Ebbene, è la Rowling. Non potrei mai dire male di J.K. Rowling, cui devo tanta riconoscenza e che tanto apprezzo come scrittrice. Davvero, non oserei
E tuttavia, lo ammetto, se non ci fosse stata di mezzo la Sua augusta penna questo libro lo avrei scansato come la peste, e a metà della terza pagina mi stavo seriamente domandando se mi conveniva continuare.
Naturalmente è scritto bene. E quando mai J.K. Rowling scrive male? Non certo qui.
Ma, lo ammetto, i serial killer non li reggo proprio. Lo so che è un genere che va di moda e che oggi usa immedesimarsi anche nel loro punto di vista; e so anch'io che ci sono libri dedicati a serial killer che hanno venduto milioni e milioni di copie. Non grazie a me, comunque.
E' un genere di cui mi sfugge il fascino. Che cavolo me ne frega di immedesimarmi in un serial killer? Non lavoro nella polizia, che per lavoro è tenuta ad occuparsene, e per mia fortuna non ci ho mai avuto a che fare (altrimenti non sarei qui a scrivere). So che non si dovrebbe mai dire "mai", ma, ecco, non è un tipo di personalità che riesce a far risuonare alcuna corda nel mio animo e non riesco proprio a immaginarmi in quei panni.
Terroristi? No, non è il mio genere, ma chissà, in circoostanze del tutto diverse avrei potuto ritrovarmici. Omicidi plurimi e aggravati? Oh, nella mia mente ne commetto in quantità. Ma mi serve pur sempre un motivo.
D'accordo, anche i serial killer hanno i loro motivi - il primo, par di capire, è che uccidere gli piace. Ma insomma, non so che farci, proprio non mi ci ritrovo.
Detto questo, per amore di J.K. Rowling ho letto anche il libro che qui vado a presentare, e che appunto parla di un serial killer; non solo, ma passate le prime pagine non è stato un sacrificio.
Del resto anche quelle prime spiacevoli (per me) pagine hanno un loro perché, come anche aver scelto sì sgradevole (per me) soggetto è proprio da quelle prime pagine che impariamo subito che nel mirino del serial c'è Robin, la segretaria e assistente di Cormoran Strike. E non solo è nel mirino, ma è pure sotto stretta sorveglianza, e da parecchio tempo Stavolta l'insidia è, letteralmente, dietro l'angolo di casa. E lei non ne ha la minima idea. Cormoran ci arriva, a un certo punto, ma per un bel pezzo nemmeno lui si rende conto di quanto è effettivamente vicino il pericolo - anche perché, se se ne rendesse conto subito, il romanzo finirebbe verso pagina 40, circa a un quindicesimo del suo percorso.
Anche la scelta del tipo di assassino, ripensandoci, ha un suo perché, strettamente legato alla trama interna del romanzo, quella che riguarda i due investigatori
Del resto, cosa c'è di più apparentemente illogico e apparentemente imprevedibile di un serial killer?
Ma andiamo per ordine.
Un bel mattino Robin riceve un pacco prima di entrare in ufficio. Firma la ricevuta, entra, avvia la solita trafila di quando inizia la giornata lavorativa Poi apre il pacco.
Il pacco contiene una gamba. In pratica, un pezzo di cadavere.
Sul cadavere sono tatuati i versi di una canzone, che Cormoran conosce molto bene e che formano una delle piste dell'investigazione, quella che conduce alla sua defunta madre (il romanzo trabocca di citazioni musicali, soprattutto dalle canzoni dei Blue Oyster Cult; che sarebbe un pregio, non fosse che qui in Italia il culto dell'ostrica azzurra non è stato mai molto diffuso, pur essendo costoro un degnissimo gruppo musicale).
Ci sono altre due piste, legate pure quelle al passato di Cormoran. Del resto la gamba è stata mandata a lui, e chi spedisce gambe tagliate presumibilmente non è persona che si raccomandi per il suo perfetto equilibrio mentale. Si tratta dunque di risalire agli squilibrati più squilibrati tra i molti con cui Cormoran ha avuto a che fare nel suo complesso passato - e sono un bel campionario, scopriamo.
Il risultato della scrematura sono tre individui, uno più sgradevole dell'altro, che non hanno assolutamente nulla che li raccomandi all'indulgenza o all'interesse del lettore. Costoro a loro volta hanno avuto una vita piuttosto movimentata, contrassegnata da cambi di identità e di indirizzo. Tanto per intendersi, si tratta di gente deprimente e depressa, e gli ambienti in cui si svolgono le indagini somiglia molto ai punti più deprimenti del Seggio Vacante - o, per chi gradisse un paragone più potteriano, è come passare qualche centinaio di pagine in casa Marvolo, l'adorabile ramo materno della famiglia di Voldemort.
La ricerca è complicata - ancor più complicata dal fatto che la polizia, che si sta attivamente occupando del caso, non gradisce interferenze, ma che le interferenze da parte dell'agenzia sono rese necessarie non tanto da delicate questioni di onore professionale, bensì perché i clienti si stanno volatilizzando come neve al sole e l'agenzia in questione rischia la morte per inedia.
Cormoran combatte una sua battaglia privata non solo per rintracciare l'assassino, ma anche perché Robin resti il più possibile fuori dalle indagini, che stavolta possono rivelarsi molto pericolose per lei.
Robin a sua volta combatte con tutte le sue forze per non essere lasciata fuori dalle indagini per una serie di motivi che vanno chiarendosi solo molto lentamente (anche se ne abbiamo intravista qualche traccia nel romanzo precedente).
Nel frattempo il lettore viene abilmente depistato dalle intricate vicende sentimentali della ragazza, ormai a un passo dal matrimonio con il povero Matthew. Lo definisco "povero Matthew" non perché anch'io non abbia desiderato di strozzarlo più volte nel corso della lettura, in particolare verso la fine, ma perché sono convinta che il suo affetto per Robin è sincero; inoltre, non essendo un potenziale serial killer, è pur sempre un personaggio molto più gradevole della maggior parte dei personaggi che incrociamo durante la lettura.
La soluzione infine arriva e contiene anche un piccolo colpo di scena - non di quelli memorabili, da includere nella lista dei "Dieci colpi di scena che hanno cambiato la storia della letteratura", ma insomma un colpo di scena piuttosto rispettabile
Tuttavia il vero finale è un altro, di cui non conviene assolutamente parlare qui. Mi limiterò a dire che l'ultima pagina si chiude con un cliffhanger assolutamente micidiale, di quelli che ti lasciano ad uggiolare fuori dalla porta per tutta la notte. Capita, quando J. K. Rowling conclude il terzo romanzo di una serie.
In conclusione: ottimo per chi ama le storie di serial killer, e assolutamente indispensabile per chi segue la serie di Cormoran Strike.
Con questo post, un po' meno entusiastico del solito, partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro buone letture a chiunque passi di qua.
8 commenti:
Commentare qui è complesso. Questo terzo libro mi è decisamente piaciuto più del secondo, per me un po' eccessivo, ma HO INDIVIDUATO L'ASSASSINO A METÀ LIBRO...e questo per me è un problema. Confesso che ad un certo punto mi sono interessata più a Cormoran e Robin che al giallo.
Le tue recensioni sono sempre accattivanti, anche se non si sa nulla,come in questo caso, dei precedenti.
Il segnalibro è fermo a pag. 86 da più di un anno. Mi erano piaciuti i primi due, ma mi sono fermata lì. Quel tipo di romanzo mi mette angoscia, e cerco di evitare. La tua bella recensione mi spinge a riprenderlo in mano, anche perché Cormoran e Robin sono davvero bei personaggi.
Tutti saremmo capaci di uccidere, credo, per odio, amore, vendetta, pietà, e altri umani motivi, ma il serial killer uccide per piacere, perché lo può fare, perché si ritiene più intelligente e furbo degli altri. È un abominio che disturba l'ordine dell'universo.
Sono stata per anni una divoratrice di gialli e serial TV, ma da qualche tempo le storie buie e governate da una mente malata mi deprimono troppo. E allora mi rifugio nei classici, Sherlock, miss Marple, Poirot, oppure in storie con delitti caserecci che posso comprendere e districare perché logici, razionali. Come l'ultimo romanzo di Qiu Xiaolong "Cyber China" che ho finito di leggere ieri. Una storia di corruzione, con suicidio e morte per incidente (che tu capisci subito che tali non sono). Lettura rilassante con informazioni di prima mano sul pianeta sconosciuto-Cina.
La vita non è sempre logica e razionale, anzi, ma per essere informati sulla disumanità presente, bastano e avanzano le notizie del giornale.
Io lo ho adorato, e in biblioteca ha parecchio successo (leggasi non è mai sullo scaffale) anche perché Evidentemente spingo un tantino. Il Seggio vacante ha una sorte diversa, sempre scritto magistralmente, ma i personaggi sono tutti antipatici, non sono riuscita a leggerlo neanche io, per cui diventa un problema "venderlo". Cormoran e Robin son due personaggi invece molto belli e complessi, pieni di errori e contraddizioni ma con una bellissima umanità.
E invece a me Il seggio vacante è piaciuto. La dinamicissima parte finale giustifica la lentezza della narrazione. Che poi lasci con l'amaro in bocca è un'altra storia
grazie a Mel, prima di tutto, che si è sciroppato tra l'altro TUTTE le recensioni dei romanzi di J K Rowlin senza averne mai letto nemmeno uno ^_^
@Acquaforte
Sì, immaginavo che avresti compreso appieno il mio punto di vista... e anch'io preferisco di grandissima lunga il giallo classico, e più è classico e più mi piace, anche quando troppo classico non sembra, come Qiu Xiaolong; ad ogni modo penso che dovresti dargli una possibilità, appunto perché Cormoran e Robin lo meritano
@Dolcezze
Ah, di sicuro IO mi sono interessata molto di più a Cormoran e Robin che a tutto il sanguinantissimo resto! Ma non ho corso minimamente il rischio di capire chi era l'assassino, a malapena l'ho capito quando me l'hanno spiegato
@Bridigala
anche a me il Seggio Vacante è piaciuto - magari anche lì i personaggi non sono il massimo della simpatia, ma la storia è interessante - che è poi il motivo per cui alla fine sono riuscita a mandare giù anche La via del male
Eppure sai che ho assegnato il riassunto del Platano picchiatore? :-)
@Mel:
Magnifico ^_^
I tentacoli di J.K. Rowling si spandono nei luoghi più impensati!
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