martedì 1 luglio 2014

Manuale del Perfetto Insegnante - Sugli insegnanti che chiacchierano


Una premessa è indispensabile, prima di affrontare sì delicato argomento: non stiamo qui questionando sull'insegnante che, dalla cattedra, parla del più e del meno con la sua classe a fini più o meno strettamente didattici nell'orario di servizio - ad esempio allo scopo di instaurare un clima amichevole con gli alunni, o di introdurre una tematica di attualità: costui o costei stanno solo facendo il loro lavoro. 
Né si intende per "insegnante che chiacchiera" colui o colei che, nelle ore buche, ciarla liberamente con colleghi, custodi o chiunque altro sia a tiro, vuoi dei fatti suoi, vuoi di politica, moda, scienze o qualsivoglia altro soggetto - perché ognuno ha pieno dritto di occupare come più gli piace il suo tempo libero.
Stiamo qui parlando invece di quegli insegnanti che, durante gli organi collegiali o l'esame di stato, indulgono con i colleghi a loquacissime considerazioni sulle più varie tematiche, quasi sempre senza curarsi di moderare il tono della voce e creando con ciò un cospicuo rumore di sottofondo (nonché un altrettanto cospicua irritazione all'alunno sotto esame, alla cui mente torneranno in modo del tutto spontaneo le infinite volte in cui è stato richiamato con la speciosa motivazione che lui, l'alunno, chiacchierava - mentre invece stava solo scambiando a bassa voce col compagno di banco alcune imprescindibili constatazioni che non gli impedivano in alcun modo di seguire il filo della lezione).

Spesso, invero,  una consistente parte del tempo didattico è speso dal docente nel riprendere Tizio e Caio e Sempronio che parlano disinvoltamente dei fatti loro da un capo all'altro della classe ignorando bellamente l'argomento trattato dal docente, con grave nocumento della loro futura preparazione nella materia e grave incomodo della classe tutta, che deve sforzarsi di filtrare la voce dell'insegnante attraverso il chiacchiericcio di fondo; ed è noto come tale deplorevole comportamento, oltre che dannoso sul piano dell'apprendimento didattico, venga sovente interpretato da parte del docente come grave mancanza di rispetto nei suoi confronti e nei confronti del Ruolo Istituzionale da lui ricorperto. Cotale interpretazione dei fatti è però, nella maggior parte dei casi, destituita di ogni fondamento, in quanto l'allievo in quelle circostanze è solitamente ignaro di creare disturbo - talvolta, in verità, sembra ignaro anche della presenza del docente in cattedra, ed è dunque vieppiù improbabile che ponga tra i suoi scopi primari quello di mancare di riguardo a qualcuno della cui esistenza in vita si è semplicemente scordato.

Per gli adulti, naturalmente, è diverso. 
Costoro, gli adulti, sono sempre consapevoli di quel che fanno e delle persone che hanno intorno, e con gli anni e l'esperienza hanno imparato a dominare e gestire i loro istinti e soprattutto il loro comportamento. Non saranno certo degli adulti, quelli che chiacchierano a vento in vela del tutto ignari di quanto avviene intorno a loro. Giusto?
E dunque:quali mai docenti potrebbero, trovandosi in gruppo o in assemblea o addirittura in sede d'esame, mancare sì gravemente di riguardo verso i colleghi, il Dirigente Scolastico o addirittura i propri alunni e sprofondare nel vizio della Chiacchiera Incurante?

Risposta: tutti.
(Con l'unica eccezione di te che stai leggendo, naturalmente).

Qualsiasi insegnante lo confermerà: i Consigli di Classe somigliano spesso ad un meeting di oche intente a squaqquaraqquare variamente, i Collegi Docenti paiono assai simili ad un adunata pre-migratoria di anatre, in quella rumorosissima fase ante decollo in cui viene deciso l'ordine della formazione di volo; e quanto agli esami... ahimé, gli esami, che dire degli esami?
Ma no, nessuno ci obbliga a parlare degli esami. E dunque non ne parleremo. Si sa che qualsiasi docente, quando si stanno svolgendo gli esami, siede sempre composto e in dignitoso silenzio, e ancor più naturalmente lo farà il Presidente della Commissione d'Esame. Potranno forse talvolta esserci deplorevoli eccezioni, ma nessuno ci obbliga a parlarne e dunque non ne parleremo.

Tuttavia qualsiasi insegnante ammetterà apertamente che esiste un problema con i meeting di oche e i raduni di anatre, e in occasione dei suddetti meeting e raduni di volatili spesso gran parte dei docenti di cui sopra si duole di cotal comportamento da parte dei suoi colleghi, non cessando né di ammonirli a fare silenzio né di deplorare ad alta voce il fatto che dei rispettabili insegnanti siano del tutto incapaci di sedere a  congresso in silenzio - davvero peggio che i bambini piccini.

Le teorie tese a spiegare sì curioso fenomeno abbondano: v'è chi sostiene che nel fondo del cuore di ogni docente dorma tuttora un fanciullino di pascoliana memoria, ovvero un ragazzino sempre pronto a chiacchierare con il compagno di banco, in particolar modo quando il numero e la disposizione dei presenti gli garantisce un certo anonimato; altri reputano invece che il docente sia talmente uso a non essere ascoltato dagli alunni da essersi col tempo convinto di non avere in alcun modo un timbro di voce tale da creare disturbo; secondo alcuni, infine, la gran parte dei docenti perde sin dai primi anni di insegnamento l'abitudine all'ascolto e dunque non fa gran caso al fatto che altri stanno parlando in modo pertinente all'argomento della riunione. A tal proposito è stato anzi spesso notato come i docenti più giovani e dotati di minor pratica di insegnamento sono anche quelli che più facilmente tendono a tacere quando gli altri parlano in queste riunioni, e talvolta sembrano addirittura ascoltare coloro che stanno parlando dal banco centrale (che facciano bene o male operando in tal senso, resta da vedere).

Fondate o meno che siano queste teorie, resta indubbio che ogni insegnante, in cattedra o fuori, mostri una fortissima tendenza a zittire anche in malo modo chi intorno a lui sta chiacchierando - da qui i ripetuti inviti rivolti ai colleghi perché facciano infine silenzio, inviti che sortiscono usualmente l'unico scopo di indispettire chi stava parlando e trova assai deplorevole essere ammonito in siffatto modo, quasi fosse un ragazzetto importuno e non un adulto in grado di discernere quando parlare e quando tacere, e di stressare quella ridotta fetta di persone rimasta in silenzio non già perché non avesse nulla di pertinente da dire sull'argomento della riunione, ma solo perché i residui di un educazione di stampo antiquato lo portano a non parlare se non quando arriva il suo turno, in base alle regole che vincolano l'assemblea.

Ma qual è infine la tecnica in grado di tenere zitta un assemblea o gruppo di anatre starnazzanti insegnanti? 
La stessa, in verità, che regola tutte le assemblee o gruppi di discussione del mondo, di qualsivoglia categoria od ordine professionale, ovvero quella basata sulla pratica individuale in cui ogni partecipante all'assemblea si preoccupa di mantenere zitta una e soltanto una persona, ovvero sé stesso, e segue con pazienza gli interventi degli altri presenti, che senza dubbio non racchiudono in sé nemmeno un quarto dell'intelligenza e della logica che promana da ciascuno dei suoi interventi, ma che infine sono pronunciati da persone che hanno pur diritto a parlare all'interno dell'assemblea visto che ne fanno parte a tutti gli effetti. Qualora i componenti del gruppo o dell'assemblea non decidano di attenersi a questa regola, tale regola non è applicabile dall'esterno se non con l'utilizzo di armi da fuoco di grosso calidro, o almeno di un randello nocchieruto ben maneggiato da mani esperte.

(Per quel che riguarda l'indecoroso comportamento degli alunni, sempre tesi ad una perenne e invasiva chiacchiera, ebbene, è risaputo che i giovani d'oggi sono indisciplinati e non più abituati, per colpa di genitori troppo amichevoli, a mostrare il dovuto rispetto verso chi sta sopra di loro nella scala gerarchica. E' giusto quindi, da parte dei docenti rimproverarli aspramente e sanzionarli anche ripetutamente per tale loro sconsiderato e irrispettoso atteggiamento).

11 commenti:

  1. Ma avete fatto un seminario, un convegno, un corso di formazione su questo argomento?

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  2. Poi, ci sono anche gli insegnanti che giocano con lo smartphone o con il tablet mentre svolgono il loro ruolo di esaminatori. O quelli che lasciano il telefono acceso e magari se ne vanno altrove, così da non poter prontamente intervenire quando l'affare comincia a squillare, e poi magari riprende con insistenza cinque minuti dopo e poi altri cinque. Un insegnante così tornerà ad occupare il proprio posto davanti allo studente interrogato chiedendo magari se tutti quegli squilli insistenti non l'hanno disturbato, e il virgulto, con gentilezza ma decisione, risponderà di no, ovviamente.

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  3. OT: e poiché, come dicevo anche a Noise, non sono mai contenta, ti ho affibbiato, nominalmente, un altro crostino: http://nemoinslumberland.wordpress.com/2014/07/02/a-modo-suo/

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  4. @Elenamaria:
    no, siamo tutti autodidatti (ma abbiamo imparato proprio bene, devo riconoscerlo) ^__^

    @la povna:
    Quanto alla nomina, ho già provveduto ^__^

    @LGO:
    ecco, sono quei casi in cui anch'io sarei tutto sommato favorevole ad una riflessione su eventuale ripristino della pena di morte... (GROAR!)

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  5. ...E poi ci sono quegli insegnanti che agli esami parlano tra loro per non essere costretti ad ascoltare le panzane partorite dal candidato. Non si fa, lo sanno, ma devono sopravvivere e resistere alla tentazione di randellare l'equino ragliante che si trovano davanti

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  6. @ Dolcezze:
    Ogni lavoro ha il suo osso, disse una fornaia richiesta da un cliente di come facesse a stare vicino al forno d'estate. L'insegnante è pagato per ascoltare gli esami. I quali esami potranno forse non essere sempre brillantissimi, ma l'insegnante è pagato per ascoltarli.

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  7. Li ascolta, infatti. Il mio commento non giustificava, ma esprimeva benevola comprensione (cmq non sull'uso del cellulare)

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  8. @ Dolcezze
    Nn preoccuparti, si capiva :)

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  9. Ti leggo sempre quando commenti dalla Povna ma ancora non avevo avuto occasione di passare di qui... Beh, complimentissimi, non so se scrivi sempre così bene ma questo post è davvero grandioso sotto tutti i punti di vista!

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  10. @wild horse
    Grazie, e felice di incrociarti ^__^
    (e devo dire che la serie del "Manuale del Perfetto Insegnante" viene piuttosto bene, di solito. Sarà che la scrivo solo quando mi sento ben ispirata...)

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