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lunedì 19 agosto 2013

Manuale del Perfetto Insegnante - Il Bravo Studente


Illan Rachov The Lamb of God in the Heavens.
Da uno dei soffitti della sede dell'ambasciata vaticana in Bulgaria, l'Agnello di Dio che Toglie i Peccati dal Mondo guarda con affetto e benevolenza la sventurata umanità. Con la stessa benevolenza e compassione, se non proprio con affetto, ci auguriamo che i nostri illuminati allievi guardino a noi scialbi e inadeguati docenti, aiutandoci nel nostro cammino esistenziale.


Il Perfetto Insegnante (onde continuare ad essere perfetto, o almeno abbastanza valido) deve tenersi sempre aggiornato, non solo per quanto riguarda la sua disciplina, ma anche sulle indicazioni che il Ministero dell'Istruzione (un tempo Pubblica) gli impartisce con una certa frequenza.

A volte, insieme alle indicazioni, il Ministero lo lusinga anche con liete prospettive. E' il caso delle recenti Indicazioni Ministeriali, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 30 del 5 Febbraio 2013, dove vengono descritte in forma  essenziale le competenze che un ragazzo deve dimostrare di possedere una volta conclusa la scuola media. Più avanti questo quadro viene definito, un po' più blandamente, l'obbiettivo generale del sistema educativo e formativo italiano, forse per non deprimere eccessivamente chi in questo sistema educativo e formativo si ritrova per avventura a lavorare davanti alla prospettiva di una richiesta del tutto superiore alle sue deboli forze. Tuttavia quest'ultima attenuazione è una precauzione forse eccessiva, in quanto è chiaro che l'alunno rispondente a cotal quadro certo non lo sarà per merito dei suoi insegnanti, bensì per sua intrinseca perfezione. Del resto, è ormai arrivata l'Età dell'Acquario e una nuova umanità sta prendendo forma. I quattordicenni qui descritti sono senza dubbio le prime avanguardie di questa felice evoluzione della nostra specie, che sta a noi comuni mortali nello stesso rapporto con cui le monete d'oro zecchino stanno a quelle di latta.

Cosa viene richiesto dunque a questo meraviglioso Ragazzo Ideale?
Una parte degli obbiettivi, soprattutto scolastici, sono tutto sommato accessibili:  con impegno e collaborazione reciproche e buone strutture e attrezzature è senz'altro possibile venirne a capo, almeno in una buona parte dei casi.
Infatti all'alunno, che ormai è in grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità, le situazioni di vita tipiche della propria età e si impegna a portare a compimento il lavoro iniziato da solo o insieme ad altri rispettando le regole condivise è richiesta una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere le proprie idee nonché di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni. Nell'incontro con persone di diversa nazionalità è in grado di esprimersi a livello elementare in lingua inglese e di affrontare una comunicazione essenziale, in semplici situazioni di vita quotidiana, in una seconda lingua europea. Utilizza la lingua inglese nell'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Si orienta nello spazio e nel tempo. Ha buone competenze digitali. Possiede un patrimonio di conoscenze e nozioni di base ed è allo stesso tempo capace di ricercare e procurarsi velocemente nuove informazioni ed impegnarsi in nuovi apprendimenti anche in modo autonomo. Ha cura e rispetto di sé. Ha attenzioni per le funzioni pubbliche alle quali partecipa nelle diverse forme in cui questo può avvenire: momenti educativi informali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro, occasioni rituali nelle comunità che frequenta, azioni di solidarietà, manifestazioni sportive non agonistiche, volontariato, ecc. Si assume le sue responsabilità. Dimostra originalità e spirito di iniziativa. In relazione alle proprie potenzialità e al proprio talento si impegna in campi espressivi, motori ed artistici che gli sono congeniali.  
Un bravo ragazzo abbastanza educato e istrutto, dunque, che sa arrangiarsi q.b. nella vita di tutti i giorni ed è capace di coltivarsi qualche interesse in autonomia, inserito nel suo contesto sociale e disponibile a mettersi un po' in gioco e all'occorrenza a dare una mano per quel che serve intorno a lui.

Per raggiungere questi obbiettivi la scuola italiana può e deve migliorarsi onde fornire un servizio sempre più efficiente, e agli insegnanti, com'è giusto, è chiesto di migliorare contenuti e qualità delle lezioni ed affinare le loro tecniche.
Ma insomma siamo tra esseri umani, lavoriamo con gli esseri umani e impegnandoci al meglio delle nostre capacità e possibilità possiamo senz'altro collaborare con i nostri allievi per lavorare in questa direzione. Di fatto, già lo facciamo e molti dei quattordicenni che ci girano intorno rispondono a questa descrizione, un po' anche per merito degli insegnanti che, sì come prevede il loro contratto di lavoro, gli hanno insegnato un italiano corretto, un po' di inglese etc.

Tuttavia, questi obbiettivi concreti, sensati e raggiungibili anche se non proprio scodellati su un vassoio d'argento, sono abilmente infrattati in un quadro che, oggettivamente, richiede ben altre capacità agli alunni, che soltanto attingendo alle risorse di una natura evoluta possono sperare di conseguire almeno una parte di quanto richiesto, e che, qualora riuscissero ad arrivarci, dovranno   attribuire solo e soltanto a sé stessi medesimi il merito di cotal riuscita, in quanto avranno dovuto attingere a risorse e aiuti ben superiori a quelli che un povero e modesto insegnante, ancorato suo malgrado ma in modo irreversibile alle molte miserie del mondo, può tentare di dare. Anzi, laddove gli allievi raggiungano siffatti obbiettivi saranno gli insegnanti stessi a doverli ringraziare con fervore per il grande aiuto che questi ragazzi gli avranno dato sfiorandoli con la loro luminosa perfezione.

Infatti, al termine del primo ciclo, lo studente, secondo il quadro prospettato nelle Indicazioni,  affrontain autonomia le situazioni di vita tipiche della propria età, ma lo fa esprimendo la propria personalità in tutte le sue dimensioni, avendone raggiunto un'adeguata consapevolezza (con grande e comprensibile ammirazione non disgiunta da profonda invidia da parte non solo degli insegnanti, ma di tutti gli adulti che malamente si barcamenano per conoscere la propria, di personalità, avendone per lo più una visione assai ingannevole e ingannata, com'è tipico dei comuni mortali). E davvero il ragazzo deve conoscere bene la sua natura e la sua anima, perché ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti, utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere sé stesso e gli altri, per riconoscere e apprezzare le diverse identità, le tradizioni culturali e religiose, in un'ottica di dialogo e rispetto reciproco. Per di più chiede aiuto quando si trova in difficoltà e, ancor più mirabile prodigio, sa fornire aiuto a chi lo chiede
Naturalmente questa creatura consapevole, sensibile in sommo grado, altruista e tollerante, è anche un ottimo cittadino, che assimila il senso e la necessità del rispetto della convivenza civile 
Oltre a conoscere sé stesso e gli altri (con i quali altri si mostra assai rispettoso e tollerante, e il cielo sa che questo se lo deve imparare in proprio, perché di sicuro non sarà l'attuale umanità vivente ad insegnarglielo), questo meraviglioso ragazzo-mutante è anche capace di interpretare i sistemi simbolici e culturali della società. Inoltre le sue conoscenze matematiche e scientifico-tecnologiche gli consentono di analizzare dati e fatti della realtà e di verificare l'attendibilità delle analisi quantitative e stilistiche proposte da altri. Questa è una vera fortuna per gli insegnanti tutti, che finalmente potranno smettere di preoccuparsi non solo dell'attendibilità dei dati forniti dai libri di testo (tanto, ci penseranno gli alunni a individuare quelli che sono attendibii, separandoli da quelli che non lo sono) ma anzi impareranno finalmente a districarsi anche nella vita di tutti i giorni nell'ingannevole giungla di dati spesso manipolatorii con cui i mass media bombardano regolarmente tutti noi. Per l'Italia si apre finalmente una nuova era, e finalmente la smetteranno di cercare (con successo) di farci credere che Giulio Cesare è morto per il gran sonno.
Di conseguenza il possesso di un pensiero razionale di cui l'alunno è evidentemente dotato d'ufficio (e beato lui!) consente a questa schiera di nobili creature che presto allieteranno la terra di affrontare problemi e situazioni sulla base di elementi certi e di avere consapevolezza dei limiti delle affermazioni che riguardano questioni complesse che non si prestano a spiegazioni univoche. Fortunata creatura, in possesso di cotal bussola che gli permette di navigare nel nostro ingannevole mondo sventandone insidie e intrighi! Inoltre il meraviglioso individuo ivi descritto (che si spera acconsenta magnanimamente a soccorrere il suo assai sprovveduto corpo docente e lo aiuti  con spirito di carità nella via della conoscenza e della comprensione) osserva e interpreta ambienti, fatti, fenomeni e produzioni artistiche, oltre ad usare con consapevolezza le tecnologie della comunicazione per distinguere informazioni attendibili da quelle che necessitano di approfondimento, di controllo e di verifica e per interagire con soggetti diversi nel mondo.
Non più notizie e dati approssimativi o addirittura falsi! Basta con i complotti demoplutogiudaicomassonici per conquistare la terra, basta con i protocolli di Savi di Sion, non più leggende metropolitane o allarmi abilmente diffusi, niente più avvenimenti distorti dalla propaganda e dalla malafede: le nuove generazioni faranno finalmente piazza pulita di tutto il ciarpame di falsità e menzogne che ci circonda e decideranno e agiranno solo sulla base di quanto il loro pensiero razionale ha elaborato partendo da dati oggettivi e inoppugnabili, in barba a tutti gli sforzi per deviarli e ingannarli. Ai loro occhi limpidi e luminosi la Verità si rivelerà in tutta la sua nuda precisione.

Inutile farli continuare a studiare (tanto han già dimostrato abbondantemente di essere capacissimi di studiare da soli, senza l'aiuto dei loro docenti, che certo non avrebbero mai potuto insegnargli quel che loro stessi non sapevano): appena usciti dall'esame delle medie le agenzie di informazione di tutto il mondo faranno a botte per assicurarsi la prima mandata di queste nuove leve, con grande disperazione dei politici tutti. I più pazienti e meritevoli tra questi quattordicenni mutanti, invece, gestiranno corsi serali per adulti, cercando di trasmettergli almeno un po' delle loro eccelse capacità.

I primi drappelli di questa nuova umanità dovrebbero arrivare già a Gugno dell'anno prossimo. C'è ancora un po' da aspettare, ma senza dubbio ne vale la pena e anzi l'attesa accrescerà il piacere.
Con il loro arrivo, certo, gli insegnanti dovranno cercarsi un altro lavoro, essendo il loro divenuto del tutto superfluo. Ma tanto in Italia c'è molta campagna da ripopolare.

mercoledì 20 luglio 2011

Manuale del Perfetto Insegnante - Il Bravo Insegnante

              Budda: dopo la sua illuminazione rappresenta un modello piuttosto valido per noi insegnanti.
Certo, sembra che anche lui avesse i suoi difetti....
Che cosa sia esattamente un Bravo Insegnante è questione invero assai complessa. Esistono però un buon numero di qualità su cui tutti concordano e che trovano assolutamente basilari, e possiamo senz'altro partire elencando quelle.
Il Bravo Insegnante deve essere innanzitutto preparatissimo sulla disciplina che insegna, avendone ampia competenza sia sul piano teorico che su quello pratico. La sua non deve essere una conoscenza superficiale e nozionistica della materia, bensì una reale competenza che lo renda profondamente consapevole delle sue più profonde implicazioni; tale competenza è stata acquisita a suo tempo con lunghe ore di studio e di applicazione pratica, ma viene costantemente rinnovellata grazie ad una puntigliosa opera di aggiornamento che gli permette di conoscerne tutti i nuovi sviluppi, e le implicazioni con la società contemporanea in essi impliciti, oltre ai nuovi indirizzi verso cui cotale disciplina si va incamminando, naturalmente inseriti nel vasto quadro dell'evoluzione del pensiero e della cultura mondiali. Tale vasta ma accurata conoscenza gli permette di non lasciare insoddisfatte le legittime curiosità dei suoi allievi e di porsi nei loro confronti come un ineludibile punto di riferimento, riuscendo nel contempo ad indirizzare i più interessati verso gli opportuni approfondimenti.
Il Bravo Insegnante deve poi saper esporre la sua disciplina in modo semplice, efficace e nel contempo preciso, adeguandosi al livello linguistico e didattico dei suoi allievi e avvalendosi di tutte le moderne tecniche didattiche, che sa opportunamente dosare nonché adattare ai singoli casi. Deve inoltre essere consapevole dell'effettivo potenziale dei suoi alunni, adattandosi ai casi particolari con una programmazione su misura che tenga conto delle loro eventuali difficoltà.
Il Bravo Insegnante verifica costantemente il grado di preparazione dei suoi allievi, ne conosce le lacune, sa come indirizzarne il recupero, prepara per loro prove di verifica adeguate e numerose che tengano conto dei più moderni criteri di docimologia e valuta il loro percorso didattico considerando tutte le variabili del caso. La sua valutazione è trasparente e segue criteri noti, conosciuti e spiegati chiaramente agli alunni.
Il Bravo Insegnante sa gestire ogni tipologia di allievo, a partire dallo straniero digiuno di italiano che piomba in classe a metà anno dai più remoti angoli del pianeta, fino ai ragazzi con gravi difficoltà di socializzazione; sa placarne i contrasti, smontarne i pregiudizi, ammorbidirne le difficoltà di adattamento. E' in profonda sintonia con la classe, di cui comprende le correnti e i contrasti interni, che sa armonizzare e indirizzare in modo proficuo.
Il Bravo Insegnante sa rendere la classe un luogo accogliente dove, esauriti i motivi di contrasto, i suoi Bravi Allievi riescono ad integrarsi armoniosamente con i compagni, gli insegnanti, la scuola, la società e il mondo; indirizza la crescita interiore dei suoi alunni e insegna loro i valori della fiducia, dell'amore, dell'apertura al Vicino e della tolleranza e del rispetto verso il Diverso. Si pone nei confronti dei suoi allievi come un modello positivo e come comfidente autorevole, guidandoli nella crescita individuale.
Sa orientarli verso scelte valide sul piano sociale e professionale e sa aiutarli a costruirsi una personalità forte e un giusto sistema di valori. In pratica: li aiuta a crescere nel rispetto delle loro individualità e sa potenziarne le capacità.
Il Bravo Insegnante sa interfacciarsi con i colleghi, collaborando con loro per la crescita armoniosa delle classi come dei singoli allievi. Collabora in modo costruttivo con i genitori venendo incontro alle loro richieste ed esigenze e tenendo conto delle loro osservazioni.
Il Bravo Insegnante ha un carattere amabile e fermo: in lui una dolce disponibilità alle esigenze degli alunni si uniscono alla giusta fermezza nel richiedere l'osservanza delle regole di comportamento. Sa tenere la giusta disciplina in classe e sa gestire gli alunni al di fuori dell'ambiente scolastico, con responsabilità e attenzione. E' dotato di una profonda comprensione dell'animo umano e sa reagire con prontezza alle situazioni impreviste.
Il Bravo Insegnante mantiene sempre il decoro previsto dal suo incarico: non alza la voce, non porta i suoi problemi personali a scuola, non tiene atteggiamenti scomposti, si veste e si cura in modo impeccabile e adeguato al suo ruolo, si mostra coscienzioso nell'adempimento dei suoi doveri ed ha cura di non sprecare il tempo delle sue lezioni con chiacchiere inconcludenti, leggendo il giornale o simili. Trasmette in tal modo ai suoi alunni un senso di disciplina che rende spontaneo da parte loro l'adeguamento alle varie regole. E' scrupoloso nell'adempiere ai suoi doveri: evita le assenze immotivate ed è tempestivo nel raggiungere la nuova classe al cambio dell'ora.
Il Bravo Insegnante, grazie al suo buon carattere e a una notevole dose di diplomazia intrattiene ottimi e proficui rapporti anche con il personale non docente della scuola (segreteria e custodi) e con il Dirigente Scolastico. Rispetta le scadenze, tiene in ordine la documentazione e gestisce con precisione e nei giusti tempi i registri di classe e personali.
Si tratta insomma di una persona di grande cultura, intelligenza, saggezza e diplomazia, perfettamente centrato sul piano interiore, in possesso di un mirabile equilibrio e dotato di un grande senso del dovere. Praticamente un Illuminato. Non sorprenderò dunque che una persona tanto saggia ed equilibrata non dia eccessivo peso agli status symbol e accetti senza problemi una retribuzione che non gli consente di accedere facilmente ai beni di lusso più pregiati.
Date queste premesse, invero di carattere piuttosto elevato, non sorprenderà che gli insegnanti reputati all'altezza del loro delicato e complesso lavoro non siano molti: al contrario, è assolutamente sbalorditivo che ce ne sia pur qualcuno che risponde quasi perfettamente a questi requisiti e che inoltre molti possiedano una buona parte delle qualità elencate.
Più normale è invece scoprire che, ahimé, esiste anche una buona fetta di insegnanti che è decisamente lontana da questo luminoso archetipo.
Insomma, un conto è il Bravo Insegnante e un conto sono i comuni insegnanti che popolano le varie cattedre. A questo proposito si impongono alcune di considerazioni, molto pedestri.
Primo: in un paese dove l'obbligo scolastico è di dieci anni e si punta verso l'istruzione di massa, di insegnanti ne servono parecchi, e nel caso dell'Italia il "parecchi" si conta nell'ordine di qualche centinaio di migliaia anche dopo i tagli, anzi la razionalizzazione del Ministero Tremonti-Gelmini.
Secondo: qualunque sia il criterio scelto per il reclutamento dei docenti, costoro vanno reclutati tra i comuni mortali perché al momento non disponiamo di tecniche adeguate per convincere gli abitanti del Superuranio a onorarci della loro presenza e dei loro senz'altro preziosi insegnamenti.
Terzo: per quanto perfetto possa essere il Bravo Insegnante, costui si ritrova a lavorare in un mondo imperfetto, e ciò gli è di notevole ostacolo per dispiegare tutta la sua perfezione. Di questo mondo imperfetto fanno parte un'infinità di fattori uno più terra terra dell'altro, dalla difficoltà a far funzionare il laboratorio di informatica all'epidemia di influenza che falcidia gli alunni alla spicciolata. Naturalmente in un paese in recessione economica questi fattori aumentano di giorno in giorno, ma sono anche presenti in paesi prosperi e ben governati.
Ne consegue quindi che, per quanto sia preciso dovere di ognuno di noi cercare di migliorare, per quanto consentito alle nostre deboli forze, il mondo che ci circonda, tuttavia è opportuno prendere atto dell'ìintrinseca limitatezza della natura umana e, al momento di affrontare il delicato problema del Reclutamento dei Docenti, è necessario prima di tutto armarsi di un certo realismo e accettare di operare nel mondo che ci circonda, qui e adesso, e non nel migliore degli universi possibili.

N.B.: nella sua sconcertante banalità, il post qui presente non è da considerarsi rivolto agli alunni o ai loro genitori (i quali hanno naturalmente diritto ad aspettarsi il migliore degli insegnanti possibili essendo gli utilizzatori finali del servizio, ovvero quelli che pagano) bensì agli esperti di didattica e di scuola, i quali sembrano del tutto inconsapevoli del fatto che la scuola è una realtà magari imperfetta ma concreta ed è popolata di esseri ben più pertinenti alla realtà fenomenica che al mondo delle idee.