giovedì 9 marzo 2017

Parlando dell'8 Marzo il 9 Marzo (e pure in tarda serata)


In realtà mi sarei adattata di buon grado a scrivere questo post anche ieri, e molto volentieri l'avrei fatto se la connessione non fosse stata assai sfuggente per tutto il pomeriggio. A sera invece funzionava benissimo, peccato che io avessi a quel punto il primo evento mondano dell'anno, ovvero andare in pizzeria con le vicine a festeggiare l'8 Marzo e, nel mio caso, anche una convalescenza ormai decorosamente avviata.
La pizza era buona (e ne ho mangiati quasi due terzi oltre all'antipasto che comprendeva un  prosciutto tanto roseo quanto squisito), la compagnia molto piacevole e la conversazione  
non comprendeva il più vago accenno alla questione femminile, ma tutte abbiamo ricevuto un rametto di mimosa come segnaposto.
Dopo questa premessa occorre comunque ammettere in tutta onestà che la condizione femminile italiana al momento non è delle più esaltanti, soprattutto per quel che riguarda le nuove leve.
Per qualche motivo che sfugge del tutto alla mia debole mente infatti la classe imprenditoriale quasi al gran completo sembra convinta che l'Italia possa uscire da questa misteriosa entità chiamata Crisi buttando sistematicamente nel cassonetto dell'organico la metà delle risorse umane e intellettuali, ovvero quelle femminili, e non solo quelle presenti, ma anche e soprattutto quelle future.
Il bombardamento mediatico cui vengono sottoposte le nuove generazioni ha qualcosa di sbalorditivo nella sua monotonia, e per neonate, bambine, fanciullette e ragazzine solo tre questioni sono meritevoli di attenzione: abbigliamento&accessori (possibilmente rosa), amore e maternariato, maniacale attenzione verso il proprio aspetto fisico - il tutto sotto l'inquietante ala dell'essere o non essere zoccola, questione oggi considerata con estrema serietà dalle nuove leve in questione.

Fin qui non ho detto assolutamente nulla di nuovo, né lo dirò più avanti.
Ma mi domando: la scuola non potrebbe fare qualcosa per spezzare questa barriera di spine che imprigiona i giovani cervelli colpevoli di essere nati dalla parte sbagliata?
No, non sto parlando di Grandiosi Interventi Didattici in occasione dell'8 Marzo (che possono comunque essere fatti, e non mordono); né di Grandiosi Laboratori sul diritto allo studio e all'emancipazione per le donne del terzo mondo (che dovrebbero comunque essere fatti, e poche storie); né di Pensosi Interventi di Esimi Psicologi sull'Importanza di Apprezzarsi Per Quel Che Siamo (che si possono fare, certo, ma se non son fatti veramente bene secondo me lasciano assolutamente il tempo che trovano).  
Sto parlando dei piccoli, banali interventi che gli insegnanti fanno ogni giorno in  classe.Perché a noi, soprattutto a noi, è affidata la cura dei giovani cervelli in divenire. Non  è da noi che le nostre alunne impareranno ad essere belle o eleganti, ma in effetti non ci pagano per questo: ci pagano perché ognuna di loro diventi consapevole di avere una  mente brillante e destinata a ben altro che a lavare piatti e passare l'aspirapolvere in camera di maschi 
troppo svagati per farlo loro - e che questa mente brillante non è destinata in alcun modo a intralciare le loro più frivole inclinazioni né ad esserne intralciata.

Così, ecco un picciol gruppo di domande che ogni insegnante dovrebbe farsi ogni tanto, specie prima dei Consigli di Classe:
1) Sono abituato/a a valutare il cervello e la capacità di apprendere dell'alunna X indipendentemente dal suo grado di frivolezza, da quanto si trucca e da come si veste? O accetto da lei prestazioni mediobasse che trasformo in sufficienti, convinto/a che tanto non possa fare di più?
2) Al Consiglio o in Sala Insegnanti, passo più tempo a commentare l'abbigliamento delle mie alunne o la loro variegata vita sentimentale, piuttosto che il loro profitto?
3) Valuto con due scale diverse la condotta di maschi e femmine, partendo dal postulato che le femmine sono più tranquille mentre i maschi sono comunque più agitati? (non mentite: la risposta è quasi sempre SI')
4) Quando faccio i classici esempi tratti dalla vita quotidiana, do per scontato che la mamma lava i piatti mentre il babbo guarda la partita? Provo mai a mettere la mamma a leggere un libro o giocare a biliardo mentre il padre lava i vetri?
5) In qualità di insegnante di Arte, mi sono ricordato di spiegare il Grande e Definitivo Motivo per cui prima del XIX secolo, quando la pittura diventò attività facilmente praticabile con un cavalletto e una valigetta di colori comprati già fatti, le pittrici si contano sulla punta delle dita di una mano?
6) In qualità di insegnante di Scienze Motorie, ho parlato mai di come fino a qualche decennio fa l'attività fisica, specialmente all'aperto e in squadra, era considerata piuttosto sconveniente per le fanciulle e sulle resistenze avanzate dai comitati olimpici, nazionali e internazionali ad accettare le più varie discipline femminili? E del trattamento ricevuto dalle (pochissime) donne che nonostante tutto sono riuscite ad accostarsi alla Formula 1?
7) In qualità di insegnante di Italiano o di lingue straniere, ho fatto molta molta molta attenzione alla scelta delle letture, evitando come la peste quelle paternaliste o eccessivamente ricche di stereotipi?
8) In qualità di insegnante di Italiano mi sono limitata a prendere atto che le ragazze scrivono meglio e sanno analizzare meglio i loro sentimenti mentre i ragazzi preferiscono gli argomenti pratici o ho preso a calci (didatticamente parlando) gli uni e gli altri finché i maschi non hanno imparato a descrivere decorosamente quel che pensano e sentono e le femmine non hanno sviluppato un linguaggio preciso senza svicolare dall'argomento principale per rifugiarsi in un mondo di nuvolette e cuoricini?
9) In qualità di insegnante di Italiano ho studiato con attenzione e con cura la questione del femminile delle cariche più importanti, ricordando di spiegare ai miei allievi che al momento c'è un po' di confusione e diverse possibilità ma che è abbastanza probabile che ben presto l'italico orecchio si abituerà alle temutissime parole sindaca, ministra, avvocata* nonché ad altre consimili?
10) In qualità di insegnante di Matematica, sono sicuro/a di essermi arreso/a dopo lo stesso numero di tentativi quando a non capire proprio la materia  erano un maschio o una femmina?
E soprattutto:
11) Mi sono ricordato/a di ricordare alle mie alunne che un giorno potrebbero presiedere il Consiglio dei Ministri o la stessa Repubblica? E magari prima l'uno e poi l'altra?

*quest'ultima peraltro in uso dalla notte dei tempi come testimonia il Salve Regina

24 commenti:

  1. Ieri ed oggi non eran gran giorni da vivere e commentare....dammi un giorno per recuperare e commento...posso intanto dire che se non fosse per noi 3 donne in ditta,quello STRONZO del capo avrebbe già chiuso(anzi come vuol essere chiamato lui: Sir Mr.Chairman)....noi non siamo solo multitasking....di più...ma dico io...6 braccia a testa mica son bazzecole.....e siam pagate per una😂😂😂....
    ....alla faccia della Camusso....
    Bellissimo articolo,molto onesto....Grazie

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  2. .....e Auguri a tutte le femmine:umane,animali,vegetali,minerali

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  3. Eva, per quel che mi risulta la gran parte di ditte, aziende e imprenditoria italiana vanno avanti NONOSTANTE i loro esimi dirigenti, e a volte addirittura a loro dispetto. Consolatevi pensando che siete inserite nel solco di una lunga tradizione, e (soprattutto) buona fortuna! 👍

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  4. Bel post, chapeau. Dice molto sugli insegnanti senza parere. Aggiungere una parolina sulla palla al piede del ruolo sessule nel lavoro di cura, implicito nella domanda sul biliardo, e sull'uguaglianza salariale? Le cariche apicali fanno effetto simbolicamente, certo, ma con uno stipendio inferiore a quello del maschio di turno ci si confronta quasi tutte... in casa o fuori.

    Comunque oggi ho letto questo: Elles sont enterrées et ensevelies sous l'art. Que ler faut-il, que vivre aimées et honorées? Elles n'ont et savent que trop pour cela. Il ne faut qu'éveiller un peu, et réchauffer les facultés qui sont en elles. Quand je le vois attachées à la rhétorique, à la judiciaire, à la logique, et semblables drogueries, si vaines et inutiles à "LEUR" (ovvio!) besoin, j'entre en crainte, que LES HOMMES(e chi se no?) qui les leur conseillent, le fassent pour avoir loi de les régenter sous ce titre: car quelle autre excuse leur trouverais-je? Baste, qu'elles peuvent sans nous, ranger la grace de leurs YEUX (ovvio) à la gaité, à la sévérité, à la douceur: assaisonner (condire!, ovvio) un nenni de rudesse, de doute, et de faveur, et qu'elles ne cherchent point d'interprète aux discours qu'on fait pour leur service. Avec CETTE (e ovvio!) SCIENCE, elles commandent à baguette et regentent les régents et l'école.
    [segue]

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  5. [segue] Si toutefois il leur fache de nous céder en quoi que ce soit, et veulent PAR CURIOSITE' (e che altro!) AVOIR PART AUX LIVRES (!!!) La POESIE (ovvio!) est un amusement (!) propre à LEUR(!!) besoin: C'est un art folatre, et subtil, deguisé, parlier, tout en plaisir, tout en montre, COMME ELLES (ovvio!) Elles tireront aussi diverses commodités de l'histoire (troppa grazia): En la philosophie, de la part qui sert à la vie, elles prendront le discours qui les dressent (ammaestrano, addestrano!) à juger de NOS(RIOVVIO!) humeurs et conditions, à se défendre de NOS TRAHISONS, à régler la témerité (!) de LEURS PROPRES Desirs (!), à ménager leur liberté, allonger les plaisirs de la vie, et à porter humainement l'inconstance d'un serviteur [=amante], la rudesse d'un mari, et l'importunité des ans, et de rides: et choses semblables. Voilà, pour le plus, la part que JE (riovvio) leur assignerais AUX SCIENCES.

    E questo è unanimente considerato (e in effetti fu) uno dei giganti della libertà intellettuale, della sfida all'autorità costituita e della costruzione dell'individuo dell'Europa e del mondo.

    cum grano salis, ovvio: lo conosco poco e conosco poco il contesto.
    Però, questo parlare per altri quello spicca come non mai.

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  6. Una parolina sul lavoro di cura e l'uguaglianza salariale (che comunque in certi settori c'è)? Ma c'è già il mondo intero, per questo, a partire dalla pubblicità. Il primo compito della scuola dovrebbe essere rendere consapevoli le nostre bambine, fanciulline ecc. che hanno un cervello e DEVONO usarlo al meglio, a costo di andare in culo al lavoro di cura.
    La citazione francese non sono per niente sicura di averla capita tutta, in fondo il francese l'ho letto solo ai tempi della tesi... chi è, un illuminista?

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  7. Nooo è Michel de Montaigne. Un signore feudale se vogliamo ;-P. Lo conosco molto male, ma quel brano Essais III, III mi aveva colpita per paternalismo e condiscendenza: in pratica disegna un mondo femminile modellato sul compiacimento del desiderio maschile inteso in senso lato, ma in un modo così smaccato da bruciare in contrasto con il resto della sua speculazione. Quando parlo di sfida all'autorità intendo solo dal punto di vista intellettuale: la sua vita fu esemplarmente accorta in tal senso, peraltro in un tempo di esaltazioni insensate. Da noi è poco conosciuto perché sostanzialmente scettico e laico (finì all'indice). Non so se ci sia una traduzione italiana libera.

    No, non c'è la pubblicità. I redditi continuano a non essere affatto paritari. Secondo me si può insegnare che il cervello vale solo se poi non si accetta che venga considerato di minor valore quando si tratta di guadagnarsi da vivere perché poi si sa, quando si esce da scuola c'è la vita e la vita come funziona non è come quello che ti hanno insegnato ecc. e' un formidabile strumento di controllo, questo. Quanto meno essere consapevoli che il problema esiste e andrà affrontato non accettato come ordine naturale.

    Il lavoro di cura, appunto dovrebbe essere condiviso. Ma c'è un condizionale grosso come una casa e una percezione del problema non proprio elevatissima specie da parte dei maschi.

    Vedo che sei un animale notturno anche tu :-).

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  8. Cmq i libri migliori su di lui sono secondo me di Nicola Panichi (che penso sia una donna) e si trovano anche in SBN.

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  9. Tsé, il francese del Cinquecento, niente meno. E ci credo che lo capisco con lo spannometro!
    È sì sono un animale notturno per nascita e inclinazione, ma quando vado a scuola mi alzo intorno alle sette e questo mi ha reso assai meno notturna. Adesso che sto meglio la sera sono più sveglia, ma adesso che sto meglio presto mi rimanderanno a scuola e la sera sarò meno sveglia...

    Dunque, parlando di scuola parlo di qualcosa che comincia a tre anni. I condizionamenti femminili a mandare il cervello all'ammasso in favore della tua parte nobilmente emotiva partono dal momento della nascita. La consapevolezza di avere un cervello funzionante e una buona autostima, secondo me devono venire prima di tutto, e certamente PRIMA della storia del lavoro di cura, di cui sarebbe opportuno parlare il meno possibile. Sia chiaro che sto solo suggerendo dei piccoli interventi minimali da parte degli insegnanti, senza particolari scopi rivoluzionari, ma il fine è di rafforzare la struttura interiore della piccola creatura e darle autoconsapevolezza e fiducia nei suoi mezzi. Ciò potrebbe permetterle la grande rivoluzione che solo poche donne oggi riescono a fare, ovvero fregarsene di quel che gli altri si aspettano da loro - ottenendo anche condizioni di lavoro diverse. Comunque, ripeto: in alcuni ambienti la parità di retribuzioni c'è, a cominciare dal non piccolo comparto statale, che non contiene solo stipendi medio bassi come quelli degli insegnanti. E comunque il gap delle retribuzioni riguarda caso mai, l'orientamento, non i normali programmi che si fanno durante l'anno.

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  10. .....il dirigente è pure straniero e mussulmano ed ovviamente con miope considerazione del nostro operato...visto che dice sempre che "gli uomini sono più risoluti e adattabili"....
    Ad ogni modo "finché la barca và" è perché noi la facciamo andare, la prima che scende fa saltare tutto "l'organigramma"😂😂😂....Ok stop

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  11. Uhm... gli uomini più risoluti rientrano senz'altro nei luoghi comuni, ma quelle più adattabili e flessibili (ci aggiungiamo anche "resilienti", come gli hobbit? 😀) sempre secondo lo sciocchezziario comune sono le donne, quindi fa benissimo lui a dirselo da solo, altrimenti a nessuno verrebbe in mente di farlo!

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  12. Ciao, i (metaforici) calci in culo in matematica e la profezia di essere la prima presidente donna sono cose che dico a mia figlia quattordicenne spesso! Allora faccio bene? Certo che lei mi guarda con una faccia come per dire:"....sì vabbè ma',mollami che c'ho da andare a sentire Justin Bieber..

    Agli altri due maschi ho predetto una parte importante nel programma spaziale di raggiungimento di Marte e la realizzazione di una memoria esterna biologica per ovviare alla piaga dell'Alzhaimer (prima che mi venga però)

    Mi hanno risposto che secondo loro soffro di delirio di onnipotenza, ma non vedo come avere delle alte aspirazioni per i propri figli possa essere considerato parte della PROPRIA onnipotenza.

    Ciao vi saluto e vi benedico tutti, la vostra amata dea Iside

    (;-) ciao sono Betty!! Ah ah!)

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  13. Ah, carissima Isid... volevo dire Betty, i figli sono considerati come una nostra emanazione, quindi i loro trionfi saranno anche i nostri, dice.
    In ogni caso, se devi sognare sogna in grande: "Vedo per voi un bel futuro come impiegati passacarte di ultimo livello dopo vari decenni di precariato" mi sembra senz'altro meno entusiasmante come prospettiva di governare il proprio paese, esplorare altri pianeti o scoprire cure per gravi malattie!
    Un caro saluto a Osiride 🤗

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  14. @ Murasaki:
    Ah! "Resilienti", ecco che dice Elrond! Non capivo, mi sembrava "arsilienti", se sentite bene sembra dica qualcosa di questo tipo.

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  15. @Murasaki:
    .....concordo....😊

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  16. Mah le retribuzioni sono qualcosa che riguarda storia contemporanea, attualità... analogamente i ruoli sessuali connessi con le scelte professionali, il lavoro non retribuito ecc., toccano l'evoluzione dell'organizzazione sociale e familiare nel tempo, i modelli familiari, diversi in diverse parti del mondo, ecc. ecc. ecc. non sono solo la questione pratica di cosa fai "dopo". E il comparto pubblico è in costante diminuzione da trent'anni, dato che in nome dei vincoli di bilancio UE si sostituisce sempre meno personale di quello che se ne va.

    Quanto al cervello, non si dirà mai abbastanza che ce n'è, ma il rischio è anche, appunto, se non si bada alla situazione strutturale e economica di far crescere pure la sindrome da sacrificio: sei così brava che devi arrivare a fare tutto, in casa e fuori, per te e per gli altri, perché solo una donna "è" capace... ecc. ecc. ecc.

    Comunque sì, il guaio è che appena stai meglio ti rimandano subito indietro :-P ma per fortuna stare bene è una buona notizia.
    Il francese del'500 è un po' ostico ma Montaigne si capisce ancora: quello impossibile è Rabelais. Non si riescono a leggere due righe di fila... ha un vocabolario da pazzi!
    Comunque Montaigne qui ha un po' ripreso la Satira VI di Giovenale (ho scoperto oggi), ma ci ha anche messo del suo per forgiare nella sua testa le donne con cui vorrebbe interagire, insieme ai suoi amici e ai suoi libri, compreso ovviamente il suo (il capitolo parla di questo e si conclude con la famosa immagine della torre in cui al terzo piano ha installato la sua biblioteca e da dove sorveglia tutto il suo castello http://www.chateau-montaigne.com/fr/ . La descrizione l'aveva appuntata su una copia degli Essais in vista di una riedizione che non ha fatto in tempo a vedere completata e è avvenuta solo secoli dopo, postuma, quando la copia è stata recuperata. Nel corso del tempo sono stati ritrovati anche alcuni libri della biblioteca con appunti manoscritti conservati un po' dovunque nel mondo, molti di autori classici).
    Ma tu leggi Malory in originale (roba di ieri) e magari Beowulf?

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  17. Io ci provo, eccome se ci provo, ma certi pregiudizi sono duri a morire...

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  18. Ciao! rieccomi, senza alcuna periodicità, a leggerti ed ammirarti. Sì, coscienza pulita, una volta tanto, faccio tutto quello che posso, è un argomento al quale sono ultra sensibile, anche per motivi anagrafici. Alla Matematica, in cui peraltro le ragazze spesso eccellono, aggiungici pure la Fisica, col suo corredo di pensiero sperimentale. BRAVAAA!

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  19. @Pellegrina:
    Allora, ti confesserò: non solo ho qualche (QUALCHE?) difficoltà con Montaigne, ma ai miei occhi Malory non è affatto "roba di ieri"... per quanto, ripensandoci, non mi sono mai avvicinata finché non è uscita la traduzione italiana, e pure in edizione economica. L'unica lingua medievale o cinquecentesca che leggo, a parte l'italiano, è il latino - o almeno la leggevo, perché da diversi anni non ne ho più avuta l'occasione.
    Quanto a Beowulf, leggerlo in originale è veramente privilegio di pochi e sulla sua lingua ci sono discussioni infinite. Io però, devo dire, non lo trovo particolarmente semplice nemmeno da leggere in italiano, e infatti le due belle traduzioni con amplissimo apparato critico che ornano casa mia (una addirittura di Tolkien, con una bellissima copertina) sono state sfogliate con grande cautela. Pure un giorno dovrò mettermici sul serio ^__^

    @Dolcezze e Pensierini:
    Sono sicura che siete candide come colombe ^_^
    Quanto alla Fisica, che alle medie è fatta relativamente poco, è materia importantissima ma spesso chi ha deciso che "proprio non ci riesce in matematica" finisce che con la fisica nemmeno ci prova, anche se sono due cose molto diverse. E sì, per i giovani cervelli femminili in crescita sono d'accordo che è essenziale, oltre che assai preziosa!

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  20. Non potrei essere più d'accordo con questo post. I pregiudizi e i trattamenti diiferenziati per genere iniziano da subito, da quando devi vestire un neonato/a e trovi solo vestiti o rosa o azzurri, tanto per dirne una... Sono anch'io tra le "lottatrici del quotidiano"!

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  21. Mamma è laureata in Fisica :-).

    @ Murasaki:
    Non hai ricevuto una mia mail?

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  22. @dhaulagiri8167:
    assolutamente no, e ho anche guardato nella spam. Sicuro che l'indirizzo fosse giusto?

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  23. Era questo, non è quello corretto?

    murachan.murasaki@gmail.com

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  24. È quello giusto :(
    Non so che dirti, riprova!

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