Ratto norvegese: anche carino, a suo modo, ma non sempre si apprezza di averlo intorno
All'inizio dell'anno è arrivata una Nuova collega di Lettere, assai giovane e con poca esperienza alle spalle, e le abbiamo riservato la consueta accoglienza che da noi ricevono i nuovi arrivati - ovvero l'abbiamo rintronata di chiacchiere: io per esempio le ho spiegato come erano organizzati i libri di testo in Sala Insegnanti e come funzionava la Biblioteca, ma anche dov'erano il frigorifero e i bicchieri di carta.
Ci ha ringraziato senza grandi entusiasmi - ringrazia sempre, quando qualcuno le comunica qualcosa, e sempre senza grandi entusiasmi.
Poi sono cominciate le lezioni. Io e lei condividiamo la Prima Diligente, dove lei fa Storia e Geografia; anche se gli orari sono un po' bastardi abbiamo comunque un ora di buco in comune.
"Come ti trovi con i ragazzi?" le ho chiesto dopo qualche giorno, visto che lei non entrava in argomento.
"Bene" mi ha risposto, molto asciutta, per poi continuare quel che stava facendo.
Assai mortificata e pentita della mia indiscrezione sono ritornata nel mio cantuccio, dove mi sono fatta un bello sformato di cavoli miei e un esame di coscienza: forse ero stata aggressiva o indiscreta? Onestamente, non mi sembrava - la mia era una domanda abbastanza consueta in Sala Insegnanti all'inizio dell'anno scolastico, e riceve di solito risposte assai fluviali. Insomma, almeno due parole sul Dislessico Major, fonte di costante preoccupazione per tutti noi del Consiglio, o su Alagna, che si lamenta sempre e comunque di tutto e di tutti...
Al primo Consiglio di Classe, a fine Ottobre, è però risultato che tanto bene non andava: infatti la classe studiava poco e male, mostrandosi scortese e disattenta. Mancava di rispetto, ecco.
Il resto del Consiglio si è scambiato qualche occhiata perplessa: la Prima Diligente era magari un po' ruspante e ancora infantile, come tutte le tre prime di questa nuova infornata, ma che mancasse di rispetto (qualsiasi cosa si intendesse con questa curiosa formula) ci giungeva piuttosto nuovo.
Nessuno però ha detto niente.
La Nuova è poi passata a raccontarci dell'interrogazione dei tre DSA: li ha chiamati alla cattedra, per leggere le risposte alle domande già fissate in precedenza.
Non avevo mai sentito parlare di questa modalità di interrogazione per i DSA, ma il mondo è bello perché vario. Il problema però è che due di loro hanno un pessimo rapporto con la lettura, o per meglio dire se leggono ad alta voce non capiscono quel che stanno leggendo - oltre a leggere francamente piuttosto male. Si aggiunga che costoro sono decisamente ansiosi. Così hanno pasticciato un po' con le domande, finendo per mettersi a ridere senza nessuna preoccupazione. Insomma, se ne fregavano.
"Forse si sono sentiti a disagio e il loro era un riso isterico" ha suggerito Arte dopo un breve silenzio.
"No, stavano proprio a prendermi in giro. Si vedeva che non gliene importava nulla".
"Ma sei sicura?" ha chiesto Inglese "Sai, a volte i ragazzi quando sono agitati cercano di scherzarci su..."
La Nuova si è impermalita assai "Sarò pure in grado di capirlo, no?".
"Evidentemente no" abbiamo pensato tutti in coro. Nessuno però ha osato insistere.
Poi è iniziata la processione dei Genitori In Cerca Di Conforto: c'era stata una lunga sequela di quattro, alle interrogazioni, e finanche un tre e mezzo - che, visto che siamo in paese, è diventato rapidamente un casus belli in tutta la scuola. E il suddetto tre e mezzo, ci han spiegato, non era il risultato di un interrogazione muta, bensì di una serie di risposte sbagliate: per ogni risposta non adeguata la Nuova toglieva dei punti.
"Nel regolamento della scuola si dice che il tre si può dare, eccezionalmente, solo per i compiti consegnati in bianco" è insorta la Casini (che non fa parte del nostro Consiglio ma non ha fatto mai mancare a nessuno il conforto della sua opinione).
La Casini è anche responsabile di plesso.
"Ma la Nuova l'ha avuto, il regolamento?" ho chiesto.
No, non l'aveva avuto. I nuovi arrivati non ricevono mai il regolamento - non per un disegno specifico dei poteri occulti, ma per pura disorganizzazione. Va detto però che si tratta di un regolamento piuttosto banale e che all'inizio della prima media di solito "tre" viene considerato un numero buono solo per i calcoli matematici.
"Comunque, regolamento o non regolamento, la valutazione dell'insegnante è insindacabile" ho ricordato alla Casini.
Ai genitori ho cercato di spiegare che uno studio accurato era un buon rimedio per i quattro. D'altra parte è noto che alle elementari di St. Mary Mead fanno sì storia e geografia, ma in modo molto amichevole, e di interrogazioni come le intendiamo noi non si parla nemmeno - e infatti di solito l'insegnante di turno alle medie passa i primi mesi a imbeccare i primini e per qualcuno di interrogazioni si parla solo dopo Natale, o addirittura al secondo quadrimestre.
Ma, si sa, ognuno ha il suo metodo e i suoi criteri di valutazione, e ogni insegnante di Lettere è notoriamente detentore dell'Unico e Valido Metodo per insegnare Lettere. Intervenire sarebbe stato assai arbitrario e fuor di luogo da parte nostra, e infatti nessuno è intervenuto.
Nel frattempo la Prima Diligente ribolliva e faceva muro. Hanno provato anche a lamentarsi con me. Ho provato a spiegargli come funzionavano i libri e come dovevano studiare; soprattutto, gli ho ricordato con bel garbo che esisteva, appunto, il verbo studiare.
Il fatto è che con me hanno sempre studiato abbastanza, e anche con gli altri insegnanti.
Tuttavia ho realizzato la vastità della questione solo quando la prof. Marzapane (che fa Matematica nell'Altra Prima della Nuova) si è lamentata accoratamente meco che non riusciva a comunicare con costei; e va detto che per non comunicare con la prof. Marzapane ci vuole un abilità non comune, trattandosi della persona più amichevole, cordiale e disposta al dialogo da me incrociata in sedici anni di onesto servizio.
"E' la coordinatrice. Le ho spiegato che in questa scuola i posti li cambia il coordinatore. I ragazzi si lamentavano perché dall'inizio dell'anno non hanno mai cambiato i posti, e dicono che non è giusto e che nelle altre prime i posti li cambiano spesso. Lei mi ha risposto che i ragazzi devono avere la maturità per stare accanto anche a qualcuno che non gli piace. Ho provato a dirle che cambiare i posti serve per amalgamare la classe, ma non ha fatto nulla. Alla fine i posti li ho cambiati io".
Poi c'è stata l'Epica Questione del Doppio compito: una bella mattina la Nuova aveva messo un compito "di punizione" nello stesso giorno in cui Matematica aveva fissato da una decina di giorni la sua verifica. Una processione di insegnanti, compresa la VicePreside, è andata a spiegarle che era meglio non fare due verifiche scritte in un giorno, specie in una classe con tre dislessici, ma senza sortire risultato alcuno. Alla fine è stata Matematica che ha spostato la sua verifica, ma era piuttosto irritata.
E c'è stata la piazzata che mi sono presa per non averla celermente avvisata che per il 5 Maggio era in programma (forse) un uscita al Palazzo Rinascimentale, data da confermare.
"Io non sapevo nemmeno che c'era un uscita al Palazzo Rinascimentale!".
"Veramente ne abbiamo parlato in due diversi Consigli di Classe, e di uno hai fatto anche il verbale".
"Non è vero!".
"Scusami, un po' vero è. Però la data è da confermare, aspettavo che fosse definitiva."
"Ma io devo organizzarmi, sapere chi sono gli accompagnatori".
"Ma non lo sappiamo nemmeno noi, e poi siamo a metà Febbraio...".
"In questa scuola non c'è comunicazione. Nessuno avvisa, nessuno dice niente!"
Tra tanti difetti che può avere la scuola media di St. Mary Mead, lamentarsi che "nessuno dice niente" quando tutti non facciamo che parlare dei fatti (didattici) nostri dall'alba al tramonto mi è sembrato un rilievo abbastanza infondato.
Comunque, proprio nello stesso giorno, la prof. Casini si è presa un altrettanta piazzata dopo averle comunicato prontamente data, orari e accompagnatori di un uscita dell'Altra Prima alfine organizzata, perché "lei era la coordinatrice e nessuno l'aveva avvisata che c'era quell'uscita".
La Casini ha tentato di ricordarle che, appunto in qualità di coordinatrice, a Novembre costei Nuova Arrivata aveva compilato l'elenco delle uscite e attività della classe (copiandolo pari pari da quello della prof. Therral), elenco in cui quell'uscita c'era; ma la Nuova ha ribattuto sdegnosamente che in questa scuola nessuno le diceva mai niente e non c'era organizzazione né comunicazione.
(E sul fatto che l'organizzazione non sia il punto di forza della nostra scuola tutti i torti non li ha, dobbiamo pur dirlo. Ma NON per quel che riguarda le uscite).
Giusto dopo la doppia piazzata, comunque, costei è riuscita a combinare un notevole casino organizzando l'uscita per il Museo Storico.
"Beh, tutti possiamo sbagliare" ha detto la prof. Therral che non ce l'ha come collega ma aveva avuto la sventura di fissare l'uscita con lei, e ha dovuto chiedere alle famiglie la cifra dell'uscita tre volte e con tre importi diversi.
"Certamente" ho convenuto io con un angelico sorriso.
Da tempo ormai, per distrarci dopo le lunghe giornate di lavoro, ci raccontiamo le ultime prodezze della Nuova (ogni settimana c'è qualche nuova perla). Abbiamo imparato a viverla in scioltezza da quando abbiamo capito che molto probabilmente l'anno prossimo sarà perdente posto; nessuno cerca più di parlare con lei, e ci ingegniamo di scansarla cautamente.
Tuttavia dubito che se ne sia accorta; in effetti i rapporti con lei non hanno subito grandi mutamenti: la Nuova continua a non parlare con noi, salvo per rampognarci.
Quanto a me, in cuor mio le ho giurato eterno (e silenziosissimo) odio perché dall'inizio dell'anno non ha ancora portato i ragazzi in biblioteca in quanto "è tutto tempo perso" (testuali parole che qualche anima buona si è premurata di riferirmi) e nemmeno ci va da sola, in biblioteca, in cerca di testi per le sue lezioni. Ma non ho disvelato questo mio sentimento a nessuno, anche perché credo che tutti se lo immaginino benissimo anche da soli.
Però ogni tanto, seduta accanto al fuoco all'imbrunire, mi domando: possibile che il torto sia solo e soltanto dalla sua parte? Di solito non è così.
E anche:
Possibile che una persona che se ne frega in modo così totale e completo di chi ha intorno, immune e impermeabile tanto alle difficoltà dei suoi alunni quanto alle esigenze dei colleghi (nonché a quello che i suddetti colleghi dicono ai Consigli di Classe) insomma, a chiunque non sia sé stessa medesima, trovi sensato imbarcarsi in un lavoro come l'insegnamento, e per di più alle medie - un lavoro modestamente retribuito, scarsamente valutato sul piano sociale, assai esigente sul piano emotivo (...beh, non per lei, immagino; almeno in apparenza) e di cui non c'è nemmeno una gran richiesta?
E non trovo risposta né all'una né all'altra domanda, né riesco a capire dove abbiamo (ho) sbagliato.