martedì 26 dicembre 2023

Il Natale si addice ai re (e agli imperatori, anche)

In questo autenticissimo & assai filologico dipinto dell'epoca si illustra una festa 
molto importante per re Artù: il Natale.
Da notare come all'epoca non vigesse la sfida tra pandoro e panettone perché i cavalieri della Tavola Rotonda prediligevano già allora il tipico dolce di Natale inglese.

Il 25 Dicembre è la data in cui ogni buon medievista festeggia gioioso l'anniversario dell'incoronazione di Carlo Magno a imperatore, avvenuta in quel di Roma e che ha dato il via alle incoronazioni imperiali come siamo abituati a immaginarle.
Se pure è teoricamente possibile che in quella cerimonia ci fosse una parte di improvvisazione - ed è noto che Eginardo, biografo di Carlo e a lui contemporaneo, racconta che il suddetto Carlo non ne sapeva niente e anzi rimase piuttosto contrariato - tutto fa pensare che dietro all'avvenimento ci fosse una certa organizzazione.
Prima di tutto la data: si sa che la data di Natale è stata scelta a tavolino perché niente nei racconti evangelici stabilisce un mese e un giorno precisi per la nascita di Gesù. Ai tempi di Carlo però già da molto tempo vigeva la consuetudine di commemorare la Nascita per eccellenza della chiesa cattolica appunto il 25 Dicembre. Ma cosa c'entrava con l'incoronazione a imperatore?
Si potrebbe rispondere che era una data importante e una festa fissa, che tutti gli anni cadeva lo stesso giorno; e poi che Gesù è sempre stato il Re per eccellenza per i cristiani - in fondo glielo scrissero anche sulla croce, che era un re: INRI, Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum. Esiste anche una festa, per Cristo Re - il 25 Novembre, ed è una festa che chiude l'anno liturgico, ma è una roba decisamente posteriore.
Quindi, una data facile da ricordare e che non creava problemi.
"Lo sapete? Adesso abbiamo di nuovo un imperatore, come ai tempi dei romani".
"No, non ne sapevo nulla. Quando l'hanno incoronato?"
"Il 7 Febbraio... o era il 9? Era una domenica, immagino. Oppure è stato il 15 di Marzo?".
Molto meglio il 25 Dicembre, in effetti.
Il 25 Dicembre, che è Natale, si ricorda bene: e infatti non manco mai di spiegare ai miei alunni che Carlo Magno era una persona gentile di animo perché scelse una data tonda e un giorno molto facile da tenere a mente per qualsiasi studente. Evviva Carlo Magno.
Casualmente, in quei giorni Carlo re dei Franchi si trovava a Roma. D'accordo, era una persona che viaggiava volentieri, ma guarda caso in quei giorni era proprio a Roma, ovvero una città che poteva facilmente fornire un papa per le cerimonie importanti, e per tutta una serie di interessanti circostanze storiche quel papa era molto disponibile a fare un favore al sovrano franco.
E, tu guarda i casi della vita, mentre recitava la messa questo papa si trovò una corona a portata di mano. Da lì a farsi venire l'idea di incoronare Carlo imperatore mentre era inginocchiato a pregare il passo fu breve.
Insomma, d'accordo le coincidenze, ma secondo me la scena fu un pochino preparata.
Ad ogni modo Carlo Magno è personaggio storico di notevole rinomanza e l'incoronazione di Carlo Magno a imperatore è un fatto storico e nessuno dubita che sia stato incoronato imperatore, per caso o a sommo studio. E' un argomento molto studiato, e rientra senz'altro tra gli avvenimenti storici.
Abbiamo però un altro re, molto medievale e con tratti storici molto meno definiti di Carlo Magno (che pure ci ha le sue belle zone d'ombra) e che mostra anche lui un legame  molto forte con il Natale: re Artù.
So che molti storici ritengono possibile che Artù abbia un fondo storico e lo hanno infilato tra la fine del V e l'inizio del VI secolo. Non ho la minima opinione in merito** ma è certo che a partire dall'XI secolo re Artù venne sottoposto ad un notevole lifting e fece una trionfale entrata nella letteratura medievale. Guarda caso nello stesso periodo anche un Carlo Magno pure lui assai liftato entra nella letteratura, con un ciclo di chanson de geste legato alle crociate. La mia personale teoria, che vale quel che vale esattamente come quella degli altri studiosi perché in questi casi si scrive parecchio sull'acqua, è che qualche inglese si lesse qualcuna di queste chanson e si disse "Perché non facciamo lo stesso anche noi con uno dei nostri re?".
La moda, si sa, spesso parte dalla Francia per tradizione molto antica e non di rado l'Inghilterra si accodava; tanto per fare un esempio, quando i Franchi cominciarono a raccontare che anche loro, come i romani, discendevano dai Troiani, i Britanni stabilirono che anche loro discendevano da un troiano, tal Brutus. Allo stesso modo, sospetto, decisero che anche loro dovevano avere un re ganzo come Carlo Magno - con la differenza che re Artù ha sempre potuto contare su leggende molto più suggestive. A queste leggende sospetto che i francesi abbiano a volte attinto. C'è per esempio la storia dell'incesto con la sorella: Artù ebbe una breve liason con una fanciulla che poi risultò sua sorella, e che partorì un bambino di cui l'onnipresente Merlino annunciò che una volta cresciuto avrebbe ucciso suo padre. Sembra anzi che Artù abbia cercato di sopprimerlo organizzando una specie di strage degli innocenti nel corso della quale morirono diversi bambini ma naturalmente non il bambino destinato un giorno ad uccidere suo padre (finisce sempre così, quando spari nel mucchio invece di lavorare con criterio.
A sorpresa, si diffuse anche l'improbabile storia di un amore incestuoso di Carlo Magno con sua sorella Berta, che avrebbe prodotto Rolando (che peraltro ad ammazzare suo padre non pensò mai nemmeno per sbaglio). Di fatto però non abbiamo notizie di sorelle di Carlo Magno, e tanto meno di incesti del medesimo, fino appunto al ciclo delle chanson de geste. Intendiamoci, magari qualche sorella c'era e nessuno può escludere che il re dei franchi abbia avuto una storia con una di loro - semplicemente, gli storici contemporanei di questa Berta non dicono niente di niente, nemmeno per sbaglio.

Carlo Magno può contare su una traccia storica molto più attendibile di Artù - in pratica, sul fatto che sia esistito non ci sono dubbi - ed è nato, molto banalmente, da un rispettabile matrimonio in cui la madre, per quanto ne sappiamo, lo concepì in legittimo amplesso con il suo legittimo consorte. E fu incoronato a Roma da un papa.
Artù nacque, con l'aiuto di Merlino, da un amore extraconiugale dove però la sposa era del tutto ignara di star tradendo il marito, e il suo concepimento richiese un discreto lavoro a base di incantesimi. Ma quello fu solo l'inizio di una serie di storie dichiaratamente basate sulla magia. Alla corte di re Artù non succede mai niente di normale.
E dunque il legame di Artù con Natale è decisamente più leggendario di quello di Carlo Magno, che alla fine si limitò a scegliere quella data per farsi incoronare imperatore.
Artù invece, cresciuto in incognito per ordine di Merlino (non fosse mai che si sapesse in giro che c'era un erede legittimo al trono e la successione era assicurata) si ritrova la mattina di Capodanno a cercare una spada per portarla al suo fratello adottivo, che senza spada non può partecipare al torneo organizzato per quel giorno. E la trova: una spada infissa in una roccia (oppure in una incudine, secondo altre versioni) e apparsa nel cortile di una delle più importanti chiese di Londra la mattina di Natale. Com'è noto, una scritta sulla spada avvisava che chi fosse riuscito ad estrarla sarebbe diventato di diritto re d'Inghilterra.
E fu così che Artù diventò re d'Inghilterra, anche se non è affatto chiaro in che periodo sia successa quella storia - certo non all'inizio del VI secolo, quando i baroni di corte scarseggiavano e anche i cavalieri in armatura non davano grande mostra di sé.
Il legame tra Artù e Natale comunque continua anche in altre storie, quando la corte di Camelot si riunisce e compare qualche essere magico che avvia regolarmente qualche avventura. Succede più spesso a Pentecoste, ma capita anche a Natale.
E dunque Natale è la festa regale per eccellenza, soprattutto nel medio evo.

Ci sono molte teorie su come nasce l'epica. Quando ero bambina andava di moda spiegare che la letteratura epica era la voce collettiva dei popoli che romanzavano fatti realmente avvenuti. In cuor mio ho sempre pensato che nascesse a tavolino, quando per motivi di propaganda si decideva di costruire qualche storia che desse lustro a un popolo e soprattutto a qualche re, e a questo scopo si spulciava talvolta nelle antiche carte o si inventava di sana pianta qualche vicenda atta allo scopo, e l'inventore o il narratore non erano un generico popolo ma persone con nome e cognome che di solito avevano cura di restare nell'ombra.
Ma vai a sapere.

si tratta comunque di una roba recente, istituita da Pio XI nel 1922
** quando avrò letto i quattro volumi che i Millenni di Einaudi ha dedicato alla letteratura arturiana ne saprò di sicuro molto di più, ed è assai probabile che darò fuoco al presente post o quanto meno che lo ritoccherò pesantemente. In attesa di quel giorno faccio con il niente che so sull'Artù storico, sulla cui esistenza al momento nutro caterve di dubbi.

3 commenti:

  1. Grazie per il messaggio un grande abbraccio e l'augurio di un anno nuovo apportatore di ogni bene e di una meritata serenità.
    Ho durato un po' di fatica a ritrovare il tuo link ma poi con i lumi della ragione, che alle sei e mezzo del mattino è abbastanza fresca, sono andato a ritrovare un tuo commento addirittura del marzo 2022 in cui compariva il tuo avatar.
    A presto
    Dante

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  2. Non scherziamo! Il 25 novembre è santa Caterina e si regala il torrone alle belle spose (almeno dalle mie parti). Altro che Cristo Re! :-P

    Ciao Murasaki, ben ritrovata! E tanti auguri di buone feste ^^

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  3. @ Fatevi i gatti vostri:
    Acci e denti, è colpa di quel grandissimo impiastro di Blogger: alla fine mi sono arresa e ho cominciato a commentarvi come Anonima!
    Ormai da quasi due anni, evidentemente :(

    @ Minty
    E tanti auguri a te, carissima ^__?^
    Dunque, non so nulla di torroni alle spose (che però di sicuro gradiranno). E so ancora meno della festa di Cristo Re: come ho scritto è una roba molto recente - e, aggiungo, di cui secondo me nessuno sentiva la mancanza, tanto che non mi sembvra che ci insistano molto in questi anni.

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