giovedì 25 aprile 2019

25 Aprile ovvero il giorno del Maiale Cremisi

"Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale" proclama Porco Rosso

Quando ero bambina il 25 Aprile per me era un giorno di vacanza. 
Evviva, non si va a scuola!
Perché non si va a scuola?
Boh, c'è una di quelle feste di storia.
Prima o seconda guerra mondiale?
Mah, mi pare seconda...

Non ci facevamo 'ste gran domande, anche se gli adulti un po' ci tampinavano per raccontarci di che si trattava. 
Ce lo raccontavano ogni anno, noi ascoltavamo con educazione e poi lo dimenticavamo pochi giorni dopo.* Gli adulti invece sembravano prendere la cosa molto più sul serio. Per loro non era storia, erano ricordi, nemmeno troppo lontani. Eravamo alla fine degli anni 60, inizio dei 70. Intorno a noi abbondavano le commemorazioni, i ricordi commossi eccetera. 

Più avanti per me le cose cambiarono, e il 25 Aprile diventò il giorno del compleanno della mia amica del cuore. Regalo da scegliere con cura, torta con candeline eccetera. Sua madre che diceva "Per me è stato davvero il giorno della liberazione" perché la sua gravidanza era durata quasi dieci mesi, e comprensibilmente l'ultimo mese era stato decisamente sul faticoso (a quei tempi non si precipitavano a farti il cesareo al primo giorno di ritardo, e del resto non so perché avrebbero dovuto: la mia amica nacque forte e sana, solo si era presa il suo tempo per fare le cose per bene).

Adesso le cose sono cambiate: l'amica l'ho persa di vista da più di vent'anni, anche se tutti i 25 Aprile ripenso a lei.
In compenso quando arriva il 25 Aprile tutti intorno a me litigano. Non soltanto i politici, che passi. No, un sacco di gente molto più giovane parla e straparla del 25 Aprile e l'ha trasformato in una saga fantasy imbottendolo di leggende metropolitane.
La generazione dei miei padri l'ha vissuto, e se lo ricorda bene anche se è in via di estinzione; e anche se dopo settanta e più anni nessuno ricorda mai bene niente, perché sopra i suoi ricordi si è stratificato di tutto e di più.
La mia generazione l'ha vissuta come una cosa che non mordeva: era finita la guerra, quindi tutti erano contenti. Comprensibile, perché gli ultimi due anni erano stati davvero un bel casino. La guerra era finita e amen. 
Festeggiamo la fine della guerra? 
Massì, certo che la festeggiamo. Ci mancherebbe.
La generazione successiva ne ha fatto una roba stranissima su cui ogni anno ci si deve necessariamente accapigliare. E non è cominciato quest'anno, no, è cominciato quando Alleanza Nazionale, nata sulle ceneri del Movimento Sociale Italiano a sua volta nato dalle ceneri del disciolto partito fascista salì al governo nel 1994. Com'è comprensibile, sulla fine della seconda guerra mondiale aveva idee leggermente diverse da quelle di altri partiti. E voleva il revisionismo. Che non era, come pensavo ingenuamente agli inizi, una giusta rivisitazione della storia ad acque calme per rifare il punto della situazione, ma qualcosa di più profondo. Molto più profondo.

I partigiani erano cattivi, cattivissimi!
Beh, sì, effettivamente alcuni partigiani non avevano l'aureola.
I partigiani erano solo comunisti / i partigiani non erano affatto comunisti (una a scelta tra le due)
Beh no, veramente i partigiani erano un po' di tutto... alcuni erano perfino monarchici...
E i ragazzi di Salò non erano cattivi!
No, certo, non erano cattivi. Non tutti, almeno. Però avevano preso qualche abbagl...
E i comunisti erano peggio dei fascisti!
Mah, forse, in Russia... ma che cazzo c'entra? 
Anche in Jugoslavia! I partigiani comunisti erano cattivissimi!
Beh, può darsi, ma, di nuovo, che cazzo c'entra con noi?
E poi ci sono state le foibe!
Vero, le foibe non sono state una bella cosa...
Di cui non si parla nei libri di storia delle scuole!
Giusto, rimediamo subito.
E il 25 Aprile l'Italia fu sconfitta!
Eh, sssì, effettivamente dalla seconda guerra mondiale l'Italia uscì sconfitta ma...
Non c'è nessun motivo di festeggiare una sconfitta!
Via, adesso non esageriamo!
eccetera eccetera eccetera.

Da allora il 25 Aprile è diventato un gran tormento, soprattutto per chi ha fatto la stupidaggine di studiarsi un po' di storia; e ogni anno si sentono dire nuove scempiaggini in proposito, soprattutto da politici a caccia di polemiche e di visibilità.
Come per tutti i paesi che hanno fatto una guerra civile, il giorno della fine della guerra  risulta amaro per molti anche se poi dà quasi sempre frutti di notevole dolcezza (siamo sinceri, già il fatto che smettano di spararti addosso segna comunque un certo miglioramento nella qualità della vita).

Gli storici amano con passione la fine della seconda guerra mondiale in Italia e l'inizio della ricostruzione: è una torta a strati dove ogni strato riserva sorprese ancora a settanta e passa anni di distanza, e i documenti sono così abbondanti (soprattutto quelli individuali: epistolari, diari, libri di memorie) da farti quasi morire schiacciato dal gran peso; ma è un dolce peso, come lo era la mia amica per sua madre nelle ultime settimane prima della sua nascita. Purtroppo la manica di invasati che ogni anno parla del 25 Aprile come se fosse stato due mesi fa - inventandosi rancori personali e ingiustizie subite dal dì della sua nascita, rimproverando nel contempo gli ebrei sopravvissuti perché continuano a lagnarsi dei campi di sterminio che non erano esattamente degli alberghi a cinque stelle e si ostinano a insistere che, LORO, durante la seconda guerra mondiale han subito un po' di torti (robetta da poco: qualche deportazione, un po' di morti in famiglia, ecchessaràmai) - crea un tal rumore di fondo da disturbarli nel loro lavoro. Il che è un peccato, perché gli ultimi anni della seconda guerra mondiale in Italia sono stati una vera seccatura per chi li ha vissuti, ma per chi li guarda da lontano, da una tranquilla sala di studio in archivio, sono un soggetto fascinosissimo.
Sarebbe davvero bello che si inaugurasse un nuovo movimento di Resistenza - contro la stupidità, stavolta. Magari a colpi di torsoli di frutta e di verdura o di sguaiatissime risate - perché c'è pur un limite alle sciocchezze che un povero cittadino rispettoso della legge  e della storiografia ha il dovere di sopportare senza ribattere.

Nel breve periodo in cui sul 25 Aprile e dintorni in Italia stava aleggiando un cauto accenno di buonsenso, all'inizio degli anni 90 e più esattamente nel 1992, mentre la fine della seconda guerra mondiale sembrava avviarsi a diventare storia passata e non più storia contemporanea, il grandissimo Hayao Miyazaki creò e diresse lo splendido film a cartoni animati Kurenai no buta che tradotto significa "il maiale cremisi" e che da noi venne tradotto con Porco Rosso, ambientato in Italia fra le due guerre, in cui racconta le non banali vicende di un eroico asso dell'aviazione italiana che diventò (...scelse di diventare?) un maiale rosso, il tutto continuando a fare il pilota d'aereo, ma non più nell'esercito italiano, perché "piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale", unico film storico (beh, storico... cioè, insomma...) che il regista giapponese ha ambientato nella reale geografia politica europea dell'epoca. Per una serie di misteriosi motivi (politici, viene da pensare) il film però in Italia non arrivò, nonostante nel fandom se ne facesse un gran parlare e tutti gli amanti degli anime smaniassero per vederlo. Nel 2003 fu fatto il doppiaggio ma poi il tutto fu lasciato a candire in un angolo finché i diritti del film non scaddero e in conclusione fino al 2010 il film in Italia non si vide, nemmeno in DVD**. E tutto ciò gli ha impedito di conseguire in questo paese l'universalissimo plauso che gli spettava più che di diritto.

Ma ogni anno su Facebook, mentre in tante pagine imperversano in lungo e in largo polemiche e commemorazioni sul 25 Aprile, negli angolini occupati dagli appassionati di anime, nella fatidica data appare regolarmente qualche foto da Porco Rosso, a volte addirittura senza la didascalia "meglio maiale che fascista", ché tanto è implicita.

Buon 25 Aprile a tutti.

*sto parlando del mio piccolissimo entourage, non sto descrivendo l'universale stato d'animo di una generazione. Io e i quattro gatti che avevo intorno, insomma.
**e FINALMENTE potei farlo vedere alle mie Terze, che assai lo gradirono.

6 commenti:

  1. Viva i porci! E, se sono rossi, meglio ancora! ;-)
    pensierini

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  2. Ahimé, la prima polemica sul 25 aprile, intendo polemica istituzionale, fu nel 1955, quando l'allora ministro dell'istruzione Ermini per la ricorrenza chiese ufficialmente alle patrie scuole di celebrare non l'anniversario della Liberazione ma quello della nascita di Guglielmo Marconi. Da lì in poi le ondate di revisionismo sono state tante e reiterate. Ora siamo di nuovo in una di quelle, e a me non piace, per tutti gli ottimi motivi storici che hai ricordato, e anche perché, da cittadina, mi piace ricordare che oggi non si commemorano vittime, ma si ringraziano combattenti. Per questo sono grata, oggi, al nostro PdR che ha fatto non uno ma due discorsi magistrali in questo senso. E anche al sindaco di Milano Sala, che oggi da piazza Duomo ha ricordato a tutti da che parte stare, storiograficamente e civilmente. E ce ne era un gran bisogno. Buon 25 aprile a tutti.

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  3. Ghibli!
    Non l’ho visto perché mi fa troppa impressione la faccia del personaggio principale. Sarebbe meglio vederlo sotto forma di salsiccia nel panino della sagra per festeggiare un di’ che va assolutamente portato in palma di mano.
    A casa mia era « la » festa vera, quella degli uomini, la Liberazione, appunto.
    E tutto sommato non vedo perché non dovrebbe restarlo.

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  4. Sarebbe davvero bello che si inaugurasse un nuovo movimento di Resistenza - contro la stupidità, stavolta. Magari a colpi di torsoli di frutta e di verdura o di sguaiatissime risate - perché c'è pur un limite alle sciocchezze che un povero cittadino rispettoso della legge e della storiografia ha il dovere di sopportare senza ribattere.

    Dove si firma?

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  5. Buon I maggio! :-)
    pensierini festeggiante

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  6. @Minty:
    Se trovo il banchetto ti avviso mimmediatamente!

    @Pensierini:
    Buon Maggio a te, e buona Primavera (arriverà, prima o poi...)!

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