lunedì 23 settembre 2013

Ennesima dimostrazione della superiorità femminile in campo organizzativo

La formazione dei gruppi per un lavoro scolastico va ben ponderata in modo che i singoli 
gruppi siano simili quanto più possibile nel peso e nel valore

La Seconda Effervescente continua naturalmente ad effervescere in modo assai spumeggiante, ma già da Aprile si era rimessa piuttosto bene in carreggiata e anche i rapporti interni sembrano più distesi. 
Perciò, visto che sul libro di Geografia le aree climatiche del pianeta sono descritte poco e male, ho deciso di assegnargli delle ricerche da farsi in gruppo e da esporre in classe, possibilmente con ricco corredo di slide per la LIM, così si esercitano un po' (le nuove indicazioni ministeriali insistono moltissimo sull'importanza di esercitarli a usare le nuove tecnologie per lo studio, e visto che almeno in quella classe è materialmente possibile avendo a disposizione l'unica LIM funzionante della scuola...).
"I gruppi li facciamo noi o li fa lei?"
"Potete farli voi MA mi riservo di intervenire".  A quel punto però suona la campanella e l'argomento non viene approfondito.

Quattro giorni dopo c'è la nuova lezione di Geografia.
"Dunque oggi dovremmo fare i gruppi. Qualcuno di voi si è già messo d'accordo?".
"Sì, prof".
In un silenzio davvero insolito in quella classe alcuni alzano la mano e aspettano disciplinatamente il loro turno per parlare. Quando parlano, elencano i nomi del loro gruppo e l'argomento scelto.
In pratica, tutta la classe si è mirabilmente organizzata in quei quattro giorni. 
Proprio tutta?
No. 
Le femmine hanno formato tre gruppi di tre e uno di due, mirabilmente equilibrati, avendo cura di includere anche le due fanciulle più deboli, ben sistemate in compagnia di due agguerrite compagne, assai abili e studiose. Manifesto apertamente il mio entusiasmo per tanta accortezza e capacità di organizzazione.
I maschi hanno formato tre gruppi di tre, uno dei quali comprende le tre punte di diamante della classe... e hanno lasciato fuori le tre scartine, ovvero tre ragazzi del tutto sprovvisti della benché minima voglia di fare qualcosa e non particolarmente provvisti di capacità.
"Possono fare un gruppo tra loro".
"No. Tutti e tre sono bravissimi ragazzi ma non studiano nemmeno se gli spiani davanti un mitra. Verranno accuratamente sparpagliati in tre gruppi diversi. E vi ricordo che nel lavoro di gruppo il voto è unico, quindi sta a voi provvedere perché lavorino".
"Un voto unico? Ma non è giusto!".
"Il lavoro di gruppo è una modalità didattica tesa appunto ad insegnarvi a lavorare in team. 
Dovete organizzarvi in maniera che ciascuno possa mettere in risalto le sue capacità".
"Possiamo fare dei gruppi di quattro?".
"No, quattro sono troppi".
Mormorii, poi qualcuno alza la mano "Allora noi prenderemmo Rasoterra".
Altre due mani si alzano, per prendere gli altri due. Da ogni gruppo espungo un nome, che formerà l'ultimo gruppo. Non è forse la scena più simpatica che si sia vista al mondo, ma nel complesso poteva andare molto, molto peggio.
Le ragazze però hanno saputo evitarla, usando mirabilmente buon senso e discrezione.

Nel riepilogo vengono esaminati gli argomenti scelti: Artide e clima polare, Antartide e clima polare, clima monsonico, deserti caldi e freddi, clima equatoriale con annessa foresta tropicale, clima tropicale con annessi tifoni, uragani e tempeste varie.
"Niente oceani?".
"Gli oceani ce li può fare lei".
In effetti potrei anche prendere in considerazione l'idea di fare qualcosa per guadagnarmi lo stipendio, ammetto.
E così io ho assegnato sei argomenti a loro, e loro ne hanno assegnato uno a me.
Mi sembra una divisione equa, visto che loro sono 23 e io soltanto una (e nemmeno granché organizzata, pur essendo femmina)...

9 commenti:

  1. Le ragazze, si sa, sono avanti... a volte pure troppo!

    Ehm, sei stata nominata, passa a vedere...

    RispondiElimina
  2. Mah... Secondo te li faranno davvero lavorare le... scartine? O finirà che proprio perché in un gruppo con altri che lavorano non faranno nulla e lasceranno fare a loro? :-| Almeno se fosse stato un gruppo omogeneo... sarebbero stati costretti a darsi da fare! :-) O no... ? :-|
    Da un punto di vista sociale hai perfettamente ragione: le ragazze si sono dimostrate più sensibili ed equilibrate, ma... lavorativamente parlando, in un mondo competitivo come il nostro... non sono sicuro che i maschi abbiano torto. Anche se ci dispiace ammetterlo.

    www.wolfghost.com

    RispondiElimina
  3. @ Aliceland:
    Grazie davvero, adesso provo a registrare doverosamente l'evento ^__^

    @Wolfghost:
    Ti avviso che la risposta è lunga:
    prima di tutto, alle medie NON siamo ancora nel mondo del lavoro. I ragazzi lo sanno e sanno anche che le regole sono diverse. Semplicemente, le femmine ne han preso atto e i maschi no; o, più probabilmente, non sono stati a pensarci.
    Il gruppo omogeneo ha i suoi pro e i suoi contro, ma un gruppo omogeneo formato da QUEI TRE non avrebbe fatto nulla, diciamo con probabilità intorno al 95%.
    A me non interessa troppo che facciano una bella ricerca (se la fanno, meglio. Ma non è questo lo scopo di base) quanto che imparino a esporre bene. In fondo, per buona parte dell'anno lavorano su un testo già confezionato, che sarebbe il libro di testo. Quei tre (con una parziale e moderata eccezione) scantonano, ma il colloquio orale di almeno mezz'ora all'esame lo dovranno fare anche loro, e l'esercizio gli serve. Lavorando con gli altri - o, più probabilmente, guardandoli lavorare - si faranno almeno una vaga idea di come impostare un lavoro di quel tipo, e saranno costretti a imparare la loro parte.
    Potevo calargli dall'alto sette lezioni sette sui climi - in fondo è il mio lavoro. Ma resta il fatto che sul libro quelle cose che direi non ci sono, se non in modo approssimativo, e quindi non avrebbero di che studiarle a casa. Poi sono una classe sveglia e mettere le mani in pasta gli piace. In fondo, si tratta di andare su Wikipedia o aprire un'enciclopedia su carta - esattamente quel che faccio io, tra l'altro, quando preparo le lezioni senza seguire il libro di testo. Si tratta di vedere come gestiranno l'organizzazione del materiale.
    In questo modo, alla fine tutti avranno un voto almeno decente (e a quei tre farà un gran comodo) e tutti avranno preparato un po' di esposizione (e a quei tre farà un gran comodo). Da soli, secondo me non ce l'avrebbero fatta, soprattutto perché non ci avrebbero nemmeno provato (siamo in terza, e un po' ormai li conosciamo).
    Ma, in fondo, alla scuola dell'obbligo "saper fare una buona ricerca" non è tra gli obbiettivi minimi richiesti, saperla esporre sì.

    Sul mondo competitivo che ci aspetta fuori (che, al momento, più che competitivo mi sembra SCORRETTO) non so che dirti, ma se quei tre ci arrivano sapendo infilare un discorsino a modo non saranno certo più svantaggiati che se non lo sanno infilare. E comunque anche nel mondo competitivo si lavora con quel che si ha in mano, non con quel che si vorrebbe - almeno è l'impressione che ho avuto io quando ho lavorato nel privato.

    RispondiElimina

  4. gli studenti bravi sono comunque ragazzi,non insegnanti di sostegno.
    Costringere i lazzaroni a studiare non è compito loro,ma dell'insegnante.Mi dispiace,ma i lavori di gruppo assegnati con questi criteri sono diseducativi e il voto unico è un'ingiustizia.

    RispondiElimina
  5. @ Anonimo:
    No, gli alunni più bravi non sono insegnanti di sostegno - nel senso che di solito funzionano meglio. Se la classe è disposta a collaborare (o almeno a TENTARE di collaborare) spesso si ottengono dei risultati interessanti. Come sai se hai insegnato, insegnando si imparano un sacco di cose, e questo succede anche quando si è studenti.
    Quanto al voto, che a quanto sembra è la tua unca e reale preoccupazione, diciamo che il voto verrà dato unico, ma per la media del quadrimestre si terrà conto di tutto l'insieme, quindi alla fine nessuno verrà penalizzato.
    Diciamo che è un esperimento. Riferirò sui risultati.

    RispondiElimina
  6. Io non ho mai insegnato,ho solo tre figli in età scolare e quindi,ovviamente,ho un punto di vista diverso dal tuo: sono un utente.
    Dal tuo post ho ricevuto la netta impressione che tutto il lavoro di gruppo sia stato organzzato per "fare un gran comodo" a quei tre,con gli altri al loro servizio.Ormai ho capito anch'io che i voti dei lavori di gruppo non fanno media come gli altri,non è quello il problema,ma ti posso dire che spesso i ragazzi bravi,messi ripetutamente in situazioni di questo tipo, si sentono usati e quasi puniti per il loro impegno e questo,ribadisco,è estremamente diseducativo.

    RispondiElimina
  7. @Anonimo:
    Tu sei un utente in modo indiretto, come tutti noi. I veri utenti del servizio scolastico sono i tuoi figli. Per inciso, sono utenti anche i Perfidi Tre che metteranno alla frusta i loro compagni standosene, loro, comodamente distesi sull'amaca a farsi sventolare dagli schiavetti - o che, forse, si sentiranno motivati a fare qualcosa sotto la pressione delle fruste altrui - perché i coetanei, a volte, hanno modi tutti particolari di intendersi tra loro.
    Veniamo al resto: il lavoro di gruppo è nato da solo, in base a una serie di circostanze.
    La prima è che non c'era una buona sezione sui climi nel libro di testo, e a questo andava posto qualche rimedio.
    La parola "ricerca" è partita da loro. Potevo fare le mie brave lezioncine sui climi MA quella è l'unica classe della scuola con una LIM funzionante e che quindi può prepararsi dei percorsi con le slide da esporre all'esame.
    Quando, due anni fa, con l'ultima terza che ho avuto, ho fatto preparare il lavoro sulle monete italiane ho scoperto che lavorare per slide per dei tredicenni non viene automatico e ci vuole un po' di esercizio. Così ho pensato di sfruttare l'occasione per farli esercitare. E' un lavoro che farà comodo a tutti perché l'esame lo faranno tutti - al momento, l'idea è di portarli tutti all'esame. Per tutti loro sarà la prima volta, ma nella vita non sarà certo l'unica - tra l'altro è un tipo di lavoro su cui le nuove ordinanze ministeriali insistono abbastanza, secondo me con ragione.
    E' previsto che gli alunni collaborino tra loro (di fatto è una cosa che succede anche al di fuori della scuola, strano ma vero). E non conosco la storia dei tuoi figli, ma questo terror panico che i Tre Reprobi si ritrovino un voto decente (magari meritato, perché in tutti i casi dovranno esporre) invece di starsene nel loro ghetto coperti d'infamia, piume e catrame un po' mi sorprende. Tra l'altro credo che sia la prima volta che quella classe fa un lavoro di questo tipo e, come sempre in questi casi, nemmeno io so cosa ne verrà fuori - ma mi sembra evidente che per tutti sarà un lavoro utile, al di là di quanto potranno imparare sui climi extraeuropei.

    RispondiElimina
  8. Guarda che,come ho già ribadito prima,il problema non è il voto,su cui insisti tu,ma l'ingiustizia della situazione: hai parlato di pelandroni riconosciuti(non di ragazzi con problemi che sono un'altra cosa)e hai costretto ragazzi non-pelandroni a farsene carico,deresponsabilizzando di fatto quelli che "non studiano neanche con un mitra puntato".
    Secondo me questo è un incentivo alla pelandronaggine.
    Per il resto,non ho criticato i tuoi metodi d'insegnamento né ho intenzione di farlo perchè non è il mio mestiere,avrai sicuramente avuto le tue buone ragioni.
    Ho criticato la motivazione del tuo criterio di composizione dei gruppi,esprimendo un'opinione diversa ma,credo,altrettanto rispettabile.
    Per la cronaca,i miei figli non hanno alcuna storia da terror panico alle spalle,sono ragazzi normali.

    RispondiElimina
  9. @Anonimo:
    Se rileggi il post, vedrai che PARLANDO IN CLASSE ho detto che non studiano nemmeno davanti a un mitra spianato, ma che descrivendoli a chi leggeva ho scritto che si trattava di ragazzi tre ragazzi "del tutto sprovvisti della benché minima voglia di fare qualcosa e non particolarmente provvisti di capacità"". Di certo in classe e davanti ai compagni non sarebbe stato molto cortese da parte mia insistere su difficoltà di apprendimento e simili - visto che a questo punto il problema è aggravato anche da notevoli problemi di autostima (in sintesi: hanno smesso di provarci perché sanno già che non ci riusciranno; il che può essere o non essere vero, ma loro hanno deciso da tempo che è così).
    Ognuno ha la sua storia, e quei tre hanno la loro, su cui ho preferito sorvolare nel post per tutta una serie di considerazioni. Di fatto, alle medie, se a un certo punto ti ritrovi parecchio staccato dai compagni un problema ce l'hai, e su come è nato quel problema è inutile recriminare, visto che ormai il problema C'E', e Storia e Geografia sono di gran lunga l'aspetto minore della questione.

    Ad ogni modo,la prima regola che tutti ti spiegano quando parlano del lavoro di gruppo è che i gruppi hanno da essere omogenei (come fette di una stessa torta, appunto) proprio perché nel lavoro di gruppo è previsto l'avvio di un circolo virtuoso che possa aiutare chi è indietro a colmare il gap. In QUELLA classe e in QUELLE circostanze mi è sembrato il caso di provare.

    RispondiElimina