domenica 2 novembre 2014

2 Novembre, festa dei morti - In ricordo di Stefano Cucchi

Stefano Cucchi, dopo e prima della cura

Dunque è ufficiale: Stefano Cucchi è morto di noia. 
Non certo, come a suo tempo si disse di Gesù Cristo, per il freddo o per il sonno: caldi piumini e morbidi materassi accolgono i nostri detenuti, in celle confortevoli e accoglienti. Nessuno, all'interno di queste celle, può soffrire disagio veruno: né insonnia, né freddo, né caldo. 
Inoltre una capillare e accuratissima assistenza sanitaria si occupa di ogni eventuale malessere dei detenuti, curandolo nel migliore dei modi senza badare a spese.

Sta di fatto che quando venne arrestato Cucchi era vivo, e una settimana dopo era morto, decisamente dimagrito e con una bella quantità di lividi addosso.
Aveva forse fatto una dieta troppo rigida? Si sa che le diete sono pericolose.
Era forse caduto dalle scale, come capita a tante donne con un marito dal comportamento magari un po' troppo esuberante?
Chissà.
Accolto in carcere come un principino, trattato con tutti i riguardi dalle italiche forze dell'ordine, ciò nonostante dimagrò e morì, forse al solo scopo di creare grane ai fedeli servitori dello Stato (certa gente è così antipatica...).
Forse per colpa di anoressia e tossicodipendenza, come disse il senatore Giovanardi (gran paladino del cattolicesimo, piace ricordarlo). Forse per colpa di una vita sregolata, come è stato detto al secondo processo, quello conclusosi pochi giorni fa. 
O forse, semplicemente, per noia. Non avrebbero potuto procurargli qualche lettura interessante, una serie televisiva avvincente o qualche buon film?
Si vede che non ci hanno pensato. Non si può pensare sempre a tutto. 
Non ci fu lesione né trauma, nessuno alzò la mano su di lui, tutto il personale medico e paramedico si prodigò nel migliore dei modi.
Tutti fecero il loro dovere al meglio, insomma. Purtuttavia, Cucchi prima di essere arrestato era vivo, e una settimana dopo era morto.
Che dire? Sono i casi della vita - o, nello specifico, i casi della morte.

Oggi si commemorano i morti. Io commemoro lui.

(Potrei magari aggiungere che, casomai gli fosse capitato di vedere in visita turistica l'inferno, l'avrebbe trovato comodo e accogliente rispetto a quel che ha sperimentato nella sua ultima settimana di vita. Ma potrei sembrare polemica, e non voglio correre questo rischio).

13 commenti:

  1. Lo stato (sì, in minuscolo) ci ha abbandonato.
    Stefano rimane negli occhi e nel cuore di un popolo senza più speranze. Avvilita, lo ricordo con te.

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  2. Una bruttissima pagina per tutti noi, e non è neanche l'unica.

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  3. Bé, che qualcuno sia colpevole è evidente a tutti, perfino ai magistrati. Però non mi sono dispiaciute le parole del procuratore capo: non si può volere la testa di qualcuno se effettivamente non ci sono prove sufficienti. Giusto continuare ad indagare e che davvero paghino i criminali.
    www.wolfghost.com

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  4. @Wolf:
    Sono assolutamente d'accordo, prendere per il collo il primo venuto e dargli la colpa di tutto non aiuta ne' Cucchi ne' noi. Tuttavia, in cinque anni, viene da pensare che se proprio avessero voluto trovare i colpevoli, qualche possibilità l'hanno avuta. Che chi è stato assolto fosse innocente perché è stato usato per deviare l'attenzione dai veri colpevoli, o che chi è stato assolto fosse colpevole e sia stato protetto, in entrambi i casi lo stato ha dato una pessima prova di se' e i cittadini hanno tutti i motivi di preoccuparsi.

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  5. E' così vergognoso che non ci sono parole da aggiungere, le foto parlano da sole purtroppo....

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  6. Per i delitti, di cui è farcita la TV da mane a notte, si sguinzagliano cani molecolari, si inviano giornalisti, si riesumano cadaveri, analizzano DNA, etc..., per un caso tutto sommato non complesso tutti tacciono e mancano prove. Non è credibile, proprio no, un'omertà degna del peggiore sistema mafioso.

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  7. eh, cos'altro aggiungere. Basta il tuo solido sarcasmo a ricordarmi che ci rimane dolorosamente questo, della fiducia.

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  8. Come ha detto ellegio, purtroppo non è l'unica brutta pagina.

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  9. Hai detto tutto. Resta solo lo sgomento. Lo Stato siamo noi. Lo Stato ha perso. E io sento il peso della sconfitta. Loro, ovviamente, no.

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  10. @Mel:
    Hai perfettamente ragione: alcuni delitti sono ritenuti meritevoli di un ENORME interesse mediatico, mentre questo è venuto fuori quasi in sordina, col passaparola. E sì, soprattutto a prenderlo all'inizio non sembrava nemmeno molto complesso . Adesso però qualsiasi nuovo processo dovrà tenere conto prima di tutto di questa bella montagna di carte costruita in cinque anni.

    @iome:
    per come la vedo io lo Stato non ha perso ora, questa è stata solo l'ufficializzazione: lo Stato ha perso cinque anni fa, quando la vicenda non venne chiarita in poche settimane.

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