Come già Severus Piton, anche Draco Malfoy è un personaggio che deve molta della sua popolarità all'attore che lo impersona, ovvero Tom Felton - che tutti, Rowling compresa, descrivono come un ragazzo tanto amabile quanto simpatico.
Questo non toglie che sulla carta Draco non riesca proprio irresistibile.
Dopo la prima caduta di Voldemort, Lucius Malfoy raccontò al Ministero qualcosa su un improbabile maledizione Imperius cui si era trovato sottomesso suo malgrado, fece probabilmente passare di mano qualche borsa di galeoni e fu assolto da ogni colpa e lasciato in pace nel suo avito (e lussuoso) castello insieme alla ricca collezione di famiglia di manufatti magici non proprio integerrimi, a partire dal diario degli anni di scuola dell'Oscuro Signore.
Per quattordici anni poté così godere tutti gli agi e i vantaggi di una ricchissima rendita e di una reputazione sinistra senza nemmeno nemmeno doversi incomodare per dimostrarsene all'altezza: grandi discorsi in privato su quando c'era Lui (caro lei), qualche acquisto più o meno equivoco in quel di Knockturn Alley, cospicue donazioni ad enti di beneficienza (nella più solida tradizione dickensiana) ma assolutamente nessun tentativo di formare associazioni di Mangiamorte, cercare tracce del (defunto?) Voldemort, men che meno proseguire nel lavoro da Lui avviato. Qualche frequentazione non proprio equivoca ma con un passato: ex Mangiamorte ufficialmente pentitissimi dei loro trascorsi, maghi un po' chiacchierati... ma mai nessuna azione illecita, per quel che sapeva il Ministero; e, in verità, anche al di fuori di quel che sapeva il Ministero, al massimo qualche bravata, come si fanno a volte nelle rimpatriate tra padri di famiglia un po' cresciuti - ad esempio evocare il Marchio Nero (che poi sarebbe verde) alla Coppa del Mondo dei Maghi.
Quella di Lucius Malfoy era prudenza o indifferenza?
Non è dato saperlo. E' possibile però che il giovanile ardore che aveva guidato Lucius nelle braccia di Voldemort si fosse assai smorzato grazie agli effetti di una vita pantofolara, oltre che per il trascorrere degli anni e le normali vicende di un matrimonio ben assortito e allietato da un giovane erede: Lucius Malfoy è prepotente, arrogante e antipatico, ma sembra di capire che la sua sia una normalissima famigliola legata da solidi vincoli di affetto, dove entrambi i genitori sono estasiati davanti al gran miracolo di avere un figlio; il quale figlio cresce viziato da una madre iperprotettiva e da un padre che nemmeno si sogna di negargli qualcosa o di contrastare la moglie: anche l'idea di mandare Draco a Durmstrang, in una scuola straniera dove potrebbe imparare un po' di solida e rispettabile magia nera, viene ben presto abbandonata perché mammà non vuole che la creaturina si allontani troppo da lei.
Abituato a tirarsela moltissimo, Draco approda a Hogwarts, dove si aspetta di stare sull'altarino esattamente come a casa sua; ma, anche se tra i Serpeverde è tenuto in grandissima considerazione da tutti, in fin dei conti laggiù è solo un alunno di buon livello senza niente di particolare a caratterizzarlo a parte una notevole prepotenza e una costante tendenza a trattare tutti dall'alto in basso. La stella di Hogwarts in quegli anni è innegabilmente Harry Potter, che oltre a ritrovarsi regolarmente nelle situazioni più assurde (da cui si ostina ad uscire vivo) riesce regolarmente a concentrare su di sé tutta la gloria e la fama - senza contare che c'è pure Hermione Granger, l'allieva più brava di tutta la scuola, a contendergli ogni possibile primato scolastico.
Pur se costretto in seconda linea, Draco passa comunque quattro anni sereni ad Hogwarts, punteggiati solo da qualche occasionale arrabbiatura. Le sue attività preferite sono cercare di mettere nei guai Harry (non sempre con successo) e ostentare una dimestichezza con le arti oscure che non ha, rimpiangendo, ad imitazione di suo padre che "quando c'era Lui".
Poi, giusto alla fine del quarto anno, Lui ritorna.
La maggior parte dei Mangiamorte non fa per niente i salti di gioia (e Voldemort se ne accorge benissimo): gli anni sono passati, l'entusiasmo si è assai placato e parecchi, che avevano abiurato, rinnegato e giurato gran pentimento davanti ai tribunali del Ministero devono un sacco di spiegazioni all'Oscuro Signore, perché non si consegnano le dimissioni a Voldemort: è servizio a vita, o morte.
Ad ogni modo Lucius lascia le pantofole davanti alla poltrona e torna al suo posto, non sappiamo con quanto entusiasmo, alla guida del gruppo dei Mangiamorte. Del resto Voldemort non ha molta scelta: i suoi servi più fedeli sono ancora prigionieri ad Azkaban, e Lucius Malfoy sembra il più lucido e affidabile tra quelli rimasti in libertà - oltre a godere della totale fiducia del ministro Fudge e ad aver unto abbastanza ruote da poter fare praticamente quel che gli pare dentro il Ministero.
La prima operazione - liberare i Mangiamorte chiusi ad Azkaban e arruolare i Dissennatori - viene portata a termine nel migliore dei modi; ma la seconda - ovvero quella di catturare Harry Potter con profezia annessa in una imboscata al Ministero - si risolve in un disastro. Lucius viene imprigionato ad Azkaban - che non sarebbe poi questa gran tragedia, ora che i Dissennatori non ci sono più - ma soprattutto cade in disgrazia.
Draco aveva passato il quinto anno a Hogwarts arruffianandosi la perfida Umbridge senza ritegno, e con una parte dei Serpeverde si era arruolato nelle Squadre d'Inquisizione, diventando così uno dei lacché della Preside e acquistando un certo potere sugli altri studenti; ma il regno della Umbridge è molto breve, e al suo ritorno al castello di famiglia alla fine dell'anno scolastico Draco troverà che la sua posizione è completamente cambiata: Voldemort è assai irritato con i Malfoy, oltre che a corto di divertimenti, e decide di spremere un po' il ragazzo per vedere se c'è qualcosa da ricavarne.
Draco si ritrova così improvvisamente promosso da bulletto del collegio a capofamiglia dei Malfoy, con un padre da riscattare e una madre da proteggere - e la cosa non gli piace affatto, anche se davanti ai compagni continua a tirarsela assai.
Gli vengono assegnati due compiti, e la ricompensa sarà la libertà (e la vita) dei suoi genitori, oltre al favore dell'Oscuro Signore.
Il primo compito è trovare un modo per far entrare dei Mangiamorte nella protettissima Hogwarts - operazione assai complessa ma che Draco riuscirà a portare a termine impiegando grande pazienza e ingegno (come gli riconoscerà Silente nel loro ultimo colloquio).
Il secondo incarico è di uccidere Silente. Quando la madre lo viene a sapere cade nello sconforto più nero perché sa che questo Draco non potrà farlo. Lei lo ha partorito e lo ha allevato, lo conosce bene ed è sicura che non sarà in grado (e i fatti le daranno ragione); così, per salvare suo figlio si affida a Piton, stringendo con lui il Voto Infrangibile perché Draco abbia comunque una protezione.
Di questo Draco non sarà grato a nessuno dei due e per tutto l'anno farà del suo meglio per complicare la vita a Piton - come se il poverino, coinvolto in un quadruplo gioco carpiato con salto mortale, non avesse già problemi più che a sufficienza.
Per far entrare i Mangiamorte ad Hogwarts Draco si mette subito al lavoro con atti, pensieri e parole; ma per uccidere Silente, il men che si può dire è che non si impegna moltissimo, e anche quando fa un paio di pallidi tentativi non ci mette il cuore, come gli rimprovererà poi lo stesso Silente.
Primo tentativo: l'idea base è far arrivare una collana maledetta fino a Silente, sperando così che costui si dimentichi di colpo le più elementari precauzioni e la maneggi a mani nude, possibilmente giocandoci come se fosse uno yoyo e infilandosela al collo prima di andare a ballare con gli amici in discoteca. Niente di tutto questo succede, naturalmente, e la collana riuscirà solo a buttare un incantesimo assai potente su una povera studentessa che starà malissimo per mesi.
Secondo tentativo: far entrare una bottiglia di vino avvelenato a Hogwarts, nella speranza che il prof. Lumacorno la regali a Silente che se la beva allegramente, possibilmente in una situazione di solitudine totale in cui nessuno dei maghi di cui Hogwarts pullula sia presente a dargli un bezoar - e stavolta è Ron che rischia di lasciarci la pelle, ma la bottiglia avvelenata nemmeno arriva nelle vicinanze dell'ufficio del preside.
Diciamo che come scassinatore Draco mostra delle notevoli potenzialità, ma come assassino non sembra destinato a conquistarsi una reputazione imperitura.
La sorte però gli concede un altra possibilità, quando Silente, completamente disarmato, si offre a lui senza opporre resistenza (dopo aver provveduto a pietrificare Harry che assiste a tutta la scena ma senza poter intervenire).
Quella di Silente è una mossa molto ardita ma con un nobile scopo: si tratta di "salvare un anima" (quella di Draco) rendendolo ben consapevole di non essere in grado di uccidere una persona indifesa. Per uccidere un mago esiste un solo incantesimo, ma richiede una grande forza mentale e soprattutto una grande determinazione. Draco comunque non riesce nemmeno a pronunciare la formula: rimanda, traccheggia, fa conversazione con Silente dei più vari argomenti, addirittura lo minaccia - ma non riesce nemmeno a provarci. Sarà Piton che alla fine farà il lavoro sporco, uccidendo Silente - e qui sarebbe interessante sapere se, quando ha accettato di fare il voto infrangibile in difesa di Draco, aveva previsto come sarebbe andata a finire. Verrebbe da pensare di sì, visto che conosceva piuttosto bene il ragazzo, ma su quel che davvero pensa Piton l'autrice è molto, molto parca.
Ad ogni modo, anche se l'anima di Draco è salva, la famiglia Malfoy, dopo che il ragazzo ha fallito la sua seconda missione, non se la passa affatto bene. A completamento del tutto Lucius riesce anche a bucare l'ultimo incarico che Voldemort gli affida, ovvero l'uccisione di Harry all'inizio del settimo volume.
Da quel momento la famiglia Malfoy è commissariata: Voldemort sequestra il lussuoso castello (che dalla descrizione sembra piuttosto una villa palladiana), ci pianta il suo quartier generale, si prende la bacchetta di Lucius (salvo poi scoprire che non funziona bene per lui) e non dimentica di fargli presente che è caduto nella più totale disgrazia ogni volta che gliene viene servito un pretesto. Impariamo così a conoscere un Lucius Malfoy assai umile e strisciante - la cui principale preoccupazione resta la sorte della moglie e soprattutto del figlio Draco.
Verso la metà dell'ultimo libro a villa Malfoy arrivano anche, in qualità di prigionieri, Harry, Hermione e Ron - un po' travestiti, d'accordo, e mascherati con qualche incantesimo di modesta durata, ma tutti gli adulti presenti li riconoscono, sono quasi sicuri di riconoscerli... comunque per una conferma si rivolgono a Draco. Che improvvisamente diventa l'essere più incerto della terra: non gli pare, non crede, forse, non saprebbe...
Questo non basta a salvare i tre ragazzi, perché alla fine l'identificazione avviene comunque - ma Draco si rifiuta di consegnarli a Voldemort. Non è una presa di posizione aperta, piuttosto si ha l'impressione che dentro di lui qualcosa si rifiuti di schierarsi con il lato oscuro della Forza, a dispetto delle circostanze, del retaggio familiare e dell'educazione ricevuta.
Qualcosa però, fino alla fine, impedisce comunque a Draco non dico di schierarsi contro Voldemort, ma almeno di rimpiattarsi cautamente per evitare ulteriori coinvolgimenti.
Non sappiamo cosa succede esattamente, ma ritroviamo il giovane Malfoy ad Hogwarts, con gli immancabili Tiger e Goyle al seguito, ben determinato a catturare Harry per poi consegnarlo a Voldemort. In una scena decisamente fiammeggiante, nella Stanza delle Necessità in versione deposito dei rifiuti, Draco insegue Harry (che a sua volta ha al seguito Hermione e Ron). Se riuscisse a catturarlo lo consegnerebbe davvero a Voldemort?
Non lo sappiamo. Tutto lascerebbe pensare di sì, ma alla prova dei fatti Draco si è già defilato più di una volta. Ad ogni modo non solo non riesce a catturare Harry ma impedisce a Tiger e Goyle di ucciderlo perché Voldemort lo vuole vivo. Una volta tanto però Tiger mostra qualche segno di vita autonoma e non solo dichiara (più o meno) che gli sembra più pratico ammazzare Potter senza farsi tante seghe, ma addirittura provoca un mostruoso incendio dove riesce a morire arso vivo. Il fuoco da lui scatenato distruggerà poi il quinto horcrux, mentre Draco e Goyle vengono salvati non una ma addirittura due volte da Harry.
Nel frattempo Lucius Malfoy cerca di allontanarsi da Voldemort, con la scusa di andare ad uccidere Harry; Voldemort glielo impedisce dicendo di aver capito benissimo che l'unica cosa che gli preme è controllare se suo figlio Draco sia ancora vivo (ed ha perfettamente ragione a dirlo) e che insomma Draco si arrangiasse per conto suo e Lucius smettesse di rompere.
L'ultima scena in cui vediamo la famiglia Malfoy è di quelle che non si dimenticano: nella confusione più totale, dopo la Battaglia di Hogwarts, i signori Malfoy vagano alla cieca fino a raggiungere Draco, unica persona di cui gli interessi qualcosa in tutto quel casino. E, senza che nessuno abbia il coraggio di fermarli, i tre, finalmente riuniti, se ne vanno per i fatti loro.
Illesi, tutti e tre. Altri saranno stati schiantati, avadakedavrati, impallinati, sepolti dai calcinacci, presi a pedate dalle armature, coperti di fatture di tutti i tipi; ma i Malfoy no, loro non si sono fatti nemmeno un graffio. Unico tra tutti i Mangiamorte, Lucius la scamperà, e probabilmente si installerà nuovamente nella sua bella villa palladiana (dopo qualche necessaria riparazione e qualche borsa di galeoni donata al Ministero per placare le acque).
In conclusione, Draco è il perfetto esempio di come un figlio affezionato si possa ritrovare per forza d'inerzia ad accettare una strada scelta per lui dalla tradizione familiare pur senza aver le caratteristiche necessarie per inserirsi nella tradizione in questione: certamente ha la stoffa del bulletto e del prepotente - e l'esempio del padre ha avuto senz'altro il suo peso in questo; certamente non si tratta della settima rincarnazione di Francesco d'Assisi; ma, al contrario di molti che, come Fudge, pur non nutrendo particolari inclinazione verso le Arti Oscure accettano per opportunismo di compiere azioni anche molto malvagie, fregandosene con grande candore delle conseguenze di queste azioni, Draco, che consapevolmente e per retaggio è sinceramente convinto (almeno fino alla prima parte dei sesto libro) di essersi schierato dalla parte del Lato Oscuro, non riesce a compiere niente di conclusivo a favore di Voldemort. Proprio non ci riesce, non ce la fa. Qualcosa dentro di lui si rifiuta, qualcosa di più forte perfino dell'affetto e dell'ammirazione per il padre e la madre e della necessità di salvare il buon nome della famiglia o la stessa vita dei suoi genitori.
Draco insomma ha una coscienza, che dorme spesso di un sonno profondo ma che rivela con forza la sua presenza nei momenti in cui è più scomodo farlo. Oltre certi limiti il giovane Malfoy non riesce ad andare - al contrario di suo padre, che non risulta essere mai stato frenato da uno scrupolo in vita sua.
Non si tratta degli effetti di una vera scelta, compiuta in piena coscienza; al contrario, sono scelte che contrastano la sua volontà apparente. Resta il fatto che le convenzioni non riescono a influire su di lui oltre un certo limite, e in assenza di una vera convinzione interiore Draco Malfoy si pianta come un mulo - o, a seconda di come si decida di vederla, svicola via.
A proposito di scelte, leggendo il tuo post pensavo alle tre sorelle Black. Stessa famiglia di purosangue, stessa educazione presumo, diverse nelle scelte. Bellatrix fanatica, ossessionata, esaltata, amorale resterà fedele nella sua passione fino alla fine. Dromeda si innamora e sposa un mezzosangue e le sue scelte saranno obbligate, allontanandola dalla famiglia. E poi c'è Narcissa. Nel 1^ cap. dei Doni della Morte vediamo Voldemort che ha preso possesso della casa dei Malfoy, convinto probabilmente che spetterebbe a lui una simile magione. Lucius è umiliato, la sua arroganza si è sregolata davanti al sarcasmo e al divertimento greve dei mangiamorte; Draco è semplicemente terrorizzato. Narcissa siede diritta guardando davanti a sé, non dice una parola e alla richiesta di Voldemort della bacchetta, Lucius si rivolge in silenzio a lei "... sotto il tavolo le sue dita sottili si chiusero per un attimo sul polso del marito ".
RispondiEliminaGià la richiesta del voto infrangibile a Piton la dice lunga sul suo atteggiamento verso Voldemort: è una fedeltà con molti se e molti ma. Farebbe qualsiasi cosa per proteggere Draco e nella Foresta lei mentirà a Voldemort, facendo cosi la differenza.
Aveva ragione Silente a dire che Voldemort non capisce niente dell'amore. Non lo interessa, non lo capisce, lo sottovaluta. E pagherà per questo errore.
... la sua arroganza si è sgretolata ...... (ma che c......! Non si può eliminare sto correttore del kaiser....)😩
RispondiEliminaForse una chiave di lettura interessante del personaggio di Draco Malfoy può stare nella pièce teatrale successiva, "La maledizione del l'erede", in cui si approfondisce anche il rapporto tra Harry e Draco, e la personalità adulta di quest'ultimo, forse più di quella di Harry. Purtroppo gli ho dato una sola lettura veloce qualche mese fa, e non sono in grado di essere più precisa, soprattutto senza spoiler. Comunque in effetti i Malfoy mi sembrano spinti ad una forma di noblesse oblige, in fondo sono serpe verde purosangue, compagni della prima ora di colui che non deve essere nominato, ma l'amore è, appunto , una forza così potente da sgretolare anche la fedeltà ad un ideale. Che, tra l'altro, dopo anni di pantofole, era più bello come passato glorioso di cui vantarsi in privato che come realtà attuale per cui battersi.
RispondiEliminaAggiungo dei tardivi quanti sentiti auguri di Buona Pasqua
RispondiEliminaI Clamavi De Profundis hanno postato l'edizione completa del Song of Durin. È sempre emozionante ascoltarli....
RispondiEliminaAnalisi impeccabile, come sempre. Cosa ci sia nella testa di Draco Malfoy per me è rimasto il segreto più insondabile del settimo volume. La spiegazione del "risveglio di coscienza" nell'episodio a Villa Malfoy mi sembra azzeccata; quello che proprio non mi spiego è l'attacco a Harry nella Stanza delle Necessità durante la Battaglia di Hogwarts. Mi sembra una presa di posizione repentina, proprio nel momento della battaglia in cui nessuno vigila sul suo operato. Qualcuno ha qualche idea?
RispondiEliminaLaura
A me tutta la famiglia risulta particolarmente odiosa. Sono le persone che riescono sempre a cavarsela, in ogni situazione, e senza merito. Forse perché la loro salvezza è l'unica cosa che gli preme.
RispondiEliminaMa quando si parla di misure draconiane, secondo te che hai studiato, ci si riferisce a Draco Malfoy? Ammé mi sà di sì.
RispondiEliminaCiao bella sono Zanzara da Livorno in rivisita a E&B. Non ti avevo mai scritto e ti voglio ringraziare per l'amicizia che ci dai da tanti anni e per le cose belle che scrivi sul tuo blog. Da Livorno ho portato un reperto musicale di quando i du' vecchi facevano sur serio. Se hai tempo sentilo! Magari no da sola. E' forte.
Un bacione Angela di Ampelio e Nara detta Zanza
@Acquaforte 1 e 2:
RispondiEliminaTutti combattiamo ogni giorno con il correttore, e tutti perdiamo, mi sembra.
Non avevo mai pensato a fare un paragone fra le tre sorelle Black ma è verissimo: fanno scelte diversissime, e sempre dettate dall'amore. Andromeda pagherà un prezzo molto caro alla fine e si ritroverà sola con un nipotino, Bellatrix pagherà anche di più, con un terribile soggiorno ad Azkaban. Narcissa... chissà se è lei a portare fortuna a marito e figlio? Certamente anche per lei non sono tutte rose, ma certo è quella che paga meno di tutte e alla fine non perde niente.
(E ancora non ho ascoltato i Clamavi. Sono giorni piuttosto faticosi e non riesco a stare dietro nemmeno per metà a metà delle cose che dovrei seguire...)
@Bridigala:
Non ho ancora letto la storia dell'Erede, anche se tra tanti pareri ho perfino sentito qualcuno che ne dice bene. Comunque secondo Rowling Draco NON è proprio una bella persona, ma probabilmente tirerà su il suo Scorpioncino insistendo meno sui temi della purezza del sangue e del fascino della magia nera di quanto suo padre abbia fatto con lui. Di sicuro comunque i Malfoy sono in grado di amare: non la fanatica devozione di Bellatrix ma un solido affetto molto simile a quello, poniamo, che lega gli Weasley tra loro.
@Laura:
GRAZIE INFINITE! Non so come sia potuto succedere visto che ho finito la rilettura completa poche settimane fa, ma avevo completamente dimenticato la comparsa di Draco nella Stanza delle Necessità (e anche la scena in cui Lucius cerca di defilarsi, ma quello è meno grave). Ho corretto il post, ma nemmeno io ho capito cosa gli passa per la testa: forse Draco continua ad essere inconsapevole di avere la coscienza ingombrante che ha e pensa davvero di poter risolvere la situazione incresciosa della famiglia con una brillante azione, dimenticando che finora ha mancato di riuscirci per ben due volte, oppure pensa che io due amici (più scudieri che amici, in effetti) possano fare quel che a lui non riesce. In effetti Tiger ha una buona idea e nessuno scrupolo a metterla in pratica, ma oltre a rimediare in questo modo una morte atroce rischia seriamente di far fare la stessa fine agli altri due, che riusciranno a salvarsi solo con l'aiuto di Harry.
Di più non saprei dire, salvo il classico adagio che con alleati come Malfoy non serve avere dei nemici.
@Ornella:
Assolutamente d'accordo. Non so in che punto della saga mi trovai a pensare "Qua finisce che gli unici che ne escono indenni sono i tre Malfoy. Sono troppo stronzi perché gli succeda qualcosa". Se ci pensi bene, è uno dei tratti più realistici della saga: tipi copme i Malfoy scampano a tutto, laddove gente degna di ogni stima e di grande valore ci lascia regolarmente le penne.
@Angela e Zanza:
Che bello! Sono indietro di almeno due post, ma sono così contenta che abbiate ripreso il blog che non ne avete idea ^_^
(Draco è draconiano? Ah, saperlo, saperlo. Di sicuro è un grandissimo paraculo, come suo padre)