
Eowyn, la fanciulla guerriera, bella eppure terribile, per me è arrivata prima di Camilla e di Bradamante e di Clorinda, prima di Angelica, la ribelle del Poitou, perfino prima di Brunilde.
La scena è di quelle che non si dimenticano, anche se dura solo un paio di pagine: elmo slacciato e capelli al vento, per difendere il corpo del re che ama come un padre, e che è caduto durante la carica dei Rohirrim, Eowyn si ritrova ad affrontare il nemico più terribile: il capo dei Nazgul, in pieno spolvero e assai baldanzoso per un'antica profezia di Glorfindel che lo dava immune ai colpi di qualsiasi uomo vivente.
"Io non sono un uomo vivente. Stai guardando una donna" lo informa Eowyn. E il re degli stregoni rimane perplesso. Ne ha ben donde perché la donna, aiutata dal mezzuomo Mariadoc, lo sistemerà in pochi colpi.
Eowyn ha dunque abbandonato il focolare domestico e il suo dovere di custode della casa per andare in battaglia - un vero colpo di testa, se mai se ne vide uno. Di questo però nessuno penserà a biasimarla nemmeno con una parola e anzi tutti loderanno senza risparmio il suo coraggio e il suo valore. Quanto a lei, scoprirà che la battaglia è la miglior cura per lo stress da casalinga e che finita la guerra si può piacevolmente anche fare l'amore.
Unico inconveniente: un braccio rotto. Ma glielo curano benissimo, dice. Roba da poche settimane di degenza.