sabato 4 febbraio 2017
Migliora la concentrazione, declina l'equilibrio mentale (o no?)
Come ho già scritto, con l'andare dei giorni riesco a leggere testi sempre più complessi: terminato alfine il lunghissimo romanzo dedicato alla storia di New York (di cui relazionerò presto ai Venerdì del Libro) mi sto adesso dedicando ad un affascinante guida che parla della tavola periodica e dell'importanza di certi elementi nella cultura, oltre che nella storia dell'umanità - un bel testo divulgativo, adatto a una povera ignorante in chimica come me e davvero interessante.
Poi ci sono anche un po' di quegli esperimenti, ovvero testi che prendo sull'onda della curiosità per vedere di che roba si tratta - ne avevo fatta una bella scorta prima di Natale, e stavolta scegliendo con mano singolarmente infelice. Capita.
Ma soprattutto due giorni fa, avendo ormai gli scrutini alle porte, mi sono decisa a riprendere in mano quel paio di scritti che avrei dovuto correggere a partire dal 3 Gennaio, e che erano rimasti lì perché solo guardarli mi faceva venire il mal di testa.
Non sono proprio obbligata a correggerli, ma certo se lo faccio nessuno mi rimprovera.
Ed è sorta così una discussione tra colleghi, che sostengono che:
- se riesco a correggere è segno che sto molto meglio sul piano della concentrazione
ma d'altra parte
- se sono stata anche solo sfiorata dalla malsana idea di mettermi a correggere, è segno che il mio povero equilibrio mentale sta paurosamente declinando.
In effetti, come potrei dar torto ai sostenitori del secondo corno della questione?
Mi fa molto piacere sapere che stai meglio al punto da riavvicinarti al lavoro, per quel che riguarda la mano infelice nelle scelte, a volte capita. E visto che io lavoro in biblioteca ho l'indubbia fortuna di poter prendere quel che voglio, e se non mi garba torna in biblioteca prima di subito. (Ovviamente con debita registrazione, fatta secondo norma). Buona guarigione
RispondiEliminaChiara
Buona guarigione!
RispondiEliminaNon credo che c'entri tanto l'equilibrio mentale quanto piuttosto quella brutta bestia del senso del dovere, connaturato e incurabile,per cui,al minimo miglioramento,non possiamo far altro che...metterci a lavorare. Buon segno,comunque.
RispondiEliminaPer esperienza personale, credo che l'insidia più pericolosa nel periodo della convalescenza sia il rischio della depressione.
RispondiEliminaIl nostro corpo vuole convincerci che siamo guariti, siamo in piedi, siamo autosufficienti in tutto e vogliamo riprenderci la nostra vita, tutta la nostra vita.
Ma niente è gratis: i farmaci che ci hanno salvato la pelle sono spesso anche veleni; i pensieri che ci hanno accompagnato nei momenti di veglia, ci hanno portato su sentieri che non frequentiamo solitamente, con domande alle quali non vogliamo/possiamo rispondere. Ci vuole tempo, pazienza e una abbondante dose di humour, che certo non ti manca.
Quindi, secondo me, qualsiasi attività che ti faccia sentire di essere ritornata ai livelli "ante" (anche la malsana idea ecc..ecc...), è buona cosa. L'importante è maneggiare con estrema cura.......
@Bridigala:
RispondiEliminaGrazie degli auguri, come sempore. E non credere che non ti invidi quel privilegio speciale che hai ^_^
@Eva:
Grazie, cara. Ci vuole ancora tempo ma, equilibrio mentale a parte, non va male ^_^
@Dolcezze:
Il ritorno del senso del dovere sarebbe un buon segno?
Ahimé, temo che tu abbia pure ragione!
@Acquaforte:
E' stata una fiammata, a quel che sembra, ancora frutto dello scomposto entusiasmo del momento: perché dopo aver corretto un sacco di esercizi di storia, da due giorni sto traccheggiando nel più ignobile dei modi per rimandare il momento di trascrivere i voti, pur con gli scrutini alle porte...
Per il resto hai descritto la mia attuale condizione come meglio non si potrebbe; solo che io, essendo anche un temperamento molto pigro, non me la prendo troppo quando gli entusiasmi e le fiammate sbolliscono nel giro di un quarto d'ora: mi metto comoda, sintonizzo il tablet su qualche conferenza e ritorno in stato di passività totale...