domenica 27 ottobre 2019

A cosa serve il registro elettronico? - 3 - Ma anche What's Up, se per questo

La prof. Murasaki e i suoi alunni durante una lezione
Prima ora nella Seconda Invasata. Soliti saluti, buongiorno, come va eccetera. Poi comincio a risentire gli esercizi dati a casa, tra cui un gruppo di domande con risposta scritta.
"Prof, io questi non li ho fatti, non ce li aveva dati" spiega Atalarico, che era stato il primo fortunato chiamato a leggere le sue risposte.
"Sì che ve li ho dati. Ho detto che avrei finito di scrivere i compiti nel pomeriggio, e sono passati cinque giorni".
"Ma io non leggo il registro elettronico".
"Potevi chiedere ai compagni. So che questa classe ha un gruppo su What's Up e che lo usa anche per passare i compiti agli assenti e cose del genere".
"L'ho chiesto, ma nessuno mi ha risposto".
Vabbeh, poniamo che sia vero.
"In quel caso i tuoi compagni sono stati scorretti. È vero che è andata così?" chiedo alla classe con fare assai accigliato.
Qualcuno spiega che non c'era, che non ha letto la notifica, che non aveva il contatto, che era impegnato a salvare il mondo eccetera; e qualcuno aggiunge che lui il registro non lo può leggere. La classe si trasforma in una schiera di analfabeti digitali.
"Io però questi compiti li ho scritti cinque giorni fa. Come mai non hai cercati di leggerli prima, invece di metterti a farli ieri sera dopo cena?".
"Non sapevo che c'erano, l'ho saputo dopo. Io il registro non lo apro".
Va bene, Atalarico è in torto. D'altra parte è in torto anche la scuola che continua a distribuire password farlocche o che scadono improvvisamente durante l'estate. Fino a quel momento non mi ero preoccupata della cosa perché pensavo che il gruppo su What's Up avrebbe supplito alle carenze di Argo (o forse dovrei dire della segreteria che mal gestisce Argo?). 
Ma, in effetti, quanto è prescritto che un alunno debba sbattersi per avere i suoi legittimi compiti o per farli avere ai compagni distratti?
Così lascio momentaneamente da parte le istituzioni dell'Unione Europea e decido di informarmi meglio sul misterioso rapporto che la classe ha col tanto sbandierato Registro Elettronico.
Qualcuno spenge il cellulare dopo cena, o glielo fanno spengere i genitori. Di per sé non mi sembra una cosa sbagliata, e comunque delle regole di famiglia per principio non mi impiccio mai. Io stabilisco le regole in classe, la famiglia le stabilisce a casa.
Qualcuno apre il registro ma non vede i voti.
Qualcuno apre il registro ma non vede i compiti. 
Qualcuno non ha il permesso dei genitori di guardare il registro elettronico. Sgrano gli occhioni, ma sì, mi conferma che. Dice che non vogliono che veda i voti perché se no il voto risulta già visto e ai genitori non arriva la notifica e così i genitori non vengono informati se costui ha peso un votaccio.
La storia mi sembra troppo idiota per escludere che possa essere vera. Fossi il genitore di un ragazzo che ha trovato il modo di occultarmi i voti negativi in quel modo credo che mi limiterei a controllarli ogni giorno invece di impalettarlo in un divieto assurdo, e sarei pure rassegnata in partenza al fatto che se tuo figlio vuol fregarti un modo lo troverà di sicuro, esattamente come succede a noi insegnanti con gli alunni. Ma io non sono un genitore di adolescenti e non vivo immersa nella perenne tempesta emotiva che un figlio adolescente porta in famiglia anche solo per il semplice fatto di esistere e crescere: finite le mie lezioni li saluto e torno a casa dove un benefico silenzio e tre gatte fusaiole placano i miei nervi scossi - e a volte è difficile anche così.
Qualcuno non ce l'ha proprio, il registro elettronico, perché è arrivata la nuova app e in casa non sono riusciti ad installarla perché i cellulari sono del tipo più vecchio. In effetti la faccenda delle app che funzionano solo sulla versione dello smartphone più aggiornata in commercio mi è sempre parsa piuttosto sporca.
Qualcuno è convinto  che esista un registro versione ragazzi (con i voti ma senza i compiti oppure con i compiti ma senza i voti) e uno versione genitori.
Qualcuno vede solo una selezione scelta dei suoi voti, e questa l'avevo già sentita tre anni fa - senza sapere che dire perché io continuavo a vedere tutto quel che avevo messo e quindi sapevo una sega del perché Argo avesse deciso così.
E via e via, peggio dell'infinita serie del Qualcuno era comunista della buonanima di Giorgio Gaber
D'accordo, ricomincerò a dettare i compiti alla fine della lezione proprio come se non avessi il registro elettronico, e se mi viene in mente di aggiungerci qualcosa dopo la fine della lezione me la farò passare e aspetterò la lezione seguente; quanto al gruppo di What's Up si farà conto che i ragazzi lo usino solo per i cazzi loro - e, del resto, per cos'altro lo dovrebbero usare?
Ma forse la domanda del titolo andrebbe leggermente modificata in un più pertinente A cosa serve un registro elettronico che funziona poco e male?
A complicarci la vita, ovviamente. E, a quel che sembra, anche a complicare quella delle famiglie.

5 commenti:

  1. Alcune osservazioni sparse:
    - sì, esiste una versione di RE per ragazzi e una per genitori (ciascuna con le sue credenziali), e è venduta nel pacchetto base di Argo, dunque ce l'avete anche voi, almeno in teoria;
    - i voti non si vedono perché dipende dalle impostazioni messe dai singoli docenti, sia generaliter, sia per le singole prove. Le impostazioni di base, salvo diversa disposizione dirigenziale, di Argo prevedono che non si vedano e che ciascun insegnante despunti la relativa casella sui suoi voti, dunque può essere che sia per questo.

    Questo per quanto riguarda il RE. Sul resto, io, che pure mi trovo molto bene, trovo una pratica didattica molto utile quella di continuare a pretendere che loro segnino i compiti a mano e su un supporto cartaceo contestualmente a me che li assegno; trovo che aiuti a comprendere meglio i compiti assegnati e mi piace che si crei un momento in cui sospendono ogni altra attività e segnano (come dico loro spesso: "potete fare quello che vi pare sempre, ma NON mentre vi do il compito per casa").
    Però sono contenta perché mi sa che potrei avere capito come mai da qualche anno i primini mi guardano basiti le prime volte che gli dico di scrivere i compiti (dopo no, al primo 2 perché non li hanno scritti miracolosamente riscoprono il potere di penna carta e calamaio).

    Sui gruppi whatsapp usati a qualsiasi titolo per didattica, io faccio ampia campagna contro, ma sono contenta perché, finalmente, da quest'anno il responsabile della privacy rema insieme a me, e, forse, in capo a dieci anni riusciremo a farli sparire volontariamente dai docenti e dagli alunni delle patrie scuole.

    In tutto questo, la risposta alla tua legittima domanda è, temo, "a poco e/o nulla". Ma va detto che mi pare tu faccia scuola in un contesto che manifesta una singolare vocazione a usare il RE poco e male.

    RispondiElimina
  2. No, povna, su questo non transigo: NESSUNO di noi usa il registro poco e male. Lo usiamo con impegno e buona volontà, poi lui se ne va per i fatti suoi. O meglio: la m aggior parte di noi lo usa con impegno e buona volontà. Altri non lo usano ancora perché la segreteria non gli ha dato la password. Speriamo che almeno per Natale arrivi...
    Per quanto riguarda i registri per le famiglie per i ragazzi, il fatto è che la segreteria consegna UNA password, quindi mi sembra strano che da UNA credenziale si possano ricavare due registri - ma immagino che tecnicamente sia possibile, magari facendo barrare una casella ai destinatari, e allora il figlio barra la casella alunno e i genitori quella di famiglia. Resta comunque da capire perché tante password non funzionino o commettano suicidio.
    Sulla storia dei voti, credimi, ci sono più cose in cielo e in terra eccetera. Io barrai subito la casella che diceva di mostrare i voti alle famiglie, e quando voglio che la famiglia non veda un voto barro l'apposita casella. Altri hanno imparato a fare così dopo essere stati istrutti sulla questione, ma qualcuno ci era arrivato anche da solo. Purtroppo non è bastato a risolvere il problema.
    E infatti i voti spariscono da soli. La cosa risultò evidente quando un ragazzo mi comunicò che da un giorno all'altro vedeva solo una piccola parte dei miei voti e altri dissero che era successo anche a loro. Successe due anni fa, verso Maggio, e non so se quest'anno succederà ancora ma spero di no.
    Sullo scrivere i compiti a mano, non so se è didatticamente utile - forse sì e forse no, ma nel mio caso il problema non si pone: utile o meno che io lo ritenga, devono fare per forza così.

    RispondiElimina
  3. Effettivamente prima ci lamentiamo che i ragazzi sono costantemente immersi dentro i telefonini e poi....il problema è che ancora non siamo pienamente digitali, ma nello stesso tempo non siamo più solo analogici. Una generazione di mezzo, come diceva Heidegger, gli Dei vecchi se ne sono andati e quelli nuovi tardano ad arrivare. E noi ad arrangiarci

    RispondiElimina
  4. Mi sono spiegata male: non penso che nessuno di voi insegnanti lo usi poco e male, per quello che gli viene consentito, ma mi pare che facciate parte di una scuola che ve lo fa usare poco e male, perché tutti i disservizi che descrivi fanno parte di una serie di opzioni che la segreteria gestisce, diciamo, con una buona dose di ottimismo a non volere dire negligenza. Per cui è chiaro che voi e i ragazzi e le famiglie fate il massimo che vi è consentito, ma quel consentito è, appunto, poco e male.
    Fare scrivere i compiti secondo me è molto utile perché consente a tutti di riflettere sul fatto che si siano ben compresi contestualmente insieme e in classe e non dopo da soli e a casa. Insomma, come col cartaceo.

    RispondiElimina
  5. @ Romolo:
    Meglio non avresti potuto dire: senza dubbio il nostro atteggiamento verso l'informatizzazione dei fanciulli nostri scolari è quantomeno ambiguo. Il loro atteggiamento verso i compiti che gli assegniamo invece non è ambiguo per niente. Aspettiamo con fiducia l'arrivo dei nuovi Dei, sperando che ci levino dagli impicci.

    @ la Povna in versione Unknown:
    La segreteria ha senz'altro le sue colpe, ma sospetto che Argo abbia pur qualche responsabilità, se non altro nelle numerose password farlocche che continuano a piovere. Che l'insieme funzioni poco e male, purtroppo, è un dato di fatto.

    RispondiElimina