Benozzo Gozzoli - Processione dei Re Magi |
Vengo ordunque a narrar qua lo grandissimo evento della mirabile uscita del comprensivo tutto di St. Mary Mead- Crifosso per andare al cinema , che si è felicemente conclusa lasciandoci tutti vivi e in buona salute, che è stato risultato assai maggiore di quanto li più ottimisti infra di noi ardissino isperare.
E magari chi passa di qui dirà "Eh, quante storie, tutti i giorni un sacco di gente va al cinema e non gli succede niente di male, tutt'al più si annoia un po'. Questi insegnanti la fanno davvero troppo lunga".
E magari chi lo dicesse avrebbe pure ragione. E tuttavia io sono davvero ammirata dell'ardimentoso coraggio di colei che ha permesso in compimento di sì complessa impresa e di tutti coloro che han collaborato.
E andiamo ordunque a narrare lo gran prodigio di valore compiuto da tutti noi docenti.
Come ho già raccontato, tutte le classi delle medie di St. Mary Mead e di Crifosso stan seguendo un corso di cinematografia.
Una volta fatta la lezione di storia del cinema, la tappa successiva è stata una visita guidata all'ex teatro-cinema di St. Mary Mead, da tempo in via di restauro.
Dopodiché, vivaddio, era prevista anche la visione di un film. E a qualcuno è venuta la brillante idea, visto che a St. Mary Mead abbiamo solo un cinema ancora in via di restauro (e a Crifosso manco quello) di portare la popolazione di entrambe le scuole medie a una matinée al vicino comune di Pietraforata, che di cinema ne ha addirittura due, e in perfetto funzionamento. E se vi sembra facile da fare non so che dire, accomodatevi pure e buon lavoro.
Si trattava dunque di spostare non solo i 180 alunni delle nove classi del Comprensivo di St. Mary Mead, ma anche gli altrettanto 180 della media di Crifosso, che da St. Mary Mead dista circa una decina di chilometri, per fortuna collegati tra loro da una efficiente linea ferroviaria.
Portare fuori i ragazzi è sempre un'avventura, e dopo tre anni di clausura da COVID siamo diventati tutti orrendamente ansiosi e preoccuposa; inoltre la collega che ha organizzato il tutto è di gran lunga la più ansiosa e preoccuposa di tutti. Per giunta è anche singolarmente incapace di organizzare alcunché senza fare sempre e comunque un immane casino (l'unica persona che conosco ancor più incapace sono io, che però, consapevole di questo mio limite oggettivo, mi guardo bene dall'organizzare alcunché). Non metto in dubbio che la questione fosse complessa, ma in cuor mio sospetto che si potesse fare anche con una decina di circolari in meno; ancor più sospetto che se Trenitalia si fosse degnato di mandare la prenotazione qualche giorno prima, e non la sera avanti, ovvero all'ultimo minuto nonostante la prenotazione sia stata fatta con immane anticipo, il fegato della mia collega se ne sarebbe assai avvantaggiato.
Portare fuori una classe è ritenuto affare di poco conto ("Domani vado con la Seconda B al Museo delle scienze ma si è ammalato Musica, potresti venire tu invece?" "Volentieri, tanto faccio solo due ore e mi sostituiscono senza problemi. A che ora andiamo via?").
Portare fuori due o tre classi è già più complicato perché A deve sostituire B mentre C sostituirà se stesso con abile triplo salto carpiato, ma insomma si fa.
Portare fuori tutte le classi, se da una parte semplifica molto la questione delle sostituzioni (siamo tutti fuori quindi nessuno va sostituito) si trasforma in una transumanza assai complessa, tanto che mi sono seriamente domandata come facevano a muoversi le orde barbariche - che si misuravano in decine di migliaia -ai tempi delle invasioni. Probabilmente si preoccupavano meno della sicurezza, immagino, e certo i problemi del traffico automobilistico li impensierivano meno.
Muoversi in 360 alunni più una buona ventina di docenti comunque è affar serio, e così per vedere un film di 94 minuti, proiettato in un paesello a quindici chilometri e quindici minuti di treno di distanza, abbiamo impiegato quasi tutta una mattina di sei ore.
Prima di tutto le partenze scaglionate: ogni cinque minuti partiva una nuova classe e prendeva tosto la strada in discesa che portava alla stazione, con tutto il corredo di insegnanti che si preoccupavano che i ragazzi non scendessero dagli strettissimi marciapiedi di St. Mary Mead, dove per fortuna i marciapiedi sono stretti, ma il traffico automobilistico è davvero modesto; di conseguenza ci abbiamo messo circa un'ora per radunarci alla stazione, che da scuola dista dai cinque ai dieci minuti a passo lento o lentissimo.
Arrivato il treno sono state individuate le carrozze con la prenotazione - che tutto sommato servivano, perché anche se la mattina i treni da St. Mary Mead a Pietraforata sono quasi vuoti, 380 tra ragazzi e insegnanti imprevisti sono un bel boccone per qualsiasi treno regionale.
Alla prima fermata sale anche Crifosso, alla seconda scendiamo. Un quarto d'ora circa di treno, e siamo intorno alle 9.30. Facciamo tappa in un parchetto per la colazione, qualcuno decide di sperimentare il sushi-bar proprio lì davanti, qualcuno va a caccia di souvenir e insomma tutti si comportano come una scolaresca in gita, con l'unico inconveniente che siamo ben nove scolaresche in gita.
Alle 10.30 sbarchiamo infine al cinema. Ci disponiamo faticosamente tra platea e gallerie, tenendo i gruppi compatti il più possibile (con scarsi risultati: mi ritrovo in mezzo a una fila di perfetti sconosciuti e intravedo i miei nelle file davanti).
Arrivano il sindaco o l'assessore, insomma l'autorità preposta, e il critico cinematografico e parlano per circa mezz'ora. Il critico dice anche delle cose interessanti, ma non ho mai capito perché ha parlato prima e non dopo. So che è abitudine in questi casi spiegare alla gente cosa vedranno, anche se non ho mai capito bene perché non spiegano invece, caso mai, cosa hanno visto per poi rispondere a eventuali domande. D'altra parte fanno sempre così anche con gli adulti, non è una cosa riservata solo ai fanciulli in fiore.
Film, intervallo e poi saluti. Assai faticosamente le classi vengono radunate e poco dopo mezzogiorno siamo fuori dal cinema e ci dirigiamo avventurosamente (a Pietraforata i marciapiedi sono di grandezza normale, ma per contro il traffico è decisamente sostenuto trattandosi di un paesotto di rispettabilissime dimensioni) e raggiungiamo la piazza centrale del paese, dove facciamo la seconda colazione.
I ragazzi pascolano allegramente, fraternizzando (o litigando) tra istituti, e io realizzo improvvisamente che è rarissimo che i due plessi al completo si incontrino, mentre gli insegnanti si vedono assai più spesso. Come sempre in questi casi c'è un gran viavai di acquisti di ulteriori dolcetti e souvenir e panini e pizzette. La giornata è bella e molti si mettono a giocare usando i souvenir. Niente incidenti né discussioni serie, comunque. O non più del solito.
Alle 12.50 prendiamo il treno che ci riporterà a Crifosso prima e a St.Mary Mead dopo - e scopriamo che per il ritorno la prenotazione non c'è nonostante ci sia stata promessa e garantita. 380 passeggeri in più sono un bel boccone per qualsiasi treno regionale, con l'aggravante che dopo le 13.00 la linea in questione non è affatto vuota e insomma quasi tutti ci facciamo il tragitto in piedi. Niente di drammatico, per carità, ma a quel punto non capisco a cosa sia servito che la collega si sia dovuta preoccupare di prenotare, se a conti fatti la questione è stata risolta da Trenitalia non prenotando alcunché perché tanto non c'era posto.
Alle 12.58 Crifosso sbarca, alleggerendo abbastanza il treno, e alle 13.05 sbarchiamo anche noi. Pochi minuti ed eccoci in classe a chiacchierare del più e del meno, ovvero del film, che è piaciuto parecchio (ma mai quanto l'uscita collettiva e l'acquisto di souvenir, immagino).
E insomma, come dicevo ne siamo usciti tutti vivi e in buona salute e abbiamo pure fatto alcune piccole ma simpatiche passeggiate. Una mattinata mo,lto faticosa per noi insegnanti, ma nel complesso spesa assai bene.