Tra i tanti essenziali elementi della Didattica DADA - di cui, pian pianino, per speculum in aenigmate, stiamo cominciando a intravedere qualche dettaglio, c'è la personalizzazione delle aule.
A questo proposito di recente è stato chiesto ai docenti di cercare delle citazioni adatte alle varie materie, e avrebbero dovuto essere trovate nel giro di tre giorni - perché è sempre buona norma secondo la Preside Caramell fare le cose di corsa come se gli Unni siano a un passo dallo sfondare le porte della città, anche quando non c'è fretta alcuna: e infatti la decoratrice che avrebbe dovuto arrivare già due settimane fa, al momento non si è nemmeno intravista.
Abbiamo dunque proposto frasi, di vario genere e ne abbiamo un po' parlato. Poi la Decana della scuola, con un abile colpo di mano sul gruppo di What'sUp ha stabilito che la frase per l'aula di storia sarebbe stata
(rullo di tamburo)
HISTORIA MAGISTRA VITAE
(Cicerone)
La notizia mi ha lasciato piuttosto perplessa, e corre voce che abbia lasciato abbastanza perplessa anche la Preside.
Così ho preso da parte la Decana e le ho chiesto con soave diplomazia da dove mai avesse cavato una sì orrida pensata, e per giunta pure in latino.
"Sì, certo, in realtà è di Tucidide, ma non mi sembrava il caso di metterla in greco" è stata la risposta.
Ho così appreso non solo che la frase era di Cicerone (cosa di cui ero sempre rimasta beatamente ignara) ma anche che alla base c'era il buon Tucidide, del quale in effetti avevo grande stima ma che, a conti fatti, non avevo mai letto.
Ma, l'abbia pur detta Tucidide o chiunque altro, ai miei occhi rimane una frase del tutto assurda e mai e poi mai avrei voluta averla in una classe dove lavoravo.
"Ma come ti è venuto in mente di mettere una roba di Cicerone? Cioè, insomma, proprio Cicerone?" ho insistito, facendo vieppiù mostra del tatto impareggiabile che da sempre mi contraddistingue.
"Ma Cicerone piace a tutti!".
E qui sono quasi (quasi) rimasta senza parole.
"Veramente conosco un sacco di classicisti, e mai ne ho sentito uno dire una parola buona su Cicerone. Quanto a me, lo detesto con tutte le mie forze e faccio del mio meglio per ignorare financo il fatto che sia esistito, ma mi rendo conto che è un parere un po' estremista. Però non conosco nessuno, a parte te, che si azzarderebbe a dire che gli piace".
In effetti, che ci sia mai stato qualcuno che ha nutrito un minimo di stima per Cicerone come scrittore è uno dei grandi misteri della mia vita. Ma in questa occasione ho scoperto che nutre tuttora una piccola, e pure agguerrita, schiera di fan.
È seguita una discussione assai colta sulla sintassi di Cicerone, la sua difficoltò di tradurlo (difficoltà di cui, invero, non mi ero mai accorta) e sulle sue caratteristiche stilistico-tecniche, che se non altro ha avuto il pregio di tenerci occupate per un po' con argomenti che non fossero i contagi, i tamponi, il risultato dei tamponi, l'aumento dei positivi eccetera, il che ha recato gran sollievo a entrambe.
Di fatto, è stato un confronto piuttosto civile, anche perché la poverina è rimasta così sbalordita nello scoprire che il suo amato Cicerone era da me tenuto in sì infima considerazione, da ridurre alquanto la sua consueta vis polemica, mentre io faticavo assai a farmi una ragione del fatto che una donna colta, di formazione classica assai avanzata e più che provvista di intelligenza e buon gusto potesse prendere sul serio un tal trombone, tanto da arrivare al punto di volerlo infliggere a dei poveri ragazzini nel pieno dell'età della formazione.
Tuttavia, dopo accorta meditazione e alcuni piccoli eventi ho deciso che non farò alcuna opposizione ad alcuna frase scritta sul muro dalla fantamatica decoratrice qualora costei effettivamente arrivasse e decorasse.
In effetti potremmo anche scriverci, su quelle pareti, Scemo chi legge senza incorrere in alcun discredito nemmeno da parte del più tradizionalista degli osservatori: le pareti van colmandosi di gore di ogni forma e dimensione, e nessuna frase, al momento, sembra destinata a sopravvivere più di qualche ora. Quanto alle decorazioni, Madre Natura sta già provvedendo in tal senso con una ricca fioritura di muffe rosse, rosa, gialline e di altre sfumature cromatiche e tutto ciò ci ha instillato nuove preoccupazioni, qualora non ne avessimo già in numero sufficiente, perché abbiamo alunni e financo insegnanti allergici alle muffe in questione
Tuttavia sono perfettamente consapevole che, se per avventura una qualche frase scritta sulle pareti dovesse sopravvivere alle ripetute inondazioni, di sicuro sarebbe quell'orrendo luogo comune del tutto privo di fondamento (sempre ai miei occhi) che da tanto tempo infelicita l'esistenza di chiunque si ritrovi ad avere a che fare con lo studio della storia.
Perché Cicerone non piace a tutti, ma a quel che sembra è intramontabile e ha più vite di una colonia di gatti.
Per entrambe le immagini di questo post sono debitrice all'eccellente pagina di Facebook Apostrofare Catilina in senato facendogli sapere che ha rotto il cazzo dove Cicerone non gode di eccessive simpatie.
ahaha non sapevo che Cicerone fosse inviso ai più (oltre a chi lo deve tradurre).
RispondiEliminaComunque adesso pure le decoratrici.
Come dici tu sarebbe meglio scrivere direttamente qualcosa sul muro così, a mano, magari ogni mese una frase diversa e poi si può fare la classifica top-ten delle frasi più (o meno) amate
A me piace tantissimo!!!!
RispondiEliminaScrive come chi padroneggia la lingua senza sforzo alcuno. Poi dipende da cosa, ovviamente. Io parlo soprattutto della produzione giuridico-politica. Quella filosofica non la conosco proprio. Ma la sua applicazione alla traduzione e alla terminologia del lessico filosofico greco mi sembrano intelligenti e encomiabili: controllare due lingue quindi due universi mentali al punto di poter capire la necessità di trasporre i concetti nel proprio mondo linguistico e lessicale e tentare attivamente di farlo è una lezione per gli orridi calchi dei non anglofoni con manie da parvenu che oggi ci impestano la capacità di parlare e ragionare. A tutto vantaggio di chi sfrutta il latinorum, ovviamente, specie in campo economico, per altri scopi (da bail in a spread, per capirsi).
Che la frase sia la migliore e la più adatta alla situazione è un’altra questione. Però sarebbe una buona occasione per aprire una discussione interessante in classe - a condizione di saperla condurre, ovviamente. Cosa che personalmente mi richiederebbe di documentarmi prima di affrontarla, ma che mi pare oltremodo stimolante, quindi lo farei volentieri. Idem potrebbe farsi per le altre scritte a mano, un’idea bellissima, soprattutto se realizzata con tutti i mezzi scrittori possibili.
Ehm... a me Cicerone stilisticamente non dispiace. Umanamente mi fa pure pena:uno che ha l'abilità di mettersi sempre dalla parte del perdente non può essermi totalmente antipatico. Certo, un po' pieno di sé, ma vuoi mettere la forza del suo argomentare?
RispondiElimina@ Kuku
RispondiEliminaHai centrato il punto: nelle scuole le decorazioni le fanno i ragazzi, a volte su idea e progetto dell'insegnante, ma comunque la parte manuale ce la mettono sempre loro. E infatti le frasi avrebbero dovuto (o forse DOVRANNO, continuando di questo passo) essere scelte da loro, magari tra una rosa scelta dagli insegnanti.
L'idea di cambiarla spesso e di scriverla a mano comunque è buona. Quando saremo accampati vedrò di farne qualcosa. Perché alla fine il punto è: perché soffermarsi su una sola frase?
Ci sono tanti modi di sviluppare questa idea. Ci penserò, e prima o poi vi illustrerò il risultato (minimo tra due anni, temo, e solo se la scuola non ci sarò cascata addosso a breve).
Quanto a tradurre Cicerone, non è poi molto difficile: la grammatica latina così come si fa a scuola è assolutamente incentrata su Cicerone, quindi basta saperne un pochino e armarsi di pazienza, e la traduzione arriva.
@ Pellegrina e Dolcezze:
Bene, adesso siete in tre, ai miei occhi. Prendo atto e mi rallegro nello scoprire quanto è vario il mondo ^_^
@ Pellegrina:
anche la tua proposta è interessante, e prima o poi fiorirà, specie con l'aiuto di Arte. Vi ringrazio molto.