Con molta determinazione ci siamo allora rimboccati le maniche e abbiamo elaborato una serie di strategie.
La prima, abile mossa del Consiglio di Classe è stata quella delle compresenze: in base al principio che two insegnants is megli ke uan, durante molte ore abbiamo utilizzato l'insegnante di Sostegno* e l'insegnante di Potenziamento per aiutare il docente di turno a tenere a bada la classe.
Tutto ciò non ha funzionato, ma c'è il suo motivo. L'idea iniziale infatti era di sdoppiare la lezione e far portare fuori al Secondo Insegnante un gruppetto di alunni particolarmente deboli (oppure particolarmente disturbanti) e fargli fare una lezione parallela rispetto a quella che avveniva in classe. Di fatto, le poche volte in cui è stata attuata, l'idea si è dimostrata piuttosto valida; ma non ci sono state molte occasioni per metterla in pratica perché
1) gli insegnanti in questione si ritrovavano a sostituire i vari colleghi assenti per quarantena cautelativa o per quarantena da Covid
2) gli insegnanti si sono a loro volta ammalati (non solo di Covid, in effetti. Perché, per strano che possa sembrare a pensarci oggi, al mondo esistono anche altre malattie - ad esempio la broncopolmonite)
3) la classe era in quarantena e quindi non c'era alcun gruppetto da portare fuori. Per la verità, quest'ultima cosa è successa una volta sola.
La seconda abile mossa studiata dal Consiglio è stata il celebre "Annotiamo e sanzioniamo tutto quello che fanno"; tutto quello che facevano di contrario al regolamento della scuola, naturalmente. Ma siccome la classe sotto questo aspetto era molto assidua, le annotazioni (dette anche rapporti) sono diventate una specie di fiume in piena, e spesso somigliavano molto a quelle raccolte tipo I sessanta rapporti più strani della storia della scuola di cui la rete trabocca: "Alarico lamenta la scomparsa della sua merenda, che ricompare poco dopo nel cestino" oppure "Drusilla si rotola per terra durante la lezione", cose così. Avevo sempre pensato che fossero inventate, ma adesso mi sorge il dubbio che in realtà siano autentiche.
Dopo avere messo tutte quelle note naturalmente abbiamo chiamati i genitori, da soli o a gruppi - una volta abbiamo anche fatto un lavoro collettivo riunendo in una serata dieci coppie di genitori dieci, alcune corroborate anche dalla presenza della preside. Qualche volta, verso la fine dell'anno, i genitori ascoltavano in silenzio ma normalmente spiegavano che era colpa dei compagni, dei problemi esistenziali, degli insegnanti che l* perseguitavano, degli altri genitori e via dicendo, inanellando quel repertorio di giustificazioni inevitabilmente preceduto dal celebre "Noi non siamo di quei genitori che giustificano il figlio ma" che ogni insegnante nella sua carriera talvolta sente. Ecco, la parola chiave è appunto talvolta: il singolo genitore più duro delle pigne verdi capita a tutti, prima o poi, ma trovarne una intera collezione può rivelarsi destabilizzante, particolarmente quando si prova a fare la carrellata completa come in quell'epico pomeriggio.
Infine, al momento dell'unica uscita, è stato deciso di non portare i Sei Vandali. La Preside ha studiato ed elaborato una formula inattaccabile che comprendeva i commi del regolamento violati, le motivazioni e inoltre che tale provvedimento andava inteso nel senso di un occasione per operare una costruttiva riflessione. Sei coppie di genitori sono venuti a ritirare le lettere piantando sei lagne inenarrabili sull'ingiustizia e la crudeltà di sì crudele provvedimento. Un padre ha perfino criticato il provvedimento perché "discriminatorio**". La prof. Therral ha cercato di difendere la posizione del Consiglio ma a stento ne è uscita viva.
Poi è stato fatto un Grandioso Laboratorio sull'Adolescenza, per vedere se i ragazzi prendevano coscienza del loro disagio interiore. Era una roba lussuosa, di venti ore venti, fatto da operatori molto bravi e con una formula davvero interessante - e infatti le altre due Seconde lo hanno molto apprezzato e penso che lo farò fare alla ex-Prima Sfigata. La Seconda Capricciosa ha mostrato a tratti un pallido interesse all'analisi della sua interiorità - la propria singola interiorità individuale, voglio dire - ma da una parte erano molto restii a parlarne in presenza dei loro compagni, dall'altra quando erano i loro compagni a parlare facevano una confusione davvero ignobile. Ecco, temo che quelli in effetti siano stati soldi della collettività sprecati. Del resto, uno dei problemi di quella classe è che ha una visione molto puritana della scuola: se non ci si annoia a morte non è vera scuola e non va quindi presa sul serio. Questo spiega perché le consuete attività ludiche che ogni insegnante tiene nel carniere e che tanto si rivelano utili per interessare la classe, fissare i concetti e allargare la visuale sul mondo abbiano, tutte, fallito miseramente con loro: non vogliono divertirsi perché non è serio, ma le cose noiose li spaventano perché si sentono inadeguati - e a quel punto davvero uno non sa più da che parte prenderli.
Di fatto: noi abbiamo svolto una programmazione (parecchio semplificata), ma loro ne han tratto ben poco utile.
Il Cambio Periodico dei Posti - una tecnica davvero ottimale per armonizzare la classe - si è rivelata un sentiero coperto di spine: sei alunni sei andavano tenuti sott'occhio per controllare che non smontassero termosifoni, svitassero banchi, giocassero con strani aggeggi che davano la scossa ai compagni, trafficassero col cellulare, rubassero merende e oggetti vari ai compagni, giocassero col cellulare (non sempre con il loro, ci tengo a precisare), lanciassero fette di salame, gomme, matite o quant'altro; ma c'erano anche molte costellazioni che andavano evitate: perché parlavano troppo, perché si prendevano in giro, perché si odiavano, perché ieri si amavano, ma oggi si odiano e domani, chissà? E quando alla fine avevi trovato la combinazione miracolosa che dava la speranza di un po' di quieto vivere, ecco che arrivava un qualche nuovo tassello che scombinava tutto (ma mai in positivo).
Abbiamo cercato di spiegargli la differenza tra il pavimento di una classe e una pattumiera - invano.
Abbiamo cercato di spiegargli l'importanza della raccolta differenziata dei rifiuti - più invano che mai.
Abbiamo cercato di spiegarli che gli oggetti si porgono con gentilezza e non si lanciano da un capo all'altro della classe, specie se sono appuntiti. Sorvolo per pudore sul risultato ottenuto.
Abbiamo sequestrato pile, congegni meccanici, accendini, cacciavite, lattine che schioccavano, bottiglie che scrocchiavano, giocattoli vari e una vera infinità di palline e perline di tutte le dimensioni. Molto Slim, anche. Davvero molto. (E che noia dà lo Slim? Eh, dipende dall'uso che ne fai e da cosa ne pensa dello Slim quello che se lo ritrova dappertutto). E qualche telefono, naturalmente.
L'anno scolastico è ormai irrevocabilmente finito, gli scrutini sono stati svolti e variamente firmati e i quadri sono stati pubblicati; e mentre terminavamo gli ultimi adempimenti burocratici ci siamo guardati negli occhi.
"L'anno prossimo saranno una Terza" ha detto qualcuno.
"L'anno prossimo dobbiamo partire con un passo completamente diverso" ha detto qualcun altro.
La prima frase è la banale constatazione di un dato di fatto. La seconda invece è, né più né meno, la ripetizione di qualcosa che durante l'anno ci siamo detti al termine di ogni consiglio di classe. A conti fatti, il passo è rimasto quello.
Il passo, in una classe, non lo danno gli insegnanti: il passo lo dà la classe.
E questa classe ha un modo tutto suo di marciare.
* nessuno studente certificato è stato danneggiato nei suoi legittimi interessi per questo: l'insegnante era assegnato su un ragazzo che non frequentava la scuola e di cui non siamo mai riusciti nemmeno a vedere la documentazione. Come ciò sia possibile non l'abbiamo capito, ma sembra che c'entri di mezzo il Covid. I soldi della collettività non sono comunque andati sprecati e l'insegnante in questione ha avuto davvero molte opportunità di rendersi utile.
** lo era, in effetti. Ogni provvedimento disciplinare è discriminatorio, visto che si concentra su alcune specifiche persone.
Io questa cosa che il genitore si lamenta se l'insegnante dice che il figlio non si comporta bene non la capisco proprio...poi magari un giorno sarò così anche io, non lo so... leggere queste cose è veramente strano...ma veramente su rotolano per terra? Ma come gli viene in mente? Boh...
RispondiElimina@ Elena:
RispondiEliminaSi può vedere di tutto, perché ogni genitore funziona a modo suo. Di solito c'è ANCHE una piccolissima quota che si lamenta perché gli insegnanti dicono che il figlio si comporta male. Qualche classe ne ha uno, molte classi non ne hanno. Ecco, la Seconda Capricciosa ha una maggioranza schiacciante in tal senso, una roba da segnalare al Guinness dei primati.
Quanto a chi si rotola per terra, DI SOLITO sono ragazzi con disturbi di vario tipo, insomma molto particolari. Oppure ragazzi che boh. Il caso da me citato rientra nella seconda categoria.
Voglio dire: le medie sono scuola dell'obbligo e capita veramente di tutto, ma di solito a dosi omeopatiche. In quella classe c'è di tutto, più uno sparuto gruppetto di ragazzi molto normali e molto spaesati. Perché anche il ragazzo che toglie il rubinetto al termosifone, devo dire, io l'ho trovato soltanto lì e ormai insegno da più di vent'anni.
Immagino sia anche colpa del Covid, ma va pur detto che il Covid è un fenomeno su scala mondiale, e la gran parte delle classi ha reagito in modo più accettabile!
In effetti una classe è un gruppo e in ogni gruppo si sviluppano dinamiche specifiche che dipendono dalla combinazione delle persone che ne fanno parte... sicuramente non è semplice... gruppo classe, gruppo genitori, anche loro si influenzano a vicenda
EliminaIl mio primo figlio alle elementari con la punta delle forbici (arrotondate ) durante un noioso pomeriggio di matematica ha scavato un buco nel muro all'altezza del suo banco...
RispondiEliminaRicordo ancora lo sconcerto della maestra che mi chiamò in classe per farmi vedere la cazzata...
Un pò le scappava da ridere un pò da piangere... e anche a me.
Io comunque ho ingoiato la vergogna, preso a calci in culo mio figlio e inflitto un castigo epico.
Oggi il briccone è un ingegnere venticinquenne, quando glie lo ricordo ride commiserando il sè stesso di allora e dice "Che coglione che ero"
C'è speranza comunque, basta non mollare le briglie.
Ciao
Betty
@ Betty:
RispondiEliminaEbbene sì, un franco e aperto confronto tra genitori e figli può essere di grande aiuto in questi casi.
E comunque tuo figlio, se stava alle elementari, era di ALMENO due anni più giovane dei nostri Capricciosi!
Sì, in questa classe il gruppo genitori è mosso da dinamiche davvero particolari :(
RispondiEliminaQuando leggo questi resoconti mi vengono dei dubbi sulle mie capacità dimantenere la calma senza compiere infanticidi...ma forse ho fatto bene a non fare l'insegnante!
RispondiElimina@ Romolo:
RispondiEliminaOh, col tempo ci si abitua. A non fare infanticidi, intendo.
E secondo me saresti stato un ottimo insegnante - fermo restando che non è l'unico lavoro che permetta una buona realizzazione di sé ^__^