L'eccellente Lucrezio apre il secondo libro del De rerum natura descrivendo la dolce sensazione che si prova quando, da un tranquillo rifugio, si osservano gli sventurati in preda alla furia degli elementi. Non è un sentimento dei più nobili ma temo accomuni anche le anime più sensibili: anche se sei tra quelli che all'alba si alza per portare la colazione ai barboni della stazione, passa il Natale facendo volontariato al gattile o tribola assai portare assistenza medica a chi soffre nelle zone più povere e inospitali del pianeta, tuoni, fulmini e ghiaccio hanno un fascino tutto particolare visti da una stanza ben calda e riparata da cui nessun impegno o dovere minaccia di strapparti a tempi brevi.
Allo stesso modo si sente chi, come me, in queste settimane sta a scuola lavorando rilassatamente a fare le pulci alla biblioteca scolastica mentre intorno a lui i poveri colleghi sovraccarichi di lavoro vagano come anime in pena tra una relazione, quaranta verifiche in fila per sei col resto di quattro, giudizi da ricopiare, competenze da assegnare, tornei da completare, saggi da preparare, esami da imbastire, classi sempre più effervescenti e scalpitanti, infinite relazioni da preparare, voti da calcolare e rogne di tutti i tipi che spuntano fuori da ogni dove.
E', la mia, una situazione particolarissima che molti insegnanti non provano mai per tutta la loro carriera: perché la Fine dell'Anno non è particolarmente difficile per alcune categorie, ma proprio per tutti e se nei primi anni tutto è nuovo e quindi più difficile, una migliore salute e forma fisica ti assistono più di quanto possa succedere ai colleghi più stagionati. Chiusa in un pudico silenzio li guardo combattere, azzardando solo qualche paroletta di comprensione quando si lamentano e mi guardo bene dal raccontare quanto mi sento rilassata mentre si arrabattano variamente. Qualche volta porto un po' di frutta da qualche mercatino locale (è norma di buona educazione portare ogni tanto un po' di frutta ai carcerati, si sa).
Anzi, un po' per solidarietà e molto per perversione, ho deciso di fare nonostante tutto anche quest'anno la Mostra del Libro, nell'ultima settimana di scuola in modo che coincida con la mitica Festa di Fine Anno Scolastico - del resto, superato il trauma del primo anno, la Mostra è una di quelle cose che si incammina molto presto su rotaie tutte sue e procede da sola con poco sforzo da parte del bibliotecario, senza contare che quest'anno non ci sono nemmeno i turni da organizzare per la vendita dei libri, perché me la sobbarcherò tutta dal momento che sono sempre libera e mi hanno promesso di non darmi sostituzioni in quei giorni.
Può darsi che si riveli una cosa abbastanza faticosa, comunque: lo è sempre stata, non c'è motivo che proprio quest'anno diventi improvvisamente riposante. Ma se non posso stare tra torme di scolari resi quasi isterici dall'avvicinarsi della tanto agognata libertà, potrò almeno stare tra mucchi di libri, problemi di resto da spicciolare, liste da riempire e da spuntare passo passo e altre amenità che quasi nessuno apprezza ma che mi riportano alla mente la mia brevissima stagione di bibliotecaria. Del resto, è il primo anno (e suppongo che sarà anche l'ultimo) in cui posso prepararla dovendo pensare solo a quello perché solo occasionalmente sono in qualche classe a fare qualche pigra sostituzione a passo da crociera (dove peraltro di solito li porto in biblioteca "a prendersi un libro per l'estate").
Effettivamente la fine dell'anno scolastico è un periodo altamente faticoso e stressante (se poi si aggiunge ad ammenicoli vari, ancora peggio) e io sono, come tutti i colleghi, stremata. Goditi questa parentesi tranquilla... e preparati a ricominciare a pieno ritmo. Buona mostra!
RispondiEliminaQuesto stress da fine anno...ma perché dev'essere proprio così?
RispondiEliminaBrava che porti la frutta ai carcerati!
@ Dolcezze:
RispondiEliminaGrazie, siamo partiti stamani con i libri - e la scuola è immersa in tali e tanti preparativi per la più strana roba che sembra un porto di mare (dove si naviga rigorosamente a vista!)
@ Kuku:
Ahimé, il vero problema della fine dell'anno scolastico è che avviene, appunto, alla fine dell'anno scolastico e che contiene in sé tanti e tali rituali e procedure che solo un in segnante fresco e riposato da una lunga vacanza potrebbe farvi fronte con serenità.
Se poi un gruppo di insegnanti perde pure il ben dell'intelletto e si mette in testa di fare nientemeno che una Festa di Fine Anno con esposizione di lavori dei ragazzi e simili... (per tacere della Mostra del Libro, che se non altro si bada da sola, o meglio la bado io da sola...)