza media, pardon, del primo ciclo.
Il voto di ammissione concorre a formare il voto dell'esame (per un settimo o per un terzo, a seconda dell'interpretazione data alla legge); perciò in certe scuole è uso alzare il più possibile i voti delle ammissioni per "non avere sorprese" - il che a volte finisce per alzare anche il voto di esame al di là delle previsioni (detto per inciso, in questi casi a volte si cerca di rimediare abbassando il voto del colloquio orale, ma è un sistema che si presta a diversi inconvenienti).
Certe scuole cercano di tarare le griglie della correzione degli scritti molto in alto, sempre per "non avere sorprese" - e a volte, per non avere sorprese di un tipo, ne hanno di tipo diverso e ci si ritrova a passare con il sette alunni assai miracolati che si disperava financo di riuscire ad ammettere all'esame.
In quasi tutte le scuole usa scrivere i voti degli scritti a lapis per poi poterli aggiustare - perché c'è l'incognita della prova Invalsi, il cui voto NON è aggiustabile, e quindi se l'Invalsi presenta qualche problema gli va aggiustato intorno tutto il resto.
Qualche scuola arriva al punto di scrivere il voto a penna soltanto al momento degli scrutini. Peccato che, in teoria, i voti degli scritti andrebbero comunicati alla prova orale. In questi casi la disposizione del Dirigente di turno è "dite i voti all'incirca, senza scendere nei dettagli" (così al primo ricorso vi spazzano via come foglie al vento).
Qualche scuola è convinta che, per legge, una volta ammessi gli alunni non possano bocciare "visto che gli abbiamo dato la sufficienza in tutto", ed è vero che giunte a questo punto tutte le circolari riepilogative degli ultimi anni assumono un tono vagamente minaccioso. La maggior parte delle scuole, comunque, una volta ammesso qualcuno cerca di farlo uscire dall'esame vivo nonché licenziato.
In buona parte delle scuole il voto del colloquio orale viene aggiustato, anche molto pesantemente, per permettere di arrivare al voto voluto dalla Commissione.

Per il calcolo del voto finale, la maggior parte delle scuole si affida con fiducia alla calcolatrice.


Quasi tutti gli insegnanti, dopo aver pasticciato e calcolato e aggiustato per giorni e giorni, alla fine degli esami hanno un po' di nausea - e non tutti sono incinti.


Nel complesso, la legge continua a permetterci di dare il voto che vogliamo, esattamente come prima; ma mentre prima dell'avvento della Maristella quel voto era ricavato alla luce del sole mediante una serie di procedimenti piuttosto trasparenti, adesso è il risultato di complessi aggiustamenti numerici da fare spesso sottobanco. 

La mia delicata coscienza, devo dire, ne soffre molto. Vorrei tornare a lavorare alla luce del sole. Non mi sento la stoffa del congiurato - e comunque, se di mestiere avessi voluto fare il congiurato o il regolo calcolatore, non mi sarei presa una laurea in Lettere. Avrei seguito altre strade.

lunedì 5 dicembre 2011

We All Need A Love Resurrection


Questa bella fenice è di Nella Donato e si trova qui

Mentre i blogger di Splinder migravano, un altro evento parimenti vasto ma di maggior risonanza ha sconvolto le nostre vite: è migrato anche il vecchio governo.
Così, all'improvviso: un giorno c'era e il giorno dopo non c'era più. La crisi più veloce della storia della repubblica - o forse la più lenta, perché il governo precedente, quello con la Maristella, era in agonia da tempo immemorabile; da prima della cacciata di Fini, altrimenti Fini non se ne sarebbe andato. Si è sfilacciato, lentamente, sprofondandoci in una voragine sempre più nera.

Cosa è successo esattamente non lo possiamo sapere: troppe cose sono avvenute dietro le quinte. Non sappiamo chi è stato a staccare la spina, ma solo che è stata staccata dall'esterno. Qualcuno, Lassù in Alto, ha stabilito che il troppo era troppo e ha mandato a casa quella strana compagine che era diventata dl tutto incapace di intendere e di volere. Il Mercato, i Massoni, i Banchieri, il Vaticano, il Summit Europeo, gli Statii Uniti?
Nessuna ipotesi mi sembra convincente, anche se tutte sono possibili agli occhi di una sprovveduta cittadina che conosce solo quel che avviene in pubblico. Di alcune cose però siamo ragionevolmente sicuri: Osama Bin Laden, Saddam Hussein e Gheddafi non hanno avuto responsabilità dirette nello strano epilogo di questa vicenda. La Grande Domanda che turba il sonno a parecchi, o almeno a me, è: qual è stata la scintilla che ha fatto decidere per il pollice verso ora e non in un qualsiasi momento dell'ultimo anno? Tutto è partito da uno spread a 570 punti, ma lo spread è stato la causa o il pretesto per dare il via libera al processo di ricambio, o meglio alle Grandi Pulizie?
Ce lo spiegheranno tra qualche anno o qualche decennio, oppure lo capiremo da soli davanti allo svolgersi degli eventi. Per il momento dobbiamo tenerci la curiosità.

Partito il Gran Circo sono arrvivati gli Altri, gli alieni da Betelgeuse.
Sì, lo so, in teoria sono esseri umani come noi, mangiano, bevono, parlano, fanno figli; ma ai nostri occhi risultano alieni. Da un giorno all'altro il rutilante sciocchezziario che ormai da anni riempiva i giornali e le cronache cosiddette politiche è scomparso, e al loro posto sono apparse queste persone sconosciute alla politica, ognuna con il suo bel curriculum estraneo alla vita dei partiti, che parlano poco e si ritrovano a dover gestire uno dei peggiori pasticci in cui l'Europa si sia cacciata dall'ultimo dopoguerra. E forse lo gestiranno male e forse lo gestiranno bene o così-così, ma insomma qualcosa faranno, qualcosa probabilmente provvista di un qualche senso interno, bene o male che funzioni. Certo, un anno fa sarebbe stato tutto più semplice e indolore. Anche tre mesi fa. Ma insomma è andata così e amen.

E' un governo strano, per i nostri italici occhi. Parla poco, dichiara poco, non polemizza e non insulta. Nessuno racconta barzellette, nessuno parla più dei comunisti e dei fascisti, gli unici tenui accenni al governo precedente sono di vaga approvazione, con riferimento ad un'assai improbabile (e impraticabile) "continuità" - come se stessero parlando di un vero governo. Non c'è stata l'ombra di una critica, nessun accenno a voragini nei conti pubblici (che ci sono, oh se ci sono).
I nostri mille (all'incirca) parlamentari li guardano basiti e cercano di proseguire i consueti battibecchi, ma sono costretti a filarsi tra loro. I governi Prodi (e Amato e D'Alema) raccoglievano le provocazioni, questi no. Tacciono, e perfino per scrollare le spalle aspettano di essere a casa, possibilmente in una stanza da soli, oppure con i rispettivi coniugi - che anche loro in pubblico tacciono.
In questo silenzio assordante i giornalisti sono sconcertati, ma hanno dovuto adattarsi e nel giro di pochi giorni le rassegne stampa sono completamente cambiate: adesso si parla di pensioni, salari, imposte aggiuntive, imprenditoria, tagli. Argomenti normali, insomma. Il sesso è scomparso dalle pagine politiche, insieme alla zoologia (topi e tope) e alla cucina (gnocchi e gnocche, finocchi); un certo numero di parole, ormai da tempo di uso comune nel linguaggio quotidiano ma che nelle dichiarazioni politiche non erano proprio sempre pertinenti sono sparite da un giorno all'altro (oh, liberazione e sollievo!).
L'Italia cerca faticosamente di rientrare nel mondo.
Nonostante tutto, probabilmente non è troppo tardi.

In God We Trust.

domenica 25 settembre 2011

Nel tunnel dell'ignoranza


Il tunnel della foto non è stato progettato per i neutrini. Inoltre esiste.

I fatti sono noti, e li riassumo per puro spirito di polemica: di recente alcuni scienziati han realizzato un esperimento in cui alcuni neutrini (una delle infinite particelle di cui si compongono gli atomi, alla faccia di Democrito) hanno viaggiato a una velocità leggermente superiore a quella della luce, ritenuta fino a due giorni fa la massima velocità raggiungibile nel nostro universo. Se questo esperimento venisse confermato, nuove e fascinose frontiere si aprirebbero alla scienza, e tutti gli addetti ai lavori stanno godendo come tinche davanti alla lauta prospettiva di doversi ricostruire buona parte delle loro convinzioni (un modo molto bello di affrontare la questione, e che incoraggia a sperare nonostante tutto nel futuro dell'umanità).
Il viaggio degli avventurosi quanto rapidi neutrini è avvenuto tra il CERN di Ginevra e il laboratorio sotterraneo del Gran Sasso, vanto di quel po' che resta della ricerca italiana, che in questo settore ha una tradizione invero piuttosto rispettabile.

All'annuncio del mirabile evento, la Maristella nazionale (che, per quanto improvvidamente nominata, è pur sempre il ministro italiano dell'Università e della Ricerca) ha vantato il fatto che alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si e’ svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro, in un comunicato apparso in bella evidenza sul sito del MIUR.
Dopo l'attimo di incredula sospensione ("L'ha detto? Sì, l'ha detto davvero") un coro di sarcasmi. frizzi & lazzi si è abbattuto sulla poverina - in possesso, se non ricordo male, di una licenza scientifica, se pur ottenuta in scuola privata dopo qualche iniziale insuccesso nella scuola pubblica: perché non esiste alcun tunnel tra Ginevra e il Gran Sasso e comunque il viaggio di un neutrino funziona con regole diverse da quelle che muovono automobili e Tir. La rete tutta, e in particolare i tanto vituperati Facebook e Twitter pare che si siano scatenati in una girandola di commenti di tutti i generi e tipi, tra l'altro molto divertenti.

Assai stizzita la replica del MIUR: Polemica destituita di fondamento è assolutamente ridicola. E' ovvio che il tunnel è quello nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso. Il sarcasmo naturalmente è proseguito, vieppiù incrementato appunto dal tentativo del MIUR di rimediare la gaffe, tentativo peggiore della gaffe stessa secondo la linea che da sempre caratterizza i governi guidati dall'attuale Presidente del Consiglio.

D'accordo, l'ignoranza dell'attuale Ministro dell'Istruzione è abbastanza nota e non c'è motivo di insisterci più di tanto. Ma, stante che questi comunicati non li redige il ministro bensì uno staff di funzionari, non si capisce come sia stato partorito questo mostro singolare: qualcuno ipotizza che nello staff ci sia una talpa incaricata di far scivolare il ministro scrivendole dichiarazioni erronee, ma se nessuno di quelli a cui il comunicato di replica è passato tra le mani ha trovato niente da ribattere all'immagine del coraggioso neutrino che, ahimé, senza il suo forellino non riesce a viaggiare (è troppo grosso, capite), le talpe devono essere parecchie, oppure parecchi sono gli ignoranti. Auguriamoci almeno che costoro si distinguano per virtù estetiche e abilità in altri campi meno prettamente ministeriali, altrimenti proprio non capisco perché dovremmo continuare a pagargli lo stipendio con le nostre tasse.
Mi sorprende però la singolare capacità di tutta questa gente nel mettersi nei guai da sola: invece di straparlare di tunnel sotto il Gran Sasso bastava vantarsi del laboratorio scientifico appunto del Gran Sasso e dei fondi ad esso devoluti per la ricerca, glieli abbiano dati o no: dopotutto, se il laboratorio del Gran Sasso esiste è perché questo governo non l'ha (ancora) smantellato, che è pur sempre un trattamento di favore nei suoi confronti.
Insomma, non c'è motivo di farsi ridere dietro a tutti i costi, sempre e comunque.
Almeno, mi sembra.

venerdì 1 luglio 2011

Esami a Hogsmeade - 3 Io! Io! Io e soltanto io!


Passano sette giorni, durante i quali vengono esaminate le altre tre terze (ignoro se con o senza supporto informatico). Durante questa settimana viene celebrato anche l'ultimo Collegio dei Docenti dell'anno. Sì, lo so: usa farlo dopo la conclusione degli esami e non in mezzo, ma, come ho già accennato più volte, a Hogsmeade seguiamo usanze tutte nostre.
Il Collegio a sua volta fa da farcitura tra la prima e la seconda parte di un ricco rinfresco che le tre colleghe future pensionate offrono alla collettività. La collettività, devo dire, avrebbe gradito meglio e di più se il torrido clima tropicale non avesse smorzato anche gli appetiti più vivaci. Ad ogni modo nessuno si tira indietro e personalmente attingo senza remore al pregiato spumante, sia brut che dolce, confidando che mi sarà di conforto per reggere il Collegio, né ho motivo di rimpiangere le abbondanti libagioni, nonostante l'alcool mi abbassi vieppiù la pressione, che d'estate tende al rasoterra.
Infatti la Preside saluta le tre pensionande, com'è giusto, e dedica loro anche... una sua poesia - una composizione di rara originalità, basata sullo spregiudicato paragone tra le varie stagioni dell'anno e le varie epoche della vita, condita con un riferimento alla rugiada del tempo.
Naturalmente applaudo, come tutti. Apprendo però che l'usanza della poesia (sempre rigorosamente made by Preside) ai Collegio di inizio e fine anno vige da diversi anni. E improvvisamente ricordo che il Collegio conclusivo dello scorso anno l'avevo saltato per indisposizione, mentre ai due Collegi di inizio anno non avevo ancora preso servizio*.

La mattina dopo alle otto riprendono gli orali. Le temperature virano su più ragionevoli gradazioni, abbiamo undici e non dodici alunni da esaminare e l'unico scoglio di Smemorina, e ormai i punteggi delle prove Invalsi dovrebbero essere stabili.
Le cose vanno bene sin dall'inizio: in onore dell'esame Smemorina riesce a ricordarsi quanto basta a fare un'orale almeno vagamente sufficiente e tutti noi siamo ben lieti di collaborare con accorte domande sul colore del cavallo bianco di Napoleone e sul nome del progettista della Tour Eiffel.
Con sorpresa di molti (ma non mia) l'Orfanella sfodera una bella grinta e fa un colloquio brillante - ma in effetti anche nei momenti più neri se l'è sempre cavata meglio nell'orale che nello scritto, e non c'è dubbio che dall'inizio dell'anno abbia fatto un gran bel miglioramento.
Alcuni dei ragazzi portano percorsi piacevolmente originali, che a fine esami sono particolarmente graditi alle commissioni stremate: Lunastorta è riuscito a collegare tutte le materie con i pipistrelli, spaziando dalle tecniche di volo alla foresta amazzonica fino a Dracula di Bram Stoker e ai vari fumettisti di Batman ("possiamo anche dargli otto al colloquio" commenta Inglese con un bel sorriso "tanto il sette non gli viene comunque" e tutti annuiamo soddisfatti: l'orale era effettivamente da otto ma nessuno, me compresa, ha nessuna obiezione da fare al sei per Lunastorta, che dopo due anni delle mie amorevoli cure scrive ancora stò e sà senza formalizzarsi, ha quattro in matematica e in tre anni ha sempre e solo studiato se e quando gli pareva, e non è che gli paresse spesso); Sognatrice porta un percorso sul Giappone ma, accanto al consueto progetto Manhattan e alla solita energia atomica parla di Memorie di una geisha e, soprattutto, di Rumiko Takahashi, la Divina autrice di Ranma e Lamù e Inuyasha (ebbene sì, grazie alle mie accorte manovre al suo orale si è parlato soprattutto della Takahashi, visto che il Progetto Manhattan l'abbiamo ormai sentito e risentito e dell'energia atomica siamo tutti stufi e arcistufi).
Il problema del dieci si ripresenta quando arriva il turno di Tank, che non suona notturni di Chopin ma fa comunque un orale con fiocchi e controfiocchi che sembra a tutti assai indecoroso sigillare con un banale "nove", tanto più che il ragazzo ha sempre studiato come un castoro** ed è uno straniero arrivato sei anni fa digiuno di italiano ma che adesso parla e scrive meglio di quasi tutti i suoi compagni.
Ma come fare, se anche Tank si ferma al solito 9.46 e il dieci scatta solo a partire dal 9.50?

Sulla possibilità di dare o meno questi due dieci la commissione si incarta miserevolmente per più di un'ora in fase di scrutini, la mattina dopo. Il problema non è se dare o no il dieci, perché tutti noi siamo convinti che darli è opportuno - o, per dirla più esattamente, nessuno di noi è contrario a darli perché gli sembrano eccessivi. No, il problema è se possiamo, e soprattutto in che modo.

Preside e Vicepreside spiegano che la Circolare del Ministero non concede margini. Chiedo e ottengo pubblica lettura del passo incriminato.
E qui occorre una premessa giuridico-sostanziale: si tratta della leggendaria Circolare 46 del 26 Maggio 2011, quella con cui il Ministero dell'Istruzione detto MIUR spiega, due settimane prima dell'inizio degli esami di licenza media, come va fatto l'esame di licenza media e, tra le righe, lascia scivolare la notizia che - SORPRESA!! - la prova scritta della seconda lingua comunitaria (altrimenti detto Compito di Francese o di Spagnolo) va fatto da tutti, volere o volare, perché la notte prima il Ministero aveva deciso che non era più facoltativa - decisione che poi ha dovuto rimangiarsi***.
Per quanto riguarda la valutazione conclusiva dell'esame, si tratta di un documento malamente raffazzonato con materiali di riciclo dalla Circolare 49 del 2010 che a sua volta per la valutazione di fine anno citava il D.P.R. 122 del 2009. Veniva detto che il voto finale dell'esame “è costituito dalla media dei voti in decimi ottenuti nelle singole prove e nel giudizio di idoneità arrotondata all’unità superiore per frazione pari o superiore a 0,5”. (e questo viene dal D.P.R., cioè dalla legge). Segue un passo preso dalla Circolare 49 del 2010 che viene segnalato come molto importante: "Al riguardo è quasi inutile ricordare che tutti gli allievi ammessi all’esame di Stato hanno già conseguito nello scrutinio finale almeno un voto di sufficienza nelle diverse discipline. Sarà perciò cura precipua della Commissione e delle Sottocommissioni d’esame, e della professionalità dei loro componenti, far sì che il voto conclusivo sia il frutto meditato di una valutazione collegiale delle diverse prove e del complessivo percorso scolastico dei giovani candidati. Si cercherà così di evitare possibili appiattimenti che rischierebbero di penalizzare potenziali “eccellenze”». Il tutto, conclude candidamente la circolare 46," nella prospettiva di evidenziare i punti di forza nella preparazione dei candidati anche in funzione orientativa rispetto al proseguimento degli studi.
Inoltre è stata avanzata, da qualche scuola, l’ipotesi di applicare un “bonus” in analogia all’esame di Stato conclusivo del II ciclo d’istruzione. In merito si fa presente che tale istituto non è contemplato da alcuna norma per l’esame finale del I ciclo. Pertanto, va escluso che le Commissioni d’esame possano decidere in tale senso. ". In coda, la circolare spiega che se vogliamo possiamo dare la lode a chi ha dieci, purché la cosa venga decisa all'unanimità.

Non è proprio un testo chiarissimo, diciamoci la verità: prima ti spiegano che va fatta la media dei voti dell'esame e del voto di ammissione, Poi ti ricordano che all'esame si viene ammessi solo se c'è almeno la sufficienza nelle varie materie e perciò la commissione deve dare un voto che sia "il frutto meditato di una valutazione collegiale delle diverse prove e del complessivo percorso scolastico".
"Perciò una sega" viene da dire: cosa c'entra che l'ammissione è sufficiente, e soprattutto volete la media dei voti o volete il frutto meditato? Perché la media dei voti non richiede meditazione e fruttificazione alcuna, mentre un frutto meditato, che tenga conto delle diverse prove e del percorso scolastico e delle meditazioni più o meno fruttuose della commissione, può portare a risultati diversi dalla media calcolata con un foglio in excel.
Non solo, ma il frutto meditato viene meditato allo scopo di evitare possibili appiattimenti che rischierebbero di penalizzare potenziali "eccellenze".
Infine, per meglio chiarire le idee a chi legge si aggiunge che la Commissione non può assegnare un bonus come di fa alla maturità perché l'esame di licenza media non è l'esame della maturità. E grazie tante.
Dunque, non si sa se dobbiamo calcolare o meditare fruttuosamente, ma ci spiegano che non dobbiamo penalizzare le eccellenze e non dobbiamo dare il bonus della maturità, e in più si ricorda che quelli che fanno l'esame sono stati ammessi con tutte sufficienze - il che col resto del discorso sembra entrarci come il proverbiale cazzo a merenda.
Con un testo del genere ci sono gli estremi per stabilire che non possiamo alzare i voti perché il calcolo del voto finale è una semplice operazione aritmetica (somma dei voti e poi divisione per il numero delle prove) ma anche che li possiamo alzare, purché prima ci meditiamo fruttuosamente, anzi deve essere nostra precipua cura alzarli, se la nostra meditazione frutta in tal senso, qualora ci sembri di avere un'eccellenza da valorizzare. Due eccellenze, nel nostro caso, e tutt'altro che "potenziali".

La Vicepreside si era fermata alla prima frase, quella della media dei voti, e ne aveva concluso che non potevamo decidere di testa nostra. Io invece ho rivoltato come un calzino la frase successiva sulla precipua cura e la fruttuosa meditazione, insistendo sul rischio dell'appiattimento delle eccellenze e sulla valutazione come frutto meditato, e ho dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che il voto lo potevamo alzare, eccome.
Ho evitato con cura però di esternare quello che per me era l'argomento più valido: con una circolare formulata in quel modo, davanti a un eventuale e improbabilissimo ricorso saremmo stati in una botte di ferro, perché quel testo giustificava in partenza qualsiasi decisione prendessimo: dal momento che non spiegava quale delle due strade andava percorsa, se il calcolo aritmetico o la fruttuosa meditazione, ci autorizzava di conseguenza a percorrere quella che più parva opportuna alla nostra "professionalità". Sapevo però che gli insegnanti sono spesso una razza tremebonda e davanti a una circolare confusa si sentono in colpa perché non la capiscono e ne concludono che qualsiasi cosa faranno basandosi su quella circolare sarà sanzionabile; così, invece di rassicurare i colleghi spiegando che quella circolare era meglio del pongo e potevi dargli la forma che volevi, ho fatto una tirata sulle eccellenze e sul frutto meditato.

Qualcuno si convince, qualcuno ha paura, qualcuno non è convinto ma vuole dare quei due dieci ed è disposto a correre il rischio.
Si formano vari partiti. Uno sostiene che dare il dieci a uno dei due ci obbliga a darlo anche all'altro - siccome non c'è nessuno contrario a questo, anzi tutti trovano ciò cosa buona e giusta, non mi è ben chiaro perché su questo si discute per almeno dieci minuti, o meglio discutono, perché io non apro bocca e risparmio le forze per un'eventuale tirata finale.
Altri sostengono che con questo dieci i due fanciulli potranno usufruire di un assegno di studio, che è una bella cosa - e anche lì, nonostante nessuno trovi nulla da ridire all'idea che Sirius e Tank si godano il loro assegno di studio, la questione va per le lunghe.
La Preside Esterna, mitemente, suggerisce di alzare i voti degli scritti - che è più facile a dirsi che a farsi perché a Italiano e Matematica i voti sono già al massimo, mentre le prove delle lingue straniere sono state corrette con la griglia e quindi il voto (che è nove) non si può cambiare, così come il voto dell' Invalsi.
Certo, se i due avessero preso dieci anche all'Invalsi ci avrebbero levato le castagne dal fuoco perché sarebbe scattata la fatidica soglia del 9.50 che permette di dare dieci senza farsi tutte queste seghe, ma invece no, hanno preso solo nove.
Sempre mitemente, la Preside Esterna osserva che, visto che sapevamo che erano in zona dieci, potevamo ammetterli con voti più alti. Rimprovero ingiusto, secondo me, dal momento che, molto banalmente, ci eravamo limitati a mettere i voti che andavano messi, a loro come a tutti gli altri. Le tre gemme della classe - De Rossi, Sirius e Tank, erano stati ammessi con nove e con l'implicita possibilità di un dieci finale, ma era una possibilità che stava a loro portare a compimento facendo un esame da dieci. De Rossi aveva fatto un ottimo esame da nove e aveva risolto il problema alla radice, ma Sirius e Tank avevano fatto l'esame da dieci, e quindi non c'era motivo che non prendessero dieci. Se non c'è possibilità di alzare il voto di ammissione, a cosa serve l'esame? Lasciamo i ragazzi a casa a riposarsi, riposiamoci anche noi e amen, proprio non c'è motivo di scomodarci tanto, se c'è solo da confermare il voto degli scrutini di ammissione.
Nessuno di noi comunque ritiene utile o fruttuoso avviare una sottodiscussione du questo tema, e quindi la mite rimostranza della Preside Esterna viene accolta e seppellita da qualche mormorio generico, del tipo "eh, ma sa..."
Qualcuno suggerisce di mettere dieci e fregarsene, tanto un ricorso contro un dieci non si è mai visto a memoria d'uomo, qualcuno dice però che i documenti vanno al Provveditorato dove, se controllano... anche se la possibilità che al Provveditorato di Firenze, dove di solito non controllano nemmeno il molto che dovrebbero, si mettano a controllare le medie delle singole scuole, classi e alunni non sembra in verità molto probabile a nessuno.

Infine, dopo che tutti abbiamo detto tutto e il contrario di tutto, viene fatta la votazione e i due dieci diventano ufficiali. Mi sento assai fiera del risultato: perché senza la mia puntigliosa analisi si sarebbero tutti arenati davanti a quella circolare balzana e contraddittoria. Invece io, io, io e soltanto io sono riuscita, con la mia fluviale oratoria e la forza persuasiva dei miei argomenti, a dare un senso financo a un demenziale documento del MIUR, permettendo con ciò ai colleghi di fare quel che volevano fare - perché, a conti fatti, a questi due dieci non era contrario nessuno, Preside Esterna compresa.
Tuttavia non mi autorizzo a gioire né a stappare alcuno champagne interiore finché l'ultimo voto non è stato trascritto e l'ultimo cartellone firmato. E finalmente usciamo, per lasciare il posto alla commissione successiva.

Stanca ma soddisfatta passo il resto della mattinata a sgranocchiare i pasticcini che alcuni gentili colleghi hanno portato (a Hogsmeade c'è sempre qualche gentile collega che porta il frutto delle sue fatiche o passa da un buon pasticcere in queste occasioni) e chiacchierando del più e del meno. Una collega ci legge la raccolta delle perle della sua commissione, e all'unanimità viene votata come migliore la Guerra di Secessione tra nudisti e sudisti.
Infine una rapida riunione finale, dove vengono letti i risultati e proiettato un video costruito con una serie di fotografie della Decana, che una volta di più piange abbracciando tutti prima di lasciare per sempre la scuola. Siamo tutti commossi, e anche notevolmente stremati. Con la coda dell'occhio vedo i custodi che attaccano i quadri con i risultati.
Nessuno sapeva quando sarebbero stati attaccati questi quadri, nemmeno la segreteria, nemmeno noi - si era parlato del primo pomeriggio, del tardo pomeriggio o del giorno seguente, invece vengono attaccati poco dopo mezzogiorno. E mentre i custodi sono ancora lì che trafficano con il nastro adesivo, vedo i primi alunni che scendono per la strada che porta alla scuola per guardare i risultati. Come abbiano fatto a sapere che li avremmo attaccati a quell'ora è uno di quei misteri insondabili che solo chi è nato e cresciuto in un piccolo paese può capire.

*E dunque una volta tanto nella vita mi ritrovo a ringraziare l'inettitudine del Provveditorato di Firenze, grazie ai quali le nomine sono state fatte in ritardo. E' proprio vero, tutti, ma proprio tutti, facciamo qualcosa di buono nella nostra vita.
**ammesso che i castori studino
***Su tutta la spinosa vicenda si è soffermata a lungo e con alti lai LaProf a partire da qui e nei post delle due settimane successive. La lettura di questi post è comunque assai deprimente (anche se non per colpa della Prof, naturalmente).

domenica 9 gennaio 2011

Questo Post E' Dedicato Al Ministro Gelmini


Il ministero Gelmini si sta avviando a compiere il suo terzo anniversario da ministro e ci sono buone probabilità che ne compia almeno un quarto.
Sulla gestione Gelmini dell'Istruzione Non Più Pubblica i giudizi sono controversi: da una parte ci sono lei e il governo che dichiarano con serena consapevolezza di aver svolto un lavoro eccellente, dall'altra svariate entità sovversive montate dalla Propaganda Comunista sostengono che il giudizio complessivo sulla sua gestione non sia invece del tutto positivo.
Volendo tentare un'analisi imparziale, occorre prima di tutto dare atto al ministro che, dopo avere solennemente promesso dei rigorosi tagli all'Istruzione, ebbene, i tagli li ha effettivamente eseguiti. Non solo ha tagliato il personale della scuola (insegnanti e ATA), non solo ha ridotto il numero di insegnanti necessari per una classe (soprattutto alle elementari), non solo ha ridotto il numero di classi e il tempo-scuola degli alunni ma, validamente aiutata dal governo, ha tagliato i finanziamenti in modo equo ma deciso non alle sole scuole ma anche ai comuni che, per quanto riguarda la scuola, si occupano degli edifici e non solo.
E' vero che c'è chi sostiene che, senza Tremonti e il suo staff che le facevano le tabelle, il ministro Gelmini in questione non sarebbe stato capace neanche di tagliare via il cartellino del prezzo da un paio di mutande, e vi sono anche taluni che ritengono che tali tagli siano stati fatti un tantino alla cazzo di cane; ma non c'è dubbio che ogni elettore dovrà convenire che il ministro e il governo tutto hanno pienamente mantenuto le loro promesse in questo campo.

Altre cose sono state mantenute senza essere promesse, talvolta senza nemmeno il vantaggio di avere alleggerito la pressione sull'erario: ad esempio il passaggio dai giudizi ai voti, avvenuto in modo forse un pochino affrettato, e la questione del voto di condotta, introdotto in maniera da alcuni giudicata leggermente confusa. Taluno aggiunge a questa categoria anche il taglio del numero di ore riservate a certe materie cui non è corrisposto un parallelo taglio dei programmi da svolgere, e qualcuno ha anche osservato a tal riguardo che ciò aveva finito col creare forse qualche difficoltà con i nuovi libri di testo, stampati un pochino a tastoni.
C'è perfino chi, nella sua maniacale ricerca del pelo nell'uovo, ha sostenuto che un cambio implicito dei programmi obblighi gli insegnanti a nuove adozioni di libri contraddicendo altre normative in merito all'adozione dei libri emanate dallo stesso Ministero - ma non sembra il caso di addentrarsi in tali questioni di lana caprina.*

Vi è poi un terzo gruppo di promesse, quelle il cui mantenimento non sembra presentarsi con certezza a tempi brevi: tra queste volevo soffermarmi sulle due che a suo tempo hanno fatto più parlare, ovvero il Reclutamento Degli Insegnanti e gli Incentivi Per Gli Insegnanti Meritevoli.
Per quanto riguarda il primo punto, sin dall'inizio il Ministro ha messo all'opera gran copia di cervelli** che hanno portato a termine un Grandioso Progetto di Reclutamento che avrebbe dovuto partire da quest'anno, ma di cui si sono perse le tracce verso Settembre.
Venendo agli incentivi, sempre sin dall'inizio il Ministro spiegò che lo stipendio degli insegnanti era basso e che gli insegnanti erano troppi, proponendosi di ridurre il numero dei suddetti e di incentivare tra i superstiti gli Insegnanti Meritevoli con adeguati aumenti retribuzione.
Come detto più sopra, la parte relativa alla riduzione del numero degli insegnanti è stata portata a termine in modo rapido, ma di incentivi non si è vista traccia anche se sono stati ripetutamente promessi con regolare cadenza.
Infatti, per Incentivare il Merito occorre valutarlo, questo Merito. La questione è stata a lungo discussa fino ad arrivare ad un vago progetto in cui vagamente si accennava che ogni scuola in un campione selezionato per città dovesse stabilire in via sperimentale il Merito Degli Insegnanti in base a criteri non meglio definiti, chiedendo l'opinione di Dirigenti Scolastici, insegnanti, genitori, alunni, personale non docente, eventuali passanti e, all'occorrenza, anche dei gatti che transitavano nei dintorni della scuola.
Tale progetto, corre voce che non abbia incontrato un grandissimo entusiasmo da parte dei vari collegi docenti, tanto che si mormora che tali collegi abbiano risposto al Ministero, in sede di delibera, per lo più con varianti scritte del Gesto dell'Ombrello. E' dunque possibile che anche per quest'anno i Docenti Meritevoli siano costretti a restarsene ignorati nel loro cantuccio, senza peraltro che il Ministero si sia granché occupato della questione - anche perché, corre voce, per incentivare qualcuno occorrono soldi, un'entità, questa. con cui il Ministero dell'Istruzione Non Più Pubblica non ha avuto grande dimestichezza durante la gestione Gelmini.

L'anno solare è appena iniziato, ma l'anno scolastico si avvia ormai verso la mezza età. Tutti noi che lavoriamo nel campo dell'Istruzione Non Più Pubblica sappiamo ormai per esperienza come il Ministro Gelmini sia sempre pronto a sorprenderci con pirotecnici effetti speciali dell'ultimo momento - ed è quindi possibile che il 1 Febbraio arrivino nuove indicazioni per i lavori di chiusura del quadrimestre e financo del trimestre e il 5 Settembre vengano emanate nuove regole per l'assegnazione degli incarichi annuali - ma l'impressione generale è che ormai da tempo, a parte qualche occasionale guizzo di fiamma***, nel Ministero dell'Istruzione Non Più Pubblica si dorma un sonno profondo (che, si spera, non genererà mostri peggiori di quelli nati durante la sua veglia) mentre il Ministro è assai preso da questioni legate alla gestione del suo partito****, in cui pare destinato a ricoprire una posizione di spicco.

*il pelo, in questo caso, sarebbe probabilmente di cachemire - un tipo di lana da qualche tempo particolarmente invisa all'attuale Presidente del Consiglio, non si sa perché
**uno di questi cervelli ha talvolta riferito in merito nel suo blog
***guizzi peraltro non riservati ad avvenimenti secondari come eventuali commemorazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia
****Al momento ancora noto come PDL, ovvero Partito delle Libertà, ma in fase di trasformazione profonda, si dice.

venerdì 10 settembre 2010

Il futuro è un'ipotesi


Una delle più fastidiose abitudini della Maristella nazionale è sempre stata quella di comunicare attraverso le interviste le Sue decisioni e solo dopo, con comodo, se proprio non c'era di meglio da fare e non davano nulla di buono in televisione, ricordarsi di chiedere agli addetti del Ministero di preparare una qualsivoglia leggina sugli argomenti trattati nelle interviste di cui sopra*.

Oggi la nostra amata Ministro ha fatto una conferenza stampa a palazzo Chigi parlando del nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti. Sì, quello il cui disegno di legge è inchiodato in commissione da un paio d'anni ma che ha fatto coraggiosamente capolino il 22 Giugno per un'audizione in Senato. Quello che non è ancora arrivato in aula. Quello che si conosce a grandi linee, solo per sentito dire.
Proprio lui.

Il Ministro ha informato i giornalisti che la formazione a livello universitario partirà con l'anno 2011/2012 ma il tirocinio formativo, ovvero... ovvero non si sa cosa sia il tirocinio formativo, se non che è "parte centrale della nuova formazione", cotale tirocinio formativo comincerà già con quest'anno accademico "per accelerare i tempi del nuovo percorso formativo (per i soli laureati)". Non solo, questo tirocinio rappresenta lo strumento "per passare dal semplice sapere al 'sapere insegnare'" e per i docenti della secondaria è aggiuntivo al percorso universitario.

Ora, io di tirocinio non me ne intendo granché: quando ho fatto la SSIS insegnavo già da qualche anno e quindi mi hanno fatto fare un numero di ore simboliche, per giunta nella classe di abilitazione dove non mi interessava lavorare, e quindi dal tirocinio io non ho imparato un granché; ma ricordo benissimo che avevo una tutor, che mi accoglieva nella classe e mi diceva (con gran garbo e collaborazione, con le tutor ho avuto molta fortuna) fai questo e fai quello. Quindi per fare il tirocinio ci vogliono delle insegnanti che accettano i tirocinanti, qualcuno che glielo domanda, dei laureati che chiedono di fare il tirocinio eccetera eccetera. Che poi il terzo punto è il primo da cui partire, mi sembra, perché non tutti i laureati intendono darsi all'insegnamento. Non c'è una legge, non c'è un regolamento, non c'è una circolare - in sintesi non c'è un cazzo di niente. Come accidenti intendono farlo partire, il tirocinio, quest'anno? I tempi mi sembrano davvero un po' stretti, anche prevedendo un tirocinio simbolico come il mio (una quarantina di ore, mi sembra di ricordare).
Insomma, le premesse mi sembrano allucinanti, come sempre.

Abbiamo ordunque due possibilità:
1) Il tutto verrà fatto a rotta di collo, con le leggi approvate a mezzo o non approvate del tutto, poi i soliti ricorsi al TAR e appelli al Consiglio di Stato e via dicendo, insomma, la consueta trafila.
2) Il tirocinio "per l'anno accademico 2010/2011" farà la stessa fine delle ore di Educazione Ambientale che dovevano partire già lo scorso Settembre e della materia fantasma detta "Educazione alla Cittadinanza", ovvero sparirà in un dignitoso buco nero.

In un caso come nell'altro, gli unici commenti che mi salgono spontanei alle labbra sono del tutto inadatti ad una vera signora, e dunque preferisco astenermi dal riportarli.

*non so, ho come la sensazione di avere scritto già qualcosa di molto simile in tempi piuttosto recenti.

mercoledì 21 luglio 2010

Mi TAR che per adesso...

Il titolo del post fa riferimento ad una bella canzone dei Bastard Sons of Dioniso.
L'immagine invece ci mostra una delle sedute del Consiglio dei Ministri in cui ci si è occupati
con attenzione e puntiglio della Grandiosa Riforma delle Scuole Superiori di Secondo Grado.

Una delle più fastidiose abitudini della Maristella nazionale è sempre stata quella di emanare disposizioni tramite circolari o avvisi amatoriali pubblicati sul sito del Ministero dell'Istruzione e solo dopo, con comodo, se proprio non c'era di meglio da fare e non davano nulla di buono in televisione, ricordarsi di chiedere agli addetti del Ministero di preparare una qualsivoglia leggina sugli argomenti trattati nelle circolari e negli avvisi informali di cui sopra (nemmeno sempre, peraltro: siamo ancora qui che aspettiamo qualcosa sulla mitica "Cittadinanza e Costituzione", materia di recente istituzione ma che non ha ore a lei dedicate né indicazioni ministeriali sui contenuti ma solo un buon numero di dichiarazioni in libertà alla stampa e in TV).
A far le cose in questo modo è chiaro che ogni tanto si finisce per inciampare, soprattutto se quello che proponi nella circolare comporta una ristrutturazione dell'organico in gran parte delle scuole del regno. Succede così che la legge sulla Riforma delle Scuole Superiori, o meglio sui Tagli di Cattedre alle Scuole Superiori, sia stata approvata solo in tempi molto recenti e quando erano già state fatte le iscrizioni alle Scuole Superiori di cui sopra.
I diretti interessati, che si sono dovuti iscrivere a tastoni, non hanno granché gradito e, piuttosto seccati da cotal modo di procedere hanno fatto ricorso al TAR in merito (per una sintesi della vicenda vedere qui); il ricorso è stato infine discusso nei giorni scorsi.
Ieri è arrivata la sentenza, o meglio, le varie sentenze. Che dicono (sembra, dice, pare, si sussurra, si vocifera) che la Riforma ormai ce la teniamo, anche se effettivamente al MIUR sono stati piuttosto cialtroni nella procedura, che per quanto riguarda le iscrizioni chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, MA che cotale riforma riguarda solo le prime, mentre le cosiddette "classi intermedie" non subiranno riduzioni di orario - o meglio, passa la palla per la decisione al Consiglio Nazionale per la Pubblica Istruzione che ci farà sapere, con comodo.

La notizia è filtrata stanotte, e oggi è il 21 Luglio. L'anno scolastico si avvia tra un paio di mesi e tutta la struttura del MIUR era già in netto ritardo sulle procedure - voglio dire, in ritardo anche sul ritardo cronico che da sempre caratterizza l'avvio dell'anno scolastico. Naturalmente la Maristella ricorrerà al Consiglio di Stato che comunque, quand'anche le desse ragione (ma non è affatto detto che lo faccia) non lo farà in settimana e si farà aspettare per un po' .

Va da sé che dal MIUR e dalla Presidenza del Consiglio ci spiegheranno con dovizia di dettagli e di argomenti che è tutta colpa del bieco complotto demoplutogiudaicomassonico montato dalle sinistre e che è ora di finirla con tutti questi lacci e lacciuoli che ostacolano continuamente l'azione del governo, che si sa che le trafile legislative stanno lì per bellezza e non per essere prese sul serio ed è una vera vergogna intralciare un così brillante esecutivo con cavilli e quisquilie invece di badare alla bellezza dei principi che informano le loro leggi.
Sta di fatto che adesso il governo ha una grana in più, che era l'ultima cosa che gli serviva, e che la Maristella sarà ahimé costretta a dedicare qualche fuggevole pensiero anche alla gestione del suo ministero e non soltanto alla Fondazione Liberamente.
Inoltre è anche possibile che Qualcuno, lassù in alto, si domandi seriamente se davvero sarebbe una buona idea nominarla Coordinatore Unico del Partito Delle Libertà, perché se costei gestisse il PDL con la stessa cura che sta dedicando al Ministero dell'Istruzione, beh, allora l'attuale opposizione, accusata in questo periodo di non mostrarsi eccessivamente attiva e solerte, potrà ben giustificarsi dicendo che è inutile intervenire in aiuto del sole in Agosto in Sicilia, della nebbia in Ottobre nella pianura padana o del turismo a Roma nel periodo pasquale.

giovedì 24 giugno 2010

Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica. Parlano i leader.


Ai miei tempi alla maturità si faceva "il tema": sceglievi tra una manciata di titoli più o meno balordi, di poche righe l'uno, tutti i giornali li riportavano e la mattina dopo i non maturandi di ogni età li commentavano sotto l'ombrellone tra un tuffo e l'altro.
Oggi le tracce della prima prova sono un'entità mostruosa che occupa sette pagine sette in A4 scritte piccole, dove si mischiano temi di vecchio stampo, testi da analizzare e i materiali per la "redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale". Quest'ultima tipologia ha quattro tipi di ambito, ognuno con un argomento diverso e ogni argomento ha quattro documenti che il candidato può usare "in tutto o in parte e nei modi che ritiene opportuni".
Insomma, districarsi tra tutta quella roba e scegliere cosa fare è diventata impresa che, già da sola, richiede un notevole grado di maturità. Poi comincia il lavoro vero, ovvero capire dove va a parare la traccia e come la si vuole svolgere.
I giornali non riportano i testi integrali, quindi sotto l'ombrellone si discute di tracce delle tracce, sintetizzate e riassunte. Molto più complicato di un tempo anche quello, devo dire, e parecchio approssimativo.

Per il saggio breve l''argomento nell'ambito storico-politico quest'anno era "Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica. Parlano i leader", che ricorda molto il buon vecchio titolo di tesi "Brevi cenni su Dio e sull'universo" che Umberto Eco suggeriva di evitare. Probabilmente è la traccia che avrei scelto se fossi stata tra i candidati, perché la curiosità di vedere cosa sarebbe saltato fuori da siffatto pastone sarebbe stata forte: facevo parte di quella razza che comincia il tema senza scaletta, al massimo segnandosi un paio di punti chiave da trattare, faceva un tema e al momento di copiarlo in bella ne scriveva un altro completamente diverso. Vivevo il tema come un viaggio che non sapevo dove mi avrebbe portato e che mi divertiva molto. Quando andava bene prendevo dei voti piuttosto alti, quando mi perdevo un po' (ma succedeva di rado) raccattavo un sette in virtù di una forma corretta e scorrevole.

I quattro documenti sul vastissimo tema dei giovani nella storia e nella politica erano una quartina assortita in modo piuttosto curioso, ma non c'è dubbio che ognuno di loro fosse significativo. Di lì a trovare un filo conduttore, però, c'è da darsi il suo bel daffare.

Primo documento: discorso parlamentare di Mussolini nel Gennaio 1925. Viene indicata la data ma non viene specificato che è il discorso con cui Mussolini si arroga la responsabilità del delitto Matteotti.
Piccolo dettaglio: non si parla di giovani. Mussolini si è rivolto molte volte ai giovani e ha lavorato molto alla formazione di una gioventù fascista che aprisse la strada verso una nuova era del mondo (che fu poi quella che andò sulle montagne a fare la Resistenza). Ma qui non si parla di loro, nemmeno come speranza. Mussolini non parla ai giovani, parla ai deputati e, indirettamente, alla nazione. I giovani compaiono di striscio soltanto in una frase: "se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una superba passione della migliore gioventù italiana, a me la colpa!". Secondo questa sua interpretazione, dunque, il fascismo è il frutto ardentemente perseguito dei giovani dell'epoca.

Il secondo brano è del 1947, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, ed è tratto da un discorso pronunciato da Palmiro Togliatti alla Conferenza Nazionale Giovanile del PCI. Secondo Togliatti, i giovani che si avvicinano al partito "devono essere stabilmente conquistati ai grandi valori del socialismo e del comunismo, se non vogliamo che essi rimangano dei "pratici", o, peggio, dei politicanti. Essi devono acquistare la certezza - volevo dire la fede - che l'avvenire e la salvezza della società umana sta nella trasformazione socialista e comunista, e questa certezza deve sorreggerli, guidarli, illuminarli". Per tutti gli altri giovani, i comunisti devono fornire gli strumenti per capire e superare la profonda crisi in cui i poverini si dibattono senza staccarli dai loro ideali "morali e anche religiosi". Il processo in corso da qualche decennio è la faticosa gestazione di un mondo nuovo (e, si sa, il mondo nuovo lo partoriscono i giovani).

Terzo documento: Aldo Moro, in un congresso della DC del 1969 - altro anno piuttosto particolare perché... viene dopo il 1968. In quegli anni i giovani, oltre a essere i potenziali costruttori del mondo che doveva ancora venire, stavano diventando un'entità autonoma e organizzata: movimenti giovanili, contestazioni giovanili e tutto il resto fino ai Beatles e a Bob Dylan (e, sul fronte italiano, un giovane Guccini che cantava che Dio era morto ma sarebbe risorto presto grazie al mondo nuovo che stava arrivando e che i giovani avevano messo in costruzione).
E' proprio di questo mondo nuovo che Moro parla, in quello stile attorto e involuto che non era solo suo ma di tutta la DC. Moro presenta una società in trasformazione, dove aumentano il pluralismo e i centri di decisione. "I giovani e i lavoratori conducono questo movimento e sono i primi a voler fermamente un mutamento delle strutture politiche ed un rispettoso distacco; i giovani chiedono un vero ordine nuovo, una vita sociale che non soffochi ma offra liberi spazi, una prospettiva politica non conservatrice". Si tratta di "un'assunzione di responsabilità". Quindi, auspica, largo ai giovani "nella società, nei partiti, nello Stato": porteranno linfa vitale e pace sociale alla nuova società che va formandosi.

Il quarto documento è preso da un'enciclica di Giovanni Paolo II in occasione del centenario della De rerum novarum. Siamo nel 1991 e il muro di Berlino è già caduto Il papa depreca che l'individuo oggi venga visto come produttore e consumatore di merci oppure come oggetto di amministrazione da parte dello Stato; ma l'uomo non è solo questo, è "prima di tutto un essere che cerca la verità e si sforza di viverla e di approfondirla., in un dialogo che coinvolge le generazioni passate e future". Ad ogni generazione infatti i giovani rimettono tutto in discussione: non necessariamente per distruggere, ma "discernendo ciò che nella tradizione è valido da falsità ed errori o da forme invecchiate, che possono essere sostituite da altre più adeguate ai tempi".

Trovare un filo conduttore tra queste quattro voci non è impresa di poco conto.
Certo, chi legge sa che il fascismo no, non era solo olio di ricino e manganelli (magari si fosse limitato a quello) e che la passione superba della migliore gioventù italiana portò l'Italia ad una serie di catastrofi che a contarle si fa notte - non ultima una notevole disponibilità verso il condizionamento mentale che fa ancora parte del DNA italico.
Sa anche che la trasformazione socialista e comunista della società umana ha avuto (e già aveva ai tempi di Togliatti) una serie di conseguenze piuttosto negative in alcuni paesi anche se l'Italia ne ha tratto grandi vantaggi.
E che alcuni giovani, pochi anni dopo il 1969, mostrarono con i fatti (anche ad Aldo Moro) che la pace sociale non era in cima alle loro priorità.
E che non sempre il lavoro di ripulitura generazionale operato dai giovani ha portato a soluzioni più adeguate ai tempi (anche se spesso il rinnovamento è stato comunque utile).
Ma insomma, non è una gran novità che non sempre i giovani hanno saputo gestire nel migliore dei modi le chiavi di un futuro radioso e che la storia va avanti un po' come le pare in barba alle umane previsioni. Non importa spremersi le meningi per cinque colonne di foglio protocollo (durata massima consentita a un saggio breve) per arrivare a tale conclusione. Son cose che si sanno.

Magari c'è dell'altro?

I testi non sono omogenei. Sono tutti e quattro documenti ufficiali rivolti ad assemblee politiche (anche il quarto, direi, pur se in modo meno scoperto: un papa è un politico di tipo particolare, quindi anche le sue platee sono diverse da quelle di un normale politico). Sono di tre leader italiani e di un leader polacco che ha regnato in territorio italiano (ma, di nuovo, il quarto è un caso più complesso: dall'Italia i papi governano il mondo - o, più esattamente, il loro mondo - che non comprende tutti gli italiani ma che va ben oltre i confini dell'Italia).

Sono testi scritti in circostanze diverse: uno è un brano del discorso con cui Mussolini conquistò definitivamente il potere, ma gli altri tre ebbero conseguenze meno vistose.
Nel primo caso, i giovani hanno già operato il Grande Cambiamento, negli altri tre si confida che lo faranno a breve. Anzi, Giovanni Paolo II non parla di un grande cambiamento, parla di un costante rinnovamento generazionale - e in effetti è l'unico che ci azzecca.
Insomma, si parla (tranne nel primo) dei giovani che stanno gestando il futuro - che, si spera, sarà glorioso. Non è un concetto nuovissimo.
La scelta del brano di Mussolini perplime. Mussolini è stato senz'altro una figura di grande importanza nella storia italiana, lavorò molto sulla gioventù e le sue potenzialità - ma in questo brano non si parla dei giovani che costruiranno il futuro, si parla (poco) dei giovani che l'hanno già costruito; il primo tag che viene in mente per soggettarlo non è certo "giovani", è "Matteotti. delitto".
Gli altri tre sono discorsi importanti nel loro contesto storico, magari gravidi di conseguenze potenziali e reali, ma come importanza non reggono certo il confronto - nemmeno l'enciclica, che non è tra le più celebri di Giovanni Paolo II. In compenso sono, tutti, assai pertinenti con l'argomento assegnato.

La scelta del primo documento ha fatto molto discutere ed è stata vista da alcuni come l'ennesimo tentativo di legittimazione di Mussolini e del fascismo da parte del governo attualmente in carica.
Difficile capire, in questo caso, che tarantola abbia morso il governo in questione nel citare proprio questo passo, che c'entra il giusto con il tema proposto e si ricollega direttamente ad uno dei peggiori crimini del Ventennio nonché al triste momento in cui tutto quel che ancora restava della democrazia italiana venne stracciato e utilizzato per far prendere meglio la fiamma nei caminetti. Altri passi, ben più giovanilistici e giovanileggianti avrebbero potuto servire meglio allo scopo, vien da pensare, e avrebbero costituito documenti ben più pertinenti che non avrebbero offerto il destro a critiche.
In effetti, il brano di Mussolini sembra la risposta sbagliata in uno di quei giochi del tipo "Trova l'intruso".

Forse è stata un'abile manovra che ha sfruttato il fatto che le tracce spesso sono conosciute solo per sintesi. Lanci la notizia "Nei temi c'è Mussolini!". Prontamente una schiera di giornalisti, opinionisti. intellettuali etc. ruggisce "No! Nei temi non deve esserci Mussolini! Il MIUR ha fatto un grave errore!". Allora una schiera di opinionisti, giornalisti etc. filogovernativi insorge "Vedete come sono cattivi? Criticano la presenza di Mussolini nelle tracce. Vogliono rimuoverlo dalla storia italiana!".
Ma, sinceramente, mi sembra un po' contorta: d'accordo che in questo periodo buona parte delle alte sfere sembra piuttosto suonata, ma insomma...

Tuttavia, alla luce delle mie conoscenze storiche, sociali, filologiche e organolettiche nonché a forza di rileggere quei testi un filo conduttore l'ho trovato:

"I leader politici sono sempre pronti ad apprezzare il ruolo dei giovani in politica, soprattutto quando parlano ad assemblee giovanili, e ad apprezzare apertamente i giovani... disposti a farsi incanalare sulla strada che è stata loro preparata".
E infatti Mussolini apprezza la migliore gioventù italiana, ma non sembra entusiasta della molta gioventù che militava tra i socialisti (i comunisti all'epoca erano merce rara), Togliatti vede nelle masse dei giovani esterni al partito tante pecorelle che i suoi baldi giovani comunisti dovevano accortamente convertire, il papa con la sua enciclica non intendeva certo inserire tra "le forme invecchiate da sostituire con altre più consone ai tempi" il rifiuto del sacerdozio femminile o la condanna delle unioni gay, mentre Aldo Moro loda l'ingresso dei giovani in politica in un momento in cui inimicarsi i giovani poteva portare conseguenze piuttosto pesanti in termini elettorali.
Insomma, un giovane accorto dovrebbe diffidare in cuor suo dei politici, soprattutto quando costoro lodano i giovani in questione - perché ai politici manipolare le masse piace e di solito si ingegnano di farlo quanto più gli è possibile.

D'accordo: anche questa non è una di quelle scoperte epocali che cambiano il corso della storia. Sono cose che si sanno, anzi fanno parte del pensiero più spicciolo dei giorni nostri.
E, di nuovo, non si capisce che tarantola abbia morso il governo o il MIUR nella scelta dei testi.
E' davvero il caso di ricordare alle potenziali nuove leve che la politica talvolta tende a strumentalizzare la gente? Di incoraggiare le nuove leve a diffidare della politica? Di fornire impianti umidificatori agli abitanti dell'Amazzonia, e congelatori agli esquimesi?
(O forse qualche frondista del MIUR ha colto il destro per infilare un brano apparentemente fuori tema ma che risulta piuttosto attuale ed offre il destro a molte e molte riflessioni, utili per tutti i giovani - intendendo per "giovani" tutti coloro che hanno dai nove ai centonove anni?)