Colgo l'occasione per un doveroso omaggio a un grande scrittore e attore che ci ha lasciato pochi giorni fa. Eva, spero che gradirai ^_^
Il Perfetto Insegnante non ha grosse pretese, quando cerca un buon manuale di storia: per accontentarlo è sufficiente che il testo sia economico, robusto, non troppo pesante per lo zaino di un povero ragazzo ancora in crescita, accuratissimo sul piano storico, scritto in un linguaggio accurato ma scorrevole, molto chiaro, ben impostato graficamente, brillantemente illustrato, con ricchi box di approfondimento sulla vita quotidiana delle varie epoche, dotato di abbondanti e congrui congrui esercizi e coincidente in tutto e per tutto con la visione e le conoscenze storiche dell'insegnante. Purché il libro risponda a questi requisiti minimi, verrà senz'altro adottato.
Tuttavia la scadente editoria scolastica contemporanea sembra incapace di rispondere a queste poche ma basilari richieste, soprattutto quando si tratta di coincidere in tutto e per tutto con la visione storica del singolo docente, e dunque al momento di scegliere il manuale di storia, ivi è sempre pianto e stridor di denti e lamentele accoratissime e senza fine.
"Non c'è il genocidio armeno!"
"Non c'è la piramide feudale!"
"C'è anche qui la piramide feudale, e per di più ai tempi di Carlo Magno,!" maledetti!"
"Ci sono troooppi concili"
"Il passaggio da Comune e Signoria è fatto veramente col culo!"
"C'è troppo poco Illuminismo"
"Non si parla delle fucilazioni dopo Caporetto"
"Ossignore no, le brioche di Maria Antonietta no!"
"E questa sarebbe la Guerra dei Trent'Anni?"
"Gli squadristi del fascio qui sembrano gentiluomini vestiti in frac!"
"Il fascismo ha anche avuto aspetti positivi da non sottovalutare"
"Vabbé, se le foibe devono raccontarle in questo modo tanto vale non raccontarle affatto, non ci si capisce niente!"
"E la Terza Internazionale? Se la sono mangiata, la Terza Internazionale?"
"Ma due righe sulla questione balcanica non potrebbero mettercele? I ragazzi che ne sanno della questione balcanica se non gliela spieghi?"
"L'Affaire Dreyfus qua semplicemente non esiste"
"Come si fa a raccontare la Guerra dei Cent'Anni in due paginette scarse?" "Dieci righe sulla Magna Charta, ma si può?"
e via lamentando, deprecando e criticando.
Il punto è che, quando c'è tutto - l'affaire Dreyfus e la Guerra dei Cent'Anni con annessi e connessi e la crisi dell'impero ottomano e l'assedio di Vienna e la differenza tra galera e caravella, la rivolta di Vandea e la Terza Internazionale e la Repubblica di Roma e le decimazioni dopo Caporetto, il libro risulta di una lunghezza improponibile.
"Sì, d'accordo, è un libro fatto bene, ma come si fa a fare tutto? Qua tocca tagliare,e parecchio"
"Sì, ma è tutto collegato, qua dentro, si taglia male. Tanto vale prendere questo che è più corto"
"Ma non c'è l'affare Dreyfus, e sulle squadracce non dice quasi niente!"
"E' vero, ma c'è la Terza Internazionale".
"E a guardare bene c'è anche il Codice Napoleonico, ben sette righe. Più tre quarti di pagina dedicati a Josephine Beauharnais. Cioè, cosa ci importa di Josephine Beauharnais?"
(Beh, non è escluso che, finito il libro, le brillanti vicende di Josephine Beauharnais siano quel che ai ragazzi restano più impresse di tutto quel tumultuoso periodo, e alcuni particolari sono davvero divertenti. Ma stiamo divagando).
Il problema non è solo la lunghezza del libro, ma i tempi tecnici necessari. Per fare il genocidio armeno e le foibe e la questione balcanica e la conquista dell'Impero non basta il tempo, semplicemente, nemmeno in quegli orari dove ci sono tre ore di storia a settimana.
"Ma non possono comprendere la rivoluzione francese con tutte le sue implicazioni se non hanno fatto bene l'Illuminismo!".
Probabile che dei ragazzi di tredici anni scarsi abbiano qualche difficoltà a comprendere a fondo tutte le complesse implicazioni della rivoluzione francese; anzi, molto probabile: a tutt'oggi, per molti storici la rivoluzione francese presenta tuttora numerosi aspetti oscuri, e non è certo l'unico argomento che li vede divisi, perplessi e dubbiosi. Tuttavia è opportuno tenere nel debito conto che la gran parte degli alunni si guarderà bene dal capire sia l'Illuminismo che la rivoluzione francese e che, quand'anche gli avvenisse di riuscirci, ben presto avrà cura di sgombrare dal suo cervello ogni traccia di nozioni su Illuminismo e rivoluzione francese per occupare quello spazio con qualcosa che gli interessa di più - perfino quelli che più avanti nel tempo diventeranno storici di professione.
D'altra parte è probabile anche che i fanciulletti, finito il corso di storia delle scuole medie, abbiano ancora davanti a sé una lunga esistenza (e se disgraziatamente così non fosse, il fatto che non abbiano conseguito una adeguata e completa preparazione storica non necessariamente sarà il primo dei rimpianti in chi li ha amati, insegnanti compresi) dove sia l'Illuminismo che la rivoluzione francese avranno, forse, ancora delle carte da giocare.
Hanno un futuro, anche se il Perfetto Insegnante tende a dimenticarsene e talvolta ha l'impressione che, fuori dalle sue abili mani, la povera creatura sarà destinata a vagare in un deserto didattico popolato solo di incapaci e privo di quasivoglia possibilità di apprendere alcunché.
Nessun manuale di storia potrà mai parlare di tutto, soprattutto alle scuole medie, e quand'anche ci riuscisse nessuna classe potrà mai studiare tutto quel che c'è in quel libro e tenerlo a mente in modo adeguato. E' una verità amara, ma va coraggiosamente accettata.
E allora accorre che il Perfetto Insegnante si dia una calmata e provi a stabilire alcune priorità, che non devono necessariamente essere le stesse con ogni classe e in ogni periodo - anche perché la storia, di anno in anno, cambia: a seconda degli anniversari e degli avvenimenti contemporanei certi temi aumentano o calano di importanza. Sì, perfino la rivoluzione francese. Anniversari, congiunture politiche, congiunture internazionali e persino romanzi o telefilm di gran voga rendono improvvisamente attuali avvenimenti che era abitudine confinare nelle note a piè di pagina o riassumere in un paio di esercizi.
Fare un manuale di storia per le scuole medie è impresa davvero difficile, quasi al di sopra delle umane forze, tanto che alcuni editori rimediano prendendo qualche manuale più o meno di buon livello per le superiori e si limitano a sforbiciarlo. Il risultato è orripilante e si riconosce facilmente per il lessico troppo spocchioso e la comparsa di personaggi importanti solo se collegati a temi che di solito alle medie non si affrontano, tipo la buonanima di Ottone III di Sassonia.
Qualcuno invece rimastica manuali che trenta o quarant'anni fa avevano molti titoli di merito, e si possono riconoscere dalla mancanza di personaggi oggi tenuti in gran conto ma soprattutto da una schiacciante presenza di re e regine cui si contrappone una notevole carenza di comuni mortali e in particolar modo di comuni mortali che non abitino in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra e Germania.
Alcuni manuali sono però di fattura recente, e costruiti con un impianto nuovo che allarga la visuale a tutta l'Europa arrivando addirittura a lambire un po' di Asia e di Africa e persino il continente americano. In modo superficiale, spesso, e del tutto slegato a quello che tuttora viene considerato il vero asse portante della storia: Italia, Francia eccetera eccetera. Comunque ci provano, e magari un giorno impareranno a farlo bene o il Perfetto Insegnante smetterà di considerare la storia cinese come un blocco unico che passa dai mandarini col codino ai comunisti senza che in mezzo ci sia nient'altro.
Tutti questi manuali, assolutamente tutti, hanno lacune, errori, travisamenti, interpretazioni non convincenti (specie per il singolo Perfetto Insegnante, che come già detto è dotato di una sua particolare e specifica visione storica da cui non transige) e un sacco di ciarpame. Alcuni però sono raccontati molto bene. Scorrono. Si lasciano leggere. Non infilano troppi nomi, troppe date, troppa dialettica tra i ceti dell'aristocrazia terriera e della borghesia mercantile, troppe considerazioni profonde, troppe seghe mentali. Costoro di solito seguono anche un filo narrativo che, pur tagliando qua e là con l'accetta, ha una sua coerenza interna, il che è di un certo conforto al povero alunno - e anche se non c'è il genocidio armeno, magari ci sono delle foibe ben spiegate o una Guerra dei Trent'Anni narrata in modo chiaro.
Alcuni di questi virtuosi manuali hanno perfino una bella linea del tempo o comunque una qualche cronologia che permetta al giovinetto implume di districarsi senza troppo affanno in un mondo che gli è quasi completamente ignoto (e non per colpa sua, visto che a scuola ci viene per imparare); e alcuni addirittura spingono il loro virtuosismo fino a chiudere il capitolo con un grosso close, che è poi un riassunto del capitolo con alcuni spazi da riempire con qualche parola che nel capitolo viene ripetuta fino a sfinimento - una categoria di esercizi non molto utile a Geografia, ma assai preziosa a Storia.
In conclusione: il Perfetto Insegnate di Storia deve sempre tenere presente che non tutti gli alunni sono Perfetti Alunni di Storia (nemmeno quelli che passano per le sue abili mani), e che alle medie il Perfetto Manuale di Storia deve adempiere soprattutto a due specifiche funzioni: farsi leggere e aiutare l'alunno (anche quello non particolarmente perfetto) a collocare alcuni fatti principali nel secolo giusto.
E la Storia maestra di vita che ci aiuta a capire il presente? E il genocidio armeno? E la Terza Internazionale? E la rivolta dei decabristi?
Se ci sono, bene. E se proprio non si trova traccia del genocidio armeno il Perfetto Insegnante può sempre dedicargli una lezioncina a parte, magari allegandoci qualche agghiacciante brano da La masseria delle allodole in lettura.
Perché un Perfetto Insegnante di Storia dovrà ben fare sfoggio della sua perfezione, almeno ogni tanto.
Questo tuo post mi era sfuggito...
RispondiEliminaUn buon libro di storia è un miraggio, convengo, ma, come accenni tu, NOI CHE CI STIAMO A FARE? Io cerco la chiarezza in alcuni punti chiave, dopo di che subentro io, anche perché la storia che si studia al biennio è il mio cavallo di battaglia. Così perdo ore a raccontare particolari su guerre e battaglie e cito tutte le storielline raccontate da Plutarco & co .Io mi diverto e loro pure
Sul mercato ci sono ottimi libri di storia antica e "mezza" medievale, personalmente prediligo quelli che dedicano molto spazio agli aspetti della cultura e del movimento delle idee.Cantarella, Guidorizzi, Bettini...solo per citarne alcuni. Gli stessi difettano però per gli aspetti della storia medievale "alta". In ogni caso è quasi sempre necessaria un'integrazione mediante fonti varie o il ricorso ad altri testi. Da quest'anno, in aggiunta all'orale, ho proposto ai ragazzi delle verifiche sotto forma di trattazione breve. Chissà non li aiuti a strutturare un metodo rigoroso per scrivere un tema di storia!Solitamente verifico che alcuni argomenti siano svolti dignitosamente: Sparta e Atene, l'ellenismo, la repubblica romana, il doppio ordinamento di Augusto, la crisi del III secolo, il cristianesimo, il patrimonium Petri, etc...
RispondiEliminaBella riflessione.
RispondiEliminaConcordo sulla conclusione...voi siete "la chiave" cara Proff.
...e grazie per l'omaggio a Paolone Villaggio,che col suo "superfantozzi" scherzo' pure sulla "Breccia di Porta Pia"😂😂😂
@Dolcezze:
RispondiEliminaI ragazzi ADORANO i particolari e gli episodi speciali. Tra l'altro li aiutano in quella cosa essenziale che è crearsi un po' di sfondo, perché senza sfondo la storia è una palla inenarrabile - tra l'altro Plutarco, a raccontare storielline, era VERAMENTE bravo ^-^
@Mel:
Ah, non parlarmene, l'alto medioevo è davvero una Dark Age! In parte perché spariscono le fonti con cui siamo abituati a lavorare e ti ritrovi ad arrangiarti con gli anelli degli alberi e i pollini e le statuette e qualche cronaca monastica che, santissimo cielo, proprio non segue il metodo di Tucidide - e in parte perché è di una complicanza unica e tutti scorazzavano di qua e di là nemmeno fossero un gruppo vacanze senza star fermi un minuto. Va detto che le fonti arabe sono molto, molto diverse - il problema è che si occupavano più spesso dei fatti loro che dei nostri...
Far fare ai ragazzi i testi brevi di storia mi sembra una eccellente idea. Anch'io - chiaramente a un altro livello - gli faccio fare dei testi, proprio per migliorare il lato espositivo... e argomentativo.
@Eva
Grazie! Speravo che avresti apprezzato ^_^
Apprezzo apprezzo...ogni tuo post, semplicemente non ha prezzo👍
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