Il mio blog preferito
lunedì 31 luglio 2017
Il bonus e i captivi (dura cosa è l'aggiornarsi)
E anche quest'anno per gli insegnanti è arrivato il bonus per l'aggiornamento: 500 euro croccanti e a corso legale da spendere in libri, biglietti di spettacolo, hardware e software e tante altre simpatiche cosarelle che servono a fare di noi dei docenti più bravi, più istruiti, più acculturati, più rilassati e con miglior conoscenza del viver del mondo.
Al contrario dell'anno scorso il MIUR però non si è limitato a sbatterceli sul conto in banca. No, quest'anno dovevamo seguire una complicata procedura iniziatica per entrare in possesso di quei soldi.
All'inizio non si sapeva bene come, e nella mia santa ingenuità pensavo che ci arrivasse la solita tessera magnetica da strisciare da qualche parte per pagare. Invece a fine Ottobre è risultato che no, sarebbe stato un affare più complesso.
Dovevamo prima di tutto identificarci, poi grazie a questa identificazione ci avrebbero dato uno SPID. Una volta avuto lo SPID ci saremmo dovuti iscrivere da una qualche parte, con tanto di password e username, e da lì avremmo generato appositi buoni con i quali avremmo pagato i vari fornitori.
Sembra un po' contorto? Sì, lo sembra. Anche perché esso lo è.
Ma nemmeno nei miei incubi peggiori avrei immaginato che sarebbe stato così complicato.
Un bel giorno di Novembre, disponendo di una ora buca e del computer della Sala Insegnanti provvidenzialmente libero decido di avviare la procedura di identificazione per ottenere quel cazzo di SPID. Dopo attenta ponderazione delle varie possibilità, decido di identificarmi attraverso le Poste. Tutti abbiamo un ufficio postale dietro l'angolo, giusto? Quindi non dovrebbe essere un problema farsi identificare lì.
MA per identificarmi alle Poste volevano che prima mi iscrivessi (alle Poste come altrove, sia chiaro, non è che alle Poste fossero più rompini degli altri rilasciatori di SPID. Semplicemente, seguivano le istruzioni ricevute).
Prima domanda: perché mi devo identificare? Non basta un qualsiasi avallo della Segreteria di scuola?
Lo stato ormai mi conosce. Conosce i miei dati, il mio codice fiscale, il mio casellario giudiziario, il mio stato civile e di salute. Ogni mese mi versa uno stipendio sul conto corrente, sa dove lavoro e dallo scorso anno sa persino che sono una insegnante meritevole, in base a criteri stabiliti dai miei amati colleghi. Come mai mi conosce abbastanza da versarmi tredici volte all'anno una retribuzione, per quanto non altissima, ma NON abbastanza da attribuirmi un modesto assegnuccio di 500 euro una volta all'anno?
Non è che fossi l'unica là dentro a pensarla così, s'intende, e tutti abbiamo deprecato la sciocchezza di doverci identificare. Ma siccome, una volta deprecato e criticato e lamentato e inveito contro questa deplorevolissima tendenza tutta italiana a complicare la vita all'individuo, la questione non si era spostata di un millimetro che fosse uno, alla fine ho avviato la complessa procedura di identificazione.
Intendiamoci, la procedura è effettivamente complessa e comprende tra l'altro l'inserimento del codice fiscale oltre che dei consueti dati anagrafici, oltre all'immissione di ben due diversi codici, uno ricevuto su casella postale e uno su cellulare. Tuttavia l'insieme non sarebbe stato così disperatamente complicato se il computer della sala insegnanti della scuola media di St. Mary Mead non avesse persistito a piantarsi alla quarta schermata. Ho poi scoperto che tutto il sistema funzionava "in modo ottimale" (ma vai a sapere se è vero) solo con Google Chrome, ma questo sulla circolare non era scritto.
Comunque, dopo il quarto tentativo ho chiuso tutto e sono andata a fare qualcosa di più produttivo, ben decisa a riprovare nel pomeriggio a casa mia.
Nel pomeriggio, a casa mia, il browser mi spiega che non riesce a stabilire una connessione sicura col sito richiesto. Stessa risposta mi dà nei giorni successivi.
Finché mi viene il dubbio che il problema sia nel mio computer, ormai anzianotto, e mi riprometto di riprovare col tablet.
E infatti col tablet va meglio, e riesco a richiedere il primo codice, quello che mi deve arrivare alla casella postale. Se non va bene il codice non c'è problema, mi assicurano nelle istruzioni, basta richiederne un altro.
Dopo quattro codici che non vanno bene al programma decido di abbandonare il tutto per riprovare nelle vacanze di Natale, quando la rete è più tranquilla e in pochi si preoccupano di ottenere il loro SPID.
Ahimé, una buona parte delle vacanze se ne va in affari al cui confronto la caccia a uno SPID imprendibile sembra un vero svago. Comunque, dopo la degenza e un bel po' di convalescenza, in Marzo decido che è il momento di riprendere in mano la situazione, anche perché sono di nuovo fisicamente in grado di andare alle Poste per identificarmi.
Così, un giorno in cui mi sento particolarmente bene (rispetto alla media del periodo) decido di ritentare l'avventura.
Arrivata al secondo codice che non vuole saperne di entrare chiamo il numero verde e spiego la situazione.
Mi spiegano che, in effetti, su certe versioni di Mopzilla ci sono dei problemi...
"Io uso Safari, non Mozilla".
Mi viene così spiegato l'arcano di Google Chrome.
Pur debilitata dal lungo e doloroso decorso dell'operazione, ho senz'altro abbastanza forza per ruggire.
"Non è scritto da nessuna parte che per avere questo bonus è necessario avere Google Chrome installato sul computer!".
"Ma non è necessario che lo tenga, può benissimo disinstallarlo, dopo" mi rassicura l'addetto del numero verde.
"Io non ho la minima idea di come si fa a installare e disinstallare un browser. Non l'ho mai fatto in vita mia e non ho nessuna voglia di provarci oggi".
Infatti la mia Regola Aurea col computer è: se tu non provi a giocare al Piccolo Informatico, lui farà il suo dovere. E' una regola che mi sono imposta sul campo, avendo avuto un bel po' di amici a cui giocare al Piccolo Informatico piaceva da pazzi e che hanno ridotto sull'orlo della crisi di nervi ben più di un computer.
Inoltre, dubito moltissimo che sul mio computer ormai anzianotto Google Chrome possa essere installato senza problemi. E comunque sulla circolare non sta scritto che io debba sapere installare un browser.
Pianto una grana che non finisce più allo sventurato addetto al numero verde, poi lo ringrazio comunque della consulenza e chiudo la chiamata.
In un lampo di ispirazione però decido, prima di cominciare il giro delle telefonate per sapere quale dei miei amici ha Google Chrome già installato, di fare un altro tentativo.
Sorpresa!
Tutto va liscio. Senza colpo ferire entrano prima il codice arrivato via mail e, un paio di schermate dopo, anche il codice arrivato via cellulare. Infine riesco a vedere, bella come un miraggio, la scritta che mi annuncia che ho finito l'iscrizione.
Felice e giuliva come mai nessuna ochetta lo fu corro festosa alle poste, dove la cortese impiegata avvia la procedura di identificazione... per poi scoprire che ho sbagliato a inserire il codice fiscale.
Ebbene sì. Ho sbagliato una lettera.
"Ma non può correggerlo lei?" provo a supplicare.
"No, io non posso farlo" mi assicura "Però è una procedura semplice, le basta rientrare nel sito".
Col mio consueto ottimismo, le credo.
Arrivata a casa mi precipito nel sito. E cosa succede non l'ho capito ma tanto armeggio che scopro di essermi iscritta come utente poste in qualcosa che con lo SPID non c'entra nulla.
Infine riesco, non dico a entrare, ma almeno ad accostare il sito giusto e la registrazione giusta; l'unico problema è che non mi permette di cambiare i dati.
Richiamo il numero verde. Naturalmente mi risponde un altro operatore e quindi posso sciorinare tutta la storia e deplorare la mia triste sorte e soprattutto meravigliarmi molto per quel che mi dice su Google Chrome. Recito una bella sceneggiata indignandomi molto, che di Google Chrome la circolare non aveva parlato, e che modo di fare era, e io ero solo una povera insegnante che voleva il suo SPID... dopo qualche minuto lo ringrazio per l'assistenza e chiudo la chiamata.
Poi riprovo, e stavolta entro tranquillamente.
Riscrivo il codice fiscale, lo controllo tre volte, do il comando di chiusura, poi torno alle Poste dove mi identificano senza colpo ferire.
Stremata ma soddisfatta torno a casa, dove mi concedo un parco spuntino per festeggiare il mirabile evento.
"Domani entro nel sito del MIUR e provo a produrre il buono" mi riprometto.
Ma il giorno dopo ho l'ultimo controllo medico alla ferita, e dopo sono troppo debole e debilitata per affrontare il gran cimento e...
Ebbene sì, il buono è stato prodotto, anzi generato, soltanto la settimana scorsa, e non è stata una procedura indolore. Tra i vari intoppi il programma generatore di buoni (e mai nessuno che pensi ai captivi, imprigionati in questo dedalo informatico) si è piantato non meno di due volte e quando ho cercato di entrare nel sito è stato stabilito che non ero abbastanza affidabile e quindi necessitavo di un codice supplementare che mi sarebbe arrivato via cellulare. Al terzo codice comunque il programma si è degnato di prendere atto che esistevo e ha infine acconsentito a farmi entrare.
Per mia grandissima fortuna quest'anno dovevo generare un solo buono, che sarebbe prontamente stato fagocitato dal venditore di computer senza lasciarmene nemmeno una briciola; ma tremo in cuor mio al pensiero di cosa potrebbe succedere l'anno prossimo alla biglietteria del Teatro Comunale di Firenze.
Tutto ciò può almeno in parte, non dico giustificare, ma almeno rendere un po' più comprensibili le immonde scene cui si è trovata ad assistere la giovane libraia del blog omonimo, che all'argomento ha dedicato uno dei suoi racconti a fumetti più spassosi (quella messa all'inizio è solo una delle tante tavole) che consiglio a tutti di andare a leggere.
In conclusione: d'accordo, il Vero Insegnante Non Teme Il Ridicolo; ma non per questo dovrebbe cercare di coprirsene da capo a pié ogni volta che mette piede fuor di casa.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
8 commenti:
Io sono stata più fortunata perché mi sono rivolta PRIMA al supercollegainformatico che mi ha dato le dritte giuste. Nonostante ciò ho penato molto anch'io (e pure all'ufficio postale, dove insistevano che non dovevano intervenire loro) Quando poi finalmente ho fatto tutto è cominciata l'agonia dei buoni. Ti confesso che spesso me li prepara la Stella.
La vignetta dell'autrice(brava, ma superba come tutte le dive blogger) è esilarante e mi auguro sia solo un modo paradossale per rappresentare il disagio di tutti noi nel decifrare un meccanismo degno della fu Unione Sovietica. Per me un mezzo incubo la card. Ho speso la somma, acquistando un super portatile. Ho dovuto aggiungere altri 500 euro.
L'identificazione è stata tranquilla, ma mi sono tenuta lontana dalle regie poste, e Sielte (almeno con me) è stato molto più benigno.
Il buono per me non l'ho ancora generato, l'ho fatto solo conto terzi per una nutrita serie di colleghi che mi hanno chiesto aiuto. Ed è un sistema puramente delirante.
Io penso che cumulerò con quello prossimo (pare si possa, comunque prima controllo) e andrò anche io di pc.
Comunque, ne convengo, il sistema è inutilmente macchinoso e mi diceva un amico esercente che per loro è ancora peggio.
(Tra parentesi, sono tornata...).
@Dolcezze:
L'ufficio postale che si defila mi mancava. Aggiungiamo anche questa alle perle della collana.
Un saluto alla Stella, nativa digitale (qualsiasi cosa ciò voglia dire) che si rivela una volta di più creatura assai preziosa :)
@Mel:
No, temo che l'autrice NON abbia fatto concessioni al colore locale, né nella tavola che ho riportato né nelle altre. Ma non a caso il titolo della rubrica a fumetti che tiene è qualcosa del tipo "Cose realmente accadute! Lo giuro!"
@la povna:
Bentornata, confesso che stavo perdendo la speranza! Ti avevo perfino tolta dal Blogroll, ma adesso vedo di rimediare ^_^
Sì, la mia amatissima libraia mi ha raccontato che anche per lei ottenere il mirabile vantaggio di accettare i nostri buoni è stata impresa davvero lunga e dolorosa. Quando le ho detto che per quest'anno andavo di computer e quindi i libri mi limitavo a pagarli ho notato un certo sospiro di sollievo..
Aaaaaahhhhh (urlo di disperazione e impotenza)
Io sono fermamente convinta che abbiano reso il tutto così complicato apposta per scoraggiare i meno motivati e caparbi.
Io ho fatto con le poste, e siccome che (cit. Anna Marchesini) mi sono impuntata e mi sono convinta che nulla si ottiene senza una buona dose di ostinazione, mi sono armata di santa pazienza e fino a che non ce l'ho fatta non ho mollato!!!!
Ora sono la felice proprietaria di un nuovo portatile che mi è costato 499,99 euri su Amazon....e l'ho scelto in base al prezzo perché volevo assolutamente spenderli TUTTI
Il restante centesimo mi è stato scontato quando ho ordinato i libri di scuola per i miei figli (hehehe)
Sono pronta per un nuovo match l'anno prossimo, ho già i guantoni 🥊
@Aliceland:
Che tutto sia stato reso complicato per scoraggiare gli insegnanti è una teoria che circola a diversi livelli, e sembra anche piuttosto probabile. Se è una teoria giusta, i Volpini del Ministero dovrebbero però considerare che proprio i meno motivati sono quelli a cui serve di più l'aggiornamento! Personalmente, davanti a un buono da 500 euro da spendere in libri e spettacoli vari sono assolutamente tetragona: DEVE essere mio, e non si discute, a qualsiasi costo e con qualunque sacrificio - e per me costituisce un risparmio REALE perché comunque i miei bravi soldini per l'aggiornamento culturale o insomma per ricordarmi che non sono solo una macchina per mangiare, dormire, vestirmi e lavorare li spendo comunque, magari tagliandoli da altre voci, m a quelli che si stufano al quarantesimo passaggio e codice e via dicendo non è detto che trovino così indispensabile provvedere comunque in merito.
Bellissimo il centesimo di sconto per i libri scolastici. Nemmeno un centesimo deve restare non speso!
Grazie (del bentornata)! Non ne ero più certa nemmeno io, poi, gli eventi... Ho avuto la conferma di legge (DPCM 28/11/2016 art. 6 comma 6, se interessa anche ad altri) che il bonus è cumulabile, dunque ora procederò con molta calma alla ricerca di un nuovo, splendido pc! :-)
L'importante è che tu sia tornata!
Posta un commento