lunedì 1 maggio 2023

Di climi e biomi e di lavori edilizi fatti male

Parlando di stagioni, un bel gatto primaverile è di rigore
L'anno scolastico volge ormai alla fine e non ho ancora parlato delle mie nuove classi - che tanto nuove ormai non sono più.
Sono due prime. Piccole. Non tanto perché il numero di alunni è piuttosto ridotto, ma proprio perché sono interiormente piccoli - in pratica, sono ancora molto vicini all'infanzia.
E no, non rientro nella categoria degli insegnanti che si lamentano perché ci arrivano sempre più piccoli, ogni anno di più. Fino a due anni fa non ho mai notato differenze degne di nota tra le varie annate. Ma queste sono le mandate figlie del Covid e la loro crescita è un po' rallentata, o almeno io la vedo così.
Dirò di più: ci sono arrivati ancora più piccoli della mandata dell'anno scorso. Voglio dire: siamo a fine Aprile e ancora ci disegnano i cuori sulla lavagna quando arriviamo. Tutte e tre le sezioni. Le rarissime volte in cui l'ho visto accadere nei tempi pre-Covid, i cuori e le scritte "We love prof. TalDeiTali" sparivano ben prima della fine di Ottobre.
Mi sono capitate in sorte una Prima Molto Problematica e una Prima Seria*. La Prima Seria contiene un bel gruppo di appassionati di Storia ma la Geografia non gli dispiace per niente, mentre  la Prima Molto Problematica non stravede per la Storia (anche se la regge abbastanza bene) ma in compenso va pazza per la Geografia, e quando si fa Geografia anche gli elementi più spinosi si appassionano molto. Siccome appunto Storia e Geografia gli faccio, mi ci trovo piuttosto bene. 
Aggiungo anche che li ho trovati molto ben preparati nelle mie materie, fermo restando che scrivono davvero da cani.
Così ho piacevolmente navigato tra monti, fiumi, laghi, depressioni e tante altre belle cose, con i ragazzi che sgomitavano per andare a leggere la grande carta alla parete, laddove normalmente ce li devo mandare col mitra spianato; finché non siamo arrivata ai climi, che spesso si rivelano un po' ostici e ci vuole un po' a fargli capire che ci sono pochi elementi di base da incrociare con una specie di sistema matematico, del tipo che se l'estate è lunga e torrida l'inverno sarà breve e mite, e se siamo in zona artica le precipitazioni saranno prevalentemente a carattere nevoso, per non parlare della fatica che fanno a volte per entrare nell'ordine di idee che il clima atlantico si trova (rullo di tamburi e grido di stupore) guarda un po' tu, sulle coste atlantiche, l'avreste mai detto? 
Stavolta no, niente problemi, e sapevano tutti benissimo quali erano i paesi sulla costa atlantica, purché avessero una carta dell'Europa sotto gli occhi, anche fisica, e talvolta persino senza guardare la carta.
Ma poi, illustrando la solita tabellina con gli schemi, mi è venuta un'idea, di una originalità ai limiti dell'eresia: facciamo dei cartelloni con i climi! E che nessuno osi dire che non mi do allo sperimentalismo più sfrenato!
Ebbene sì, io e i cartelloni non siamo andati mai molto d'accordo, o per meglio dire riconosco che sono cose simpatiche, ma non mi viene mai in mente di farli. Stavolta sì, mi è venuto in mente, così, dal nulla. Evidentemente in qualche modo me l'hanno chiesto loro. Come credo di avere già scritto qualche volta, io non ho un metodo particolare: navigo a vista e in qualche modo percepisco i messaggi impliciti o inconsci che la classe mi manda. Evidentemente, la Prima Molto Problematica mi ha inviato il desiderio di fare un lavoretto manuale con il gioco a incastro. E mi sono convinta, a torto o a ragione, che me l'abbiano mandato appunto perché sono ancora piccoli, e non hanno ancora raggiunto la fase del "Siamo grandi per questo genere di cose".
Comunque abbiamo proceduto: li ho messi a ritagliare triangoli di cartoncino colorato, con colori separati per precipitazioni, estati, inverni, flora, alberi, colture, poi insieme abbiamo deciso cosa scrivere (io facevo la domanda del tipo "Come sono le precipitazioni nel clima atlantico?" loro rispondevano "Abbondanti!" e dopo che avevo approvato la risposta appositi scrivani la scrivevano con pennarelli colorati sull'apposito triangolo. Naturalmente i triangoli non erano sempre gli stessi per ogni cartellone: nel clima polare non c'erano colture, il clima mediterraneo aveva un triangolo dedicato solo agli alberi da frutto, per il clima artico c'erano sia la tundra che la taiga eccetera. Però è venuto fuori un lavoro molto colorato e piuttosto carino, e naturalmente la classe ha fatto un tal casino mentre ritagliava e scriveva i titoli che a un certo punto mi sono spaventata e, per calmare le acque, ho fermato tutto e ho mandato due di loro a prendere ramazza e pattumiera per ripulire la classe, che sembrava ormai un gigantesco cestino della carta straccia - e dopo questa pausa tutti han ripreso il lavoro con molta maggiore calma.
Alla lezione successiva han colorato i titoli dei vari climi sui cartelloni, anch'essi colorati, un colore diverso per ogni clima, e insieme abbiamo discusso su cosa mettere per il clima mediterraneo soprattutto a livello di flora: un triangolo per la macchia mediterranea, uno per le colture, uno per gli alberi da frutto, uno per i boschi, rettili, anfibi e serpenti nella fauna eccetera. Infine, quando la prima mezz'ora era ormai passata, ho mandato a prendere martello e chiodini per attaccare i cartelloni alla parete - perché, per uno stranissimo caso, le due ore di Geografia con la Prima Molto Problematica le faccio proprio nell'aula che teoricamente secondo il progetto DADA è di Geografia, e anzi quelle due ore sono le uniche della settimana che passo in quell'aula. Dunque, i cartelloni col clima ci sarebbero stati benissimo.
Discutiamo dove appenderli, poi lascio il gruppetto dei più scalmanati e indocili e rissosi e permalosi a gestire la faccenda - cosa che fanno mostrando eccellenti capacità organizzative e pratiche e producendo un volume di rumore davvero ridotto. Chiaramente, martellano, ma anche quello lo fanno con singolare garbo e precisione - del resto i chiodi sono lunghi e sottili e a martellarli troppo forte si piegherebbero, cosa che han capito senza che nemmeno dovessi scomodarmi a dirglielo.
Mentre martellano con pazienza il resto della classe chiacchiera, tra loro o con me, e fa finta di fare un paio di esercizietti sui climi che ho assegnato giusto per salvare la faccia. E sto giusto rallegrandomi con il Sostegno per l'eccellente lavoro che i quattro rissaioli stan facendo quando, a due terzi abbondanti del lavoro di appendimento arriva una gentilissima collega di compresenza spiegando che nell'aula di sotto, che è quella di Spagnolo, stan facendo una verifica, che sentono molto rumore e se potremmo smettere? 
Spiego che il lavoro è quasi completato e che presto tutto tornerà silenzioso.
Sì, d'accordo, avrei dovuto fermare tutto. Ma i lavori procedevano talmente bene, e mancava così poco...
Nel giro di una decina di minuti l'ultimo cartellone è appeso; mi congratulo con loro, prometto una gratifica sotto forma di voto e intanto il gruppetto rimette a posto le sedie dove sono saliti per appendere i cartelloni, imbustano i chiodini rimasti, vanno a riportare il tutto ai custodi eccetera, tutto in modo piuttosto ordinato.
Una volta che tutti sono tornati e si sono rimessi a sedere mi metto a spiegare come si svolgeranno le prossime lezioni (ho in mente una ricerca collettiva per l'Italia) e mentre stiamo paciosamente a parlare arriva l'insegnate di Spagnolo in versione Tigre Ircana e ci tratta malissimo: che avevamo fatto un rumore orribile, che giù la Terza che stava facendo la verifica si è molto lamentata, che aveva anche mandato due colleghe a chiedere di fare meno rumore, che avevamo spostato banchi per tutta l'ora e non so che altro.
I ragazzi la guardano perplessi: non era stato spostato alcun banco, solo tre sedie per salirci sopra, ma una volta spostate le avevano lasciate ferme...
Sono abbastanza perplessa anch'io. Tra l'altro è un anno che facciamo lezione là dentro a quell'ora, e la Prima Molto Problematica non è quel che si dice una classe silenziosa, di cui ci si domanda se sono in classe o meno quando ci si accosta alla porta dal corridoio. No, decisamente essa non lo è. Davvero.
Azzardo un po' di scuse ma Spagnolo è veramente imbufalita e dopo avermi vieppiù cenciata se ne va avvolta in una nera nube di collera e di indignazione.
Così il quarto d'ora seguente se ne va a cercare di calmare i ragazzi, che sono a loro volta molto indignati e addirittura mi assicurano "Comunque, prof, noi saremo sempre con lei". 
Li ringrazio ma spiego che non è necessario, che dopo tutto non è successo niente di grave, e alla fine arriva misericordiosa la campana dei pullmini a portarmi via mezza classe.
Scendo in Sala Insegnanti un po' preoccupata: non ho problemi ad accapigliarmi con i colleghi, ma stavolta mi sento abbastanza dalla parte del torto e immagino che lo strappo andrà ricucito, anche perché con quella collega sono usa a rapporti assai amichevoli. 
Cioccolatini propiziatori? Un bel discorsetto di scuse? Ma mi sono scusata già due volte in classe, ottenendo solo di imbufalire vieppiù la collega. Magari riprendere l'argomento Lunedì mattina, sperando di trovarla meno furibonda? Mandarle una mail molto garbata durante il fine settimana?
In Sala Professori Spagnolo non c'è. Ma mi raggiunge in bagno mentre mi lavo le mani, e il discorsetto di scuse lo fa lei. Mi assicura però che nell'aula sotto quella di Geografia si sentiva un tal rumore che aveva pensato che fossero arrivati i muratori, e il rimbombo, e il rumore...
Proviamo a esaminare il caso. Le garantisco che sono in quella scuola da più di dieci anni e non era mai successo che il rumore del piano di sopra se attaccavano qualche chiodo avesse mai creato gran fastidio. Alla fine, a torto o a ragione, stabiliamo che la colpa è degli ultimi lavori fatti tre anni fa, nel secondo anno di pandemia. Probabilmente la parete di cartongesso che è stata messa in fondo ai piani ha creato un qualche tipo di effetto sonoro che si ripercuote al piano di sotto. Altra spiegazione non sembra possibile.
Così lo scisma è rientrato e sono stata perdonata, ma credo che passerà davvero molto, molto tempo prima che mi venga in mente di fare di nuovo dei cartelloni.
Quanto alla gratifica: otto politico per tutti, e mezzo punto in più per il team degli inchiodatori: han lavorato tutti con molto impegno, e le loro medie se ne avvantaggeranno.

* seria, non seriosa. Sono allegri e coccolosi ma si impegnano con molta serietà per fare un buon lavoro, da bambini diligenti quali sono.

2 commenti:

  1. Continuo a concordare con te: i figli del Covid sono ESATTAMENTE due anni indietro al regolare sviluppo. Bravi, garbati, moderatamente studiosi ...e PICCOLI! Anche la mia Prima ha proposto i cartelloni, anche la mia Prima ha rivelato un'ottima manualità... Io aspetto che crescano.

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  2. E sarà bene che si sbrighino, perché hanno qualche anno più dei miei...

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