martedì 7 luglio 2015

Sulla complessa e delicata questione se sia etico e decoroso per l'insegnante concedere l'amicizia su Facebook agli alunni

Amleto, prence di Danimarca, pondera con grande serietà profonde questioni esistenziali

A lungo in questi anni si è discusso (anche qui) se fosse cosa buona e rispettabile e opportuna per un docente accordare ai suoi alunni l'amicizia su Facebook e, qualora questa amicizia venisse poi effettivamente accordata, di come si dovesse regolare il docente in questione per non venir meno al suo Alto Compito di Educatore. 
Tuttavia le Nuove Tecnologie hanno questo di buono: ti pongono delle domande, ma ti danno anche delle risposte - anche se né le une né le altre sono sempre facilissime da prevedere.

Qualche settimana fa realizzai improvvisamente che, nella Prima Effervescente, nessuno, assolutamente nessuno degli alunni mi aveva chiesto l'amicizia su Facebook, nonostante i rapporti fossero all'apparenza più che buoni.
Così ho fatto un rapido controllo e ho scoperto che (al di là di altri ed eventuali motivi) non me l'hanno chiesta perché nessuno di loro è su Facebook.
Si tratta di una classe altamente informatizzata, dove alcuni fanno gli schemi su chiavetta e altri dissertano sui vari programmi che ci sono o non ci sono nel computer della LIM. Però al momento nessuno di loro è su Facebook.
In compenso alcuni di loro sono già riusciti a incasinarsi mirabilmente con assai complessi litigi su WhatsApp.
"Ormai Facebook per loro è un po' antiquato" mi ha spiegato una collega "Si trovano meglio su WhatsApp. E ci si incasinano meglio, anche".

WhatsApp, come Twitter, è qualcosa da cui mi sono tenuta volontariamente fuori perché ho una densa vita informatica ma una vita telefonica limitata alle telefonate normali, quelle dove si parla, e a qualche sporadico SMS. Dal momento però che, a parte me, tutti usano WhatsApp e sanno benissimo come funziona non è necessario che mi perda in spiegazioni: tutti i ragazzi e gran parte dei bambini hanno un telefono che gli permette di usare WhatsApp, e visto che si tratta di un giocattolino ancora nuovo, gran parte degli utenti vecchi e nuovi lo usa con scarso discernimento e prudenza. Insultarsi su WhatsApp è facile e gratuito, infilare la gente suo malgrado nei gruppi con WhatsApp è cosa alla portata di tutti e fare sciocchezze su WhatsApp al momento sembra il divertimento favorito per tutte le età. I professori si limitano a raccattare i cocci dei vari disastri telefonici combinati tra compagni di classe e di corridoio e a scomodare la Polizia Postale perché venga nelle scuole a portare qualche parola di saggezza (e loro vengono, e fanno anche dei begli interventi sensati. Peccato che, negli anni delle medie, il buon senso sia tenuto in assai scarsa considerazione dai ragazzi).
Passerà anche questa come ne sono passate tante, immagino. Tra qualche anno si creeranno nuovi equilibri ed abitudini, oppure WhatsApp passerà di moda con l'arrivo di qualcosa di più recente e al momento imprevedibile. Al momento però, come sempre quando c'è qualche novità ancora non ben digerita, la situazione è fluida e un tantinello incasinata.

Io intanto mi godo una bacheca a prevalenza adulta, dove dominano incontrastate le Brigate Takahashi. E, visto che ormai tra gli amici di Facebook ho soltanto ex-allievi, ovvero persone con cui non sono più legata da obblighi, sto seriamente meditando di dare un tono un po' meno neutrale al mio personale profilo. Solo un po'.

11 commenti:

  1. Effettivamente ora i i ragazzi usano altro: Ask, Instagram e diavolerie varie, oltre a wa, mentre fb sembra essere quasi superato. Un modo per aggirare il controllo dei genitori, temo, dato che su FB ci siamo anche noi adulti e lì si vigila, mentre su questi nuovissimi social trovo maggiori difficoltà.
    Sull'opportunità di concedere o meno l'amicizia, concordo sul fatto che un minimo di distanza vada mantenuta perché, insomma... anche gli insegnanti hanno una vita, o no? ^___^

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  2. Nella mia zona una prof é salita alla ribalta delle cronache per aver inviato , per sbaglio sulla chat degli alunni, una sua foto sexi destinata al compagno.
    Agrimonia.

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  3. L'uso di Whatsapp è davvero selvaggio e inconsapevole da parte degli adulti in primis, molto più che quello di FB, e su questo temo che ci vorrà parecchia acqua a macerare ponti perché, superata la questione novità, che come tu ricordi ha un suo peso notevole, c'è quella della maleducazione che Whazzy argina molto meno di FB.
    La cosa molto bella è che questo permette viceversa un uso scolastico ufficiale di FB nuovo (o meglio, di ritorno - secondo la modalità scolastica pensata inizialmente da Zuckenberg) assai interessante, sia nelle pagine ufficiali della scuola, sia nei gruppi didattici, che per noi sono stati la vera marcia in più quest'anno, in tutte le classi dove li abbiamo usati.
    Sull'amicizia, anche io solo ex, senza eccezioni. E anche lì la maggior parte degli ex molto blindati ugualmente come privacy.
    Lascio invece aperta la chat anche agli alunni in corso, specie coi gruppi didattici trovo sia utile.
    Whazzy invece è purtroppo selvaggio, e i meno educati tra i 'miei' genitori lo hanno usato quest'anno partendo dal telefono. La cosa mi infastidisce per via del fatto che si vede se il messaggio è stato letto, e di solito infatti non li leggo mai per principio.
    Io, di mio, ho un gruppo con gli amici del nord (molto utile) e poi lo uso per foto e simili singolarmente. Sul resto, ho molti dubbi e perplessità.

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  4. Già Facebook lo uso molto poco, di Twitter non se ne parla. Per FB do l'amicizia solo ad alunni usciti da un po', mentre vedo che molti colleghi accolgono allegramente tutti (e questo provoca seri problemi di privacy perché, come direbbe Manzoni, gli amici non sono come i coniugi, cioè due, ma millemila e, per la proprietà transitiva, l'amico del collega amico diventa involontariamente mio amico, nel senso che ha accesso alle mie cose, con mie arrabbiature cosmiche. Su WhatsApp dovrei scriverci un post...Sono stata inserita in almeno tre gruppi di mamme della scuola del Cucciolo...BRRRRRR! Ancora tremo!

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  5. io non houn profilo FB, e questa forse è la principale ragione per cui non concepirei, qualora fosse a carattere personale e non ad-hoc con taglio lavorativo, una relazione su socila network da docente con gli studenti.
    di entrambi, FB e WA, (per altro, ormai, di medesima proprietà) ho una certezza: hanno sdoganato lil linguaggio non filtrato dal pensiero un po' come le macchine hanno sdoganato le dita nel naso ai semafori. se sei a piedi davanti alle strisce pedonali hai molte più remore che dietro ad un finestrino, per capirci.

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  6. @Linda:
    La questione è complessa - anche perché ci sono molti modi per viversi Facebook: io sono spontaneamente portata a non adoperarlo per questioni private e per me è un posto dove fare quattro chiacchiere amichevoli, salvo andare in chat per le questioni più private. Se mentre sto a fare la caccia al tesoro qualche alunno vuole sapere da me come fare questa o quest'altra cosa, o anche giustificarsi per il giorno dopo, non è un problema. E a tutt'oggi, dopo quattro anni e mezzo, non solo in rete non ci sono foto mie, ma nemmeno quelle dei miei gatti!
    Tanti altri postano foto del loro giardino o della facciata della cattedrale di san Crodegango. Chiaro che se gestisci un piccolo giro di scambisti o frequenti rave party conviene avere due profili non comunicanti, se vuoi l'amicizia degli alunni. Ancor più chiaro, se insegni in un piccolo paese dove sei nata e cresciuta, è che gli alunni sanno assolutamente tutto di te, e lo saprebbero anche se se FB fosse ancora da inventare.

    @Agrimony:
    Ecco, appunto... Una distrazione è sempre possibile, ma d'altro canto una potrà ben mandare le sue foto a chi più gli aggrada? Un incidente su WA non conosce rimedio )ma vale abbastanza anche per FB, ahimé)

    @la 'povna
    ahimé, meglio non avresti potuto scrivere. Certo, un gruppo di persone educate e sennate resterà tale anche su WA ma, a parte che in giro non sono poi tante, sembra che WA riesca a scatenare gli istinti più deleteri: giusto quest'anno a Giugno la collega che gestisce il sito della scuola ha pregato pubblicamente le colleghe di smettere di mandarle "di tutto e di più" su WA. Al di là dell'educazione, c'è anche un problema di DISCREZIONE e OPPORTUNITA' su cui pochi sono inclini a riflettere spontaneamente: se io posto sette foto del mio bambino o di un mazzo di gattini diabetici su FB dall'esterno tu puoi scansare la mia bacheca oppure chiedere di vedere solo gli avvisi più importanti. Se io mando ai miei contatti sette foto del mio bellissimo bambino o un mazzo di gattini diabetici non lavoro sulla MIA bacheca, al contrario introduco nella loro vita qualcosa di cui magari farebbero volentierissimo a meno, e magari alcuni sono sinceramente interessati al tuo bambino (o sono costretti a dichiararsi tali per non rompere un amicizia trentennale) mentre altri, per esempio il gruppo del consiglio di classe della seconda B, hanno tutto il diritto di fregarsene sia di tuo figlio che dei tuoi stupidissimi gattini e financo dell'ultima sciocchezza detta da Salvini o dell'ultima perfidia fatta dai perfidissimi immigrati clandestini.

    @dolcezze:
    ecco, appunto...

    @ammennicoli:
    Ebbene sì, c'è anche da considerare che molte persone apparentemente provviste di buon senso nella cosiddetta Real Life, appena entrati in rete se ne spogliano come di un vestito fuori moda, e su WA ancor più che su FB. Con conseguenze devastanti, o almeno con grande scocciatura di chi si ritrova 800 messaggi sul telefonino di cui farebbe a meno più che volentieri.

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  7. No FB, no Tw, no WA, no ambarabaciccicocco'. Che bello!! Dici che me lo posso permettere perché sono una felice nullafacente, antiquata, diffidente solitaria ?

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  8. O forse una persona nullafacente, antiquata, solitaria E DI BUON SENSO?
    Chissà?

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  9. Ma si, Murasaki, ciascuno fa quel che crede, figuriamoci. Fb è solo un modo per comunicare, più o meno serio, ma da non prendere troppo sul serio. Io posto anche foto ( di gatti figli fiori), ma scelgo io chi le può vedere; un po' come scegliere con chi parlare.

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  10. In effetti io gestivo dei gruppi classe su fb ma da un paio d'anni sono abbastanza inutili, perché i ragazzini più giovani sono migrati altrove. A parte ask, o snapchat, che sono delle vere fogne (troppo forte fogna?) un uso moderato di wa con gli studenti è di qualche utilità. In genere non dimenticano chi è il prof e chi lo studente, e non si comportano male. Gli adulti sono molto peggio. Le mamme della classe di mio figlio, poi, francamente insopportabili.

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  11. @Linda:
    In realtà io non posto foto perché non ne faccio e ne tengo pochissime. Anche adesso che ho il tablet e posso fotografare il mondo mi sono limitata a un doppio arcobaleno incrociato un giorno per caso e a un paio di foto "di servizio" per la scuola. Non ho messo nemmeno una foto dei miei gatti (e forse potrei rimediare. Oppure no) ma mi piace MOLTISSIMO guardare le foto degli altri, anche quelle dei piatti e delle tavolate imbandite o dei fiori o di quel che è.

    @LGO:
    Infatti non credo il problema sia che i ragazzi su WA diventano impertinenti con i professori. Il problema, per noi delle medie, sono i ragazzi che litigano in piena lezione perché il giorno prima si sono insultati su WA! Senza contare che con i ragazzi uno dice sempre "vabbe', son ragazzi e imopareranno crescendo, almeno si spera", mentre con gli adulti questa speranza si fa assai più esile...

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