Lettura in classe dall'antologia: Il Gatto Nero di Edgar Allan Poe. Per ovvi motivi è un racconto che mi sono sempre guardata bene dal leggere; però la classe sembra non avere a schifo la letteratura dell'Ottocento, così mi attento.
Qualcosa però mi lascia perplessa: la storia c'è tutta, più o meno, ma quando l'ho saltato leggendo i Racconti di Poe mi era sembrato che il numero delle pagine fosse più alto.
In serata sono da persone che possiedono i racconti di Poe, così controllo. E scopro, con il solito empito di indignazione che mi coglie sempre in questi casi nell'indifferenza generale, che il racconto era stato massacrato peggio del povero micio protagonista.
La trama... beh, nei punti essenziali la trama era la stessa - anzi, in effetti restava solo quella. Certo, il fatto che la cravatta bianca sul petto del gatto avesse preso pian piano la forma di una forca mancava; ma soprattutto mancavano quasi tutte le descrizioni degli stati d'animo del protagonista, l'introduzione... insomma mancavano tutti i tentativi del protagonista di spiegarsi.
Sparita la cornice di quieta follia del narratore, se ne andava a ramengo anche quasi tutta l'angoscia della storia, che diventava un triste racconto di maltrattamento di animali e un monito sulle nefaste conseguenze dell'alcolismo ma perdeva buona parte del terrore che avvolgeva l'originale.
In effetti diventava anche meno difficile da seguire, dato che raccontare come cavi un occhio o impicchi un gatto è molto più semplice del provare a spiegare perché diamine hai fatto una cosa tanto assurda; così anche una buona parte delle parole "difficili" restava per strada.
Me ne sono accorta quando ho portato a scuola la versione integrale e l'ho fatta leggere: le interruzioni per avere chiarimenti erano molte più di quelle durante la prima lettura.
Tutto è bene quel che finisce bene: la classe ha apprezzato molto anche la seconda lettura, abbiamo fatto una piccola esercitazione sulle differenze tra le due versioni e due chiacchiere sul verbo "adattare". Con una sola eccezione tutti hanno dichiarato di preferire la versione originale, che gli risultava più chiara e anche più paurosa e molto più ricca di atmosfera. Molti hanno suggerito che forse i tagli erano stati fatti per rendere la storia "meno difficile". Qualcuno ha chiesto se non potevano esserci questioni legate ai diritti d'autore - e immagino sia quello che ha più colto nel segno.
Personalmente non amo molto l'horror, in nessuna forma, e concepisco benissimo l'esistenza di un'antologia priva di tale sezione. Tuttavia, se per qualche motivo (ad esempio il fatto che oggi è un genere assai apprezzato dai ragazzi, e forse lo è sempre stato) dovessi preparargli una scelta di testi avrei cura di lasciare integri i testi in questione. Perché, dico, se a un racconto horror togli nientemeno che l'atmosfera e i dettagli, cosa ne rimane se non un triste elenco di tristi vicende, talvolta un po' misteriose?
(Dimenticavo: se proprio dovessi curare una scelta di testi horror per le nuove generazioni, magari, a parte Poe e Lovercraft - di cui nessuno mette in dubbio il valore - e Dickens e Jerome, la cui fama forse è legata anche ad altre tematiche, magari proverei a estendere il contributo della narrativa novecentesca un po' oltre un brano di due paginette di King...)
La pratica di antologizzare, di cogliere fior da fiore, è tanto utile quanto approssimativa. Del resto di tratta di una pratica talmente connaturata alla scuola italiana (e presumo anche estera) che non saprei immaginare altre soluzioni...
RispondiEliminaconcordo pienamente con te.
RispondiEliminaa mio parere, ha senso tagliare se si tratta di un brano di romanzo, mai per un racconto (piuttosto, se ne scelga uno più breve!).
@ Palmy
RispondiEliminaEcco, per l'appunto l'utilità di questa pratica mi è sempre sfuggita. E' vero, le antologie italiane sono piene di brani tagliati e sbriciolati, ed è vero che sono tra i pochissimi che la trovano una pratica scandalosa.
In compenso io mi scandalizzo in quantità bastevole per numerose decine di insegnanti ^__^
(potessi scegliere, naturalmente, l'antologia non la adotterei. Ma al momento sono costretta a tenermi quelle adottate da altri e già acquistate dai genitori)