Un trolley in versione multiculturale, adattissimo a trasportare antologie di italiano per le scuole medie (dovete immaginarvelo a grandezza naturale, però)
Ci sono alcuni misteri che non riesco a spiegarmi.
Ma, del resto, se riuscissi a spiegarmeli non sarebbero misteri, al massimo cose difficili da capire.
Tra questi giganteggia l'Antologia di Lettura per le Scuole Medie.
Per quanto ancora potrà durare, un libro di testo con quelle caratteristiche?
Per parecchio, sembrerebbe: intorno a me non ho mai visto alcun collega mostrare segni di insofferenza davanti a sì scomodo e ingombrante oggetto. Tutti lo scelgono con gran cura, commentando, consultandosi, confrontandosi, rievocando esperienze passate, presenti e future. E io li ascolto, col gran desiderio di capire di cosa stanno parlando. E non ne vengo a capo.
Partiamo da alcune notazioni generali.
L'antologia è un volume che non deve mai costare meno di 23 euro. Tale prezzo andrà a riferirsi al kit standard, ovvero un volume con almeno due allegati. A parte andranno confezionati il volume di epica (per le prime) e di Letteratura (per le seconde e le terze). Si possono poi aggiungere due o tre volumetti che andranno pagati a parte, oppure, a scelta dell'insegnante che adotta l'antologia, verranno confezionati in un comodo pacco che costerà intorno ai trenta euro, con un pingue risparmio di due o tre euro per l'acquirente.
Il volume base dovrà essere di almeno 400 pagine (meglio se si riesce ad arrivare a 500 o un po' oltre). La carta è pesante, i margini senza scrittura enormi, le illustrazioni quasi sempre di una bruttezza sbalorditiva. Se lasciassero bianchi quegli spazi, almeno gli alunni potrebbero decorarli a piacer loro durante i tempi morti delle lezioni, con risultati estetici senza dubbio infinitamente migliori.
I volumi sono di una pesantezza sbalorditiva. Ci vuole una gru, per alzarli, anche perché sono di carta patinata, di quella che sotto l'illuminazione al neon delle aule scolastiche produce uno sgradevole riverbero. In compenso la rilegatura di solito fa pena e il libro comincia a sfasciarsi già in primavera.
Cosa contiene questo vasto tomo, a parte le illustrazioni non sempre encomiabili?
testi, naturalmente. E' una antologia di lettura, dopotutto. Testi di vari autori divisi in sezioni per argomento e per genere. Piccoli. Corti. Miserabili. Ce ne sono alcuni di quattro o cinque pagine (scritte grandi, com'è giusto) ma sono eccezioni.
In compenso abbondano i testi scritti dai curatori dell'antologia, ma raramente si distinguono per qualità letteraria.
Poniamo: sezione sull'Amicizia.
Introduzione su cos'è l'amicizia, normalmente piena di luoghi comuni e frasi fatte. "Ti sarà capitato" "anche tu avrai visto" eccetera eccetera.
Questionario sull'amicizia (non sempre imperdibile).
Elenco di film sull'amicizia. Elenco di libri sull'amicizia.
Testi piccoli e miserabili sull'amicizia, spesso tagliati male, ancor più spesso sforbiciati perché sono presi da romanzi o racconti lunghi. Poi, nelle note, verranno messe le spiegazioni sui punti tagliati.
Ampia introduzione che spesso riassume il testo e magari tutto il romanzo, e non è raro che venga anche spiegato all'alunno cosa succede nel brano e come il brano in questione va interpretato - che all'alunno non venga in mente di farsi una qualche opinione in proprio, per carità.
Segue il testo.
Seguono gli esercizi sul testo, due o tre paginate di domande che spesso brillano per inutilità e scarsa pertinenza col brano. Ci sono esercizi di linguistica, analisi delle figure retoriche, domande più o meno demenziali. Vengono poi suggeriti esercizi di rielaborazione della storia, inventare un finale, inventare quel che è successo prima del brano, inventare cosa avrebbe potuto succedere nel brano.
Diciamo che il rapporto tra quel che scrive l'autore del brano e quel che scrive l'autore dell'antologia è, quando va bene, uno a quattro, talvolta uno a sei.
Il brano così massacrato risulta spesso del tutto privo di interesse per chiunque abbia il pur minimo interesse a seguire una storia.
Probabilità di appassionare il lettore al contenuto: da zero a uno su dieci (possiamo arrivare a due o tre su dieci in pochi ed eccezionali casi).
Intendiamoci: esistono anche antologie con esercizi interessanti, e ne ho beccate un paio. Ma antologie con una buona percentuale di brani interessanti onestamente non mi risultano.
Tra l'altro i brani in questione sono scelti con criteri... vogliamo dire insoliti?
Ci sono quelle che contengono esclusivamente brani di letteratura dell'Ottocento. Oppure esclusivamente brani di "classici" per ragazzi (che da tempo non sono più classici e non sempre sono nati come letteratura per ragazzi). Chiunque, scorrendole, penserebbe che la letteratura di avventura è morta allo scoccare del Novecento, che nessuno ha scritto più fantasy dopo Ende (ma nessuno ha nemmeno scritto fantasy prima di Tolkien), che la fantascienza è un genere caduto in estinzione dopo il 1960 e che la letteratura dell'horror ha conosciutro come suo ultimo, illustre esponente Lovercraft.
Ci sono poi quelli che sembrano convinti che nessuno ha scritto una riga di alcun genere prima del 1990, e quelli che si limitano a pubblicare brani di libri pubblicati dalla casa editrice che stampa l'antologia (di conseguenza case editrici come Salani e San Paolo e perfino Giunti sembrano non avere mai pubblicato niente di niente); la maggior parte comunque è convinta che sia un peccato mortale pubblicare un brano lungo, interessante e avvincente.
Particolarmente agghiacciante è la scelta di brani di letteratura extraeuropea - che, poverella, ormai esiste e non è che se pubblichi un brano interessante che in origine sia stato scritto in turco o in giapponese qualcuno si offende, direi.
E le fiabe? Vogliamo parlare della scelta agghiacciante delle fiabe?MAI, dico mai, una fiaba con una eroina, o un intreccio un po' complesso. In compenso c'è sempre Cappuccetto Rosso. Che tutti fra l'altro conoscono già.
La faccenda risulta particolarmente dolorosa nei cosiddetti "volumi di epica" dove si evita con cura di mettere brani lunghi che contengano qualcosa con un inizio, un intreccio e una fine. Mi manca il cuore di parlare della scelta dei brani di epica medievale. E sorvoliamo sulle antologie di "letteratura" di cui ho già avuto il piacere di sparlare.
Ma veniamo a me. Tutti abbiamo le nostre fissazioni, e a me piace lavorare su testi lunghi - magari racconti, o capitoli di un romanzo: la storia di Fantine, il primo duello di d'Artagnan, la bambina smarrita (in un corridoio interdimensionale) di Matheson, Priamo che va a chiedere ad Achille il corpo di Ettore, la casa di Asterion, Cuori strappati di James, la macchina che vinse la guerra, Peline che mette su casa in un capanno da caccia, una delle favole italiane di Calvino, Konrad Lorenz e l'ochetta Martina...
La verità è che ogni classe ha le sue esigenze, i suoi interessi e le sue preferenze. Non ho una programmazione fissa per le letture, le scelgo via via. So comporre l'antologia che mi serve soltanto a fine anno. Ci sono racconti che propongo spesso, ma anche brani che tiro fuori non so nemmeno io perché, sulla base dell'ispirazione del momento (di solito sono quelli che piacciono di più). Gli esercizi li assegno in base alle esigenze della classe, e le esigenze della classe a malapena le so io, figurarsi un ipotetico compilatore di antologie.
Come faccio a scegliere l'antologia giusta per una classe che ancora non conosco, dalla prima alla terza? E se anche conoscessi la classe, come faccio a prevedere come si evolverà? Vorranno i fantasmi? Vorranno le astronavi? Gli piaceranno i duelli? Preferiranno storie di oppressione politica e schiavitù? Gli piaceranno le storie d'amore o diventeranno idrofobi solo a sentirne nominare una? Mica sono cose che si possono prevedere sul momento. Se anche qualche editore a caccia di guai deciderà di compilare una eccellente antologia di racconti e brani ben scelti e adeguatamente (ma non troppo) lunghi, con poche e scarne righe di introduzione ed esercizi sennati, come faccio a sapere se di tutta quella roba di ottima qualità riuscirò a utilizzarne almeno una metà?
Ogni classe è fatta a modo suo, ogni classe cambia ogni mese.
A me servirebbe una bella banca dati che contenga un po' di tutto dove attingere. In attesa di questa fenice che non verrà mai a posarsi sul nido dell'editoria scolastica (ma che se lo facesse da me incasserebbe un bel po' di soldini) mi arrangio come posso. Sono una persona con un ricco curriculum di letture, perché dovrei mettere da parte questa mia competenza quando salgo in cattedra?
Negli ultimi anni ho finito per adottare (letteralmente) un compromesso: ho preso l'antologia solo per la prima, quando i piccoli brani hanno un loro perché, specie se sono carini, e non la riconfermo in seconda e in terza - ottenendo in tal modo di non sforare il tetto di spesa dei libri di testo. Dopo di che passo il mio tempo a sfinire la fotocopiatrice di scuola.
Giusto quest'anno hanno introdotto però un tetto per le fotocopie (un po' bassino, a quel che mi risulta). Tuttavia la moderna tecnologia sta lavorando per me: diversi alunni dispongono di un kindle, magari di famiglia, e in fondo ormai i cataloghi di libri liquidi si sono assai estesi: cercando con cura potrei trovare probabilmente antologie di racconti adatte alle mie esigenze. Inoltre ci sono parecchi testi di letteratura più o meno classica che in rete si trovano del tutto aggratisse.
In tutti i casi, per i miei alunni il tempo in cui giravano curvi sotto il peso di immani e costosissime antologie è finito. Definitivamente. Ma non per questo costoro saranno privi di una vasta selezione di letture, garantisco.
Se poi arrivassero dalle tue mani alle mie, sarebbero già abituati a lavorare così da tre anni e non si dovrebbe ricreare tutto il meccanismo (adozione solo in prima, lavoro sui testi liquidi e non autoprodotti, creazione di esercizi ad hoc della classe, etc) nel primo trimestre.
RispondiElimina"La verità è che ogni classe ha le sue esigenze, i suoi interessi e le sue preferenze. Non ho una programmazione fissa per le letture, le scelgo via via". Ah, come sottoscrivo.
Ho vissuto gli anni delle medie come un'aliena in mezzo a gente che non capivo e che non capiva me, ma per certe specifiche cose mi rendo conto che avevo le mie "colpe". Credo di essere stata l'unica della mia classe che, ogni fine estate, attendeva con impazienza il momento in cui i genitori sarebbero arrivati a casa con i libri per il nuovo anno scolastico. Scorsi un po' quelli delle materie preferite, giusto per un "giro di conoscenza", mi fiondavo poi sull'antologia di turno e, da brava bambina bibliovora, cominciavo a sfogliarla e a spiluccare i testi che più mi ispiravano (matematicamente, la mia insegnante non avrebbe poi mai scelto quelli per una lezione durante l'anno).
RispondiEliminaE' così che ho scoperto un brano (poesia, in realtà) di T.S. Eliot sui nomi da dare ai gatti, e dell'esistenza di Gerald Durrell e dei suoi libri sugli animali (che negli anni successivi mi avrebbero tenuto assai compagnia), attraverso un pezzo dedicato alle "garze", che ricordo tuttora.
La mia antologia delle medie (se non la confondo con quella del biennio di liceo) era un cubo bianco con in copertina disegni astratti (sto cercando di farmi venire in mente il titolo da un'ora, ma proprio nisba). Pesava un sacco e negli anni ho anche avuto modo di odiarla - gli esercizi sul testo sono sempre una rottura di balle infame, per chiunque, credo -, ma sono felice di dire che, prima di essere una palla al piede, per me era innanzi tutto un libro, e un libro che mi portava ad esplorare altri libri.
Una cosa dei libri di testo delle ultime generazioni non la capisco proprio. Perché la carta patinata?! Ancora negli anni '90 moltissimi dei miei libri scolastici erano in onestissima carta ruvida, poco illustrati, ma ottimi per prendere appunti a matita e non cavarsi gli occhi coi riflessi. E robusti, pure! Perché cavolo l'editoria scolastica ha optato ora per i libri patinati? Non dovrebbero neanche essere particolarmente "risparmiosi"... Boh! °_°
Alle medie non ricordo,avevamo un'epica poderosa, con la copertina ocra, ma dell'antologia ho un vuoto. Al biennio del liceo scientifico avevamo il Pazzaglia, credo sia stato un cult, ce l'avevano tutti. Anch'io, come Minty, a settembre non vedevo l'ora di sfogliare, annusare e spiluccare i libri nuovi, di tutte le materie. Salvo poi studiarle pochino durante l'anno, ma ero brava lo stesso. Che culo.
RispondiEliminapens
Concordo totalmente.
RispondiEliminaL'antologia mi crea disagio. Anch'io sono totalmente fuori dal coro quando durante i dipartimenti discutono fittamente di antologie perfette, che sono stufe di usare sempre le stesse, ecc. L'antologia è un peso non solo materiale.
@ la 'povna:
RispondiEliminae sarebbe un gran bell'esperimento vedere una classe in blocco passare dalle medie alle superiori con le due insegnanti di lettere che si conoscono e comunicano ^_^ (tra l'altro avevamo un tempo una Commissione Continuità, dove andavamo a farci fare la predica da un po' di insegnanti di alcune scuole superiori molto frequentate nella mia zona. Mi piaceva molto, ma poi non so perché l'hanno abolita).
@ Esserino&Balena (Zanza)
Adesso funziona tutto, grazie! ^_^
@Minty:
NON LO SO perché la carta patinata. Perché è più cara, mi viene da pensare, e più scomoda, pesante ecc.
Anch'io andavo a spulciarmi l'antologia quando arrivava, ma ero una ragazzina molto spocchiosa e criticavo sempre parecchio la scelta dei brani. Però certi testi me li ricordo ancora, e nel complesso ne ho un buon ricordo.
@Pensierini:
Epica poderosa con copertina ocra? Secondo me era la grandiosa "Dal mito alla storia": mai si vide un mattone così mattonoso, più che un libro sembrava un dizionario, ma quanto a varietà e scelta e commento dei testi davvero non c'era di che lamentarsi, era fatta proprio bene.
@Luz:
Ti capisco tanto!