Timbuktu, nobile e antica città dell'Indocina (?)
Stamani c'era il taglio del nastro con la Prima Geografica, ovvero una classe che avrà il piacere (o dovrei piuttosto dire il divertimento) di avermi come insegnante di Geografia.
Seduta di assaggio, mi presento, chiedo i loro nomi, prometto che ci metterò un secolo ad impararli - insomma, le solite formalità.
Poi passo a raccontargli che Geografia è una materia enorme, dove è quasi impossibile non trovare qualcosa che ci piaccia, ma che è una materia che più avanti gli servirà.
"Non tanto per sapere dove sono i posti. Per esempio, se volete andare a Timbuktu non importa che sappiate dov'è: basta andare in un agenzia turistica e vi daranno il biglietto. A quel punto quel che importa è che dov'è Timbuktu lo sappia il pilota dell'aereo, e vi garantisco che lo sa".
Tutti ne convengono, divertiti. Poi arriva la domanda inevitabile:
"Ma dov'è Timbuktu?".
"Oh, da qualche parte nell'Estremo Oriente" rispondo svagata "Indocina, Vietnam, quella roba là".
Chi è vicino al planisfero la cerca e, ovviamente, non la trova.
"Il punto preciso non lo so" pausa "In effetti non capisco perché ho citato proprio Timbuktu e non Calcutta, che so perfettamente dove si trova". Il Sostegno ride pazzamente, e ne ha ben donde "Comunque, come vi dicevo, non è un problema trovarla: ecco qua". Accendo il computer, accendo la LIM. Scopro che la LIM non è collegata e la collego. Nel frattempo il computer si è messo a fare i capricci. Voglio ripristinare il sistema? Voglio che il sistema si autoripari? Voglio RIAVVIARE il sistema?
Dico di sì a tutto, ma il sistema non si riavvia e la LIM continua a restare bianca. Magnifico, penso, niente LIM e un libro che fa schifo per fare geografia. Ci sarà da ridere.
Comunque prometto di portare una slide che indichi con esattezza dov'è Timbuktu, la prossima volta. E comincio a straparlare di interazione dell'uomo con l'ambiente e tutto questo genere di cose. Insomma, faccio la prima lezione.
Nel pomeriggio, mentre leggiucchio piacevolmente a letto, mi viene in mente di cercare Timbuktu. Apro il tablet...
...e scopro che Timbuktu, ben lungi dall'essere nell'Indocina, se ne sta pacifica da svariati secoli in AFRICA, in pieno deserto, nell'attuale Mali.
Una nuova perla si aggiunge così alla mia collana: dopo avere messo in tempi ormai lontani il Nepal in Africa, adesso ho anche spostato in Indocina una delle capitali storiche dei califfati arabi.
Sul serio: non potevo limitarmi a citare Calcutta?
In effetti...
RispondiEliminaComunque geografia è una materia odiosa perché fai SEMPRE la figura dell'ignorante, persino se la insegni, dai non si può...
Empatizzo con te anche per la storiaccia della LIM...seen that, tried that, done that.
I'd say history repeating :-D
Poche ore fa un mio cliente, persona di cui ho una buona considerazione, mi ha spiegato che sua sorella si è trasferita in "quel paese lì, non mi viene il nome... massì, quello lì al confine tra Cina ed Africa".
RispondiEliminaSvarione geografico is in the air :)
Very compliments for you blog ;)
Grace
Ahahah, mi pareva fosse in Africa, davvero, come i Bantu :-D
RispondiEliminaTimbuctù è un nome che accende la nostra fantasia, come Samarcanda, il regno della regina di Saba, le steppe della Mongolia, etc. Tappa obbligata di ogni avventuriero, viaggiatore o spia del secolo scorso che si rispetti (Corto Maltese ci sarà certamente stato!). Se tu lo collochi, oggi, in un posto preciso, tutto diventa più serio, più triste.
RispondiEliminaForse è meglio lasciarlo fra la Cina e l'Africa....
Vabbè, Mali... Bali... sta' a guardà il capello, tu! XD
RispondiElimina(Se ti può consolare, io da sempre colloco il Belize in Africa. E non è l'unico svarione a cui io sia abbonata, ché in geografia sono sempre stata un po' capra... Paradossalmente, è stato studiando storia e andando a vedere DOVE succedessero le cose, che ho imparato più geografia che in tutti i cicli scolastici, durante le ore di lezione preposte ^^)
eheheh sai che anche io non l'avrei detta in Africa? :-D NOn ti resta che cercare una città, un paesotto, un rione che si chiami in modo simile e si trovi nel sud est asiatico, e poi dire che ti riferivi a quello :-D
RispondiEliminaMa poi... come, niente smartphone in classe ancora?? :-P
www.wolfghost.com
@Alice:
RispondiEliminaLa storiaccia della LIM è il vero tasto dolente della situazione. L'ignobile figura di palta può invece servire da spunto per parlare dell'architettura di fango o roba del genere... solo che mi dovrò procurare di persona le immagini. Eccheppalle...
@Grace:
Solidarietà completa col tuo cliente... immagino che sua sorella si sia trasferita in un universo alternativo, dove Cina e Africa confinano :)
@Pensierini:
Eh sì, era proprio in Africa... E in effetti anche l'architettura tanto asiatica non è... :(
@Acquaforte:
Massì, lasciamola nel paese dove vive la sorella del cliente di Grace :)
Però è vero, è sempre un po' triste quando questi nomi favolosi e leggendari assumono un aspetto preciso
(spero che lo stridere delle ventose mentyre mi arrampico sui vetri non vi dia troppo fastidio)
@Minty:
ANCH'IO in geografia ero una vera capra, e infatti scoprire che il Nepal non era in Africa bensì nei pressi dell'India non mi scosse nemmeno un po'. Infatti all'epoca non mi guadagnavo ancora il pane insegnando appunto geografia...
@Wolfghost:
Probabilmente nella mia povera mente confusa l'ho scambiata con Katmandu (che, guarda caso, è appunto la capitale del Nepal, noto stato africano). Naaa, porterò due foto di Timbuctù e indicherò con precisione dov'è, gli scolari AMANO ridere alle spalle dei professori e non c'è motivo per impedirglielo.
Naturalmente hanno lo smartphone in tasca, ma non mi è venuto in mente di chiedergli di usarlo: primo perché non ci ho pensato, ma comunque perché non mi sembra giusto sprecare i soldi del loro piano tariffario per colmare le falle tecniche della scuola (comunque un sacco di classo 2.0 usano il cellulare in classe... e temo che un sacco di alunni di St. Mary Mead abbiano dirottato il segnale sulla LIM per collegarla in rete. Ci hanno giurato però che avevano un abbonamento flat, di quelli validi tutto il giorno)
La citiamo tutti, quando abbiamo la (s)fortuna di insegnare geografia. Noto che anche tu come me sei fornita di una buona dose di ironia, che talvolta è salvifica. Per la cronaca cito sempre la Papuasia. E mi guardano allibiti.
RispondiEliminaPotevi dire che era un test per vedere se sapevano dov'era!
RispondiEliminaMa il fatto che tu sbagli timbuctu mi fa venire il dubbio che tu non abbia mai lettoTom Robbins - il che è un vero peccato. Ecco come descrive la città in Beati come rane sopra foglie di ninfea:
Timbuktu. The last pure place. Isolation being the mother of purity. All men are jealous of Timbuktu because Timbuktu is removed from men, it's the wholeness men have fractured, the sacred extreme they've traded away.
Tom Robbins, Half Asleep in Frog Pajamas
Ripasso?
RispondiEliminaComunque una lezione drammatica ;-)
Io dov'era Timbuktù lo sapevo, ma il Suriname lo piazzavo in Asia!
@Murasaki
RispondiEliminanella mia povera mente confusa l'ho scambiata con Katmandu
AAAAHHHH, le figure di palta fatte per confusione di parole assonanti! Potrei citarne a migliaia, sono errori che faccio in continuazione ;__;
(Tu hai mai confuso Piergiorgio Farina con Pininfarina? Perché io posso gloriarmi anche di simili perle >__< Per fortuna al tempo avevo 15 anni e i miei compagni di tavolata, tra l'altro gente che non conoscevo neanche bene, mi scusarono con una risata. Ma che figura!)
A proposito dei nomi favolosi e leggendari ....
RispondiEliminaSto leggendo un giallo scritto da un giornalista mongolo, Ian Manook.
La famiglia di nomadi vive nella "steppa verdeggiante increspata dal vento a perdita d'occhio fino all'orizzonte blu delle prime colline". E fin qui, mi sento nel leggendario e favoloso. Poi scopro che sulla loro yurta (tenda extra accessoriata) svetta l'antenna parabolica.... ci guardano CSI: MIAMI e sanno tutto su Horatio Caine e sul "non bisogna alterare la scena del crimine" !😨
Nella mia testa la Mongolia è ferma praticamente a Gengis Khan.....(zero in Storia, pure).
Voglio aggiornarvi: il confine tra Africa e Cina è segnato, secondo il mio cliente, dalla... rullo di tamburi... Malesia!
RispondiEliminaFischi dagli spalti, lancio di motorini dalla curva.
Grace
@acquaforte
RispondiEliminaI nomadi mongoli che guardano CSI mi mancavano, lo ammetto! XD
Ma quindi la parabolica la imballano insieme a tutto il resto dello yurtame quando si devono muovere? Che immagine impoetica! XD
@ minty
RispondiEliminaNon lo so, sono appena a pag.158 del romanzo 😁. Ma presumo di sì, visto che la yurta la spostano dove vogliono, non solo nella steppa, anche nelle città. Scelgono un posto libero e possono piazzare la loro yurta. Hanno anche l'iPhone con fotocamera. Comunque, mi vengono le vertigini se penso al cielo stellato nella steppa......
@Mel:
RispondiEliminaSenza una adeguata dose di autoironia, qualsiasi insegnante è un uomo (o una donna) morto!
@Vanessa:
che non abbia mai letto Robbins è fuor di dubbio. Dici che sarebbe il caso di rimediare? :)
@Pellegrina:
Io il suriname non lo piazzavo proprio da nessuna parte, e perciò mai e poi mai mi sarebbe venuto in mente di citarlo! E' stata la mia fiduciosa fdiducia nelle mie inaffidalbilissime coordinate geografiche che mi ha spinto a una simile stupidaggine: dove so di non sapere mi muovo con molta maggior cautela!
@Acquaforte:
Ebbene, sulla Mongolia mi sento molto più aggiornata avendo visto il documentario "Storia del cammello che piange", fatto da un fiorentino e vincitore di numerosi premi. Quindi so che hanno la televisione e fanno dormire i loro bambini in carinissime trapunte puccettose molto simili alle nostre... perché in Mongolia fa un freddo cane e i cammelli che allevano hanno una splendida pelliccia ^_^
Mo' mi cerco il giallo mongolo, non c'è niente di meglio che un buon giallo (o anche un giallo scadente) per aggiornarsi sui mondi sconosciuti. Il ciuelo stellato nella steppa poerò nel documentario si vede, mi sembvra. O comunque si vedono paesaggi davvero vertiginosi.... e IMMENSI.
@Grace:
La Malesia come confine tra Africa e Cina mi sembra invero meritevole del lancio di qualche motorino dagli spalti ^_^
Ciao Tom Robbins è imprescindibile !
EliminaE secondo me potrebbe piacerti parecchio. Ho visto che hanno finalmente tradotto in italiano il suo ultimo libro - che non vedo l'ora di regalarmi perchè in inglese temo di essermi persa qualche pezzo.
Faccio outing di confusione geografica: per me Pordenone e Frosinone sono essenzialmente la stessa città, collocata vicino a Udine
Per tutti: grazie della comprensione e soprattutto dell'incoraggiamento. Posso farcela, so che posso farcela!
RispondiEliminaTi confesso che una delle ragioni che mi ha spinto a tenere la mia attuale sede definitiva è che geografia la insegna la collega di scienze... Nonostante ciò, riesco a fare le mie pessime figure anche in italiano e storia, eh!, perché mica possiamo sapere tutto, ma pure quello che sappiamo a volte ci sfugge. Almeno per me è così.
RispondiEliminaRicordo come la peggiore brutta figura quella in una seconda scientifico, dove il primo giorno ho confuso un tempo latino semplicissimo, tipo perfetto con piucheperfetto, sentendomi correggere da una studentessa saccente. E io, no guarda, ne sono sicuro, e lei prende il libro e... vabbè. Sempre meglio di quando ho fatto i colloqui con la patta aperta. :-)
Comunque l'unica è fare come fai tu: non prendersi troppo sul serio, ammettere quello che non si sa, far capire che studiamo anche noi per sapere quello che spieghiamo.
@Vanessa:
RispondiEliminaMi sono messa Tom Robbins nella infinita lista dei libri da cercare. Prima o poi me lo assaggio, intanto grazie del consiglio ^_^
(Per la vicinanza di Pordenone e Frosinone hai tutta la mia comprensione. Per mia fortuna entrambe sono molto scarsamnte citate nei libri di storia delle medie...)
@Senzapre7ese:
Ah, ma i lapsus sono cose completamente diverse e ancora più insidiose! Giusto ieri ero partita in quarta spiegando allegramente che il ghiaccio dell'Artide è dolce perché è formato dalla neve che cade sul celebre continente artico... arrivata a spiegare il VERO continente, quello antartico, mi sono resa conto della scempiaggine che avevo detto e ho chiesto ai poveri ragazzi di fare un reset. Ci sono rimasta molto male perché lì in teoria l'argomento lo conoscevo... Da notare che la lezione dei poli è una mia esclusiva perché non sempre i libri ne parlano, quindi me la sono appositamente costruita con tanta pazienza e, insomma, è una di quelle cose che faccio di mio genio, liberamente. Insomma, nel nostro lavoro ogni occasione è buona per coprirci di ridicolo...