Ho incrociato questo libro per puro caso in un videoblog durante una di quelle lunghe giornate in cui passavo metà del tempo libero dalle terapie leggendo e l'altra metà navigando pigramente col tablet perché non avevo nemmeno la forza per sedermi al computer. Il titolo del post era qualcosa del tipo "Dieci libri da regalare a Natale a chi non ama leggere".
La mia personale teoria in merito è sempre stata che se qualcuno non ama leggere, allora gli regali qualcos'altro, ma siccome una parte del mio lavoro è anche trovare libri per chi non ama leggere ho provato a vedere di che si trattava. Il primo titolo proposto era questo, e mi aveva fatto pensare a un libro per ragazzi. In realtà è un libro assolutamente per TUTTI, giovani e vecchi, uomini e donne, botanici e gente che come me riconosce giusto il cipresso e l'albero di Natale quando è addobbato (abete rosso o peccio, assai amato anche dai migliori liutai), e tutto il resto sono "alberi" non meglio definiti. Ma va benissimo anche per chi adora leggere, o per chi all'occorrenza un libro lo prende in mano senza troppo dispiacere. L'unico caso in cui non funziona è se cercate una storia con una trama ricca di personaggi e di dialoghi. Anche se, volendo, i personaggi ci sono: 80 ricchi personaggi, magari un po' legnosi ma assai ben caratterizzati. Nessun rischio di confondere la Tsuga occidentale (Tsuga heterofilla) con la Jacaranda blu (Jacaranda mimosifolia)!
Il testo è di Jonathan Drori, attualmente ambasciatore del WWF e per dieci anni amministratore del Royal Botanic Garden di Kew; tutto ciò è scritto sul risvolto di copertina interna ma per me non vuol dire niente se non che si tratta di qualcuno che con gli alberi ci ha avuto parecchio a che fare, e con le tematiche ambientali anche. Lucille Clerc è invece la disegnatrice che ha fatto le bellissime illustrazioni, che da sole valgono il prezzo del libro. Il quale libro va sui venti euro ma li vale tutti e presto verserò il doveroso obolo per acquistarlo, lo farà comprare anche per la biblioteca di scuola e lo sbolognerò in regalo a un paio di amici ben scelti (che amano abbastanza leggere, peraltro).
La parte principale di detto libro sono 80 schede dedicate ad altrettanti alberi, come anticipato dal titolo. Si parte dall'Europa settentrionale, col signor Platano (platanus o acerifolia) che fa da purificatore ambientale ed è per questo assai presente nelle grandi città, specie a Londra e si finisce, seguendo l'itinerario o almeno la direzione di Phileas Fogg nel celebre romanzo di Verne, col meraviglioso Acero canadese (acer saccarum) che per le particolarità del clima di quel nobile paese ha colori più brillanti laggiù che da noi.
A ognuno di questi alberi è dedicata una pagina o due di testo, e una tavola o due di illustrazioni rigorosamente botaniche dove non sempre ci sono solo alberi o dettagli di alberi (fiori, frutti, foglie, semi, astucci per semi e via dicendo) ma anche animali, uomini, complementi di arredo, utensili vari, vestiti...
Infatti gli alberi, ho imparato, non sempre vivono in maestosa solitudine interagendo pigramente con l'ambiente circostante, ma sono spesso degli ecosistemi in proprio, collaborando con funghi, muffe (sì, muffe. Ce ne sono anche di amiche degli alberi), insetti vari, altre piante ma anche animali di varia grandezza, che collaborano attivamente alla sua sopravvivenza mangiando i frutti e risputando in giro i noccioli, trascinando qua e là il polline, proteggendolo, aiutandolo e venendone ricompensati con linfe zuccherine, polpe di frutti nutrienti, gustose foglie e via dicendo. In certi casi perfino l'uomo interviene in loro favore, come nel caso del signor Argan (Arganis spinosa; sì, proprio quello dell'olio ormai da tempo presentato in erboristeria come rimedio a tutti i mali e cura efficace per ogni parte della nostra anatomia) che ha creato una complessa interazione con uomini e capre
o della signora Cola Nitida (cola nitida) che produce semi assai ricchi di caffeina e che viene usata per produrre la bevanda più famosa del mondo dopo l'acqua
Veniamo così a sapere che gli alberi forniscono gli uomini non soltanto di legname e frutti, ma anche di preziosi insetticidi, come fa il signor Neem (Axzadfirachta indica) in India e altrove, lacca (Toxicodendrum verniciflum, e assicuro che non me lo sono inventato), preziosissimi lattici, veleni, medicine - indimenticabile sotto questo aspetto la signora China, detta anche cinchona), riparo ai viaggiatori, riparo agli indigeni grazie a foglie decisamente estese, oli essenziali di vario tipo, come la signora Jojoba (simmondsia chinensis) tanto utile in profumeria, resine varie, sostegno religioso e architettonico, pregevolissimi fiori ornamentali come il signor Ciliegio Yoshino (prunus x yodensis).... abbiamo alberi che hanno fondato imperi e religioni, avviato grandiosi commerci, conosciuto ere di splendore e improvviso declino, che sono improvvisamente riemersi dalla preistoria in tempi recenti, che hanno contribuito a famosissime leggende, hanno dato la bandiera a certi paesi e via dicendo, e ognuno ha una sua personale strategia riproduttiva - perché riprodursi per un albero non è sempre "fioriamo e lasciamo che api e farfalle si diano da fare" - e caratteristiche particolari, tecniche specifiche per la difesa e per l'offesa, amici e nemici. Tutti loro sono strettamente collegati all'ambiente, e alcuni stanno vivendo momenti drammatici; la loro scomparsa o anche solo diminuzione porta e porterà grossi squilibri, anche economici, alle regioni cui appartengono.
Le descrizioni sono rigorosamente tecniche ma lo stile è discorsivo e l'insieme risulta molto chiaro anche a una sprovveduta come me.
Un libro del genere è una buona lettura per tutti, una preziosa fonte di informazioni per gli aspiranti botanici o anche solo per i curiosi e una miniera di scoperte per chi si interessa di questioni ambientali. Ma per un insegnante di Lettere è qualcosa di più, perché gli permette di collegare strettamente tutte le sue materie e le sue schede possono egregiamente essere usate per brevi letture, prove di comprensione del testo per Italiano, Storia e Geografia e per esercizi di estrazione, sintesi e raggruppamento di informazioni ma soprattutto per dimostrare quanto sono complessi i legami tra uomo, ambiente, economia e politica*.
Infine, la sua formula accortamente frammentata consente di usarlo per riempire piccole pause, per letture più distese ma anche in quei periodi sovraffollati dell'anno in cui una pagina o due sono tutto quello che puoi permetterti prima di addormentarti.
Naturalmente è corredato anche da una ricca bibliografia e da un indice dei nomi, e indica perfino dove cercare in rete per trovare il giardino boitanico più vicino a casa vostra e osservare i più insoliti alberi.
Con questo post sono lieta di partecipare nuovamente al Venerdì del Libro di Homemademamma dopo la pausa estiva consigliando qualcosa di veramente speciale e anche adattissimo per un regalo, considerando l'elegante veste grafica e la bellezza delle illustrazioni.
* (sì, credo che quest'anno lo userò parecchio)
Mi sembra una proposta meravigliosa! Ora vedo di procurarmelo!
RispondiEliminaEhm, editore?
RispondiEliminaEdizioni L'Ippocampo, uscito verso la fine del 2018
RispondiEliminaMi piace questa rappresentazione "personalizzata" degli alberi e belle anche le immagini. A margine dico che mi pare un paradosso, data l'importanza degli alberi e dei vegetali in generale, che a scuola, almeno nei licei, si dia troppo poco spazio alla botanica. Nella maggior parte delle ore di scienze il focus è sempre l'uomo.
RispondiEliminaChe meraviglia! Grazie per la segnalazione, l'ho appena ordinato. Mi sono occupata per anni di educazione ambientale e la botanica mi appassiona. Vedo che a scuola, o almeno in quelle con cui ho avuto a che fare, le scienze sono spesso spiegate in modo freddo e nozionistico, che suscita poco o nessun interesse mentre sarebbe così importante coinvolgere i ragazzi in quello che viene spiegato. È bello avere nuovi spunti e chiavi di lettura per guardarsi attorno con curiosità.
RispondiEliminaPaola
Nella vecchia casa che lascio e in quella in cui andrò a vivere, ho sempre cercato la vicinanza di giardini, come elemento indispensabile. E gli alberi lo sono, eppure quanto sconosciuti ! La mia ignoranza è abissale; riconosco, forse, 5 alberi e solo di nome. È incredibile e vergognoso. Soprattutto se penso a quante nozioni inutili ingombrano e appesantiscono inutilmente i miei pochi neuroni. Un libro da ordinare subito.
RispondiEliminaE grazie per la tue continue ricerche di cui noi approffittiamo senza vergogna. Lo so che è un lavoro durissimo, ma qualcuno lo deve pur fare .....😆
Penso proprio che questo bel libro lo regalerò al cugino Nicky: giovane studente al primo anno di scienze forestali, che adesso vive coi miei zii in collina, in mezzo a cinghiali,daini,noccioli,cipressie querce..😁
RispondiEliminaSono anch'io una di quelle per cui gli alberi sono solo alberi, e tra i fiori riconosco con certezza rose, margherite e girasoli. Credo che mi mancherebbe la trama...grandissimo il tuo commento che se a uno non piace leggere non bisognerebbe regalargli un libro :-D
RispondiElimina@ Mel:
RispondiEliminaSi chiama antropocentrismo, credo, ed è una delle colonne portanti della cultura occidentale. Ci siamo noi, poi ci siamo noi, e infine ci siamo noi, e tutto il resto sta lì per decorazione. E mi viene in mente (oggi ricorre l'anniversario della morte di Tolkien) Barbalbero, il pastore di alberi, che spiega "Io non sono dalla parte di nessuno perché nessuno è veramente dalla mia parte, se capite quel che voglio dire".
@Paola:
Molto dipende dalla scuola, e dagli insegnanti. A St. Mary Mead le insegnanti di scienze hanno fatto un lungo lavoro di formazione e adesso le scienze sono fatte in modo laboratoriale (non so cosa voglio dire ma ogni tanto apro l'armadio della classe e trovo della roba stranissima). Altre scuole hanno l'orto. E qualcuno, per esempio ScuolaCittà Pestalozzi, a Firenze, per una serie di fortunate circostanze ha perfino un orto botanico tutto intorno, con alberi rari e pregiati. Io invece quando studiavo ho fatto tutto sul banco, con un libro di scarsissima levatura che mi suggeriva di prendere una rana, scorticarne gli arti e collegarli ai poli di una pila con dei cavi, roba da denuncia. Per fortuna in città ciò era praticamente impossibile!
@Acquaforte:
Credo sia molto importante scegliere gli alberi giusti. Io sono molto contenta di avere quasi sempre avuto a portata d'occhio un cipresso, e adesso che ho anche un olivo praticamente davanti alla finestra del salotto mi sento ancor più soddisfatta, anche se il mio sogno da sempre è un albicocco.
E mi fa piacere che qualcuno riconosca e apprezzi l'immane sacrificio cui mi sottopongo cercando e leggendo libri belli e divertenti ^__^
@ Eva:
Ottimo, nel libro ci sono due cipressi e almeno due querce (niente noccioli, purtroppo) e sono sicura che vengano nominati anche i daini :)
@ Aliceland:
Ammetto che non ho l'animo del missionario )ma sono msicura che riescio a riconoscere anche violette, garofani e gerani... o no?)
Ottimo😀
RispondiElimina@ Aliceland 2:
RispondiEliminacioè, non so cosa dire; tre errori di battitura tre su quattro parole!
Poveri ragazzi, in che mani.
Lo so che fa tanto antico, ma ROFL!!!!!!
RispondiEliminaComunque hai ragione, anche gerani e garofani (sulle violette ho qualche dubbio)...vedi che riesci a tirare fuori il meglio da ognuno di noi? :-D
Regalato ad aprile ad un bambino di 5 anni ed al suo papà (ricercatore forestale), è diventato un sostituto della favola della buonanotte.
RispondiElimina@ Aliceland:
RispondiEliminaGrazie! È una qualità preziosa per un insegnante ^_^
@ At3n4:
Allora è vero che è un libro che piace proprio a tutti!