Un cornutissimo funzionario Invalsi si accinge (finalmente!) a darsi fuoco
Come ho ripetuto più volte, tutti coloro che lavorano all'Invalsi sono dei grandissimi cornuti; mi ritrovo tuttavia costretta ad ammettere che, fino al tardo pomeriggio del 19 Giugno 2014, nemmeno io ne avevo compreso l'immane vastità di cornutaggine. Ma andiamo a raccontare con ordine la tragica vicenda.
Quest'anno, per la prima volta, avrei corretto e inserito al computer le prove Invalsi dell'esame; e siccome per svariati anni mi sono onestamente guadagnata il pane facendo la data entry la prospettiva non mi preoccupava più di tanto. Ma avevo torto.
Tutto era cominciato sotto i migliori auspici: le griglie di correzione erano apparse in rete all'ora dichiarata (miracolo!) il collegamento in rete funzionava (altro miracolo!) e, incredibile a dirsi, persino i computer della scuola di St. Mary Mead funzionavano (Miracolo! Miracolo! Miracolo!)
Forti di tutte queste circostanze favorevoli ci siamo tutti accinti prima di tutto... ad una correzione su carta. Lunga e laboriosa.
Infatti le numerose domande delle prove Invalsi sono state frullate in cinque combinazioni differenti, al nobile scopo di impedire che gli alunni copino. Dunque, se ci sono cinque modalità di combinazione per ognuna delle due prove ci saranno anche cinque griglie di correzione diverse, per un totale di dieci griglie di correzione ognuna di cinque fogli l'una.
In base a queste griglie l'insegnante deve svolgere diverse operazioni e cioè:
- verificare se le risposte chiuse sono giuste o no
- verificare se le risposte nelle varie sequenze "vero/falso" sono giuste o no, e poi contare quelle giuste, perché in qualche caso la risposta è considerata valida se sono giuste tutte le componenti della sequenza, in altre basta una percentuale - ad esempio cinque risposte giuste su sette, oppure quattro su cinque. Quindi si deve contare, e solo alla fine della conta possiamo mettere "sì" oppure "no" accanto alla domanda
- verificare se le risposte aperte sono giuste
- verificare se le risposte molto aperte (quelle con quattro righe dove scrivere, per intendersi) rientrano nella casistica che l'Invalsi ritiene valida, e qualche volta è affare complesso che ha richiesto al cornutissimo istituto più di mezza pagina: "se viene indicato questo la risposta è valida, ma anche se non viene indicato ma nel testo libero viene indicato un motivo che rientri nel seguente gruppo...". Due palle abbastanza notevoli, va detto.
Dopo un paio d'ore di lavoro certosino arriva finalmente il momento di inserire i dati, e una volta entrati nella maschera dell'Invalsi si fanno un buon numero di interessanti scoperte.
Prima di tutto: da qualche parte nella Grande Busta con cui sono arrivate le prove su carta c'è un Codice. Cerca la busta, ritrova la busta, ritrova la confezione di cellophane che sigillava il pacco, ecco, qua c'è il codice, ora te lo detto.
A quel punto, dopo vari codici di conferma, entriamo nella scuola e nella classe che ci siamo presi a carico. E andiamo a cominciare con la prima allieva, che è Brunilde di Turingia.
Brunilde è identificata da ben due codici di diversa tipologia: il primo è una domanda, da selezionarsi in un gruppo di ben cinque domande, che identifica l'appartenenza di Brunilde a uno dei cinque gruppi anti-copia. Solo se la domanda selezionata è giusta il programma accetta benignamente di inserire il codice individuale di Brunilde e apre la schermata con i suoi dati.
A questo punto dobbiamo ancora precisare se Brunilde è dislessica, se ha avuto del tempo aggiuntivo per la prova, se è certificata, se ha fatto una prova differenziata. In teoria la prima e la terza cosa il programma dovrebbe saperlo - se Brunilde fosse certificata lo Stato pagherebbe un insegnante di sostegno per lei, e la cosa dovrebbe pur risultare in qualche banca dati da fornire all'Invalsi; e se è dislessica e non è stata dichiarata tale dalla ASL giusto dieci giorni fa, ecco, anche quello dovrebbe risultare da qualche parte.
Ma poi arriva il meglio:
Brunilde è stata ammessa all'esame?
Ma no, certo che non è stata ammessa: le abbiamo fatto la prova Invalsi dell'esame per puro sadismo - e lei, d'altro canto, si è alzata alle prime luci dell'alba ed è venuta a fare una prova che non la riguardava affatto per puro masochismo.
Ma non basta:
Con che voto è stata ammessa Brunilde?
(Che ve ne frega? Ah, giusto: forse vogliono vedere se c'è rispondenza tra il voto di ammissione e quello delle prove. In effetti non sempre c'è, ed è un dato interessante da rilevare. Ma, scusate, non abbiamo fatto gli scrutini elettronici? Col celebre programma Argo, suggerito dal MIUR? Perché non glielo chiedono ad Argo, il voto di ammissione di Brunilde? A che cazzo serve informatizzare la scuola se poi stiamo lì a riscrivere all'infinito gli stessi dati come ai tempi dei dieci comandamenti, quando per scrivere c'erano solo pietra e scalpello?)
E che voto aveva Brunilde a italiano scritto e che voto a italiano orale?
(Scritto? Orale? Sono secoli che il voto della materia è soltanto uno, senza né scritto né orale. Comunque quel voto lo decide il programma dell'Invalsi, non so con quali criteri)
Brunilde ha svolto il tema?
Beh, fate voi, oggi è il 19 Giugno, gli orali li dovremo pur fare, prima o poi. Sì, ebbene sì, gli scritti li abbiamo già fatti. Anche quello di italiano. E li abbiamo pure corretti, visto che già sapevamo che oggi ci sarebbe stato da impazzire con la Prova Invalsi).
A questo punto il programma, ormai placato, ci autorizza a infilare finalmente le risposte di Brunilde.
Sorpresa! Due terzi del lavoro fatto su carta sono perfettamente inutili.
Il programma chiede di mettere la lettera alle risposte chiuse, poi le valuterà lui. E chiede di dirci le sequenze vero-falso, poi deciderà lui se e come valutarle. E allora perché ci mandano a dire che percentuale di risposte esatte deve avere l'alunno per considerare positiva la risposta?
Ma è chiaro che a quel punto nessuna di noi ha più voglia di farsi domande. La Spini detta e io scrivo, mentre la Ghirlandai si occupa di altre cose.
Già alla terza prova inserita la routine è avviata e l'inserimento va veloce. Fin quando...
In classe abbiamo due dislessici che, sì come vuole la legge, han fatto la prova con orari diversi e in una stanza separata. Le loro prove sono rimaste in fondo al pacco e, per qualche misterioso motivo, nessuna di noi le ha corrette.
"Andiamo avanti" stabiliamo concordi io e la Spini senza nemmeno pensarci su, passando i quattro fascicoli alla Ghirlandai "Quando le avrai corrette su carta inseriremo anche i due dislessici".
La Ghirlandai finisce quel che stava facendo, poi corregge i quattro fascicoli e ce li consegna. Infine dà il cambio alla Spini per dettare, e la Spini esce dalla stanza per andarsi a prendere un bel caffè.
Ritorna quasi subito, assai inquieta. Racconta che nella sezione della Palmina il programma si è piantato e hanno perso tutti i dati inseriti quando hanno cercato di inserire un alunno che avevano dimenticato - perché anche loro, come noi, avevano dimenticato un alunno...
"Gli sarà impazzito il computer per qualche problema di collegamento, vedrai che quando riaprono il programma ritrovano tutto" cerco di calmarla io. Ad ogni modo usciamo dalla maschera e andiamo a controllare. Ma non c'è problema: nomi e codici dei nostri alunni corrispondono tutti.
"Vedete" spiego alle altre due con fare materno "i dati sono agganciati attraverso i codici, non possono spostarsi da una scheda all'altra. Probabilmente anche nell'altra sezione sono ancora lì, il fatto che siano scomparsi è solo un apparenza temporanea".
La mia Autorevolezza Informatica prevale al momento sulle loro paure e il lavoro continua. Finiamo italiano, attacchiamo matematica. Dopo qualche alunno mi faccio dare il cambio dalla Ghirlandai e mi prendo una Meritata Pausa per fare un giretto per la scuola e vedere come procede.
La sezione della Palmina sta dandosi alla più nera disperazione perché, a metà del secondo inserimento della prova di italiano, i dati sono nuovamente spariti e ormai tutti loro dubitano seriamente di venirne mai a capo. Personalmente non sono affatto convinta che sia una buona idea continuare a ripetere l'inserimento dati in un programma che soffre di crisi di identità così forti, ma chi sono io per andare a dare consigli alla Presidente della Commissione d'Esami (che sostiene che l'inserimento va completato entro quel giorno, a costo di farci le tre di notte, perché il giorno dopo cominciano gli orali) o alle colleghe? Non sono un esperta di informatica, le mie esperienze di data-entry risalgono allo scorso millennio, dalla mia ho soltanto un po' più di abitudine della media a usare il computer. Però, devo dire, un casino così non l'ho visto fare nemmeno al leggendario programma "Anagrafe" per la schedatura di archivi**.
Dalla prof. Quadrella invece va tutto bene, a parte il fatto che sono un po' stanchi. Comprensibile, perché la giornata lavorativa è cominciata alle otto per qualcuno, alle sette e mezzo per qualcun altro e ormai sono passate le sette di sera.
Ritorno un po' perplessa alla mia postazione e trovo Spini e Ghirlandai sull'orlo dell'idrofobia: arrivati alla prova di matematica del primo dislessico è sparito TUTTO, compresi i dati della prova di italiano. E così hanno ricominciato a inserire, a partire da Brunilde di Turingia, che però è passata dal voto sei... al voto due.
Dichiaro la mia perplessità: la prova di Brunilde non era in effetti memorabile, ma non sembrava certo tale da giustificare un due come voto. Le colleghe condividono la mia perplessità ma non sanno che dirmi.
Reinseriamo qualche alunno, poi, improvvisamente, verso il decimo alunno i dati ritornano. Cautamente li controlliamo uno per uno e torniamo a matematica. Alle nove e qualcosa abbiamo finito.
Ormai stremate facciamo un controllo finale, registriamo il tutto, consegniamo carte e cartacce alla Presidente e passiamo ad offrire un aiuto allo sventurato team della Palmina. Rifiutano, non so se per nobiltà d'animo, per paura, per masochismo o perché ormai completamente suonati. Si racconta che abbiano finito dopo le undici di sera.
Il giorno dopo però l'intrepida Ghirlandai riprende in mano la questione del due di Brunilde, e chiede a Jorge di esaminare meglio la situazione. Dall'esame di Jorge risulta che Brunilde è stata inserita con una domanda-chiave sbagliata. Com'è stato possibile, se codice-alunno, domanda-chiave e nome dell'alunno sono collegati tra loro? Nessuno se lo sa spiegare, ma inserendo la domanda-chiave giusta il due di Brunilde ritorna sei.
Nel mio cuore continua ad aleggiare il sospetto che nei dati delle prove Invalsi della nostra scuola ci sia un grande, grandissimo, immane casino; ma dal momento che i voti all'incirca corrispondono, sia pure con qualche sorpresa in negativo (che con l'Invalsi può capitare) anche se le prove quest'anno erano piuttosto domestiche e ragionevoli per entrambe le materie, mi taccio e prendo la vita come viene.
Ma l'anno prossimo farò l'esame come coordinatrice, e il pensiero dell'Invalsi, per la prima volta, mi inquieta. E non per paura che i ragazzi non siano in grado di farla bene.
*da cantarsi sull'aria di Quant'è bellu lu primm'ammore
**di cui venne detto, da persona informata dei fatti, che "non aveva un interfaccia, al massimo un interculo".