Strano ma vero, durante il furoreggiare dell'epidemia nessuno se l'è presa con gli insegnanti. Anzi, in tanti hanno detto che siamo stati eroici e si sono sperticati a lodare la nostra dedizione al lavoro.
Per quanto i complimenti facciano sempre piacere e siano di grande aiuto e conforto in tempi di emergenza, ho finito per trovarli un po' eccessivi. È vero che in tanti ci siamo dati un gran da fare. È vero che è stato tutto molto faticoso e complicato e che ci siamo dovuti reinventare il lavoro, improvvisando nuove tecniche e modalità di insegnamento e tutto questo genere di cose. È ancor più vero che lo sconforto e le complicanze sono state davvero molte, ma in somma delle somme è successo a tanti di doversi reinventare il lavoro, così come a molti è successo di perderlo, il lavoro - e questo immagino che sia stato molto più sconfortante. Noi il lavoro l'abbiamo mantenuto, nessuno ci ha mandato in cassa integrazione e il nostro stipendio, per quanto magari non molto alto, è continuato ad arrivare, e son cose che fanno piacere quando hai l'abitudine di mangiare tre volte al giorno e delle bollette da pagare.
Ci sono stati dei contrattempi, questo sì. Non sto parlando solo del collegamento che non sempre è stato all'altezza della situazione, anche se in tanti abbiamo imparato a scrutare il cielo perché se pioveva la connessione andava in crisi.
Sto parlando del MIUR.
Perché noi insegnanti facciamo capo al Ministero Istruzione, Università e Ricerca. Purtroppo.
È vero, il MIUR c'era anche prima del coronavirus (purtroppo) e ben raramente la cosa è stata per noi di un qualche conforto. In queste circostanze però si è rivelato, come dire, un tantino inadeguato.
D'accordo, il mondo è impazzito, il governo ha avuto i suoi inciampi, i numerosi enti locali hanno avuto i loro bravi problemi. Non discuto.
Ma il Ministero Istruzione, Università e ricerca, davvero, non si è dimostrato all'altezza della situazione.
Chi parla male del MIUR lo fa perché non lo conosce, perché se lo conoscesse ne parlerebbe assai peggio.
Molte attenzioni e molte interviste sono state dedicate all'inizio del futuro anno scolastico, con proponimenti tanto surreali quanto vaghi, grazie anche all'ineffabile task force nominata dal MIUR - una accolita di sconsiderati quali raramente se n'è vista di uguali, se anche solo la metà delle sciocchezze filtrate attraverso indiscrezioni, voci di corridoio, interviste ai giornali e alla televisione ed esternazioni varie sui social sono almeno vagamente rispondenti a quanto da loro effettivamente detto e teorizzato.
Improvvisamente ci si è accorti che la dimensione ideale di una classe è di 10-12 alunni. Pare anzi che ci fosse chi lo diceva da (nientemeno) dieci anni.
Personalmente ritengo che, almeno alle medie, la dimensione ideale di una classe vada dai venti ai ventiquattro alunni e che già quando siamo a diciannove la classe tenda a smorzarsi e a deprimersi; ma è una teoria come tante.
Di sicuro, nell'istruzione italiana, non abbiamo assolutamente nulla che si avvicini a questo fantomatico modello di classe ideale, anzi gli ultimi provvedimenti legislativi in merito (che risalgono a più di dieci anni fa) hanno alzato l'asticella sopra i trenta alunni per classe. Da allora nessuno è più intervenuto.
Adesso scopriamo che nemmeno dimezzando le attuali ed esistenti classi otterremmo qualcosa di almeno vagamente simile ad una classe ideale.
In compenso nessuno ha nemmeno vagamente suggerito un qualche provvedimento che garantisca per l'anno nuovo non dico delle classi ideali, ma nemmeno delle realistiche e possibili classi a tetto massimo di venticinque per le nuove prime di ogni ordine e grado.
Perché è molto più facile sedersi sul fiume a guardare il panorama e sospirare che le classi dovrebbero essere di dodici alunni piuttosto che fare qualcosa di concreto perché non siano più di trenta alunni. La scuola dovrebbe partire in un qualche giorno di Settembre, ma le classi verranno formate a Giugno. Con che numeri e con che criteri? Visti i precedenti, immagino che ce lo diranno a Luglio.
Per tacere degli insegnanti: se raddoppi e più che raddoppi le classi devi fare altrettanto con gli insegnanti. Ce li abbiamo insegnanti a disposizione per un raddoppio? Ma neanche per idea. Li avremmo, magari, per un piccolo aumento, tipo cinque o sette per cento - e nel giro di qualche anno potremmo procurarcene anche il triplo di quelli che sono in cattedra al momento; ma, appunto, ci vuole un po' di tempo, perché gli insegnanti non sono chicchi di grano che se semini il doppio del terreno ne ottieni in quantità doppia - e comunque anche il grano ci mette un po' a crescere.
Inoltre, il doppio delle classi richiede, non dico il doppio ma certo almeno un settanta per cento di scuole in più - e le scuole crescono più lente del grano e anche degli insegnanti: chiedetelo al consiglio comunale che un bel mattino decide che è tempo di costruire una nuova scuola elementare più a norma e più moderna, e tosto si mette al lavoro di gran lena fiducioso che, se tutti faranno la loro parte e non ci saranno contrattempi, forse i figli che i suddetti consiglieri hanno intenzione di concepire l'anno prossimo riusciranno a frequentarla, almeno negli ultimi anni.
Si ipotizzano classi non-ideali ma divise in due, a rotazione (metà va a scuola e l'altra metà sta in rete a guardare) ma nessuno ha ancora mosso un dito per fornire le aule dell'attrezzatura necessaria. Immagino che cominceranno a Ottobre.
Si ipotizza di usare spazi all'aperto, dimenticando che una non piccola porzione di scuole gli spazi all'aperto non li ha e che se magari una lezione all'aperto in Sicilia a metà Settembre costituirà se non altro un piacevole diversivo alle prime ore (tra mezzogiorno e le due già la questione sarò diversa), il primo scroscio di pioggia rivelerà che la geniale pensata presenta un certo tasso di criticità, e già Ottobre in molte zone d'Italia presenta giornate piuttosto freddine.
Oh, il sollievo delle famiglie nel sapere che la polmonite dei loro pargoli non è dovuta al Covid-19 ma solo ad un raffreddore trascurato!
Nel frattempo i Dirigenti Scolastici stanno ordinando pannelli di plexiglas per separare i banchi, perché sarà così che andrà a finire: ai Dirigenti verrà chiesto di firmare una dichiarazione di responsabilità per seguire rituali improponibili, agli insegnanti si dirà di attenersi a regole impraticabili, i sindacati insorgeranno, gli insegnanti insorgeranno, i dirigenti insorgeranno, le regole verranno applicate per le prime due opre dell'anno scolastico e infine saranno abbandonate per manifesta impossibilità.
I pannelli dureranno un po' di più, finché verranno eliminati poco per volta in quanto rotti, inservibili, impossibili da rimontare eccetera. Dopo Natale le regole verranno annullate e alla prossima (eventuale ma pur sempre possibile) pandemia saremo esattamente nella stessa situazione di quest'anno a Febbraio.
Dopo Natale la task force presenterà un raffinatissimo piano di edilizia scolastica che tutti approveranno con entusiasmo ("Finalmente delle scuole belle e comode per i nostri ragazzi!") e su cui verranno fatte una infinità di trasmissioni televisive e servizi di telegiornale ma che non verrà minimamente messo in pratica, nemmeno a livello sperimentale, perché nel bilancio i soldi saranno indirizzati a capitoli ritenuti più pressanti e rimarrà a raccattare polvere (i taskforsisti però saranno ben retribuiti per i loro nobili progetti. Giustamente, perché se commissioni un lavoro è giusto che questo lavoro venga pagato).
In mezzo a questi scenari che viaggiano tra l'horror, il fantasy e la dark fantasy (propendendo vistosamente per quest'ultima) e in attesa della migliore delle scuole possibile, il MIUR doveva dedicarsi a due questioni destinate a presentarsi tra Giugno e Luglio: l'esame delle medie e l'esame di maturità. Non si trattava di novità, sperimentazioni improvvise o possibili accadimenti, ma di due cose che sin dal sorgere della nostra Repubblica, di cui si celebra il 2 di Giugno il 75° anniversario, sono regolate da leggi dello stato, e in verità lo erano anche ai tempi dell'italico regno.
Intendiamoci, a modo suo il MIUR se n'è anche occupato, con infinite esternazioni e chiacchiere e voci di corridoio e dichiarazioni sui social, e talvolta anche con interviste su giornali e telegiornali. Molte, vaghissime e del tutto inconcludenti.
L'esame si farà, ci hanno assicurato (poi, almeno nel caso delle medie, si è visto che non è così). Saranno esami veri, non formalità. Saranno esami seri e impegnativi, a parte il fatto che già ad Aprile è stato assicurato che tutti sarebbero stati promossi.
Le disposizioni per gli esami sono arrivate una settimana fa in bozza. Due giorni fa abbiamo avuto il documento ufficiale.
Tra un passaggio e l'altro sono intervenuti vistosi cambiamenti.
L'esame delle medie (che, poi si è scoperto, non è un esame ma nel contempo è un esame. Non chiedetemi come queste due cose possano stare insieme perché non sono riuscita a capirlo) doveva inizialmente avvenire entro la fine delle lezioni, ovvero il 10 Giugno in Toscana e in data assai simile nelle altre regioni (con non poche complicanze per le scuole perché fino al 10 Giugno andava comunque proseguita l'attività didattica con le classi prime e seconde, spalmate in orario mattutino e pomeridiano e purtroppo tutti i docenti italiani hanno il grave difetto di non riuscire a essere contemporaneamente in due luoghi, nemmeno nel cyberspazio - una lacuna che loro per primi sarebbero assai lieti di riuscire a colmare).
Poi è intervenuto il Consiglio superiore del Ministero che ha criticato diversi aspetti del documento ma soprattutto ha ricordato che un esame che sia un esame non può coincidere con gli scrutini e terminare entro la fine della scuola: sembra che lo impedisca nientemeno che la Costituzione, e di sicuro lo impedisce il buon senso, perché in effetti gli esami di scuola si fanno dopo gli scrutini di fine anno, non prima o durante - e tra l'altro non si capisce bene quale sarebbe il vantaggio per chiunque nel finire questo surreale anno scolastico una volta per tutte il 10 Giugno, considerato che l'anno scolastico propriamente detto finisce il 31 Agosto.
L'esame delle scuole medie non si svolgerà in presenza, nonostante le aule vuote permettano senza problemi di dividere le classi in due e financo in tre parti senza particolari problemi. L'esame che non è un esame ma è un esame sarà in videoconferenza e consisterà nella discussione da parte del candidato di un "elaborato". E in verità il fantasma di questo elaborato si aggira nei consigli di classe da circa un mesetto ma nessuno si era degnato di spiegarci, dal MIUR, di che mai si trattasse. Perché elaborato è una parola vaga assai e si può agevolmente applicare a qualsiasi cosa esca, appunto, da un lavoro - insomma, è un po' come portare avanti il discorso o come istituire una task force, e di fatto non significa nulla.
Di fatto, come più o meno ci aspettavamo, l' elaborato è una roba scritta costruita intorno a un argomento o tema che recuperi una parte o tutte le materie del corso - e visto che non deve essere lungo, è meglio se ne recupera poche.
Ma in realtà non è nemmeno necessario presentarlo, l'elaborato - o almeno così sembra di capire - e l'ordinanza non stabilisce il peso da assegnare all'elaborato in questione, di cui si terrà comunque conto negli scrutini finali (se viene presentato). Di fatto si può promuovere un alunno che non ha portato nessun elaborato e che nemmeno si presenta alla discussione del suo elaborato - o, più esattamente, si deve promuovere, perché le possibilità di non licenziare qualcuno sono ridotte veramente all'osso: se ne può parlare solo in caso di gravi fatti disciplinari (comunque avvenuti entro la fine di Febbraio, immagino, e chi se la sente di censurare un ragazzo a quell'età per qualcosa di avvenuto quattro mesi prima, soprattutto in presenza di un ravvedimento almeno formale? Quattro mesi, in quella stagione della vita costituiscono una era geologica) o di una situazione scolastica fortemente compromessa già al primo quadrimestre - cosa che avviene solo a pochi, sfigatissimi alunni impelagati in meccaniche esistenziali, familiari e sociali tali che solo un insegnante dal cuore di pietra oserebbe lasciarlo solo soletto a cantare Frate Leone, pecora di Dio, tutti licenziati fuori che io - e quanto a trovare un intero consiglio di classe formato da insegnanti-roccia, sarebbe impresa di quelle che hanno davvero del prodigioso: in queste condizioni non vi è insegnante che non sia acutamente consapevole che la bocciatura sarebbe solo l'ennesimo schiaffo dato alla cieca dalla vita a una persona che forse, chissà, magari se la merita e magari no, ma comunque chi siamo noi per stabilirlo?
Di solito su queste anime potenzialmente perse l'avvicinarsi dell'esame ha un potere taumaturgico che lo spinge a dare vaghi segnali di vita scolastica, amorevolmente raccolti dagli insegnanti - e quando poi i segnali non arrivano, in un contesto normale può anche avvenire la bocciatura e ha un qualche senso; ma in queste presenti circostanze, fatte di collegamenti mancati, di corsi di recupero nemmeno avviati, di acrobazie e di reclusione?
Dunque passeranno tutti, a meno che non abbiano commesso un omicidio davanti a testimoni; caso invero piuttosto raro, anche perché l'eventuale omicidio sarebbe commesso al di fuori del contesto scolastico e comunque anche dagli istituti di rieducazione si possono dare esami (o non-esami, come è il nostro caso).
Di fatto, non sarà un esame, e nemmeno una sanatoria, perché non sanerà alcunché. E chi è bravo farà un bell'elaborato e una brillante discussione (ma avrebbe fatto bene anche un esame normalissimo), chi è così-così farà un elaborato smorto e improvvisato perché fino alla fine non si è saputo cosa avrebbe dovuto fare; quanto a chi non ha mai fatto niente o quasi continuerà per la sua strada ma avrà comunque la licenza media - che forse gli servirà e forse no, vai a sapere.
Si poteva fare di peggio, forse. Ma solo impegnandosi davvero a fondo, con un lavoro robusto e determinato che il MIUR non è minimamente in grado di elaborare al momento.
Quanto al ritorno a scuola, come avverrà lo scopriremo solo vivendo: il 16 Settembre se tutto va bene, ma molto più probabilmente a metà Ottobre, quando le lezioni saranno ormai riprese - perché in qualche modo dovranno pur riprendere e non mi sento nemmeno di escludere che alla fine, semplicemente, i battenti della scuola riapriranno nei modi consueti in attesa che al MIUR, con comodo, decidano come regolamentare il nuovo anno scolastico.
Molte categorie professionali hanno probabilmente motivo di lamentarsi di come è stata e sarà gestita la CrisiCoronaVirus, ma la categoria non professionale degli alunni di ogni ordine e grado di sicuro non è stata gestita né bene né male: è stata, semplicemente, ignorata.
Quello che io ho visto nel comportamento del nostro amato (?) MIUR è stata un'ondata di terribile paraculaggine (si può dire?).
RispondiEliminaPer mia fortuna, quest'anno ho avuto un orario spalmato in tutte le classi tranne che nelle quinte e, devo dire, ringrazio la sorte. Anche se fino a qualche settimana fa ho odiato avere le quattro materie sparpagliate (da bravo precario nella A-13), non invidio affatto i colleghi e amici che si devono confrontare con questi esami dal sapore di fritto misto.
Purtroppo la scuola mi sembra da un bel po' la minestra in cui ognuno (leggasi "ogni ministo o esperto del caso") vuole aggiungere l'ennesimo ingrediente speciale che altro non farà che rendere ancora più indigesto il piatto a quanti poi ci lavorando dentro.
Inciso finale: devo dire che, scoperto il tuo blog all'inizio dell'attuale apocalisse zombie, ho sviluppato una dipendenza da quello che scrivi, quindi credo che rimarrò appollaiato sino al prossimo post da commentare, se posso :D
Complimenti, davvero! :)
Ti faccio i miei complimenti per la tua onestà intellettuale e anche per come ti sei prodigata in questi mesi per i tuoi alunni (ho letto i tuoi post sulla didattica a distanza), di insegnanti come te ce ne vorrebbero molti di più.
RispondiEliminaCome mamma posso dire che navighiamo a vista da marzo, con un'ora o due di lezione on line al giorno e per il resto i classici compiti da reperire sul registro elettronico, spesso privi di spiegazione o tuttalpiù corredati da un video di you tube. Proprio ieri parlavo con la mamma di un compagno di mio figlio (prima media) rammaricata perché i voti del ragazzo, piuttosto buoni prima della chiusura della scuola, sono calati, così come la dedizione del pargolo alla studio. Ha cercato di parlarne con l'insegnante coordinatrice di classe, spiegandole come il ragazzo, senza le regole della scuola, le verifiche e il controllo degli insegnanti tenda a frasi prendere da un certo lassismo. Si è sentita rispondere che in questa fase tocca a noi genitori seguire i ragazzi e quando la mamma ha fatto presente che sia lei che il marito sono tra i fortunati che hanno continuato a lavorare in questo periodo ma, ahimé, fuori casa, le è toccato pure sorbirsi un "Lo so ci sono alcuni genitori che lavorano e non possono seguire figli". La mamma era molto mortificata, si sentiva quasi in dovere di giustificarsi. "Mi sembra che la scuola porti avanti solo quei ragazzi che possono contare su una famiglia che li segue, gli altri sono stati abbandonati", mi ha detto in conclusione. Che amarezza.
Visto il tuo passato (e il tuo presente) da bibliotecaria e archivista, mi piacerebbe farti leggere le linee guida per la riapertura che il MiBACT ha imposto a noi biblioteche di pubblica lettura. Tre pagine in cui si parla pricipalmente di libro antico e di conservazione e si dispone la quarantena di 10 (dieci) giorni di quarantena per ogni documento restituito. Non ci sono studi che dimostrino la spopravvivenza del virus oltre le 24 ore sulla carta, ma i libri devono prendere aria per 10 giorni. Ciliegina sulla torta: se si ammette un documento alla consultazione, se ne prescrive l'imbustamento, come se il virus fosse un parassita. Sulla scuola concordo che stanno facendo di peggio, ed è gravissimo perché stravolge la vita di tanti ragazzi, famiglie e insegnanti, ma le assurdità purtroppo sono ovunque.
RispondiEliminaThe photo which your are using in this post, we called it as Royal Bengal Tiger. This is our National Animal. We love to save it.
RispondiEliminaKisses
You are welcome to...
www.OSC24.blogspot.com
Ma che bei commenti! Soprattutto l'ultimo è il mio preferito. Pensavo fosse un sito ecologista dove chiedevano firme a sostegno di petizioni per aiutare la Tigre Reale del Bengala. E invece no: è un blog sull'insegnamento in Bangladesh (dove in questo periodo anche i miei colleghi bengalesi lavorano con la didattica a distanza). Molto interessante, e peccato che sia in inglese - molto meglio così che in sanscrito o simili, comunque. Almeno per me.
RispondiElimina@ Profalcaffè:
Grazie dei complimenti e ben arrivato!
Sì, per quanto riguarda il nostro amato (?) MIUR possiamo senz'altro parlare di paraculaggine, praticata a livelli davvero alti seppure un po' rozzi.
E purtroppo temo di condividere anche la tua ardita metafora culinaria (ché sempre di culi si finisce a parlare, va' a capire perché): il pastone che ne viene fuori in questo periodo è invero assai duro da digerire.
@ Hermione:
Grazie degli apprezzamenti, che spero di meritare - ma tieni conto che nessun insegnate è valutabile in base a come parla di scuola: in molti lavoriamo per lo più d'istinto (o meglio, forse: reagendo ai molti input che vengono dalla classe in un modo che ha spesso una sua logica ma che è difficile razionalizzare in didattichese) e tanti si barricano dietro dichiarazioni arcigne e lamentose ma poi in classe son fulmini di guerra - e viceversa, ahimé.
Ma una cosa mi sembra chiara: la scuola dovrebbe essere autonoma dalle famiglie. Per esempio: è vero che molte famiglie non hanno un computer o che spesso uno solo non basta, ma assistere i disabili digitali non è cosa che avrebbe dovuto essere lasciata alle scuole, ai comuni o a singoli enti ben disposti: un articolino sulla distribuzione di supporti informatici avrebbe dovuto essere fatto scivolare nei vari decreti, e a rotta di collo. Anche nella mia scuola, che ha potuto contare su un comune disponibile e su vari altri aiuti, per alcuni alunni la DaD è partita dopo Pasqua!
E niente andrebbe fatto, in classe o nella classroom, che i ragazzi non siano in grado di seguire autonomamente, perché non tutte le famiglie sono in grado di collaborare dall'esterno, nella DaD come nella vita di tutti i giorni, soprattutto in un momento in cui non sono solo gli insegnanti e gli alunni ad essere sotto stress, ma anche per l'appunto le famiglie.
@ Anonimo:
Ah, ma le conosco quelle linee guida, perché sono utente e la mia biblioteca le ha già spiegate su Facebook!
E leggendole mi sono appunto domandata come mai il Covid-19 si abbranca disperatamente sui libri, che pure non gli danno calore né nutrimento alcuno. Che sia un virus accanito lettore?
Martedì, spero, riporterò alla biblioteca di Lungacque i tre libri che ho preso in prestito a Febbraio, e che da tre mesi stanno buonini buonini sul tavolo del salotto, lontano da qualsiasi forma di contagio perché io, unica abitante della casa, non li ho più sfiorati. Che razza di contagio possono dare a chiunque che al più un giorno di esposizione all'aria non possa cancellare?
Mistero insondabile.
@ Online Study Care 24:
So glad to meet you!
Royal Bengal Tiger are wonderful and so majestic ^_^
Più che ignorata, la categoria studenti (e , ahimè, anche insegnanti) è stata messa in mano ad un gruppo di persone che di scuola non capiscono molto, per quanto, mi dicono, siano insegnanti e, addirittura, dirigenti. La folle dichiarazione sulla promozione per tutti a 2 mesi dalla fine della scuola, la confusione sulle forme di valutazione (demandate alle singole scuole...dov'è dunque, l'uniformità di trattamento?), le straordinarie giravolte sugli esami, che tu hai mirabilmente rappresentato, possono solo essere giustificate (o meglio comprese)solo accettando una folle dabbenaggine di chi era chiamato a decidere per tanti. Non devi essere un'aquila per capire che la valutazione "a distanza" deve seguire altre vie di quella tradizionale, non si deve essere geni per comprendere che le "verifiche scritte" non hanno molta logica in differita, a meno che tu non ricorra a quelle bellissime piattaforme che usano alcune università e che molti docenti non conoscono ancora bene. Speriamo di finire presto, speriamo di rientrare a settembre in maniera più o meno normale, ché veramente mi fanno ridere le proposte avanzate per ridurre il numero degli alunni per classe. Incrociamo le dita e resistiamo.
RispondiEliminaNon credo ci sia altro da aggiungere al tuo post, perché analizza la situazione a 360 gradi, a prescindere dalla tipologia di scuola. Credevo che con la “buona scuola” si fosse toccato il fondo, ma noto che l’avvicendamento dei ministri al Miur segue in progressione negativa la china discendente della faciloneria fantasticante.
RispondiEliminaAh, ma non è mica un’alzata d’ingegno del MiBACT.
RispondiEliminaQui, per dire, fanno lo stesso e del MiBACT probabilmente non hanno mai nemmeno sentito parlare: https://www.ville-saint-florent-sur-cher.fr/index.php/mc-co15-reouverture-de-la-mediatheque
E francamente, da lettrice, se una cosa mi dà fastidio non sono i dieci giorni precauzionali per lettori e operatori in mezzo alla pandemia, ma la routine di tutti i giorni, cioè gli orari di apertura troppo spesso ridotti e impossibili per chi lavora, specie nelle grandi città, i libri spesso banali, la mancanza di copie doppie per cui anche senza quarantena aspetti mesi certi titoli, gli ambienti rumorosi, mal illuminati, mal aereati, con arredamenti fatiscenti e scomodi, impianti di condizionamento ronzanti e fastidiosi mantenuti chissà come e quando ecc. ecc. ecc.
Anche sul fatto “che non c’è nessuna prova” ci sarebbe da discutere: al momento non ci sono prove certe né in un senso né nell’altro, perché mancano ricerche specifiche sulla plastica, che arriveranno (avrebbero fatto comodo, certo, ma magari c’era da fare altro che preoccuparsi delle frustrazioni dei prestitifici) e la più specifica finora condotta non riguarda questo virus ma virus della stessa famiglia, che ha mostrato la possibilità appunto di sopravvivenza fino a dieci giorni.
Per cui nel dubbio, aspettare dieci giorni con dieci sacchi può rappresentare una frustrazione sopportabile.
Non si sa se ridere o piangere....in ogni caso la Ministra mi sembra, un po'come la Raggi qui da noi, riesca nella titanica impresa di far rimpiangere qualsiasi suo predecessore
RispondiEliminaMi sono divertita molto a leggere il tuo post; lo so, non avrei dovuto divertirmi, avrei dovuto piangere. Ma a mia discolpa sappi che ho appena fatto un intervento e sono in convalescenza, quindi non farò gli esami...ecco perché mi sono divertita ;-)
RispondiEliminaHo letto il tuo post ad alta voce per me e la mia "infermiera" e l'abbiamo trovato perfetto.
Voglio solo aggiungere una notizia che ho sentito ieri alla radio...in tutto questo cosa stanno pensando di fare? Tornare ai giudizi!!!! Ma dico io, a parte il fatto che io preferisco i voti, ma ti sembra una questione da affrontare in questo periodo?
Si poteva scegliere tra come reclutare nuovi insegnanti, come avviare l'anno scolastico in sicurezza, come dotare le scuole di strumenti per la didattica a distanza dovesse ripresentarsi il problema....ma NO, mettiamo i giudizi...e che non si dica che non si è fatto niente per la scuola!
@ Dolcezze:
RispondiEliminasì, certo, il problema di base è che ministra e task force non sembrano avere la più vaga idea di quello su cui stanno lavorando, e che legiferano e farneticano di conseguenza. Incrociare le dita e sperare in bene è l'unica possibilità.
@ Mel:
Appunto.
@ Pellegrina:
Ormai da tempo vivo in un pacioso paesello, e confesso che in questa zona le biblioteche comunali sono comode, spaziose e accoglienti. Ho un ricordo moltom diverso delle grandi biblioteche cittadine, ma appunto è passato molto tempo.
Per quel che riguarda la quarantena dei libri non so davvero che dire, e quindi mi taccio.
@ Romolo:
Il paragone con la Raggi mi sembra piuttosto azzeccato. E quanto ai predecessori, sospetto che la tanto deprecata Fedeli, pur nella sua conclamata assenza di laurea, sembrava assai più consapevole del mopndo in cui viveva - e forse perfino l'ultimo ministro, che si è distinto per una mirabile dedizione al silenzio, limitandosi a pochissimi interventi non privi di un certo buon senso di fondo.
@ Aliceland:
Aiuguri per la convalescenza, prima di tutto ^_^
Quanto alla storia dei giudizi, pare che si limiteranno alle elementari - il che potrebbe magari avere la sua logica. Ma io, che sono passata qualche anno fa dai giudizi ai voti nel giro di una settimana per poi restare in mezzo al guado per vari mesi copme tutti gli insegnanti del primo ciclo, devo dire che questo tipo di provvedimenti andrebbero ponderati con un anno di anticipo per dare tempo a tutti di abituarsi - perché la conversione dai giudizi ai voti e dai voti ai giudizi richiede tempo e non è come spingere un bottone per spengere la luce. Grunt.
Una domanda sorge spontanea e immediata, dal cuore di chi ha visto il progressivo degrado della pratica nelle pulizie delle nostre aule , notoriamente affidate a imprese esterne ed effettuate a tempo di record, dieci minuti per locale, asciugatura banchi e pavimenti a finestre rigorosamente chiuse.... chi provvederà alla pulizia del Plexiglas tra un banco e l'altro? Se tanto mi dà tanto, la nebbia e la polvere scenderanno a limitare la visibilità in modo repentino.
RispondiEliminaPer ovviare al dimezzamento del numero alunni, il rimedio sarebbe semplice: a mesi alterni, doppi turni metà classe la mattina e metà al pomeriggio. Chiaramente sparisce il tempo pieno, i progetti del cavolo, gli interventi di esperti esterni.... torniamo agli insegnamenti essenziali. Meno tempo scuola e più studio individuale. Vuoi vedere che si impara di più??
@ Ornella:
RispondiEliminadomanda mooolto pertinente, e la riduzione progressiva dei custodi è stata una di quelle Grandiose Furbate tanto di moda in questi anni, dove al minimo del risparmio si aggiunge un vistoso peggioramento del servizio e un grandissimo incomodo per tutti - e temo che la rua domanda contenga già la risposta - con l'alternativa del glassex sul banco per la pulizia quotidiana da parte dell'alunno, in perfetto stile giapponese (le scuole giapponesi però son fatte meglio).
Sui doppi turni (che prevedono comunque il doppio delle pulizie e già qui il povero asino è già cascato facendosi gran male alle ginocchia) incombe un problema di base: ci vogliono il doppio degli insegnanti. Che al momento non ci sono, a meno di non pescare non solo tra i precari ma tra gli aventi diritto, ovvero dal terzo anno in su dell'università. Anche quello comunque è un processo che richiede tempo e ormai saremmo già nettamente in ritardo.
Ho scritto due commenti che poi ho deciso di eliminare perché mi sono resa conto di aver esagerato.... ma non capisco se sono stati cancellati davvero....
RispondiEliminaCancellatissimi. Ad ogni modo. ci tengo a precisare che questo blog non ha niente contro i commenti... diciamo così, piuttosto passionali ^_^
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