venerdì 1 aprile 2016

La Grandiosa Lotteria alla Scuola Media di St. Mary Mead, ovvero Quando Come Fai Sbagli


La storia ha inizio in una bigia giornata di Novembre quando, durante il ritorno in treno dopo la mattinata passata a scuola, la prof. Quadrella lamentava accoratamente che in tutta la scuola non si trovasse una postazione che consentisse al docente di turno di far decorosamente vedere un film alla sua classe.
Con lei c'erano la prof. Therral e il professore Integralista di Religione, che hanno unito le loro rimostranze alle sue. Alla fine, sazi di lamentele, han cominciato a pensare dove e come procurarsi i fondi per allestire una vera e funzionale aula video, e nel giro di pochi minuti si erano accordati per organizzare una lotteria per la scuola. Si sono spartiti i compiti, ed ecco che la mattina dopo, previa un rapidissimo colloquio con la Preside che aveva dato il suo benestare, la Lotteria ha cominciato ad assumere consistenza. Il terzo giorno alcuni commercianti di St. Mary Mead, opportunamente sollecitati, avevano offerto dei premi e ogni classe era stata dotata di un congruo numero di blocchetti di tagliandi con i numeri da vendere.
Personalmente ritengo che non faccia parte dei compiti di un insegnante gestire vendite a scopo benefico né organizzare raccolte fondi (mentre lavoro sempre con gran piacere alla Mostra del Libro, che mi sembra assai più consona al mio insegnantesco ruolo) ma, dal momento che nessuno mi aveva chiesto di industriarmi in alcun modo per la Lotteria, mi sono limitata a non comprare biglietti e a lasciare nelle mie ore qualche minuto ai ragazzi per organizzare i loro rendiconti e raccogliere i soldi - oltre a elargire qualche generico e assai meritato complimento alla prof. Therral per la velocità e l'accortezza con cui aveva organizzato il tutto.

La sera del quarto giorno, quando ormai le vendite fervevano e i blocchetti di numeri andavano e venivano in gran copia, la prof. Therral ha ricevuto una telefonata da parte del Presidente del Comitato Genitori (di cui ignorava financo l'esistenza, come quasi tutti noi del resto) che si lamentava di come detto Comitato non fosse stato coinvolto e di come perciò si fosse sentito scavalcato.
Repressa la fortissima tentazione di mandare il Presidente del fantomatico Comitato diritto filato a Fanculo, la prof. Therral è ricorsa a blande parolette con cui ha cercato di calmare l'irritato Presidente e di scusarsi del grave delitto di aver tentato di fare qualcosa per risolvere un problema oggettivo al quale il BarbaComitato non aveva mai minimamente mostrato di interessarsi*. Più avanti è venuta a sapere per vie traverse (in un paese per vie traverse si vengono sempre a sapere valanghe di cose che talvolta sarebbe più decoroso che restassero occulte) di come la Preside, parimenti redarguita dal Presidente del Comitato dei Genitori, fosse sgusciata come un anguilla dichiarando con grande mendacità che lei di questa storia della Lotteria non era stata minimamente informata. Tutto ciò, comprensibilmente, non ha fatto piacere alla prof. Therral, che in somma delle somme dalla Lotteria non aveva alcuna speranza né intenzione di ricavare un singolo centesimo per suo uso personale, ma solo un consistente aggravio di lavoro, il tutto in un periodo in cui, nei ritagli di tempo, stava pure gestendo un trasloco.
Ad ogni modo è stato deciso di sospendere la vendita dei biglietti e di aspettare i Consigli di Classe Con Genitori, di lì a pochi giorni, per presentare l'iniziativa ai genitori in questione (i quali genitori, peraltro, da qualche giorno stavano comprando biglietti in quantità e sollecitando parenti e amici a fare altrettanto).
Così l'iniziativa è stata fermata (teoricamente), e allora il Comitato dei Genitori ha fatto sapere che non intendeva fermarla, e allora l'iniziativa è ripresa. La Preside non ha più dato segni di vita e ha lasciato che la Natura facesse il suo corso, in parte convinta a ciò anche dall'accorta mediazione della VicePreside.
Nel frattempo i ragazzi continuavano imperterriti a vendere biglietti (e tenendo conto che siamo una scuola che a malapena arriva a 200 alunni, ne hanno venduta una quantità invero assai ragguardevole).
Infine c'è stato il sorteggio dei premi, le varie ceste hanno smesso di ingombrare la Sala Insegnanti e la prof. Therral ha fatto il bilancio definitivo, talmente lusinghiero da consentire l'acquisto di due LIM e relativi computer oltre all'allestimento della Postazione Video**, grazie a una piccola giunta offerta dalla scuola.

Qualche settimana dopo sono arrivati i tecnici e hanno montato le LIM. 
A quel punto è arrivata dalle elementari Maestra Tina, e si è molto lamentata che il Comitato Genitori fosse entrato nella nostra scuola senza autorizzazione e avesse montato le LIM impicciandosi troppo, e perché si erano impicciati tanto***? Il Comitato Genitori non avrebbe dovuto allargarsi così, ledendo la Sacra Autonomia della scuola, né noi avremmo dovuto permetterglielo.
E' seguita un accanita discussione tra Maestra Tina e la nostra VicePreside, che con grande fermezza ha sostenuto che 1) chi era entrato nella nostra scuola era autorizzato eccome, e 2) se Maestra Tina si fosse fatta una buona teglia di cavoli suoi non sarebbe poi stato questo gran male. In tutto ciò, ovviamente, la Preside non si è immischiata né tanto né poco. In compenso la prof. Therral si è sentita redarguire per l'ennesima volta per la grave colpa di aver fatto qualcosa per la sua scuola e, nonostante non abbia un carattere particolarmente acido, se ne è alquanto risentita e ha promesso e giurato che la prossima volta che le verrà l'incauta idea di organizzare alcunché si siederà in poltrona aspettando che tale malsana idea le passi. 
Vorrei poter aggiungere che ha comunque avuto il sostegno morale e il conforto di tutto il corpo docenti della scuola media di St. Mary Mead ma, ahimé, non posso: più di un insegnante ha osservato che questo avrebbe potuto essere fatto meglio, che quest'altro tanto bene non andava e via dicendo. Mi sono ben guardata dal riferire questo tipo di commenti alla prof. Therral, ma temo di dover ammettere che questa mia discrezione è rimasta un caso abbastanza isolato.

Comunque le LIM ci sono. Non funzionano molto bene, al momento, e nessuno è ancora riuscito a spiegare alla Dirigenza, o almeno al prof. Jorge, che per le LIM servirebbe anche un po' di manutenzione, ma si spera che le cose finiranno per sistemarsi - e soprattutto che prima o poi il proiettore nuovo per la postazione video arrivi.

*il suddetto Comitato è trasversale, nel senso che è costituito da genitori di tutti i plessi dell'Istituto Comprensivo di St. Mary Mead, dalle materne alle medie, e si occupa soprattutto dell'organizzazione delle feste di fine anno.
**in compenso la postazione video ancora langue - con mio estremo disappunto, visto che il sorteggio delle LIM in questione NON ha favorito la mia classe.
***forse perché di mestiere uno di questi genitori del BarbaComitato vende LIM, e ricorrendo a lui i tempi di installazione si sono notevolmente accorciati.

Questa storia, rigorosamente unplugged, non è un pesce d'Aprile e nessun pesce è stato maltrattato durante la produzione di questo post.

12 commenti:

  1. "SQUEREBEQUECK!!!"
    Reazione incredibilmente stupefatta di Paperino!!!

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  2. Un déjà vu!!!! Un anno ho avuto la malaugurata idea di organizzare una serata con tanto di gruppo musicale, lotteria e compagnia cantando per acquistare le LIM....anch'io non ho più avuto queste belle pensate, e senza neanche sedermi e aspettare che mi passi!!!! :'(

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  3. Che dire: tutta la mia comprensione per la povera professoressa. Io ci sono già passata e ho avuto la meravigliosa idea di comprarmi una chaise longue ancora più comoda di una poltrona perché queste idee continuano a venirmi e fortunatamente anche a passarmi!

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  4. Parlando in generale questa storia è un esempio perfetto del perché io abbia giurato quando finalmente la fine della terza liceo è arrivata di non mettere mai più piede in una scuola in vita mia. Fare montagne dei topolini e fermare accuratamente gli occhi per non vedere le montagne, forse per meglio scansarle, gettare quintalate di tempo e di parole per montare il nulla (altra storia tipica e topica gli insegnanti che NEL 2015!!!!!!! stanno ancora a misurare le scollature e le sgambature dei vestiti degli allievi!!!! santo cielo, ma la loro professione è la frustrazione? boh!), nulla è mutato, decisamente. Soffocante. E come sempre, gli individui diversi sono sovrastati da questa macchina pesante di mediocrità e di nulla.
    Auguri Murasaki, anche se poi le lotterie non entusiasmano neppure me, ma sinceramente viene voglia di mettersi apposta a vendere biglietti sotto il naso di oppositori di cotanto valore...

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  5. mi sono accorta che ho usato un francesismo, nel senso letterale del termine: fermer les yeux. Non si tratta evidentemente di "fermare gli occhi" ma di chiuderli. Chiedo scusa dello svarione.

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  6. Beh, è un classico che chi si muove e si attiva per uno scopo 'benefico', incorre molto spesso nelle critiche, più o meno velate, di coloro che saprebbero sempre come raggiungere l'obiettivo, ma che, guarda caso, non muovono un dito...
    Più facile e più comodo starsene in panciolle e criticare...
    Ciao, Murasaki, come vedi, sono 'riemersa da un'infinità di tempo', tanto per citare il fu Montale.
    Buon fine settimana!

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  7. Se si parlasse meno e si agisse di più (senza troppa pubblicità) senza che questo comporti necessariamente sempre un ritorno, come funzionerebbero meglio le cose in Italia a tutti i livelli e in tutti gli ambiti...)

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  8. A me la cosa che fa più impressione di tutte è la quantità di soldi raccolti, perché la lotteria la facciamo anche noi, ma al massimo ci paghiamo due sconti alla gita per due alunni bisognosi.
    Sul resto, per fortuna da noi non c'è questo clima di boicottaggio, anzi, dunque se la tua collega dal tocco di Mida vuole venire dalle nostre parti la si accoglie a braccia spalancate!

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  9. @Eva:
    così va il mondo, ahimé. E non soltanto a scuola.

    @Aliceland:
    Sì, corre voce che questo tipo di malattie sia senza ricadute ^__^

    @Viv:
    Eccellente l'idea della chaise longue, la girerò alla mia collega.

    @Pellegrina:
    Come dicevo a Eva, temo che il problema non sia limitato alla scuola, o alla vita di paese, e che anzi sia molto diffuso.
    Comunque qua non abbiamo niente contro i francesismi, e anche se in italiano di solito "fermiamo lo sguardo" e non gli occhi, la tua frase era perfettamente chiara.

    @Cautelosa:
    Felicissima di risentirti! C'è qualche speranza che il tuo blog ritorni in vita? E, soprattutto, come va la vita?

    @Wild Horse:
    E non soltanto in Italia, direi.

    @povna:
    L'incasso ha piacevolmente sorpreso tutti noi. Credo comunque che i genitori di una scuola media siano più sensibili a certi richiami, e da noi si sono sempre mostrati piuttosto disponibili.
    Girerò l'offerta alla mia collega, ma come sai siamo piuttosto lontani da te, e lei ha ancora dei figli molto piccoli. Ma chissà... ^__^

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  10. Sì, immmagino che l'esclusiva degli ignavi non sia scolastica, eppure è proprio lì che l'ho vissuta e la vedo oggi nel modo più soffocante e tarpante dai racconti di chi ci sta. Da un lato la paura di svegliare i fanciulli dal rassicurante solco, dall'altro l'ammorbante paura che il mondo faccia irruzione nella propria scatola e costringa a guardarlo in faccia. Il caso critico è uno scandalo da coprire per perbenismo, non un problema da affrontare. Sempre, per dieci anni almeno, mi sono scontrata con il quaeta non movere con quel che precede. E i più attivi nel sopire erano proprio i cosiddetti progressisti, ahimé. Anziché il portarti alla vita adulta, autonoma, alla meraviglia della conoscenza, all'interazione tra mondo e organizzazione, all'autorganizzazione, la più grande preoccupazione era tarpare le ali, evitare il confronto con tutto ciò che non fosse rinchiuso nell'aula, addormentare, incanalare, irregimentare. Rimbambinare, se mi passi l'espressione. E poi i discorsi infiniti infiniti inutili sulle più dementi cazzate che sistematicamente NON dovevano MAI portare ad alcuna decisione. Sola un'insegnante fece eccezione, in seconda media. Purtroppo se ne andò per motivi familiari e arrivò al suo posto una Santa Alleanza. Peccato tra noi non ci fosse uno Stendhal per raccontarla.
    E ho giurato: scuola, mai più.

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  11. Ogni scuola è un universo a parte, così come lo è ogni classe. A St. Mary Mead dove lavoro - e dove talvolta mi trovo QUASI bene - nonostante ognuno ragioni a modo suo e ognuno abbia le sue personali e pazze teorie, i generale questa gran paura che il mondo esterno faccia irruzione non c'è e il caso critico viene vissuto di solito come una croce collettiva per cui tutti abbiamo una ricetta e un idea per aiutare (spesso senza risultato, ma vabbe'). Comunque, che la scuola sia un mondo fangoso dove fare qualcosa di nuovo (o anche semplicemente FARE qualcosa) è complicatissimo e ostacolato in tutti i modi è assolutamente vero, come è vero che se non si ha un quantitativo immane di un certo tipo di pazienza, a scuola si muore di ulcera e di orticaria.

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