Tutti gli anni, ai primi di Maggio, a St. Mary Mead c'è un giorno di mercato speciale con banchetti diversi dal solito, e tutti gli anni la prof.Murasaki, che in questa stagione di solito viene a scuola in moto(rino) si ritrova ingarbugliata in un dedalo di sensi unici invertiti e divieti di transito nei punti più impensati che rendono una vera impresa raggiungere la scuola. Tutti gli anni la cosa per lei sarebbe molto facilmente rimediabile parcheggiando alla stazione e affrontando la camminata di circa 400 metri che la separa dall'edificio della scuola media, ma tutti gli anni la detta prof. Murasaki casca dal pero come se mai tal mercato-fiera si fosse verificato in precedenza, e quando se ne accorge anche raggiungere il parcheggio della stazione è impresa ormai disperata, per cui tanto vale aggrovigliarsi nelle tre-quatto strade che formano l'impianto centrale del paese di St. Mary Mead finché in qualche modo misterioso la scuola appare.
E così ho fatto anche stamani, imprecando la ria sorte che ha voluto che il mio rientro dopo dieci mesi di assenza coincidesse con il mercato-fiera e approdando infine a scuola con dieci minuti secchi di ritardo che nessuno ha avuto il cuore di rimproverarmi, grazie alla bontà d'animo che ispira tutti nei miei confronti in questo periodo (all'uscita però, mentre giravo in lungo e in largo tutto il mercatino per fare shopping, imprecavo assai meno).
La scuola era tranquilla, quasi silenziosa, e nessuno aveva niente di particolare da farmi fare.
Ho firmato il registro, scoperto che c'erano ben due scioperi in arrivo più una assemblea sindacale, guardato un po' di carte sul tavolo e accettato con bel garbo di fare una sostituzione di qui a due giorni, mi sono fatta fare una fotocopia del mio orario e mi sono infine accinta ad andare in biblioteca.
Prima però ho deciso di rimettere in ordine lo scaffale dei dizionari, che giacevano piuttosto affastellati - e sepolti tra i dizionari di inglese ho scoperto una pila di volumetti... sui parchi e le riserve in Toscana.
Nessuno ne sapeva nulla.
Li ho esaminati. Erano bei volumetti, e l'editore Giunti li aveva prezzati sette e nove euro cadauno, che non risultava nemmeno un prezzo del tutto iniquo. Erano accurati, con bellissime illustrazioni e descrizioni accurate delle oasi protette e degli usi e costumi delle creature che li abitavano, piante o animali che fossero.
Potevano essere un regalo per le scuole dalla Regione, un premio ottenuto in un qualche concorso, o il risultato di qualche iniziativa altamente didattica : molte e misteriose sono le vie con cui una pubblicazione arriva a scuola - ma era chiaro che nessun alunno né alcun docente li aveva mai degnati di una pur fuggevole attenzione, perché erano belli e intatti in quel modo che caratterizza solo le pubblicazioni intonse.
Così ho provato a chiedere alle custodi e ho così scoperto che quella roba - in effetti pubblicata nel 2006 e 2007 - era arrivata a St.Mary Mead poco prima di me. Alle custodi fu venne detto Di "metterle lì" e loro l'avevano messe lì, ovvero in un angolo ben riparato di un grosso armadio dove sta l'archivio delle carte della scuola, e dove mai sono arrivate le mie operazioni di riordino e dissepoltura. Da lì erano state poi spostate per far posto a non so quali fascicoli di carte, ed era stato detto loro di "lasciarli sugli scaffali".
Perché proprio sullo scaffale che dalla notte dei tempi era riservato ai dizionari di inglese?
Forse perché aveva qualche angolo vuoto (il grossi dei dizionari di inglese, comprensibilmente, nel corso dell'anno scolastico si trova nelle classi).
Mentre li sfogliavo meditavo. Erano chiaramente libretti nati con delle pretese. Erano stati fatti, progettati ed eseguiti con cura. Un classico "sussidio scolastico". Poi erano arrivati alla scuola di St. Mary Mead e il loro destino era stato un malinconico letargo in un angolo buio di un armadio assai scarsamente frequentato. Potevano essere usati per Scienze o per Geografia, e pure per educazione civica - o almeno per decidere dove portare le classi in gita scolastica. Con un po' di buona volontà, perché erano un buon numero ma non sufficienti per una classe, nemmeno per le classi di St. Mary Mead che a volte sono davvero poco numerose.
Adesso che li ho trovati ne catalogherò una copia per la biblioteca dei ragazzi e una copia la metterò nella sezione locale della biblioteca per gli insegnanti.
Non è il primo caso che incontro di Cadavere da Progetto Didattico che lo Stato ci offre e che viene prontamente accantonato senza nemmeno guardarlo. Del resto, può essere molto utile a un insegnante che imposta un certo tipo di programmazione, ma può risultare abbastanza inutile per tutti gli altri che lavorano in altro modo (e di certo non può risultare di alcuna utilità per chi nemmeno sa che esiste).
Come quella bella serie di DVD sugli etruschi che arrivarono quando già i programmi di storia delle medie partivano dalla caduta dell'impero romano da tre o quattro anni, e comunque all'epoca non avevamo nemmeno mezza LIM, anzi nemmeno sapevamo che le LIM esistevano.
Beh, certo, l'intenzione di chi li ha mandati era buona, ma forse l'arrivo andava un po' concordato.
Molti si domandano spesso come fa lo Stato italiano ad avere il deficit che ha, e ne conclude che i politici non fanno altro che rubare.
Senza voler dubitare della tendenza di molti politici a rubare, ecco, a volte penso che una delle risposte possa essere in quelle massicce donazioni di volumetti e DVD scarsamente ponderate. Certamente non sono state loro a darci il terzo debito pubblico del mondo, ma hanno pur sempre svolto una loro piccola ma indispensabile parte in tutto ciò.
Guarda con il debito pubblico c’entrano davvero poco, tanto più che esso debito è da decenni dovuto non alla ormai ridottissima spesa ma al pagamento degli interessi. Ciò detto che bella storia. O meglio bella la storia della prof. Murasaki che fruga e riordina in tutti gli angoli e triste che nessuno abbia mai pensato che i libri son fatti per essere usati e non tesaurizzati. Con buona pace di ogni investimento a debito nella cultura della popolazione, com’è normale che sia (in paese capitalista qual sono nel continente europeo).
RispondiEliminaBella anche l.analisi che fai dei libri
RispondiEliminaC'è un che di Indiana Jones in te che scavi sotto mucchi di pubblicazioni e porti alla luce perle dimenticate nel tempo...
RispondiEliminaSe non si può stabilire un nesso diretto tra quei libri acquistati e messi in letargo e una parte del debito pubblico(penso che non ci siano elementi certi che possano far propendere per un sì o per un no), tuttavia un dato è certo: la noncuranza dei beni, soprattutto culturali, da parte dello Stato, ossia da parte di noi cittadini. E di cittadini-scuola per giunta. Si tratta di una trascuratezza che non poco dice sulla sciatteria intellettuale con cui si svolge questo nostro lavoro(fatti salvi pochi docenti). Così se non è debito pubblico in termini di denaro, lo è in termini di etica. E questa, se assente dall’orizzonte del bene pubblico, non genera forse anche dispendio economico?
RispondiEliminaDi sprechi ne vedo e ne sento in ogni dove, ma forse il problema generale è sempre la poca competenza delle persone preposte. Mettere un prof. al Ministero dell'istruzione o un mefico alla Sanità sarebbe così complicato? Ma del resto dai minestrari che attualmente ci governano, che ci vogliamo aspettare?
RispondiElimina@Pellegrina:
RispondiEliminaNaturalmente quei libretti c'entrano pochissimo col debito pubblico, ma gli interessi che ORA dobbiamo pagare sono forse in parte anche dovuti a un certo tipo di spese... diciamo ridondanti. Però non ho idea di come siano arrivati e in effetti sono/erano utili e utilizzabili, ma forse non così indispensabili. Magari alle scuole piacerebbe avere dei soldi in più per comprarci quel che credono, per esempio. Era solo un pensiero che mi è passato per la testa. Di sicuro sono costati TROPPO perché poi non sono stati utilizzati, ma vai a sapere com'è andata tutta la storia.
@Kuku:
E non sei la prima a notarlo!
Ho un po' di tendenza all'archeologia libresca, è vero. E' un tratto tipico degli archivisti, credo. Tu chi sei? Da dove salti fuori? Quando sei arrivato? Ma il Libro Misterioso di solito non risponde... e ogni scuola è piena zeppa di questi misteri. Dovrei farci un racconto, prima o poi.
@Mel:
Ecco, sei riuscito a sintetizzare esattamente quel che mi è passato per la testa. E sì, c'è un fondo di sciatteria in questa roba che resta a dormire negli armadi. Sì, certo, il programma che incombe... ma il programma siamo noi, e abbiamo dei margini di autonomia.
@ Romolo:
Non saprei, credo che un Ministro sia qualcosa di più di un tecnico specializzato, e molti dei nostri Ministri all'Istruzione erano docenti, a volte anche universitari, ma non sempre basta. Ci vuole qualcosa in più, credo. Anche perché quasi ogni docente è convinto che esista un solo ordine e grado nella scuola: quello dove lavora lui/lei. Siamo bestie strane - e la scuola è una bestia ancor più strana di tutti noi messi insieme, sospetto ^_^