(non lo sapevo, ma il Muro del Suono ha una sua apparenza fisica)
Prescrutini paciosi per la Prima Effervescente.
"Come vanno le programmazioni?".
"Tutto bene".
"E come funziona la classe?".
"Funziona bene, a parte la Poverella".
"Eh, ma la Poverella, si sa".
"Vabbe', allora passiamo alle proposte per il voto di condotta".
"Massì, passiamo alle proposte del voto di condotta".
E stavamo appunto paciosamente questionando se a Ermengarda andava messo otto o nove (per la cronaca, stava prevalendo il nove).
Poi un tremito, un forte tremito. Le finestre si scuotono bruscamente. I vetri sembrano voler schizzare verso l'alto. E un boato. Forte.
"Il terremoto?!?"
"Accidenti che scossa!"
"Scappiamo?"
"SCAPPIAMO!".
Otto anguille guizzano a tutta velocità fuori dalla scuola. Il tragitto è molto breve, ma lo compiamo davvero a tempo di primato.
Fuori però non trema niente, tranne Inglese che ha lasciato dentro la giacca.
La Custode, che è scappata perfino più in fretta di noi, ha già raccolto informazioni.
"Prof, sembra un esplosione, più che un terremoto".
L'unica esplosione che ho sentito in vita mia è stata quella della notte dei Georgofili, nel 1993, ma era molto diversa. Comunque per me esplosione = attentato, e un attentato a St. Mary Mead mi suona abbastanza improbabile.
"Sarà stata la caldaia?" suggerisce Fisica guardando con sospetto il fumo bianco-grigio che esce dal comignolo della scuola.
"Mah, non si direbbe".
"Veniva da giù" osserva la Custode "Dove c'è la ferrovia".
Le fa eco un treno che, poco più sotto, si snoda tranquillo.
La Palmina armeggia col cellulare. Da qualche tempo controlla spesso le scosse di terremoto, perché giura di sentirne moltissime anche se leggere (dopo le scosse di Dicembre tutti abbiamo imparato che esistono siti internet che segnalano tutte le scosse di tutta Italia).
"Qui non dice niente" assicura "Segnala solo una piccola scossa stamani, ma da tutt'altra parte".
Qualcuno chiama qualcun altro che lavora in non so quale ufficio per la sicurezza: siamo a St. Mary Mead, dove tutti hanno cognati o amici carissimi che lavorano proprio lì, dovunque sia il lì che ti serve.
Dall'alto vediamo i bambini delle elementari, prontamente fatti uscire, che scorazzano giocosi. Più che un terremoto o un attentato sembra un idillio, di quelli di Teocrito.
"Se ci dicessero che non è un terremoto io rientrerei a fare i Consigli" osserva Inglese leggermente livida per il freddo "Tanto, se non li facciamo oggi ci tocca farli in un altro giorno".
"Vai a prendere la giacca, intanto, altrimenti non farai più nessun Consiglio!".
Inglese prova a seguire il suggerimento ma si ferma ben prima della soglia "Non ce la faccio" confessa.
Qualcuno va a prenderle la giacca e ne approfitta anche per recuperare due cellulari e una borsa.
Infine Tecnologia smette di parlare al telefono.
"All'Ufficio dicono che non è stato né un terremoto né un esplosione, ma un aereo che ha rotto il muro del suono*".
"Un CHE?".
"Un aereo che ha rotto il muro del suono".
Ci guardiamo straniti.
"Si, sembra che faccia proprio così quando un aereo rompe il muro del suono".
"Beh, questo non ha rotto soltanto il muro del suono" stabilisce Inglese irritata.
Tutti ne conveniamo.
Per farla breve rientriamo, un po' infreddoliti, e proponiamo rapidamente voti di condotta per tutti. Inizia poi il Consiglio successivo, mentre scrivo un rapido verbale: "Intorno alle ore 15.30 la seduta è bruscamente interrotta per una violenta scossa dovuta a un aereo che ha rotto il muro del suono. La seduta è ripresa dopo un quarto d'ora".
Sono sempre molto precisa, quando scrivo i verbali.
*L'aereo, o forse gli aerei, stavano inseguendo un aereo sospetto che sembra essersi poi rivelato per niente sospetto. Una piccola ricerca mi ha permesso di scoprire che negli anni 40 del secolo scorso la rottura del muro del suono da parte di un aereo era evento relativamente comune, mentre poi è andato scomparendo. Questo spiega anche perché nessuno di noi lo ha minimamente riconosciuto.