domenica 19 aprile 2015

Mostre del Libro e Mostri del Libro (considerazioni sparse di dubbia levatura)


La Mostra del Libro della Scuola Media di St. Mary Mead si è infine conclusa, dopo una settimana di duro lavoro. 
L'organizzazione stavolta è stata più efficiente: sulla base dell'esperienza dell'anno scorso i volantini sono stati preparati rapidamente e senza intralci, come i poster, e la scuola ha fatto bene la sua parte.
Molto meno la libreria prescelta, che nel frattempo ha cambiato gestione - e ben lo si è visto.
Nei due anni scorsi verso le nove di mattina arrivava un fulmine di guerra che, coadiuvato da una piccola truppa scelta di alunni da lui richiesti e da noi amorevolmente selezionati, nel giro di poco più di un ora allestiva i tavoli nel migliore dei modi. Alle undici portavamo le prime classi ad una non meglio definita "lettura animata" dove il fulmine di guerra in questione blandiva gli alunni presentando vari volumi e leggendo loro passi scelti dai medesimi.
Verso l'una il fulmine di guerra ci lasciava e le prime classi già scendevano in gita turistica. Le vendite iniziavano immediatamente.

Stavolta sono arrivati due topi singolarmente imbranati che non hanno voluto l'aiuto dei ragazzi e hanno finito di montare il tutto un buon quarto d'ora dopo il suono dell'ultima campanella della mattinata. Chiaramente, le vendite sono iniziate solo il giorno dopo. Letture più o meno animate e propagandistiche, nemmeno l'ombra.
Il vero problema però sono stati i libri. C'era una vasta scelta di libri per bambini piccolissimi (avevo chiesto qualcosina per eventuali fratellini minori e nipotini delle colleghe, come tutti gli anni; ma, appunto, qualcosina, non un tavolo pieno); più una bella scelta di libri su questioni didattiche e rapporto genitori-figli (anche per quelli c'era qualcosina anche gli altri anni, ma mirato soprattutto alla dislessia, cavallo di battaglia della libreria e Grande Punto Interrogativo per le scuole tutte) di cui è stato venduto un libro a un insegnante di sostegno - che sta cercando invano da una settimana di riavere i soldi dalla scuola, visto che per la scuola l'ha comprato, e non per il tinello di casa sua - e non disperiamo, nonostante tutto, che col tempo e la pazienza ci riesca. Poi una sezione di scienze adattissima a bambini tra i sette e i dieci anni, una serie di libri da cucina per bambini (?) - e ne abbiamo piazzati ben due - più una serie di non-libri con tecniche per smaltarsi le unghie e simili (assai guardati ma non acquistati) e una vasta scelta di classici per ragazzi, di quelli che allietavano le nostre letture una cinquantina di anni fa. Non li avevo assolutamente richiesti perché la biblioteca di scuola è assai fornita di Verne, Salgari, Twain e simili (è facilissimo trovarli in regalo); ne abbiamo comunque venduti tre, più una Capanna dello zio Tom che ci mancava e che ho preso per la biblioteca.
C'erano poi due tavoli su sei dedicati a letture prettamente adolescenziali. E grazie al cazzo.
In questi due tavoli non c'era l'ombra di Harry Potter né di Hunger Games né alcun libro di Paul Dowswell, Lia Levi, Neil Gaiman, Licia Troisi, Cornelia Funke, Silvana Gandolfi, Jacqueline Wilson, Isaac Asimov, Paul Van Loon, Silvana De Mari.... Michael Ende. E nemmeno Agatha Christie, se vogliamo dirla tutta.
Non c'erano nemmeno i libri che avevo chiesto, come Maus, Flavia de Luce nel campo di cetrioli, l'Evoluzione di Calpurnia o Io sono Malala (che nella nostra scuola è figura popolarissima). Non c'era l'ombra di un hobbit, anche se a questo punto mi sembra il minore dei mali.
C'erano la Ladra di libri e grande abbondanza dei romanzi di Green, ma a questo punto mi sorge il dubbio che ci fossero solo perché mi ero ricordata di chiederli (e infatti Green è andato come il pane).
C'erano nove libri nove della Salani, quattro dei quali per l'infanzia. In compenso c'era una vastissima scelta delle edizioni San Paolo e un po' di roba della Giunti - d'accordo, sono due case editrici che stanno facendo delle buone scelte nella letteratura per ragazzi, ma insomma non mi potete fare una mostra del libro per ragazzi con nove libri nove della Salani, e oltretutto di questi nove uno è l'Ascensore di Cristallo illustrato (peraltro unica presenza di Dahl su quei tavoli) e uno è un libro sulla Costituzione che fa venire il latte ai ginocchi (e qualcosina la dovrà pur cannare anche la Salani, ogni tanto).
Naturalmente mancavano anche le Brutte Scienze e le Brutte Storie. Eccerto, sono Salani pure quelle. 

Quando ho chiesto come mai non c'era nemmeno Harry Potter (che non mi ero preoccupata di chiedere dando per scontato che l'avrebbero portato) ho avuto due risposte diverse da due commesse diverse: una ha detto che era una scelta gestionale della libreria non avere Harry Potter né Geronimo Stilton (al che sorge spontanea la domanda "Ma siete scemi?") mentre l'altra ha infilato una storia su problemi di distribuzione, perché avevano cambiato fornitore - più credibile la seconda, in effetti, ma vai a sapere se almeno una delle due è vera.
Sta di fatto che a St. Mary Mead quest'anno la mostra del libro della scuola media è stata fatta con i fondi di magazzino, i ragazzi si sono lamentati che "non c'era niente" e che "l'anno scorso era meglio" (vere entrambe) e abbiamo incassato il 25% in meno invece di fare il 10% in più come l'anno scorso, senza contare che la biblioteca di scuola ha avuto meno libri in omaggio visto che gli omaggi ce li danno in percentuale, e di scienze non abbiamo potuto comprare nulla perché nulla c'era da comprare. E tutto ciò mi ha alquanto irritato.

Non per questo ho demorduto, anzi mi son subito detta "Guardiamo a chi altri possiamo rivolgerci per organizzare la mostra del libro l'anno prossimo". 
Un viaggio su Google con un paio di stringhe di ricerca ad hoc mi ha però svelato una realtà meno allettante del previsto: abbiamo sì una certa scelta di librerie specializzate per ragazzi (quattro, una delle quali però non è ben chiaro se esista ancora), ma più che libri per ragazzi ho visto che puntano molto sui libri per bambini, settore assai fiorente nella disastrata editoria italiana. Anche i numerosi eventi che organizzano puntano soprattutto sull'avvicinamento dei bambini alla lettura, si suppone in base al criterio che il lettore va catturato appena possibile, meglio se assai prima che abbia imparato a leggere. Anche le mostre del libro, ho avuto l'impressione (e mi piacerebbe molto essere smentita da qualche addetto ai lavori che conoscesse bene il settore invece di andare a tastoni come me) sono eventi assai più comuni nelle scuole elementari che alle medie.
Infatti, con mia grande perplessitudine, vedo che siamo stracolmi di libri - anche molto belli - che sono quasi senza testo ma con brillantissimi disegni, pop-up ed effetti grafici di grande richiamo, come quel delizioso libro di animali con le orecchie in pelliccia (sintetica, immagino) che qualche ragazzo mi ha portato a far vedere. "Prof, ma a chi può interessare un libro così?". Un attimo, e già stavo ad accarezzare le varie orecchie "A me, temo, se non me lo portate subito via" ho risposto. E per fortuna me lo hanno gentilmente sottratto, altrimenti adesso in casa avrei un libro con orecchie in pelliccia da accarezzare - il che mi porterebbe a trascurare indegnamente le belle orecchie delle micie di casa.

Molti genitori, desiderosi di accostare per tempo i loro pargoletti ai piaceri della lettura, devolvono notevoli cifre all'acquisto di questi deliziosi gadget, e i bambini mostrano di gradirli assai. Tuttavia, per quanto questi oggetti siano piacevoli e ben fatti, non sono sicura che rappresentino un effettivo incoraggiamento alla lettura in età più avanzata. Sono senz'altro ottimi giocattoli e va benissimo che i bambini ne abbiano a vagonate, ma non credo costituiscano un effettiva garanzia che la creaturina che a tre anni carezzava le orecchie in pelliccia sintetica dell'orsetto a tredici si legga Hunger Games, la Bussola d'oro o il Giovane Holden. Senza voler distogliere editori e genitori dalla produzione e dall'acquisto dei libri-giocattolo, mi viene da pensare che il vero lavoro di costruzione del lettore andrebbe iniziato lavorando sui ragazzi dai dieci anni in su, curando cioè quell'età in cui le cose si cominciano a fare non tanto per far piacere ai genitori e agli insegnanti delle scuole elementari (o della prima media) ma perché piacciono a noi stessi medesimi o, al limite, all'amica/o del cuore - insomma quando si comincia a decidere in proprio.
Per questa fascia di età i libri ci sono, eccome se ci sono. Ma in un paese librescamente disastrato come il nostro, dove la maggior parte degli adulti non legge nemmeno il tradizionale libro all'anno, fino a che punto ci si preoccupa di accostare i giovinetti in età di sviluppo a librerie e biblioteche - che ci sono, in abbondanza, ma se non stai in una grande città non sempre sono dietro l'angolo? Fino a che punto ci si preoccupa di formare o aggiornare gli insegnanti di Lettere (e di Scienze!) in merito, o di indirizzare le collane di narrativa per la scuola o le mai tanto vituperate antologie di lettura in questa direzione? Non è questo un compito che possa essere delegato più di tanto alle famiglie, perché la maggior parte delle famiglie non leggono e quindi non possono trasmettere quello che non sanno; ma anche la scuola non sembra all'altezza perché, se molti insegnanti delle elementari sanno destreggiarsi assai bene nel mare dell'editoria per l'infanzia, quando si arriva alle medie le cose cambiano, anche perché non sono molti gli insegnanti di Lettere che amano effettivamente la lettura e soprattutto la narrativa per adolescenti ma soprattutto perché non si tratta tanto di consigliare, quanto di far avvicinare i ragazzi alla tavola imbandita perché decidano cosa vogliono mangiare, o anche solo che mangiare non gli va, ma con cognizione di causa e vasta possibilità di scelta qualora decidessero eventualmente di mangiarsi almeno un paio di tartine o un cioccolatino.

6 commenti:

  1. peccato che non si possa sottoscrivere tutto col sangue attraverso lo schermo.

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  2. Effettivamente, da come scrivi, sembra proprio che vi abbiano usato come vil smercio di fondi di magazzino, che tristezza.
    Molto d'accordo sulla questione che una larga maggioranza di insegnanti non ami la lettura, e questo risulti un grosso problema (sincronia: ne ho parlato proprio nell'ambito di una intervista nazionale per #ioleggoperché nel marzo scorso, mi pare!).

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  3. Guarda, e' una sofferenza leggere il brutto tiro che vi hanno giocato. In effetti la scuola media e' l'età in cui è più difficile aiutar i ragazzi a conservare la passione per la lettura, io cerco sempre libri che possano essere "giusti" per gli undici-tredicenni. Ho gestito la biblioteca del paese per un anno, ma anche ora che sono affiancata da una titolare sono io che propongo i libri agli utenti, bambini e ragazzi in primis. Ende, Pullmann, Gaiman, Ma anche i classici che più classici non si può perché non li leggono più, se non nella versione Geronimo (quindi ridotti, sigh).
    Con La storia infinita e Momo ho fatto faville, idem con lo hobbit e la bussola d'oro, (se piace faccio in modo che leggano tutta la trilogia, caspita!), ma il giardino segreto, pattini d'argento, tom sawyer e l'isola del tesoro funzionano alla grande, quando riesco a convincere i ragazzi a soprassedere sull'età dell'edizione. Purtroppo mi trovo sola in questo lavoro, la titolare sembra completamente disinteressata al delicato compito del reference (le ho sentito suggerire SOLO uomini che odiano le donne, che tristezza), e quelli che vanno in biblioteca solo quando io non ci sono escono con un libro a caso? Mi fermo, altrimenti ti usurpo il blog,

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  4. Le premesse era buone e l'entusiasmo non vi mancava: peccato mancasse la materia prima. :-(

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  5. @LaNoisette:
    so che conosci bene il problema, ma non vorrei mai vedere il TUO sangue scorrere. Ma il sangue di altri sì, lo prenderei volentieri ^__^

    @la povna:
    gli insegnanti sono italiani come tutti, e in generale gli italiani leggono poco. Tuttavia, se correttamente guidati, gli insegnanti potrebbero smettere di andare a tastoni basandosi solo sul loro giudizio perché solo di quello dispongono, ed editori e librai potrebbero darsi un po' più da fare, IMHO.

    @Bridfigala:
    Le biblioteche locali stanno facendo un eccellente lavoro qua in Toscana. Le biblioteche scolastiche invece vivono di vita grama, alle medie. In tutti i casi chi abita in un piccolo paese di rado dispone di una libreria e non può quindi abituarsi al contatto con i libri nuovi. Sotto questo aspetto una Mostra del Libro a scuola può servire molto, SE FATTA A DOVERE: ti permette di scoprire cos'è che vuoi e che non sapevi che esisteva.
    Vabbe', ormai è andata (per quest'anno)

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  6. @Linda:
    Sì, è stata un occasione persa. Soprattutto per la libreria, devo dire.

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