mercoledì 12 novembre 2008

Voti a rendere


Sulla spinosa questione dei voti il nostro ineffabile Ministero ci ha lasciato del tutto sprovvisti di indicazioni. Il nostro quasi altrettanto ineffabile Nuovo Preside pure: al collegio di Settembre disse che non conveniva mettere voti perché dal Ministero non erano arrivate comunicazioni; al collegio successivo, un mese dopo, accennò vagamente un "i voti mi sa che dovrete metterli, perché qui non mandano a dir niente".
Quando qualcuno provò a suggerire una commissione per individuare qualche linea guida, borbottò che magari sì, poteva essere un'idea. Di fatto in quella scuola abbiamo commissioni sulle cose più strane, ma la commissione sul passaggio dai giudizi ai voti decimali non è mai nata. 
Abbiamo iniziato l'anno scolastico all'insegna della più totale anarchia, chi con i voti, chi con i giudizi, chi con entrambi e chi rimandando il momento di segnare le valutazioni (io ero e sono tuttora tra quelli che segnano voti e giudizi).
Nel frattempo il decreto è diventato legge a tutti gli effetti, regolamenti applicativi non se ne sono visti e l'unica certezza è che nelle schede del quadrimestre dovremo mettere i voti.
Un paio di settimane fa abbiamo ricevuto una lettera dal Coordinamento Provinciale dei Poli di Aggregazione Funzionale (ebbene sì, si viene a sapere che c'è pure quello) che aveva per oggetto Suggerimenti riguardo la valutazione numerica degli alunni e che ci comunicava come, "sollecitati dalle perplessitò espresse da molti docenti" avevano pensato di elaborare delle linee guida a livello provinciale onde evitare che ogni insegnante andasse per i cazzi suoi (si esprimeva in modo più forbito, ma il concetto era quello), fermo restando che ogni scuola poteva pur sempre fare a modo suo.
Insomma, ci hanno mandato una tabella di conversione. Ne ho fatto una fotocopia ingrandita e l'ho incollata al tavolo centrale della Sala Professori. Non dico di essere d'accordo in tutto e per tutto con quel che c'è scritto, ma finalmente qualcuno ci ha dato uno straccio di criterio, meglio tardi che mai.
Anche noi non andiamo sotto il 4. Il 6 equivale al Sufficiente, il Buono va dal 6 al 7, il Distinto va dal 7 all'8 e l'Ottimo dal 9 al 10, ricordando comunque che "il voto espresso in pagella non è solo il risultato della media aritmetica delle votazioni riportate nelle prove di verifica".

Ho cominciato a dare i voti.
Non dico di non riuscirci, ma nemmeno di trovarmici a mio agio. Con i giudizi è sempre stato diverso - la sera del terzo giorno della prima supplenza ero a correggere verifiche di italiano e le valutazioni arrivavano da sole alla fine della correzione. Immagino fossero valide, perché quando le trascrissi sul registro scoprii che erano molto simili a quelle che assegnava la titolare.
Comunque adesso do i voti. I ragazzi seguono questo processo di trasformazione con molto interesse e al momento del verdetto dopo le interrogazioni nella classe cala un silenzio pieno di curiosità - più di quello che calava negli anni scorsi, intendo.
Per loro ha ancora il fascino del giocattolino nuovo ma io, ogni volta che scrivo un numero su quel registro, vorrei avere tra le mani Tremonti per strozzarlo con le sue medesime budella.
Nel corso di questa navigazione a vista ho tratto grande conforto da due preziosi amici che non ho dovuto cambiare in quanto perfettamente compatibili con i voti (ricordo di avere preso parecchi degli uni e degli altri al liceo): il più e l'impreparato (NP, in registrese).
Esiste anche il meno, naturalmente, ma non l'ho mai usato molto.
A cosa equivalgono non è del tutto chiaro nemmeno a me, ma sono entrambi utili compagni di viaggio. L'NP sostituisce validamente qualsiasi due, tre e meno due.
"Come si rimedia un NP?" chiede ogni tanto qualcuno. "Si dimostra di conoscere il programma" rispondo con una punta di minaccia nella voce. In realtà non si rimedia: avere qualche NP sul registro vuol dire essere tagliati fuori da qualsiasi valutazione sopra il Buono da Confermare.
Il + è un'entità ancor più indefinita e perciò ancora più utile: serve per segnalare che i più menci hanno fatto bene gli esercizi, o che tutta la classe ha mostrato di avere ben compreso la differenza tra attivo e passivo, che Hermione Granger ha fatto un bell'intervento a geografia o che l'Imbranato è subentrato al compagno che si è arenato sulle secche della presa di Roma, completando l'interrogazione al posto suo. 
Il meno di solito indica che il malcapitato non ha fatto gli esercizi per casa o che ha sparato un'irragionevole quantità di sciocchezze sull'uso dei pronomi personali o simili.
Non ho ancora fisicamente scritto un 4: i due NS dei ragazzi che hanno tirato un po' troppo al risparmio nei diari del mese erano corredati da una frase minacciosa del tipo "Non ho voglia di scrivere certi numeri, comunque è proprio quello che pensi" ; dunque al momento il voto più basso è un cinquemmezzo,  il più alto un novemeno.
Ritengo altamente improbabile, al momento, di ritrovarmi a scrivere un 10.

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