Qual è quell'animale viscido che striscia e che non ha orecchie?
Il direttore d'orchestra, oppure Mrs. Piton Minor
Mrs. Piton Minor non era meno stronza di Mrs. Piton Maior. Al contrario, lo era di più e in modo più squallido. Tuttavia ai miei occhi è sempre stata una figura di minor rilievo della sua collega, perché come insegnante valeva meno.
Ci insegnò inglese per i due anni del ginnasio (ai miei tempi al liceo classico la lingua straniera spariva al triennio, che mi è sempre parsa una gran stupidaggine. Pochi anni dopo infatti rimediarono). Nei suoi confronti partivo con un pregiudizio favorevole, perché amavo (poco corrisposta) la lingua inglese e stravedevo per la letteratura inglese, le usanze inglesi, la musica inglese e insomma per tutto quanto aveva a che fare con l'Inghilterra.
Amare Mrs. Piton Minor però si rivelò del tutto improponibile.
Pur essendo italianissima, costei sembrava uscita da un romanzo di Agatha Christie. C'è sempre, nei romanzi della Christie, una persona di mezza età acida, conservatrice, noiosa, molto piùcheretta, imbevuta di pregiudizi e di luoghi comuni e del tutto priva di senso dell'umorismo; di solito, per tre quarti del libro, testimonia con sicurezza di aver visto questo e quello ma poi risulta che ha visto solo quel che credeva, deviata appunto dalle sue prevenzioni. Solo dopo aver smontato in quel senso la sua testimonianza (cui non danno gran peso sin dall'inizio, avendo capito il tipo) Poirot o Miss Marple si incamminano verso la soluzione del caso.
Nel frattempo costui/costei sbuffa e si lamenta della polizia, dei giovani d'oggi e dell'impertinenza degli stranieri, e quando arriva la soluzione del giallo si lamenta moltissimo perché il colpevole non è il giovane comunista o lo straniero o l'intellettuale debosciato (che si rivela un cittadino integerrimo) o la giovane ballerina di dubbia reputazione (che risulta poi una donna di saldi principi).
Lei era così.
Il suo inglese era piuttosto polveroso (ma questo lo scoprimmo solo più avanti negli anni) e le sue lezioni di una noia mortale. Aveva, forse per un disguido, adottato una grammatica brillante e assai ben fatta, con dei fumetti molto divertenti che lei smontava regolarmente, e dei libriccini di storielle che avevano la pretesa di essere divertenti e avrebbero fatto scendere il latte ai ginocchi a un bue (e non dev'essere stato facile, nemmeno per lei, trovare un libro di storie tanto insulse scritte in inglese).
Era anche lei Tremenda, e decisamente scortese - ma, anche lei, non con tutti. Alcuni la ricordano ancora con orrore e a suo tempo l'han vissuta con terrore. Io, che la vivevo con una certa blanda indifferenza, non mi spiegavo il motivo di tanta paura, anche se con lei navigavo su un patetico seuccio malamente raffazzonato in barba al mio diligente studio. D'accordo, ho sempre studiato inglese con grande devozione e scarsi risultati, ma alle medie ogni tanto balenava la speranza di un sette. Con lei, mai.
La cosa comunque non mi toglieva il sonno: studiavo inglese per me, non per il voto, e inglese continuava a piacermi nonostante tutto. Passavo le ore a tradurmi i testi delle mie canzoni preferite, sapevo a memoria Jesus Christ Superstar e le canzoni del Signore degli Anelli, leggevo tonnellate di romanzi inglesi di alta, media e bassa levatura (in italiano) e anche se tutto ciò non produceva alcun frutto scolastico continuai a farlo con piacere.
Con me, a parte darmi voti scadenti (che probabilmente meritavo), non passò mai i limiti. Forte dei tre anni di esperienza con Mrs. Piton Maior sospettavo assai che ciò fosse dovuto al mio atteggiamento, che lasciava chiaramente intravedere che ero docile e rispettosa MA che se mi avessero toccato in qualche punto debole mi sarei trasformata all'istante in una vipera. Non potei non notare però che la sua vittima preferita era una ripetente figlia di operai (dotati di scarse finanze e ancor più scarso background culturale) e per giunta assai militante nelle formazioni di estrema sinistra del liceo - perché sì, sembra incredibile ricordarlo, ma in quegli anni al Liceo Galileo avevamo grande abbondanza di formazioni politiche di sinistra. La fanciulla in questione, una bravissima ragazza sotto tutti gli aspetti, e pure piuttosto diligente, non aveva una gran capacità di difesa. Può succedere, a quindici anni.
Con gli anni riuscii a capire che la discriminazione non avveniva solo in base al censo, ma anche alla provenienza geografica: chi era di Firenze aveva un trattamento, chi veniva dai paeselli limitrofi ne aveva ben altro - con la rilevante eccezione di Fiesole, che da sempre ospitava una parte dell'alta borghesia (e pure della nobiltà) fiorentina. Gli altri "non erano adatti al liceo classico, e avrebbero dovuto accorgersene da soli", questo era il concetto sottaciuto. Siccome a me non era mai passato dall'anticamera del cervello di operare una vera distinzione tra fiorentini e contadini (da intendersi come "abitanti del contado") non riuscivo a trovare un minimo comun denominatore tra gli sfigati oggetto del trattamento peggiore, ma una volta che Sary mi ebbe illuminata in merito (e anche lei non ci arrivò subito) tutto risultò più chiaro. Va da sé che la maggior parte dei "contadini" non erano figli di notai e architetti di grido - non tanto perché quei paeselli della cintura fiorentina fossero privi degli uni e degli altri, ma semplicemente perché era andata così.
Tutto ciò mi indusse a una parziale riabilitazione di Mrs. Piton Maior, che al nostro status sociale non badava affatto.