venerdì 16 maggio 2014

Ero un topo - Philip Pullman


Una tranquilla coppia, ormai avviata verso la mezza età, una sera sente bussare alla porta. 
E' un bambino; un piccolo bambino vestito con una lacera divisa da valletto che spiega che "era un topo".
Smarrito, rapito, scappato di casa?
La coppia accoglie il piccolo sbandato, lo rifocilla, lo riveste e avvia un microcorso di civilizzazione, visto che il ragazzo cerca di mangiarsi le cose più strane; poi comincia a cercare la sua famiglia.
Solo che non risultano bambini scomparsi, né smarriti né rapiti, e nemmeno scappati di casa o dall'ospedale dei matti.
La coppia ha sempre desiderato un figlio, senza però essere mai riuscita ad averlo. Si affezionano subito al piccolo smemorino, gli danno un nome, Roger, e provano a trattarlo come un bambino normale (salvo pagare i danni per le cose stranissime che il bambino mangia e i vari disastri che combina).
Tutti gli altri adulti che entrano in contatto con Roger però non riescono a capirlo, né ad inquadrarlo: il piccolo è pieno di buona volontà e avrebbe anche un carattere molto dolce e disponibile, ma c'è in lui qualcosa di davvero diverso rispetto agli altri bambini, che spaventa le persone e insieme le manda in collera.
Presto, molto presto, la vita di Roger diventa un inferno. La troppa fiducia e l'ingenuità lo spingono nelle mani sbagliate. Maltrattato, messo in mostra come un fenomeno da baraccone, scacciato e poi cacciato, perseguitato e vilipeso, considerato alla stregua di  un terribile mostro...
Nel frattempo la coppia che l'ha accolto la prima sera continua a cercarlo, finché finalmente le cose cominciano a girare per il verso giusto. Con una sorpresa veramente sorprendente. Perché in realtà tutti noi sappiamo chi è, o meglio chi era il piccolo Roger, e abbiamo già letto e sentito molte volte l'inizio della sua storia... ma senza mai domandarci cosa succedeva dopo.

Il libro riesce ad essere contemporaneamente la storia di un povero bambino infelice e perseguitato, una critica piuttosto salata del mondo degli adulti e del mondo in generale e un perfetto esempio di come fa la stampa (grandemente aiutata dall'opinione pubblica) a creare un mostro e a smontarlo. Si sa che molti Roger, non necessariamente bambini ed ex-topi, sono finiti stritolati da questo meccanismo infernale, spesso senza nessuna coppia di signori di mezza età che riuscissero a rimediare la situazione all'ultimo momento con la forza dell'ostinazione.

Meravigliosamente scritto, ottimamente illustrato (da Peter Bailey) e costruito in modo geniale, il breve romanzo è adattissimo per chiunque dagli otto anni in poi. Anche se apparentemente si tratta di letteratura fantastica - con una possibile svolta verso il fiabesco - è in realtà di una storia di grande e crudele realismo.
Consigliatissimo a chiunque.

Con questo post partecipo in extremis al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro felici letture e un bel fine settimana a tutti, lettori e non lettori.

4 commenti:

  1. Come dire, quel certo Franz Kafka che in questo campo ci sapeva fare?!

    (No, scherzo, so che non c'entra nulla, e pur tuttavia...).

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  2. Qui sarebbe presto ma me lo segno, manca poco... Ciao

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  3. A me capita spesso di leggere libri pensati per giovani lettori ma che, alla fine, possono piacere anche ai grandi. Questo non lo conoscevo... ne prendo nota.

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