martedì 11 novembre 2008

Ah, le nuove tecnologie...


Un insegnante di St. Mary Mead sospira sconsolato 
davanti al computer che non entra in rete


Che dire delle nuove tecnologie?
Massì, le trovo utili, simpatiche e soprattutto comode.
Non dico che siano indispensabili sempre e comunque per tutte le materie, in fondo italiano si insegna bene anche con carta, penna e lavagna. Certo, se la lavagna è interattiva eviti di coprirti di gesso da capo a pié, e se fai storia o geografia ogni scusa è buona per pescare qualche immagine con Google.
Ecco, ragazzi, qui vedete una tipica casa giapponese.  Pareti scorrevoli, qui c'è il giardino, qui c'è Ranma, qui c'è Ryoga che è appena finito nella fontanella e si è trasformato in porcellino.
La stampa a caratteri mobili? Ecco, in questa stampa è rappresentata una tipografia del cinquecento. Qui compongono i fogli con i caratteri, questo signore invece sta preparando i fogli da mettere nel torchio.
Una volta portai una classe al laboratorio di informatica - un modello extralusso, la cui principale caratteristica era FUNZIONARE. Venti computer che andavano come schegge, tutti con il collegamento in internet con l'ADSL. Gli feci fare una ricerca sulle leggende metropolitane: ogni coppia doveva trovare una leggenda metropolitana, analizzarla e commentarla. Fu piuttosto divertente, e anche illuminante: tre coppie scelsero la storia del mostro di Loch Ness, pescando in tre siti diversi. Tutti e tre i siti spiegavano che era stata un'invenzione giornalistica, ma davano date e autori e origini diverse. Mi dissi che se non esisteva una versione univoca sulla nascita di una leggenda relativamente recente, non c'era niente di strano che in cento e passa anni non si fossero ancora messi d'accordo sull'origine della leggenda di Rolando e della battaglia di Roncisvalle, nemmeno quanto bastava a stabilire se era una leggenda o meno (personalmente sono convinta che sia una leggenda, ma ci ho studiato più di un anno per la tesi).

A St. Mary Mead... ecco, a St. Mary Mead siamo abbastanza lontani da tutto questo. Abbiamo una lavagna interattiva, ma è in una classe. Gli insegnanti ci han detto "quando volete farci una lezione, basta che ce lo diciate e noi vi lasciamo la classe libera e andiamo da un'altra parte".
Molto gentili, ma io la lezione la vorrei anche preparare, pasticciando un po' per conto mio, e non posso farlo se la classe è occupata.
Poi abbiamo... avremmo... dovremmo avere la banda larga, niente meno. Il comune ce l'ha promessa. Nell'aula multimediale infatti di solito funziona, all'incirca due volte su tre. 
Per quanto riguarda il piano terra, dunque...
Computer in sala professori: senza stampante e senza collegamento in Internet.
Computer in segreteria: non funziona il monitor. Anzi, sembra che non funzioni nemmeno il computer. Non sappiamo quando lo ripareranno. Prima o poi succederà, immagino.
Computer in presidenza: c'è la stampante ma non il collegamento.
Sorvolo pietosamente sul laboratorio di informatica - diciamo che non è attrezzato con materiale recentissimo, ecco. Sorvolo anche sulla cosiddetta Aula Multimediale, ma mi riprometto di parlarne in un altro momento.

Poi dovrei prendere sul serio Brunetta quando dice che nel giro di due anni vuole informatizzare tutta l'amministrazione per risparmiare carta. Ottima idea, non discuto, ma mi sembra che manchino un po' di premesse, al momento.

Sì, a me le Nuove Tecnologie piacciono. Non dico che ci farei grandi cose, ma le idee vengono un po' per volta, col tempo e l'abitudine all'uso. E poi sono disposta a imparare. Non mi trovo male con i computer. Non sono un fulmine di guerra ma li uso volentieri e non mi hanno mai fatto paura.
Non credo di essere io il problema, in effetti.

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