Magritte ha intitolato questo quadro "La condizione umana", e aveva le sue ragioni
Quando finalmente il registro elettronico sembrava avviato e il collegamento stabilizzato, ecco che sulla scuola media di St. Mary Mead è piombato all'improvviso il Cambio degli Infissi.
Esso cambio si era dimostrato più volte assai opportuno negli ultimi anni in più e più circostanze, ad esempio:
- Quando pioveva forte e l'acqua gocciava lietamente giù dalle finestre sui banchi degli alunni, dando vita a simpatici ruscelletti e costringendo i suddetti alunni a spostamenti improvvisi e tamponamenti d'emergenza con carta assorbente e spugne mendicate in tutta fretta ai custodi
- Quando una finestra su tre non si apriva, magari perché priva di maniglia (in quasi tutte le classi)
- Quando la porta non chiudeva bene (in tutte le classi e locali della scuola tutta)
- Quando la maniglia restava in mano all'alunno o insegnante di turno almeno una volta a settimana nonostante fosse stata riavvitata con cura la settimana precedente, o addirittura cambiata in toto il mese prima.
Inoltre gli infissi tutti della scuola contavano svariati decenni di vita ed erano ecologicamente assai dispersivi nonché del tutto privi di doppi vetri.
Siccome il comune di St. Mary Mead ha gran cura delle sue scuole* ha infine deciso di provvedere al Gran Cambio degli Infissi, che doveva avvenire questa estate.
Ma, vuoi perché l'estate quest'anno in Toscana è arrivata di Giovedì ma al Comune erano al telefono, vuoi per altri e non meglio chiariti motivi, d'estate non è stato cambiato alcun infisso e il tutto è avvenuto a cavallo tra Ottobre e Novembre, naturalmente iniziando in quella settimana finale di Ottobre in cui arriva un certo freddino ma il riscaldamento non c'è ancora.
La ditta ha assicurato che avrebbe fatto tutto in due settimane - una settimana per piano. Sarebbe dunque stato sufficiente sgombrare mezza scuola per volta.
Ora, la nostra è una scuoletta ben fornita di spazi: abbiamo una biblioteca (attualmente in fase di resurrezione) un aula multimediale (del tutto priva di multimedialità ma comunque abbastanza spaziosa) un aula informatica (quasi del tutto priva di computer funzionanti ma con due porte blindate), una segreteria (del tutto priva di segreteria), una presidenza (dove i presidi stazionano solo nelle tre settimane dell'esame), un aula di sostegno, un laboratorio artistico, un laboratorio musicale, uno linguistico e pure uno scientifico. Spostare un gruppo di classi però non è così semplice, perché la segreteria non contiene segretarie ma fax, telefoni e fotocopiatrici, nel laboratorio di informatica ci stanno gli scheletri dei computer, nel laboratorio di artistica - pensa te lo strano caso - i tavoli sono attrezzati per fare attività collegate ad arte eccetera eccetera. Alla fine ci siamo arrangiati come abbiamo potuto, cioè male: per una settimana la (numerosa) prima cui faccio storia e geografia è stata disposta su due lunghe file tra scaffali stracolmi dei più vari attrezzi (però avevamo anche un lavandino dove lavare i pennelli, caso mai ci fosse capitato di avere dei pennelli da lavare), mentre la settimana seguente la Terza Casinista ha perduto quel po' di ritegno che per caso o per errore le era rimasto accampandosi in Biblioteca.
I ragazzi si sono divertiti moltissimo, in base al principio che qualsiasi variante della routine è da loro ben accetto; noi insegnanti invece non ci siamo divertiti affatto, in base al principio che qualsiasi variante della routine è da noi visto come il fumo negli occhi - senza contare che quando ti devi dare il cambio tra quattro livelli invece che tra due il cambio rischia di arrivare mooolto più tardi (con grande godimento delle classi tutte che, ammettiamolo, se anche il docente dell'ora successiva non è proprio lì davanti alla porta quando suona la campanella, tutto sommato non si dispera).
Finalmente la tempesta è finita, la marea è girata e ognuno è tornato alla sua legittima classe.
"Allora, vi piace la porta nuova?" chiedo con un bel sorriso. A me piace moltissimo, perché è tutta di un bel legno dalla sfumatura rosata, mentre quelle porte-giocattolo di plastica verde con le maniglie-giocattolo bianche e nere che continuavano a cascarci in mano non mi avevano mai convinto molto.
"E' brutta!" si è alzata la lamentela unanime "E' di legno!".
Ingoio la mia ammirazione per la porta.
"E poi si chiude male!".
"Ma, veramente..."
Segue un lungo sipario in cui loro mi mostrano come si chiuda male, con relativo corredo di calci e spintoni che sono abituati a usare con le vecchie porte; mentre io gli mostro come con una leggera pressione esercitata sul punto giusto con dolce fermezza la porta si chiuda a meraviglia. Seguono esercitazioni e prove e dimostrazioni finché non mi sembra che siano in grado di aprire e chiudere quella disgraziata porta con la speranza di vederla almeno arrivare a Giugno. E no, non si tratta di giovani vandali in fase di allenamento, semplicemente hanno tredici anni. Alla loro età anch'io mi muovevo con la grazia e il garbo di un bufalo di malumore. Adesso, da adulta, mi viene spontaneo assecondare il movimento della porta finché non sento scattare la chiusura, ma un tempo non lo avrei fatto.
Semplicemente, quella porta è stata concepita da adulti per essere usata da adulti.
"E poi hanno messo le luci al neon e il neon mi fa veire il mal di testa" si lamenta Blackie**.
Alzo gli occhi e guardo le solite (bruttissime) lampade al neon che ci illuminano da quando sono lì "Ma, veramente sono sempre state al neon..." spiego timidamente.
La classe insorge: no, prima non c'era nessun neon! Loro se lo ricordano bene, loro!
Finisco per cedere (scoprirò poi che, una volta tanto, è l'insegnante che ha ragione: belle o brutte che siano - e sono bruttarelle assai - sono sempre state luci al neon e nessuno ci ha messo mano).
Ma il vero punto debole del cambio degli infissi si rivelano, ahimé, proprio le finestre.
Esse sono basculanti, cioè si aprono verso l'alto. Peccato che così entri pochissima aria e che, qua a St. Mary Mead come su tutta la provincia fiorentina, passate le settimane di lavori sia tornato un gran caldo, coadiuvato in più dal riscaldamento acceso (e qui si potrebbe aprire l'eterna diatriba del perché mai con una temperatura esterna di 22 gradi sia necessario avere il riscaldamento acceso, in spregio al protocollo di Kyoto e a qualsiasi logica umana. Ma è una diatriba eterna quanto irrisolvibile, e quindi lascio perdere).
C'è poco da girarci intorno, la classe è un fornetto.
Fortunatamente è l'ultima ora e posso svicolare.
Mi spiegheranno in seguito che le finestre si possono aprire anche completamente, ma solo con apposita chiave che è in mano ai custodi e che aprono su richiesta dell'insegnante, su cui ricadono tutte le responsabilità dell'insano atto. Perché, una volta aperte, sono invero abbastanza pericolose e quindi è stato deciso di aprirne solo una. Ma è difficile, anche per me che sono di un ottimismo ai limiti del demenziale, esimermi da pensare che a fine Maggio, quando lesseremo tutti, andrà corso un rischio più esteso.
Per nostra buona sorte, passato qualche giorno è calata la temperatura e adesso con le finestre aperte à la basculante si sta benissimo - e, per nostra buona sorte, Maggio è ancora lontano.
In realtà, come spesso avviene, il male ha trovato da solo la sua cura: per puro caso ho assistito a una chiacchierata tra la VicePreside e la tecnica della ditta, che ha spiegato che le finestre sono state evidentemente aperte e chiuse con scarso garbo e parecchie di loro già non funzionano più. O meglio, non funziona più la serratura. In pratica sono diventate comunissime finestre che si aprono e chiudono a seconda di come si ruota la maniglia, e non possono più essere bloccate dalla serratura.
Prima considerazione: "non è detto che siano stati i ragazzi a sforzare il meccanismo" assicura la tecnica.
Per l'appunto, non è affatto detto. Perché i ragazzi non hanno mai toccato le chiavi delle finestre: dette finestre sono state sempre aperte dalle custodi (diventate per l'occasione custodi delle chiavi come Hagrid ad Hogwarts) e dette custodi sono ampiamente adulte e hanno da gran tempo passato la fase del bufalo di malumore: sono persone affidabili e garbate, e non credo che abbiano consapevolmente sforzato alcunché. E dunque com'è fatto questo sedicente meccanismo di sedicente sicurezza? Forse con l'anima di stracchino e l'esterno di mascarpone? Forse pensano, i signori e le signore della ditta, che le scuole siano abitate soltanto da esperti liutai, orefici di lungo corso e ricercatori farmacisti usi a maneggiare con ineffabile cura infinitesime particelle di prodotti? Forse si sono bevuti il cervello, detto e non concesso che ne abbiano mai avuto uno? Forse gli è stata soverchia fatica cercare una serratura che fosse nello stesso tempo efficace e robusta? Non può essere questione di prezzo, visto il costo complessivo dei lavori: una serratura affidabile è alla portata di parecchie tasche, non importa essere un Rockfeller per assicurarsene qualcuna. Perché mai, non appena si tratta di scuole, le cose devono essere necessariamente fatte a cazzo?***
Seconda considerazione:
"Mi raccomando, non diciamolo ai ragazzi" si è raccomandata la VicePreside.
E perché mai dovremmo dirglielo? Perché dovremmo tediarli con informazioni inutili, visto che lo scopriranno ben presto da soli, detto e non concesso che non l'abbiano già scoperto?
E' ragionevole credere che esista un qualche meccanismo della scuola che frequentano di cui i ragazzi non siano ben più padroni degli adulti?
Mapperpiacere!
*che nonostante quel che possa trasparire dai miei racconti se la passano meglio della media nazionale, tanto che nella classifica dei comuni italiani St. Mary Mead ha riportato un assai lusinghiero piazzamento nei primi cento anche in virtù della qualità delle sue scuole.
**Blackie da un qualche tempo si lamenta parecchio, va detto.
***senza offesa per il cazzo, è soltanto un modo di dire.
6 commenti:
rido di gusto, ma so bene che c'è da piangere.
e ricordo le finestre a tagliola del mio liceo, sotto le quali venivano incastrati i malcapitati che dovevano subire le ire del bulletto di turno...
*** perché la Scuola deve essere Buona, mica Bella. l'ha detto Matthew, vorrai mica contraddirlo.
Digitali o materiali, è sempre un problema di finestre... (Ok, scappo da sola...)
Non scomodarti a scappare, povna, non avrei comunque la forza per inseguirti. E poi ci hai ragione, qua con le finestre finisce che abbiamo sempre dei problemi :)
Un po' squallidamente (visto il bel modo in cui racconti), mi piacerebbe sapere con quali modalità e per quali esclusive qualità si sia affidata la fornitura di beni a codesta ditta (sì al principio dell'economicità, ma anche dell'efficacia che qui mi sembra latitare un pochino).
Immagino che il comune abbia affidato i lavori alla ditta che aveva presentato il preventivo più basso... considera che St. Mary Mead è un paesino, abbiamo ex sindaci a scuola e coniugi di insegnanti in giunta, sarei tentata di credere alla buonafede di tutti.
Anche se il risultato non è stato davvero all'altezza delle aspettative.
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