Il più famoso bosco della Terra di Mezzo appare per la prima volta nel Signore degli Anelli attraverso la descrizione estatica che ne fa Legolas, che pure non l'ha mai visto:
"E' la più bella fra tutte le dimore della mia gente. Non vi sono alberi pari agli alberi di quella terra; in autunno le loro foglie non cadono, bensì diventano d'oro; per cadere attendono la primavera, che porta il nuovo verde, e ricopre i rami di fiori gialli. Allora il suolo del bosco è d'oro, e d'oro anche il soffitto, e le colonne d'argento, poiché la corteccia degli alberi è liscia e grigia. Così narrano ancora i nostri canti nel Bosco Atro".
E' più che comprensibile che una simile meraviglia sia tanto apprezzata da elfi che appena escono fuori dal fazzoletto di regno di Thranduil si ritrovano in un bosco cupo e pieno di scoiattoli neri (per tacere dei ragni); ma non c'è esagerazione, nei canti di Bosco Atro: Lothlorien è effettivamente la più splendida delle meraviglie della Terra di Mezzo. Bosco d'Oro, lo chiamano nella lingua comune. In elfico era Laurelindòrenan (terra della valle dell'oro cantante) oppure Lothlorien (fiordisogno), talvolta accorciato in Lorien (terra dell'oro).
Gli alberi dalle foglie d'oro e dai fiori d'oro sono i mallorn, piante che vengono dalle terre al di là del Mare; diciamo qualcosa di simile a delle betulle in versione extralusso, che possono crescere molto più di qualsiasi normale albero (Galadriel ne regalerà un seme a Sam insieme a un po' di terra di Lorien, e Sam userà entrambi per sanare le ferite che Saruman ha causato alla Contea).
Come sempre succede, anche di questa meraviglia delle meraviglie si trova qualcuno disposto a dir male:
"Dobbiamo inoltrarci nel Bosco d'Oro, a quel che dici" depreca Boromir "Ma di quella perigliosa contrada abbiamo udito parlare a Gondor, e si dice che pochi di coloro che vi mettano piede ne escano, e che, di questi pochi, nessuno sia uscito illeso".
"Soltanto il male qui ha da temere, o colui che porta seco il male" ribatte Aragorn.
In realtà non c'è molta scelta: dopo la traversata di Moria (dove Gandalf è caduto nell'abisso insieme al Balrog), la Compagnia è pesta e ammaccata e deve riposarsi, rimettersi in forze e decidere sul da farsi; Lothlorien è l'unico posto nelle vicinanze dove possono farlo in sicurezza.
Il povero Boromir, che in tutto il viaggio non ne azzecca una a parte far portare delle fascine di legna alla Compagnia quando cercano di varcare il passo del Cornorosso, non è qui del tutto da biasimare: se il suo saggio fratello Faramir non nutre alcuna diffidenza ma solo rispetto per la Signora del Bosco d'Oro*, Eomer di Rohan ne parla con una certa leggerezza come di una maga che irretisce gli uomini con i suoi incantesimi (provocando la reazione assai irritata di Gimli). Tuttavia Boromir ha le sue ragioni per temere il Magico Bosco d'Oro, e in quella terra benedetta che cura tutte le ferite e i mali, sarà proprio lui ad ammalarsi, o meglio a prendere coscienza dell'Ombra che si sta impossessando di lui.
Di fatto, Lothlorien è un luogo dove quasi nessuno ha il permesso di entrare, e la Signora del Bosco d'Oro si sceglie con cura i visitatori. Perfino per la Compagnia che sta svolgendo una delle missioni più importanti della storia della Terra di Mezzo l'ingresso non è semplicissimo, nonostante fra i suoi componenti ci siano un elfo e addirittura Aragorn che, oltre ad essere l'erede di Isildur e ad avere sangue elfico nelle vene, è da tempo quasi un parente in quanto promesso sposo di Arwen, nipote della Signora in questione - per inciso, è proprio a Lotlorien che la coppia si è scambiata la promessa.
Lothlorien in primavera, come l'ha disegnata Tolkien
Il Bosco d'oro è protetto da ben due fiumi: l'Argentaroggia e il Nimrodel (che prende il nome da una bellissima e sfortunatissima fanciulla elfica che la ria sorte separò dal suo amato Amroth), che proprio a Lothlorien si congiungono per un tratto per poi sfociare nell'Anduin, detto anche il Grande Fiume. Entrambi i fiumi hanno acque fredde e il Nimrodel in particolare è un fiume incantato, che guarisce dalla fatica e purifica. Proprio attraversando il Nimrodel la Compagnia entra a Lothlorien, in piena notte.
Tuttavia nemmeno i fiumi incantati sono più una difesa sicura, e sui confini di Lorien c'è un servizio permanente di sentinelle per proteggere il Bosco d'Oro dalle scorrerie degli orchetti; ma soprattutto notte e giorno su Lothlorien veglia Galadriel, potente signora elfica che per giunta possiede uno dei Tre anelli - quelli buoni, mai sfiorati da Sauron. Per inciso a Lothlorien c'è anche lo sposo di Galadriel, Celeborn, che pur essendo messo in ombra dalla grandezza della consorte non è certo un elfo di scarso rilievo.
Lothlorien è dunque il regno elfico per eccellenza, il massimo e il meglio che un viandante sul finire della Terza Era possa sperare di vedere nella Terra di Mezzo, luogo insieme di guarigione e di assoluta armonia e bellezza, l'interno di un canto elfico, come osserva Sam che gradisce assai (ma, se proprio non sei un orchetto o un Nazgul, è davvero difficile stare malvolentieri a Lothlorien - a meno che l'oscuro potere dell'Anello non ti stia corrompendo, com'è il caso dello sventurato Boromir che di tutta la compagnia è quello che si sdilinquisce meno sul Bosco d'Oro); un luogo benedetto fuori dal tempo e dallo spazio, dove il tempo scorre a modo suo - caratteristica tipica dei regni elfici (Sam scoprirà con una certa meraviglia che mentre erano nel Bosco il tempo si era fermato, oppure che era passato più velocemente di come l'avevano percepito - in tutti i casi uscendo ritrovano la stessa luna che avevano lasciato, allo stesso identico punto del suo ciclo. Possibile che fosse passato un intero mese? E Aragorn gli spiegherà che in realtà ne sono passati due, mentre Legolas illustrerà il peculiare modo degli Elfi di percepire il tempo).
Tutto intorno ai suoi dorati confini il mondo è grigio e informe, ma dentro i colori sono vividi e il tempo è sul bello stabile a parte qualche occasionale pioggerella che rende tutto ancor più luminoso e lucente.
Soprattutto, il bosco è di una felicità assoluta:
"Frodo posò la mano sull'albero accanto alla scala: mai come allora aveva percepito così all'improvviso e con tale intensità il contatto e la consistenza della corteccia di un albero e della vita che vi scorreva. Il legno in se stesso, ed il suo contatto, gli procuravano una gioia diversa da quella del falegname o della guardia forestale: era la gioia vissuta dall'albero che penetrava in lui".
Lothlorien è un bosco felice. Gli alberi amano il popolo che li abita, che li ricambia appassionatamente. Le entità vegetali e quelle che si muovono su due gambe non covano odio, rancore o risentimento. Non c'è mai stata violenza tra loro, solo amore. Gli elfi abitano gli alberi e li modellano adattandosi a loro. Usano il legname per le loro architetture, ma la cosa non sembra creare problemi agli alberi, persi nell'estasi del loro trionfo vegetale e nella gioia della terra benedetta che abitano con i loro amici.
"Frodo rimase in piedi perso in ammirazione. Gli sembrava di essere volato giù da un'alta finestra aperta, su un mondo svanito. La luce in cui era immerso non aveva nome nella sua lingua. Tutto ciò che vedeva era armonioso, ma i contorni parevano al tempo stesso precisi, come se concepiti e disegnati al momento in cui gli venivano scoperti gli occhi, ed antichi, come se fossero esistiti da sempre. Non vedeva colori ignoti al suo sguardo, ma qui l'oro ed il bianco, il blu ed il verde erano freschi ed acuti, e gli pareva di percepirli per la prima volta e di creare per essi nomi nuovi e meravigliosi. Nessun cuore avrebbe mai potuto qui d'inverno rimpiangere l'estate o la primavera. Né difetto, né malattia, né deformità su tutto ciò che cresceva sulla terra. A Lorien non vi era alcuna macchia".
Siamo ancora a Cerin Amroth, il cuore dell'antico reame ai tempi di Amroth. Lì sorgeva la sua dimora, di cui non è rimasta traccia.
Pauline Bayes - Cerin Amroth
"Una grossa montagnola era ricoperta di un manto d'erba verde come la Primavera dei Tempi Remoti; in cima, in una doppia corona, crescevano due cerchi di alberi: quelli all'esterno avevano una corteccia candida come neve, ed erano privi di foglie, ma splendidi nella loro armoniosa nudità; quelli interni si ergevano in tutta la loro altezza, ancora vestiti di pallido oro. Al centro giganteggiava un albero, fra gli alti rami del quale spendeva un bianco flet. L'erba ai piedi dei tronchi e sui verdi fianchi della collina era cosparsa di piccoli fiori d'oro a forma di stella. Fra questi, altri fiori ondeggiavano su esili steli, bianchi o d'un verde pallidissimo: scintillavano come nebbioline sull'intenso colore dell'erba. Il cielo in alto era blu, ed il sole del pomeriggio ardeva sulla collina proiettando lunghe ombre verdi sotto gli alberi".
E' la collina dove Aragorn ed Arwen si sono scambiati la promessa, nella sera di Mezza Estate (ma il lettore lo scoprirà solo ottocento pagine dopo), e i fiori sono elanor e niphredil, che vengono dal di là del Mare e nella Terra di Mezzo si trovano soltanto a Lothlorien.
Calealdarone - Cerin Amroth
Lothlorien è senza sottobosco: non c'è l'ombra di una pianta parassita o secca, e i fiori e l'erba hanno la stessa importanza degli alberi - un bel bosco panoramico, di stampo finlandese (e sembra, in effetti, che la lingua degli elfi sia stata ricreata sul modello del finlandese). Ampie radure e verdi prati abbondano, e la Compagnia viene alloggiata in un comodo padiglione sotto gli alberi, praticamente all'aperto. Naturalmente la temperatura è mite e gradevole.
Ci sono comunque molti alberi intorno a loro, e la corte dei Signori del Bosco d'Oro è situata a Caras Galadhon, che è una città di alberi:
"Si ergeva alto un verde muro che circondava un verde colle ove si affollavano gli alberi d'oro più imponenti che avessero visto in tutto il paese. Impossibile precisare la loro altezza: giganteggiavano nel vespero come torri viventi. Tra i loro rami frondosi e le loro foglie sempre vibranti, brillavano innumerevoli luci, verdi, oro ed argento".
La loro casa è in alto sull'albero più alto, e la sala del trono è costruita intorno al tronco dell'albero che si affusolava avvicinandosi alla sommità, ed era pur sempre un pilastro dall'ampia circonferenza.
Gli elfi tendono dunque a mescolarsi con i loro boschi, senza sopraffarli, e hanno dei boschi molto lucenti, lindi e ordinati: niente fango, ragni, bave di lumaca, rami secchi, sterpaglia, rovi - e onestamente nei capitoli dedicati a Lothlorien non viene citato un animale che sia uno, bello o brutto, simpatico o rustico, solo una barca a forma di cigno che fa tanto Lohengrin (ma nessuna traccia del graal).
Solo gli elfi e gli alberi, in un eterno idillio, e come si procurino il cibo non è dato sapere: niente mucche, niente campi di insalatina, niente patate e barbabietole (anche se Galadriel ha un frutteto, da cui prende la terra che donerà a Sam); tutto è liscio e ben levigato, ma per quanto ci è dato vedere nulla è coltivato. Lo squisito pranzo che Galadriel offre ai suoi ospiti l'ultimo giorno della loro permanenza in quella terra incantata non si sa come sia stato prodotto, e non ci sono zone abitate nei dintorni con cui commerciare - salvo i posti popolati di orchetti, ma non risulta che la loro cucina o cacciagione abbia niente che possa raccomandarla a palati sì raffinati.
Anche i doni che i Signori del Bosco offrono alla Compagnia al momento della partenza sono doni mimetici: sottili e leggere barche incantate color grigioargento, che scivolano inosservate sul fiume, mantelli mimetici che cambiano colore a seconda dell'ambiente che li circonda (possibili antenati del Mantello dell'Invisibilità di Harry Potter), corda grigioargento (che brilla fiocamente al buio, come le barche) e piccole gallette di un bianco leggermente dorato molto nutrienti - tutte cose che risulteranno utilissime per tutti, più avanti, perché la segretezza è l'arma principale della Compagnia e soprattutto dei due hobbit che sgusceranno dentro Mordor.
Dietro a tutto il suo fascino incantato però Lothlorien è un mondo che sta per essere abbandonato e che i suoi abitanti stanno già rimpiangendo mentre ancora ci abitano: è infatti destino degli elfi avere sempre qualcosa da rimpiangere: il mare se sono sulla terraferma, le isole al di là del mare quando sono nella Terra di Mezzo, e certamente la Terra di Mezzo quando saranno tornati nelle isole al di là del mare.
L'irrealtà di questa terra incantata viene evidenziata proprio al momento della partenza, quando la Compagnia allontanandosi ha l'impressione che Lorien stesse scivolando via, simile ad una luminosa nave dagli alberi incantati, che navigasse verso lidi obliati, mentre essi guardavano inetti, e seduti sulle rive di un mondo grigio e spoglio.
Il tema dell'addio è intessuto profondamente nel bosco di Lorien: Galadriel sarà la prima ad abbandonarlo, pochi anni dopo la fine della guerra, partendo insieme a Frodo, Bilbo, Gandalf ed Elrond. Celeborn la seguirà qualche anno (decennio?) dopo.
Il bosco resterà, vuoto e silenzioso, e nel centeventesimo anno della Quarta Era accoglierà per qualche mese Arwen Undomiel, la Stella del Vespro, che dopo la morte del suo sposo sceglierà di morire nel luogo dove aveva fatto la scelta che l'aveva separata dalla sua razza:
"Alla fine, mentre cadevano le foglie dei mallorn, e la primavera era ancora lontana, ella si distese sul Cerin Amroth; e quella sarà la sua verde tomba finché il mondo cambierà, e i giorni della sua vita saranno del tutto obliati dagli uomini che nasceranno, e l'elanor e il niphredil non fioriranno più a est del Mare".
*ma è noto che in tutto il romanzo Faramir non sbaglia un colpo che sia uno