venerdì 31 ottobre 2014
Carmilla - Joseph Sheridan Le Fanu
Tanti e tanti anni fa in una libreria di remainder pescai una raccolta di racconti di fantasmi di Joseph Sheridan LaFanu (1814-1873), scrittore per me totalmente sconosciuto. Andavo spesso a tentativi, a quei tempi, fidandomi dell'istinto e dei riassunti dietro la copertina, che all'epoca avevano la stravagante tendenza a dare effettivamente un idea del contenuto.
Lessi i racconti con gran piacere (e molta paura), ma quello che mi colpì di più fu Carmilla, che è il più conosciuto e spesso è stato pubblicato anche da solo.
E' un racconto non troppo lungo, all'incirca ottanta pagine di lunghezza media - uno di quei bei racconti vittoriani con la cornice: un tale che racconta che ha il resoconto di una storia molto interessante e piena di mistero, poi attacca la protagonista e spiega che il racconto che sta per fare è interessante e pieno di mistero e parte da un suggestivo ricordo d'infanzia su una bella signora che una sera le venne vicino mentre da bambina dormiva nel suo letto...
Infine arriva la storia vera e propria: quando era giovane, la protagonista viveva in un castello isolato con suo padre; per una serie di circostanze si trovano a ospitare per un periodo una bella e distinta fanciulla, Carmilla.
Le due diventano subito grandi amiche e si amano di tenero amore. La bella ospite ha però alcuni tratti insoliti: dorme di un sonno assai profondo, si sveglia assai tardi la mattina, è pallida e assai languida ma anche molto affettuosa con la sua giovane ospite, di un affetto quasi morboso (quasi?). Per contro la giovane castellana, una ragazza robusta e di eccellente salute, comincia a sentirsi inspiegabilmente debole, finché si accorge di avere degli strani lividi sulla base del collo...
Alla fine la narratrice si salva - come sappiamo fin dall'inizio, visto che è lei che racconta la storia - ma non assisterà all'eliminazione della vampira (che avverrà con tecniche piuttosto cruente, come sempre accade con i vampiri). Al di là del suo legittimo e fermo desiderio di salvarsi la vita, rimangono l'ansia, il ricordo della paura e un fondo di nostalgia per questa bella fanciulla così ricca di fascino e così impenetrabile, che a modo suo (un modo piuttosto divorante, certo) l'ha amata con affetto quasi sincero e certamente intenso.
Il racconto è adattissimo a una giovinetta del tutto inesperta del mondo dei vampiri, com'ero all'epoca. Veniva spiegato come si diventava vampiri, come si "viveva" da vampiri, come si cambiava nome e identità alla caccia di nuove vittime, ma anche l'affetto che legava i vampiri alle loro vittime preferite. Carmilla è un personaggio davvero attraente: bella, di modi raffinati, aggraziatissima nel muoversi e nel parlare, con quel languore che ne fa una perfetta eroina romantica, mi conquistò subito.
Amavo i vampiri, bramavo leggere nuove storie di vampiri, ero ansiosa di addentrarmi nell'universo dei vampiri. In realtà, volevo soprattutto altri racconti come quello.
Chiesi un libro sui vampiri, per Natale. I miei genitori erano sempre disponibili ad assecondare le mie preferenze letterarie, ma stavolta non trovarono niente, salvo una vita del celebre conte Vlad, neanche fatta benissimo. E non trovarono niente perché niente c'era da trovare: all'epoca non era stato tradotto nemmeno Dracula di Bram Stoker* - assurdo, considerando che i film sui vampiri si trovavano in giro a un soldo la dozzina.
Così la mia passione per i vampiri morì quasi subito, crudelmente trafitta non già da un paletto di frassino, quanto dall'insulsa editoria italiana.
Carmilla però è rimasta tra le mie letture preferite, e non ho mai sostituito la vecchia edizione che si sfascicolò quasi subito (perché se l'avevano messa tra i remainders c'era ben il suo motivo).
Si legge in poche ore: in mezzo pomeriggio, meglio ancora in una buia serata di Novembre (ad esempio stanotte, che è la notte delle streghe). Ma, onestamente, mantiene la sua carica di paura insidiosa a qualsiasi ora e in qualsiasi stagione.
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro a tutti un ottimo fine settimana e un eccellente sabba per stanotte. Possano le vostre scope volare saldamente dentro i peggiori uragani e depositarvi felicemente sotto il noce di Benevento, sul Monte Calvo o dovunque desideriate recarvi. Ma lasciate a casa i gatti neri, perché potrebbero rischiare spiacevoli incontri:
*che lessi, molti anni dopo, con paziente costanza e annoiandomi un po'. Ai miei occhi il romanzo non lega nemmeno le scarpe al bellissimo racconto di Le Fanu.
Mai letto, ma hai il dono di fare incuriosire chi legge le tue proposte di lettura. Un libro ad hoc, considerata la serata. Nel mio centro il parroco ha tuonato a tal punto che non c'è traccia di "Aulin", come dice qualcuno.
RispondiEliminaMel, sinceramente credo che potrebbe piacerti. Molto (da noi i parroci sembrano piuttosto rilassati, e tutte le pasticcerie traboccano di pipistrelli di pasta frolla al cioccolato e fantasmini con glassa bianca e occhi di cioccolato)
RispondiEliminaMe lo ricordo :-) Io non avevo una particolare predilezione per i vampiri (neanche nulla contro, però) ma mia madre spacciava spesso e volentieri.
RispondiEliminaLetto a 19 anni dopo aver conosciuto una autentica reincarnazione di Carmilla. Mi sa che è proprio un racconto adatto ai miei E. T.
RispondiEliminaOh, una storia di vampiri! Sai che non ho mai letto nulla del genere? Davvero. Quindi potrebbe essere questo vecchio romanzo il primo su quest'argomento :-)
RispondiEliminaCiao!
Una storia di vampiri in mezzo a storie di fantasmi ;-)
RispondiEliminaChissà quanti libri di un secolo... uhm... due secoli fa saprebbero ancora stupirci ;-)
I nostri gatti sono usciti, ma solo in giardino... e poi non sono neri! :-P
www.wolfghost.com
@LGO:
RispondiEliminaanch'io ero abbastanza indifferente ai vampiri, prima di leggere Carmilla (e anche dopo, in effetti. Non ho più trovato una storia che mi piacesse così, con tutto il rispetto per Twilight e Trueblood)
@la povna:
ho pensato anch'io di leggerlo in classe, forse per una seconda assai letteraria potrebbe andare, ma con la letteratura dell'Ottocento è meglio andarci cauti. Per un biennio, se hai la classe giusta, mi sembra perfetto (e complimenti per essere sopravvissuta all'incontro ^__^ )
@Maris
Sarebbe un ottimo inizio, secondo me. Tra l'altro è stato effettivamente uno dei primi, sull'argomento - ed è una bella lettura, dolce e sognante
@Wolf
Facciamo un secolo e mezzo, va'.
Però è proprio nell'Inghilterra vittoriana che nascono quasi tutti i filoni legati al soprannaturale: fantasmi, prima di tutto, ma anche vampiri, scienziati pazzi, sdoppiamenti di personalità...
Un saluto ai vostri bei mici (ma anche ai cani, si capisce) :)
Io non mai amato letture di fantasmi o vamiri e onestamente non è un genere che mi attira... ma devo dire che sei riuscita comunque ad incuriosirmi...
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