Quasi quattro anni fa incrociai, proprio nel Venerdì del Libro di Homemademamma cui partecipo anche oggi con questo post, la recensione de L'evoluzione di Calpurnia fatta da La Casa di Hilde; mi procurai il libro e lo apprezzai molto anche se notai che non c'era un vero finale, solo una conclusione simbolica con la nevicata, davvero insolita nel Texas, che apriva l'altrettanto simbolico anno 1900 e faceva sperare bene per i progetti della protagonista.
Ho scoperto poi che L'evoluzione era solo il primo libro di una serie - che mi auguro abbastanza nutrita. L'anno scorso è arrivato il secondo volume, e voglio dedicare a entrambi la segnalazione di oggi.
La serie di Calpurnia riprende nella formula e nella struttura - ma anche nella scelta dei personaggi e nella tipologia degli episodi - quei romanzi o serie di romanzi di formazione dove il/la protagonista è un/a ragazzino/a con un sogno particolare nel cassetto, talvolta avversato dalle famiglie o dalle circostanze, e che si realizza grazie all'impegno dei protagonisti e all'aiuto di qualche Saggio Anziano e di un po' di fortuna.
L'autrice è nata in Nuova Zelanda, cresciuta in Canada e adesso vive nel Texas, dove è ambientata la storia.
La protagonista è Calpurnia Virginia Tate, detta Callie Vee in famiglia, unica figlia di una covata che comprende anche ben sei fratelli. La sua famiglia è piuttosto benestante e possiede una fattoria ma anche un cotonificio.
Della famiglia fa parte anche il Nonno, padre del padre di Calpurnia, che è il classico Vecchio Stravagante di questo genere di storie, ma che è anche la persona più colta e istruita del circondario, ed è appassionato di scienza.
All'inizio della storia Calpurnia Virginia Tate ha undici anni, e per lei si avvicina sempre più
l'età in cui dovrà impratichirsi delle temutissime Arti Domestiche. Lei tuttavia è molto più interessata alle scienze naturali, e proprio in quella caldissima estate del 1899 trova nello scorbutico Nonno un alleato e soprattutto un mentore, che la guiderà con adeguate letture, le insegnerà la teoria evoluzionistica e le parlerà dell'importante contributo che tante donne scienziate hanno già dato alla scienza, insegnandole soprattutto ad aiutarsi da sola - un arte verso cui la giovane Callie è abbastanza portata.
Il Nonno però non può intervenire quando Callie viene segregata a fare torte, a ricamare e a fare la calza - tutte attività in cui la fanciulla dimostra una singolare mancanza di talento.
La storia si chiude però con la scoperta da parte di Calpurnia di una nuova specie di veccia villosa, ufficialmente riconosciuta dal Comitato Tassonomia Piante dello Smithsonian Institute, e con una nevicata di buon auspicio che apre il 1900.
Da lì parte il secondo libro, Il mondo curioso di Calpurnia, che copre più di un anno della vita della protagonista.
All'inizio il libro sembra una raccolta di episodi dove sono gli animali vertebrati a farla da padroni (del resto, nell'evoluzione, gli animali soprattutto vertebrati stanno più in alto delle piante in quanto organismi più complessi). Quasi tutti gli animali esaminati sono il risultato dell'insano istinto di Travis, il fratellino di Calpurnia, a raccogliere tutti gli animaletti sperduti che incrocia (col rischio di raccattarne anche qualcuno che sperduto non è), compresi alcuni che, come l'armadillo, sono del tutto inadatti a diventare animali da compagnia; ma entreranno in scena anche animali da compagnia più consueti e addomesticabili: cani, gatti e soprattutto Sciammy, uno sventurato cucciolo nato da un incrocio tra cane e sciacallo che, con singolare razzismo (e mai termine fu più appropriato) viene emarginato sia dai cani che dagli sciacalli che dagli uomini... e perfino un serpente (gulp!) da cassetto che avrà una parte nell'intreccio.
Animale dopo animale, è inevitabile che entri in scena anche un veterinario, che segnerà una svolta importante nella vita di Calpurnia.
Lentamente viene però introdotto un tema davvero importante: la disparità economica tra uomini e donne, e la conseguente enorme disparità nelle risorse che una famiglia, anche benestante, è disposta a stanziare per l'istruzione maschile e per quella femminile; questo non dipende da un minore affetto per le figlie femmine - entrambi i genitori sono affezionatissimi a Callie, e per lei sono disposti a fare tutto quel che il codice culturale del loro tempo richiede: un buon corredo, dei bei vestiti e perfino, se proprio la ragazza ci tiene tanto, un anno di studi all'università per consentirle di prendere un diploma da maestra.
La disparità risulta in tutta la sua evidenza quando, al momento della distribuzione di un premio in denaro, il padre dà a Calpurnia esattamente la metà di quel che dà ai figli maschi (anche a quelli più piccoli) suggerendole di usarlo per comparsi qualcosa per il corredo.
Una serie di circostanze favorevoli. e soprattutto il concreto esempio di una lontana parente ospite da loro, che magari non è proprio uno zuccherino ma ha idee chiarissime sull'economia, aiutano Calpurnia a entrare nell'ordine di idee che i soldi per l'università si possono anche guadagnare, a rischio di contrastare il codice culturale di cui sopra che prevede che una signorina non chieda mai ricompense per il tempo che elargisce - e così vediamo Callie Vee fare i suoi primi coraggiosi passi, non ancora tredicenne, aprendosi un suo libretto di risparmio, investendo un po' di soldi in un corso di dattilografia e lavorando come assistente, segretaria e fattorino per il veterinario - occasione utilissima anche per imparare qualche nozione di medicina.
Come il precedente, anche questo romanzo si chiude su buoni auspici (l'adozione in famiglia del povero Sciammy e una bella collezione di conchiglie spedita in regalo dalla lontana parente, che pur non avendo mai dimostrato grande affetto a Calpurnia sembra aver capito molto meglio di suo padre cosa le sta veramente a cuore) nonché su un interrogativo inquietante: che fare quando il serpente da cassetto sarà cresciuto troppo per passare dal buco nel muro che gli permette di andare e venire tra il cassetto di Callie e l'esterno della fattoria?
Problemi da naturalista. Gerald Durrell e Konrad Lorenz sicuramente avrebbero simpatizzato per lei, se fossero già nati.
Entrambi i libri, molto gradevoli e avvincenti, sono adatti alla lettura a qualsiasi età a partire dagli otto anni (e particolarmente adatti a giovani lettori appassionati di scienze naturali) e mi auguro che il seguito arrivi al più presto.
Con questo post, oltre ad augurare buone letture a tutti i partecipanti al Venerdì del Libro e a chiunque passi di qua, saluto l'ultimo scorcio di estate che ci aspetta mentre già l'orizzonte è ingombro delle Scartoffie da Inizio Anno.
Mi hai incuriosita moltissimo. Li cercherò, Grazie!
RispondiEliminaKetty
Grazie dell'ennesima, piacevolissima recensione. Ti farà piacere, credo, sapere che grazie ai tuoi entusiastici post mi sono convinta a prendere in mano Tolkien (il fantasy non è proprio il mio genere), e ora sto leggendo - con molta reciproca soddisfazione - Lo Hobbit al mio pupo grande. E, cosa che mi sorprende assai, piace anche al pupo piccolo (anni 6 e prima elementare ancora da iniziare)...
RispondiEliminaLaSimo
A me piace leggere libri per ragazzi. Questi due li ho notati in libreria di recente: ero alla prese con la scelta di un libro per un'amichetta di mia figlia e li ho tenuti a lungo tra le mani, poi ho optato per altro.
RispondiEliminaDevo ammettere che ero sul punto di prenderli entrambi per me... ho solo rinviato l'acquisto.
Mi paiono interessanti, assai, ora vedo di procurarmeli. Ho visto che tra l'alto nel 2012 ha pubblicato niente meno che un sequel a The Wind in the Willows di Kenneth Graham, dunque l'animo della naturalista deve essere proprio un po' un habitus per lei.
RispondiElimina@KeVita:
RispondiEliminaSpero si riveleranno una lettura piacevole per te quanto lo è stata per me ^__^
@LaSimo:
Ah, lo Hobbit sorte sempre degli ottimi risultati - e in effetti quando uscì era considerato buono dagli otto anni in su, ma in effetti si può scendere anche al di sotto di questa età.
@Stefania:
Ecco, questi fanno parte della benedetta categoria che piace sia ai ragazzi che agli adulti. Anzi, ora che ci penso non ho ancora incrociato ragazzi che l'avessero letto. Ma raramente i ragazzi lasciano recensioni in rete...
@la povna:
Sì, per te che ami tanto Anna dai capelli rossi dovrebbero essere davvero piacevoli: anche se l'argomento in apparenza è diverso il carattere di Callie è molto simile a quello di Anna.
Temo che il seguito del Vento tra i salici non l'abbiano tradotto, ma proverò a cercare, mi piacerebbe leggerlo.