lunedì 15 agosto 2022

I miei insegnanti - Piero Angela

Ebbene sì, nel 2019 Piero Angela entrò nel variegato universo Disney
(ovviamente per un'opera di divulgazione scientifica)

Verso la fine degli anni 70 Piero Angela scrisse su Sorrisi e Canzoni TV un breve articolo che mi colpì molto. Mi riproposi di incollarlo nell'album dei ritagli che all'epoca tenevo, e nella mia mente c'è anche il ricordo (mendace, a quanto pare) di averlo effettivamente ritagliato e incollato. 
Sta di fatto che nell'album quell'articolo non c'è. Per molto tempo mi sono cullata nella speranza che saltasse fuori dalle pagine sciolte che conservavo in attesa di completare l'album, ma alla fine l'album è stato completato e quell'articolo non è mai saltato fuori, con mio grande disappunto.
All'epoca Piero Angela era già famoso, tanto da invogliarmi a leggere quel che aveva scritto, ma non credo che tenesse una rubrica fissa su Sorrisi, anzi mi sembra che l'articolo sia comparso in una sorta di rubrica dove scriveva ogni settimana una persona diversa.
L'argomento era abbastanza insolito, all'epoca: si trattava di una breve e chiarissima dissertazione su come fosse doveroso, trattando argomenti altamente culturali, essere chiari e non nascondersi dietro discorsi complicati. Non nel senso che gli argomenti di alto spessore andassero semplificati per il largo pubblico generico. No, l'argomento andava mostrato in tutta la sua complicanza, però andava esposto in modo chiaro e comprensibile. Esprimersi in modo complicato non doveva essere un modo per darsi importanza, anzi il pubblico era tenuto a diffidare di chi non riusciva a farsi capire, ché era segno prima di tutto di maleducazione, ma anche di incapacità. L'ascoltatore, il lettore o quant'altro non doveva  cadere in estatica ammirazione davanti a un testo infarcito di subordinate attorcigliate e di parole incomprensibili, ma guardare il pedante esperto dall'alto in basso e concluderne, schifato, che si trattava di un incapace che non sapeva farsi capire, e perdere ogni tipo di reverenza verso costui. 
Come rimedio per scoraggiare i pedanti, si suggeriva in chiusura di munirsi di una bella cassa di pomodori ma il concetto che cotali pomodori andavano risolutamente gettati addosso a chi parlava in modo inutilmente complicato era lasciato sottinteso nelle righe, senza esplicitarlo: tra i suoi molti pregi, Piero Angela era anche dotato di una singolare finezza, oltre che di una chiarezza cristallina.
Era un concetto quasi rivoluzionario, in Italia - per certi versi lo è ancora - e fece risuonare una corda molto profonda del mio cuore. Di fatto avevo sempre nutrito una grande diffidenza verso chi complicava i discorsi senza un perché: avendo ricevuto una istruzione di buon livello ero perfettamente in grado di decrittare una scrittura volutamente complicata e di accorgermi quando le complicazioni erano inutili. Inoltre avevo anche scoperto che i libri degli studiosi stranieri di solito erano molto più chiari di quelli degli studiosi italiani, che spesso infatti mi causavano una vera e propria crisi di rigetto.
Si trattava anche (ma questo non potevo saperlo, all'epoca) di una sorta di manifesto: per tutta la sua vita Piero Angela ha lavorato duramente con l'obbiettivo di non annoiare l'ascoltatore ma di istruirlo accuratamente, spiegando e dispiegando i più vari argomenti con garbo, per gradi ma senza complicarli inutilmente.
Anche se, con mio grande rimpianto, non ho conservato l'articolo nell'album dei ritagli, ne ho conservato saldamente nel cuore il contenuto, e per tutta la vita ho cercato di essere chiara e precisa quando scrivevo e quando parlavo, a costo di passare per sprovveduta. Tutto ciò, tra l'altro, si è rivelato molto utile quando mi sono ritrovata in cattedra a spiegare la rava e la fava a dei giovinetti ancora un po' inesperti.
Oggi su YouTube sta fiorendo una scuola di cosiddetti divulgatori (sono loro a definirsi così) - esponenti delle nuove generazioni esperti nei più vari campi del sapere; si tratta, in sintesi, di bravi ragazzi che spiegano in modo comprensibile ma accurato argomenti assai complessi di storia, chimica, geologia eccetera, con grande dispiego di fonti e di approfondimenti pazientemente citati "in descrizione", ovvero nel testo che accompagna il video. Sono, e si considerano, figli spirituali di Piero Angela e il loro cordoglio nel commemorarlo è stato profondo e sincero. 
I buoni semi sanno fiorire anche su terreni imprevisti, e il lascito di Piero Angela non si limita solo alle sterminate serie di puntate dei vari Quark e Superquark e al suo pregevolissimo figlio, ma anche all'aver ricordato all'italico pubblico che divulgare non vuol dire addomesticare e semplificare un argomento, bensì renderlo comprensibile anche a chi non ha fatto studi specifici in proposito (cioè a tutti, perché nessuno, per quanto colto, può essere esperto in tutto). 

5 commenti:

  1. Ci sono, purtroppo, anche i sedicenti 'divulgatori' da YouTube che infarciscono i loro video di errori. Angela NON sbagliava, se non rarissime volte.

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  2. Assolutamente!
    YouTube è una specie di pozzo di san Patrizio da cui ognuno può tirare fuori ciò che vuole, e terrapiattisti e complottisti, ma anche semplicemente cialtroni, di ogni tipo, abbondano su qualsiasi argomento; questo rende anche difficile orientarsi proprio per quegli argomenti dove maggiormente si ha bisogno di voci attendibili - per la chimica, poniamo, intortarmi è di una facilità estrema mentre con la storia navigo placida & tranquilla come una trota nell'Isarco. Quello che notavo è che la frazione di persone serie e competenti che ci sono, tutte, han ricordato Piero Angela con grande stima e affetto parlandone come di un faro illuminante che gli ha dato la traccia, ma anche l'entusiasmo, per fare il loro lavoro di divulgazione.

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  3. Aggiungo che un criterio che può aiutare per distinguere i divulgatori competenti è l'uso delle fonti - ma questo purtroppo non è alla portata di tutti, ma solo di chi effettivamente sa come si usano le fonti e come si scelgono. Qualcuno prova a spiegare anche quello, su You Tube, ma è un tipo di competenza, secondo me, che impari soprattutto sul campo, quando effettivamente lo fai - per esempio per una tesi di laurea o una pubblicazione accademica. Sotto quell'aspetto, una buona guida è "Come si fa una tesi di laurea" di Umberto Eco, ovvero uno che non ha mai fatto divulgazione ma volendo avrebbe saputo farla, e certamente sapeva gestire le pubblicazioni accademiche.

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  4. Era un argomento che gli stava molto a cuore, insieme ad un più ampio discorso sull'educazione dei bambini. Ho letto un suo libro in merito e si capisce molto bene quanto tenesse all'educazione e allo sviluppo intellettuale dei bambini fin dalla nascita. Educazione nel senso più ampio e nobile del termine aggiungo io.

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  5. @ Elena:
    Giusto, c'era anche quell'aspetto, e ti ringrazio di averlo ricordato!

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