I morti non si vendicano mai. E' la massa, chi di solito si gira dall'altra parte perché "non sono fatti suoi" a doversi svegliare. Perché ciò che è accaduto a Parigi, può accadere ovunque. Ascoltavo un programma in TV nel quale un opinionista sosteneva che in Italia non è successo perché gli immigrati sono meno e "i controlli sono maggiori"... stiamo scherzando, vero? In Italia potrebbe entrare una mandria di elefanti e non se ne accorgerebbe nessuno.
E nel mio forse irragionevole ottimismo credo che sarà proprio la "marea" di disperati che si spinge nel "ricco" occidente a fare la differenza. Si spingono fin qua per sopravvivere e dare un futuro ai figli. E spero, a imparare la parte migliore di noi, rispetto, tolleranza, differenza come arricchimento.
Strada tutta in salita, quella dell'imparare rispetto e tolleranza. Vedo a volte l'incomprensione e lo sgomento in certi ragazzini che, probabilmente, a casa (o in estate, nel loro paese), sentono tutt'altre cose e devono conciliare questo con quello. Però uno dei miei, stamattina, mentre facevamo passare le prime pagine dei quotidiani, un piccoletto rotondo che in terza media sembra un ragazzino delle elementari ma ha la testa e il cervello di un grande, quando ha visto il titolo di Libero ("Questo è l'Islam", così senza nessun dubbio e punteggiatura) mi ha detto: "E' offensivo", e io "Perché?". E la risposta sua: "Perché quello non è l'Islam, io non sono così".
Bravissimo, il tondetto della Prof. E cerchiamo di ricordarci di non parlare, mai, mai, mai, MAI alla terza persona plurale. Qui, o si parla alla prima, sempre, o siamo fottuti. Tutti.
Concordo con post e commenti... che dire, gli estremisti sono una minoranza (per quanto produca effetti tremendamente eclatanti in tutto il mondo) e il loro scopo è proprio dividere la nostra società, per questo mi sento di dire che sì, assolutamente io sono Charlie ma io sono anche Ahmed. Non lasciamo soli i nostri "Ahmed" e i nostri "Mustapha".
@Wolf I morti di solito non hanno interesse a vendicarsi, ma è attraverso di loro che la vendetta arriva: un azione del genere ti si ritorce comunque contro, e le conseguenze sono a lungo termine. Sì, da noi può succedere di tutto. Può comunque succedere di tutto, e non solo da noi. In qualsiasi momento. Di fatto sono già successe un sacco di cose, qualche anno fa, quando il terrorismo di matrice integralista islamica era ancora da inventare. Restare saldamente attaccati al buonsenso è l'unica cosa che può aiutarci (insieme a un buon lavoro dei servizi segreti e delle forze dell'ordine).
@Acquaforte Dopo un gesto del genere i musulmani sono invitati a dire... cosa? Che loro non c'entrano? Che l'islam non è mettere bombe nelle metropolitane e sparare ai giornalisti? Si sa che l'islam non è questo. Il problema non sono mai le religioni, sono gli uomini. Che a volte hanno la stravagante pretesa di tirare dio dalla loro parte. Questo non è un problema religioso, è un problema politico. Possiamo solo sperare che non vi vadano di mezzo altri innocenti.
@La prof E a me sembra anche ingiusto che un bravo figliolo debba giustificarsi per qualcosa che non ha fatto né voluto. E davanti a chi? Davanti a Libero, che da sempre adora inventare crociate e lanciare la caccia all'uomo.
@la povna E ricordarsi sempre di cosa stiamo parlando esattamente, senza farsi deviare
@pensierini Servono anche delle indagini fatte con criterio, IMHO. Di mostri in prima pagina ne ho già visti tanti, si riuscisse a evitare il consueto stadio con la folla che grida "Sangue" Sangue!" sarebbe già una vittoria non da poco, secondo me.
Abbiamo superato gli anni di piombo con serie indagini non solo da parte della nostra intelligence, ma europee, perché il problema non era solo nostro. Oggi è mondiale. Ma lo spostamento di grandi masse è connesso ad altri problemi del nostro tempo, in primis il lavoro. Diventa un alibi per l'intolleranza di molti, lasciando liberi di continuare ad agire coloro che stanno "ristrutturando" il nostro mondo.
@Acquaforte Ma infatti. L'integralismo islamico nasce in Iran alla fine degli anni 70 - e temo che sia in parte frutto anche di scelte abbastanza discutibili da parte dell'Occidente, come ad esempio le varie invasioni dell'Afghanistan (no, non solo l'ultima) e dell'Iraq. Il legame tra i barconi di profughi e gli attentati a Parigi e Madrid è assai discutibile: di solito gli attentatori risultano arrivati attraverso altri canali... o essere islamici della terza generazione, i nipotini di quelli arrivati con l'impero inglese e francese.
@LaNoisette: e io potrei citare il mio Ahmed personale, ragazzo pacioso di famiglia paciosa che un mese fa mi fece una bella interrogazione su Maometto e l'Islam.
Io credo che gli unici che davvero possono fare la differenza sono proprio tutti gli Ahmed nati magari in Italia e che frequentano le nostre scuole: sono loro che riescono a conciliare due mondi così diversi come il nostro e quello della famiglia d'origine, anche se non sempre questo processo di sintesi delle due culture ha una riuscita felice (v. i due attentatori nati in Francia ma evidentemente non ben integrati), anzi, è un percorso lungo e difficile, che spesso i ragazzi si trovano ad affrontare da soli, senza nessuno che riesca effettivamente a capire le loro sofferenze.
Per questo il vostro lavoro è così importante. LORO vogliono la guerra in tutte le sue espressioni. Ma la guerra è una scorciatoia, disastrosa, che non taglia la testa al mostro, semmai concima il terreno. Questo è accaduto dalla invasione sovietica dell Afganistan in poi. E l'occidente ha contribuito a piene mani a tutto ciò (vedi addestramento dei talebani in funzione antisovietica). È senza parlare di tutto il resto, compresa la miopia di Israele.
@Un sasso E questa è una grande verità: tutti abbiamo un meraviglioso Ahmed in classe.
@BETH: Fermo restando che a trattare con garbo gli stranieri comunque vada non ci si rimette mai, credo che qui la questione vada al di là dei problemi di integrazione. Non dimentichiamo i nostri bravi figli di famiglia entrati negli anni 70 nelle file del terrorismo, rosso o nero che fosse.
@Acquaforte: sono gli stessi giornali che una decina di anni fa ci hanno frastornato con lo scontro di civiltà e la guerra giusta in Iraq - sulla base di prove sconfessate dalla stessa CIA. Se un disegno c'è stato, hanno disegnato in parecchi; peccato che a qualcuno il disegno abbia preso la mano. E sì, credo che le due guerre del Golfo e le scorribande in Afghanistan abbiano avuto la loro parte in tutto questo.
Non ricordavo più questa vignetta. Mi ha fatto venire lacrime agli occhi, come allora. Ricordo gli sguardi, la compostezza di tutti. Ero a Strasburgo in una brasserie, la tv annunciava la morte dell'intera redazione, e di tutti i disegnatori più importanti. I Francesi hanno un'enorme capacità di reagire in modo composto quanto fermo. La reazione qui fu enorme, di rigetto, di barriera. Poi si stemperò, purtroppo. Ma è a quel punto che entrò in scena la voluta incapacità del livello politico, perché tensioni del genere sono funzionali al controllo sociale. Specialmente in un periodo di restaurazione economica come quello che stiamo vivendo.
La cosa che mi è sempre dispiaciuta, in Italia, è il volere a tutti i costi leggere la questione non per quella che è nel suo contesto, ma sempre pensando che ci si debba innanzitutto differenziare da altre esternazioni. A mio parere ciò subordina l'analisi e il discorso alle priorità e al linguaggio altrui e questo è sempre la cosa peggiore che si possa fare.
@Pellegrina: D'accordo su tutto, particolarmente sull'osservazione finale: ma si manca di autonomia mentale quando si manca di idee proprie e allora non resta che rispondere, ribattere, contraddire...
I morti non si vendicano mai. E' la massa, chi di solito si gira dall'altra parte perché "non sono fatti suoi" a doversi svegliare. Perché ciò che è accaduto a Parigi, può accadere ovunque.
RispondiEliminaAscoltavo un programma in TV nel quale un opinionista sosteneva che in Italia non è successo perché gli immigrati sono meno e "i controlli sono maggiori"... stiamo scherzando, vero? In Italia potrebbe entrare una mandria di elefanti e non se ne accorgerebbe nessuno.
www.wolfghost.com
Sapevo e aspettavo che tu ne parlassi. La strada è lunga, difficile e con un prezzo molto alto da pagare. Ma non vinceranno.
RispondiEliminaE nel mio forse irragionevole ottimismo credo che sarà proprio la "marea" di disperati che si spinge nel "ricco" occidente a fare la differenza. Si spingono fin qua per sopravvivere e dare un futuro ai figli. E spero, a imparare la parte migliore di noi, rispetto, tolleranza, differenza come arricchimento.
RispondiEliminaStrada tutta in salita, quella dell'imparare rispetto e tolleranza. Vedo a volte l'incomprensione e lo sgomento in certi ragazzini che, probabilmente, a casa (o in estate, nel loro paese), sentono tutt'altre cose e devono conciliare questo con quello.
RispondiEliminaPerò uno dei miei, stamattina, mentre facevamo passare le prime pagine dei quotidiani, un piccoletto rotondo che in terza media sembra un ragazzino delle elementari ma ha la testa e il cervello di un grande, quando ha visto il titolo di Libero ("Questo è l'Islam", così senza nessun dubbio e punteggiatura) mi ha detto: "E' offensivo", e io "Perché?". E la risposta sua: "Perché quello non è l'Islam, io non sono così".
@la prof
RispondiEliminaSono contenta di non aver perso la speranza.
Bravissimo, il tondetto della Prof. E cerchiamo di ricordarci di non parlare, mai, mai, mai, MAI alla terza persona plurale.
RispondiEliminaQui, o si parla alla prima, sempre, o siamo fottuti. Tutti.
Grande, il ragazzino musulmano saggio. Il dialogo, il dialogo, il dialogo, è quel che serve. E condizioni di vita umane.
RispondiEliminaConcordo con post e commenti... che dire, gli estremisti sono una minoranza (per quanto produca effetti tremendamente eclatanti in tutto il mondo) e il loro scopo è proprio dividere la nostra società, per questo mi sento di dire che sì, assolutamente io sono Charlie ma io sono anche Ahmed. Non lasciamo soli i nostri "Ahmed" e i nostri "Mustapha".
RispondiElimina@Wolf
RispondiEliminaI morti di solito non hanno interesse a vendicarsi, ma è attraverso di loro che la vendetta arriva: un azione del genere ti si ritorce comunque contro, e le conseguenze sono a lungo termine.
Sì, da noi può succedere di tutto. Può comunque succedere di tutto, e non solo da noi. In qualsiasi momento. Di fatto sono già successe un sacco di cose, qualche anno fa, quando il terrorismo di matrice integralista islamica era ancora da inventare.
Restare saldamente attaccati al buonsenso è l'unica cosa che può aiutarci (insieme a un buon lavoro dei servizi segreti e delle forze dell'ordine).
@Acquaforte
Dopo un gesto del genere i musulmani sono invitati a dire... cosa? Che loro non c'entrano? Che l'islam non è mettere bombe nelle metropolitane e sparare ai giornalisti?
Si sa che l'islam non è questo. Il problema non sono mai le religioni, sono gli uomini. Che a volte hanno la stravagante pretesa di tirare dio dalla loro parte. Questo non è un problema religioso, è un problema politico. Possiamo solo sperare che non vi vadano di mezzo altri innocenti.
@La prof
E a me sembra anche ingiusto che un bravo figliolo debba giustificarsi per qualcosa che non ha fatto né voluto. E davanti a chi? Davanti a Libero, che da sempre adora inventare crociate e lanciare la caccia all'uomo.
@la povna
E ricordarsi sempre di cosa stiamo parlando esattamente, senza farsi deviare
@pensierini
Servono anche delle indagini fatte con criterio, IMHO. Di mostri in prima pagina ne ho già visti tanti, si riuscisse a evitare il consueto stadio con la folla che grida "Sangue" Sangue!" sarebbe già una vittoria non da poco, secondo me.
Abbiamo superato gli anni di piombo con serie indagini non solo da parte della nostra intelligence, ma europee, perché il problema non era solo nostro. Oggi è mondiale.
RispondiEliminaMa lo spostamento di grandi masse è connesso ad altri problemi del nostro tempo, in primis il lavoro. Diventa un alibi per l'intolleranza di molti, lasciando liberi di continuare ad agire coloro che stanno "ristrutturando" il nostro mondo.
evviva il tondetto.
RispondiEliminami ricorda tanto il mio Ahmed.
@Ilaria:
RispondiEliminaGiusto! Anch'io sono Ahmed
@Acquaforte
Ma infatti. L'integralismo islamico nasce in Iran alla fine degli anni 70 - e temo che sia in parte frutto anche di scelte abbastanza discutibili da parte dell'Occidente, come ad esempio le varie invasioni dell'Afghanistan (no, non solo l'ultima) e dell'Iraq.
Il legame tra i barconi di profughi e gli attentati a Parigi e Madrid è assai discutibile: di solito gli attentatori risultano arrivati attraverso altri canali... o essere islamici della terza generazione, i nipotini di quelli arrivati con l'impero inglese e francese.
@LaNoisette:
e io potrei citare il mio Ahmed personale, ragazzo pacioso di famiglia paciosa che un mese fa mi fece una bella interrogazione su Maometto e l'Islam.
Ce l'abbiamo tutti un meraviglioso Ahmed in classe, prima o poi. Forse entrare un una classe farebbe bene a tanta gente che sproloquia.
RispondiEliminaIo credo che gli unici che davvero possono fare la differenza sono proprio tutti gli Ahmed nati magari in Italia e che frequentano le nostre scuole: sono loro che riescono a conciliare due mondi così diversi come il nostro e quello della famiglia d'origine, anche se non sempre questo processo di sintesi delle due culture ha una riuscita felice (v. i due attentatori nati in Francia ma evidentemente non ben integrati), anzi, è un percorso lungo e difficile, che spesso i ragazzi si trovano ad affrontare da soli, senza nessuno che riesca effettivamente a capire le loro sofferenze.
RispondiEliminaPer questo il vostro lavoro è così importante. LORO vogliono la guerra in tutte le sue espressioni. Ma la guerra è una scorciatoia, disastrosa, che non taglia la testa al mostro, semmai concima il terreno. Questo è accaduto dalla invasione sovietica dell Afganistan in poi. E l'occidente ha contribuito a piene mani a tutto ciò (vedi addestramento dei talebani in funzione antisovietica). È senza parlare di tutto il resto, compresa la miopia di Israele.
RispondiEliminaE leggendo i giornali di oggi, ti viene da dire che certi politici nostrani sono l'altra faccia della stessa medaglia.
RispondiElimina@Un sasso
RispondiEliminaE questa è una grande verità: tutti abbiamo un meraviglioso Ahmed in classe.
@BETH:
Fermo restando che a trattare con garbo gli stranieri comunque vada non ci si rimette mai, credo che qui la questione vada al di là dei problemi di integrazione. Non dimentichiamo i nostri bravi figli di famiglia entrati negli anni 70 nelle file del terrorismo, rosso o nero che fosse.
@Acquaforte:
sono gli stessi giornali che una decina di anni fa ci hanno frastornato con lo scontro di civiltà e la guerra giusta in Iraq - sulla base di prove sconfessate dalla stessa CIA. Se un disegno c'è stato, hanno disegnato in parecchi; peccato che a qualcuno il disegno abbia preso la mano. E sì, credo che le due guerre del Golfo e le scorribande in Afghanistan abbiano avuto la loro parte in tutto questo.
Non ricordavo più questa vignetta. Mi ha fatto venire lacrime agli occhi, come allora. Ricordo gli sguardi, la compostezza di tutti. Ero a Strasburgo in una brasserie, la tv annunciava la morte dell'intera redazione, e di tutti i disegnatori più importanti. I Francesi hanno un'enorme capacità di reagire in modo composto quanto fermo. La reazione qui fu enorme, di rigetto, di barriera. Poi si stemperò, purtroppo. Ma è a quel punto che entrò in scena la voluta incapacità del livello politico, perché tensioni del genere sono funzionali al controllo sociale. Specialmente in un periodo di restaurazione economica come quello che stiamo vivendo.
RispondiEliminaLa cosa che mi è sempre dispiaciuta, in Italia, è il volere a tutti i costi leggere la questione non per quella che è nel suo contesto, ma sempre pensando che ci si debba innanzitutto differenziare da altre esternazioni. A mio parere ciò subordina l'analisi e il discorso alle priorità e al linguaggio altrui e questo è sempre la cosa peggiore che si possa fare.
@Pellegrina:
RispondiEliminaD'accordo su tutto, particolarmente sull'osservazione finale: ma si manca di autonomia mentale quando si manca di idee proprie e allora non resta che rispondere, ribattere, contraddire...